Capitolo XI

Stavo cercando di farmi venire in mente qualche scusa da rifilargli, così che mi facesse andare via, ma avevo il cervello il tilt dall'ansia.

-I-i-io... e-ecco... mi fanno male le gambe!- esclamai all'improvviso, a corto di idee decenti -non riesco nemmeno a restare in piedi, guarda- finsi che mi traballassero terribilmente, simulando anche qualche cedimento.

-Non è un problema- disse tranquillamente, prima di prendermi in braccio a mo' di sposa.

-Oh mio dio!- esclamai, presa alla sprovvista -non intendevo questo!- mi lamentai come una bambina, sentendomi disperata fino al midollo.

-D-dove stiamo a-andando?- chiesi poi, volendo per lo meno sapere dove mi stesse portando.

-In un posto- rispose non lanciandomi nemmeno un'occhiata.

-Ah, davvero? Non l'avrei mai detto- borbottai alzando gli occhi al cielo, incrociando nel mentre le braccia al petto con fare stizzito.

-Conosco un posto abbastanza lontano da qui, dove potremmo parlare in pace- si decise a rispondere adeguatamente alla mia domanda.

-non possiamo fare tutta la strada a piedi, se è lontano come dici- sospirai arrendendomi all'idea che non avessi possibilità di scampo.

-Infatti non ci andremo a piedi- disse vago, guardandosi attorno, anche se nessuno si trovava nei paraggi.

Subito dopo sentii con chiarezza che ci eravamo staccati dal suolo, questo grazie agli spostamenti del leggero vento che soffiava.

-Non sei l'unica a conoscere qualche trucchetto- mi rivolse un sorrisino compiaciuto davanti alla mia bocca spalancata dallo stupore.

Romeo aveva infatti dato fuoco ai suoi piedi, usando le fiamme come dei piccoli "razzi" per alzarsi in aria, fino ad arrivare sopra le nuvole.

-Wow- emisi soltanto, facendolo ridacchiare divertito.

Dopo circa mezz'ora cominciai a chiedermi se non fosse giunto il momento di preoccuparmi, ma mentre formulavo il pensiero scorsi una cima verdeggiante sbucare da sopra le nuvole.

Appena fummo sopra di essa, Romeo comincio ad abbassarsi fino a tornare con i piedi per terra. Ci trovavamo in uno spiazzo di terra gigantesco, del tutto coperto da erba, fiori e vari piccoli arbusti.

Scesi dalle sue braccia e mi guardai intorno con gli occhi spalancati, cercando di scorgere ogni minimo dettaglio di quel meraviglioso posto.

-Come lo hai scoperto?- chiesi al ragazzo, non girandomi pero nella sua direzione, troppo occupata a fissare l'ambiente a me circostante.

-Qualche mese fa mi stavo allenando sul "volo"- mimò le virgolette -ma mi sono perso. Ho vagato per qualche ora, finendo poi per trovare questa montagna- scrollò le spalle -ora la uso per allenarmi senza disturbi o interruzioni-

Posai gli occhi su dei bersagli alquanto anneriti disegnati sugli alberi, cosa che mi confermò la sua versione.

-Allora...- inizio poi, facendomi capire all'istante che volesse iniziare una conversazione seria.

"Cavolo"

-Senti, non sono bravo con le parole, quindi andrò dritto al punto- sbottò all'improvviso, facendomi sobbalzare.

"Perché a me?!"

-Prima che tu perdessi conoscenza, due mesi fa, mi hai detto una cosa- disse arrossendo e abbassando lo sguardo a terra.

-Non mi ricordo di averti detto nulla- ridacchiai nervosamente, sentendo una goccia di sudore freddo rotolarmi lungo la guancia.

"Non poteva scordarselo?! Anzi, non potevo tenere la bocca chiusa?!"

-Wendy- mi ammonì seriamente, sapendo che mentivo.

Indietreggiai di qualche passo, valutando l'ipotesi di controllare le correnti e allontanarmi alla svelta; e lo stavo per fare, ma la sua mano attorno al mio polso mi blocco.

-Non ti azzardare a scappare. Non te lo lascerò fare, non più- dichiarò duro.

Sentivo il cuore battere a mille, e non riuscivo a smettere di torturare le mani tra di loro dal nervoso.

"Credo che ormai sia inutile temporeggiare" mi arresi.

Abbassai il capo con un sospiro, chiudendo gli occhi e preparandomi mentalmente alle conseguenze di ciò che stavo per dire.

