Capitolo 11 - Coinquilini

<< P-papà >> balbettò Tommaso, colto alla sprovvista.

Papà?

<< Tommy >> disse il medico. << Cosa volevate fare nel mio studio? >>.

Il suo tono non era infastidito, sembrava quasi... malizioso?

<< Noi... >> iniziò Tommaso, avvicinandosi a me e cingendomi con le braccia. << Stavamo cercando un posto tranquillo per stare soli >>.

Ma a che gioco stava giocando?

<< Dammi l'autopsia, la rimetterò al suo posto >> mi sussurrò all'orecchio, togliendomi di mano il documento.

<< Ho capito, ma qui conservo materiale importante, roba di lavoro. Andate da qualche altra parte >> consigliò l'uomo, divertito.

<< D'accordo, papà >> rise Tommaso. << Melissa, perché non ti presenti? Usciamo da quest'ufficio, siamo in troppi in un minuscolo spazio vitale >> mi fece cenno, strizzando un occhio.

Ma certo.

Così avrebbe potuto rimettere il referto al suo posto sulla scrivania.

Non era stupido come sembrava, allora.

<< Ti chiami Melissa, deduco >> disse il medico non appena fummo nel corridoio. << Io sono Alessandro. E... da quanto vi frequentate voi due? >>.

Bella domanda.

<< Da quanto ci frequentiamo? Be', da pochi giorni, in realtà >> improvvisai, maledicendo la mia inabilità a mentire. << Dal giorno del test d'ingresso >>.

<< Ah, tu allora sei quella che gli ha passato il compito >> dedusse, illuminandosi in volto. << Grazie davvero, erano anni che provava il test senza successo >>.

<< Io... >>.

Aveva parlato di me ai suoi genitori?

<< ... di niente >>.

<< Devi essere una brava ragazza. Sai, è la prima volta che Tommaso mi... presenta, posso dire così? È la prima volta che mi presenta una ragazza >> svelò l'uomo.

<< Allora, papà. Mi fai cattiva pubblicità, come al tuo solito? >> si intromise Tommaso, uscendo dallo studio del padre.

<< Non è colpa mia se hai ripetuto due volte gli esami di maturità e sei un ignorantone >> lo prese in giro il medico, dandogli una pacca sulle spalle. << Ci vediamo, Melissa. Mi ha fatto piacere conoscerti >>.

<< Arrivederci >> lo salutai.

<< Tutto fatto >> mi rassicurò Tommaso quando il padre fu sufficientemente distante. << Un gioco da ragazzi >>.

<< Grazie mille, ti devo un favore >> lo ringraziai, sollevata.

<< Ora siamo pari. Tu mi hai passato il compito al test >> mi sorrise. << Vuoi un passaggio? >>.

<< Ma tu non dovevi andare a vedere una stanza? >> mi interessai.

<< Ti accompagno fino a casa e poi vado, dai >> offrì.

<< D'accordo >> accettai.

Mi fece strada fino alla sua moto.

<< Credo che il cellulare ti stia vibrando >> disse.

<< Oh, hai ragione >> constatai.

Era Giacomo.

<< Pronto? >>.

<< Mely, ti avrò chiamata almeno dieci volte! Perché non rispondevi? >>.

<< Scusa, ero a lezione >> mi giustificai.

<< Ok, non preoccuparti >> mi tranquillizzó. << Come stai? Stai mangiando o mi torni a casa deperita? >>.

<< Sì, mamma, sto mangiando... ti volevo dire che... >> mi allontanai da Tommaso di qualche metro in modo che non sentisse. << ... ho letto l'autopsia di Giada, e credo che ti scagioni. Cioè, pare avesse in circolo in grandi quantità una benzodiazepina, e per quello abbia avuto un'insufficienza respiratoria. Stasera ti dico meglio >>.

<< Forse è meglio se non so come hai fatto a leggerla, vero? >> chiese.

<< Ti dirò, amore. Però adesso devo andare, ci sentiamo stasera, ok? >>.

<< Ok, Mely. Ti amo >>.

<< Ti amo anche io >>.

Interruppi la telefonata e mi diressi nuovamente verso Tommaso, che mi aiutò a salire sulla sua motocicletta.

<< Non vuoi sapere la verità? >> gli chiesi, mentre metteva in moto.

<< Riguardo a cosa? >> finse di non capire.

<< Riguardo alla mia presenza nello studio di tuo padre, no? >>.

<< Ah... non sono un tipo che fa domande, ecco tutto >> fece spallucce. << Immagino che fosse una tua amica... la ragazza dell'autopsia >>.

<< Sì, era la mia migliore amica >> confermai.

<< Mi dispiace >> disse semplicemente.

<< Di cosa? Non è mica colpa tua... è successo, e non possiamo fare nulla per cambiare le cose. Solo sperare che venga fatta veramente giustizia, suppongo >>.

<< Ne ho sentito parlare al telegiornale... era anche un'amica di mio cugino, sai? È terribile morire così giovani >>.

<< Già, lo è >>.

<< Tieniti stretta, mi raccomando >> mi esortò.

Lo cinsi con le braccia, lievemente imbarazzata.

<< Guarda che non c'è il tuo ragazzo nei dintorni >> ironizzò.

<< Ed ecco che torni il solito insopportabile >> commentai, sbuffando.

Uscimmo dal policlinico e imboccò la strada principale. Mentre svoltava a un incrocio, un cagnolino ci attraversò la strada.

<< Frena! >> strillai, spaventata.

<< Agli ordini >> rispose, evitando l'animale per un pelo.

Scesi dalla moto e mi precipitai verso il cucciolo, constatando che stava bene, per fortuna. Era un piccolo barboncino bianco completamente inzuppato e ridotto pelle e ossa.

<< Stavi per investirlo, idiota >> esclamai, fuori di me.

Quando si trattava di animali non riuscivo proprio a controllarmi.

<< Ma non è successo, calmati >>.

<< Guardalo, è magrissimo. Lo porto a casa e gli do da mangiare >> annunciai, prendendo il cane in braccio.

<< D'accordo, sali che ti accompagno >> propose.

<< No, non preoccuparti. Vado a piedi, tanto sono quasi arrivata >>.

<< A domani, allora >>.

Mi diressi rapidamente verso casa e mi trovai nuovamente di fronte Tommaso.

<< Aspetta un attimo... come fai a sapere che abito qui? >> domandai, perplessa. << Non ti avevo dato l'indirizzo >>.

<< Abiti qui? >> si meravigliò. << Non mi dire che stai al secondo piano >>.

<< Sì, Cooman. Secondo piano, interno dodici >>.

<< Non è possibile >> scoppiò a ridere. << Sei la coinquilina di Elettra? >>.

Annuii. Non capivo dove voleva arrivare.

<< Be', allora mi dovrai sopportare anche fuori dalle lezioni. Ho affittato la terza stanza, quella accanto all'ingresso >>.

Fantastico.

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Grazie ancora a tutti voi che leggete e dedicate parte del vostro tempo alla mia storia ^^
Un abbraccio,
Koira ♡
P.S. @SofySoo, avevi previsto anche questo, vero? ;)
P.S. 2 Oggi sveglia alle 5, eh già -.-'

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