-Hai ragione, lo ricordo perfettamente. Ti ho detto che ti amo, e non mentivo- alzai la testa, guardandolo dritto negli occhi.

Capii che lo avevo spiazzato quando sbatté ripetutamente le palpebre, avvampando subito dopo.

"Non arrossire. Non arrossire. Non arrossire" continuavo a ripetermi come una mantra, cercando di trattenermi dall'esplodere e lasciar fuoriuscire tutte le emozioni che mi stavano scuotendo violentemente il cuore.

-Bene, l'ho detto- mormorai stupita dalla mia improvvisa presa di coraggio, ma non riuscii a trattenermi oltre -oddio, l'ho detto davvero! Non ci posso credere, l'ho de...- ma non riuscii a proseguire oltre.

"Oh, merda" imprecai per quella che quasi sicuramente era la prima volta nella mia vita "mi sta baciando?! Romeo mi sta seriamente baciando?!"

Ma la risposta era si, a meno che premere le proprie labbra su quelle di un'altra persona non significasse baciare.

Mi immobilizzai, diventando una statua di marmo, e nemmeno quando si staccò riuscii a scongelare i miei muscoli paralizzati.

-Non rendermi la cosa più difficile di quel che è- borbottò arrossendo e spostando lo sguardo dal mio viso.

Non riuscii comunque a muovermi. Mi sentivo come se il mio cervello si fosse spento all'improvviso, facendo si che ad ogni parte del mio corpo succedesse la stessa cosa.

-Senti, te l'ho già detto una volta, ma probabilmente non te lo ricordi- sussurrò impacciato -ti amo, Wendy-

La mia sopportazione arrivò al limite e lo superò palesemente, portandomi a fare una cosa sola: svenire.

-Wendy! Wendy, svegliati!- sentivo chiamarmi da una voce a cui non riuscii ad associare un volto.

"Non ora, sto facendo un sogno bellissimo"

-Ancora cinque minuti, Charle- borbottai ostinandomi a tenere gli occhi chiusi, stringendo tra le braccia il mio soffice cuscino.

Il problema era che me lo ricordavo molto più soffice.

"Perché è così duro?" mi chiesi aggrottando la fronte, tastandolo con le mani nel tentativo di renderlo più morbido.

Quando pero non ci riuscii, socchiusi gli occhi, chiedendomi il perche di tale assurdità.

-Oh dei del cielo!- gridai alzandomi di scatto e indietreggiando di parecchi metri.

"Santo cielo, non posso averlo fatto seriamente" seppellii la faccia tra le mani, sentendola fumare spaventosamente.

Ma avevo una valida ragione per desiderare di sparire dalla faccia della terra: mi ero svegliata ritrovandomi sopra Romeo, con le gambe strette attorno alla sua vita e le braccia attorno al suo busto, su cui avevo anche spiaccicato la guancia.

-Scusa, ma non riuscivo ad alzarmi- si giustificò il ragazzo, sollevandosi da terra e passandosi le mani sui pantaloni nel tentativo di pulirli dal terriccio e dai fili d'erba che vi si erano depositati su.

-Cosa ho fatto?- farfugliai senza alzare il capo, ma allontanai leggermente le dita l'une dalle altre, così da poterlo guardare senza essere scoperta.

-Dopo che sei svenuta ti ho sorretta, quindi mi sei salita in braccio e mi hai fatto perdere l'equilibrio. Ho cercato diverse volte di alzarmi in piedi, ma me lo hai impedito, quindi alla fine ci ho rinunciato- mi spiegò disegnando col piede dei cerchi immaginari.

"Voglio morire"

-Scusami- mormorai depressa -abbracciare il cuscino è un abitudine che ho da anni, ma non ho capito che ciò che stavo stringendo non era... un cuscino-

-Non importa, tranquilla- scosse la testa.

-Stavo dicendo...- cominciò di nuovo, ma si interruppe lanciandomi uno sguardo fugace -non sverrai di nuovo, vero?-

-Non ti prometto nulla- farfugliai goffamente, decidendo di scoprire il volto e guardarlo faccia a faccia.

-Beh, vedi di provarci, almeno- ribatté con voce tremendamente dolce -non è facile dichiararsi se tu continui a perdere i sensi-

"Oh mio dio, credo di stare per farlo di nuovo" mi dissi mentre sentivo la testa girare e pulsare leggermente.

-Non ti azzardare!- esclamò avvicinandosi, scuotendomi con vigore.

-Ok...- sussurrai cercando di riprendermi -ok, ci sono- annunciai con voce tremante.

-Lascia stare- si arrese infine, facendomi sospirare di sollievo -però voglio chiederti scusa per averti baciata due volte senza il tuo permesso- esordì poi, cogliendomi totalmente alla sprovvista.

-Due...?- spalancai gli occhi -quindi la prima volta non me la sono immaginata?!-

-No, ma ti prego, non svenire- mi scosse di nuovo, facendomi riprendere.

-Perché ti scusi?- gli domandai, confusa.

-Beh, perché l'ho fatto senza il tuo consenso- gesticolò con le mani, palesemente agitato.

-Possiamo rimediare-

"Ora o mai più" mi dissi prima di slanciarmi in avanti, fino a poggiare le mie labbra sulle sue in un casto bacio a stampo.

E stavo per staccarmi, quando sentii una voce nella mia testa.

"Wendy, non sei più una bambina: hai sedici anni, spingiti oltre!" mi disse una voce terribilmente somigliante a quella di Charle, ma decisi, per il momento, di non farmi domande.

"Sai una cosa? va bene!" dichiarai in una sorta di sfida, picchiettando con la lingua sul labbro inferiore del corvino.

Romeo schiuse all'istante le sue morbide labbra, permettendomi di intrufolare la lingua tra di loro.

"Non posso credere di starlo facendo seriamente... oh mio dio, sono completamente impazzita..."

Ma nulla poté impedirmi di godere a pieno quel momento magico, anche se sentivo lo stomaco scuotersi come fosse una maracas. Le labbra del ragazzo erano terribilmente morbide e calde, e sapevano baciare spaventosamente bene.

Persi il mio ultimo briciolo di lucidità quando mi avvolse un braccio attorno alla vita, cosa che mi fece scorrere una scarica elettrica lungo la spina dorsale, e mi spinse automaticamente ad allacciare le braccia al suo collo, portando in un attimo le mani tra i suoi capelli spettinati come al solito. La sensazione di sentirli scorrere sofficemente tra le dita non aveva paragoni con nulla che avessi provato sino a quel momento.

Tuttavia, anche se non era più un semplice bacio a stampo, sentivo che fosse comunque qualcosa di puro, dato che entrambi eravamo titubanti davanti a quella nuova esperienza.

Quando sentii di non avere più fiato nei polmoni, mi costrinsi a staccarmi, iniziando a respirare con affanno, cosa che vidi fare anche dal ragazzo una volta aperti gli occhi. Fece per aprire la bocca e dire qualcosa, ma glielo impedii, pressando di nuovo la mia bocca sulla sua, lasciando che una nuova scarica di adrenalina mi scorresse lungo la spina dorsale.

Diedi così iniziò ad un altro bacio, questa volta tutt'altro che casto.

Le nostre lingue si rincorrevano fameliche in una danza senza fine, e non potei impedirmi di rilasciare un leggero gemito quando mi mordicchiò delicatamente il labbro inferiore. Sentii il suo sorriso contro la mia pelle, quando, abbassandosi per arrivare alla mia altezza, poggiò la fronte contro la mia spalla, premendo le labbra sulla mia clavicola lasciata scoperta dalla maglia stropicciata.

-Ora siamo pari- sussurrai con voce roca.

-Lo sai che sai baciare terribilmente bene?- mi chiese facendomi avvampare, portandomi a boccheggiare varie volte, alla ricerca di qualcosa di sensato da dire.

-Potrei dire la stessa cosa di te- balbettai alla fine.

-Certo che come primo bacio non è stato affatto male- rilasciò un caldo sospiro contro la mia pelle, facendomi venire numerosi brividi lungo la schiena.

-Primo?- aggrottai la fronte, allontanandomi quanto bastava per guardarlo in faccia.

-Già- annuì con un sorriso fiero.

-Davvero? Nonostante tutte le ragazze che ti vengono dietro?- inarcai un sopracciglio -Non fraintendermi, ne sono più che felice, ma non me l'aspettavo-

-Nessuna di loro è una certa ragazza di mia conoscenza, ovvero l'unica che mi interessa...- rispose vagamente, rivolgendomi un occhiolino.

-Comunque non è il primo- sbottai alla fine, leggermente offesa -è il quarto-

-le prime due volte sono stato io a baciare te, ed eri praticamente paralizzata in entrambi i casi- mi ricordo -poi... vuoi davvero paragonare quello che mi hai dato poco fa a quest'ultimo?- alzò un sopracciglio, con un sorriso malizioso ad ornargli il volto.

Borbottai qualcosa senza senso, distogliendo lo sguardo dal suo, palesemente imbarazzata.

-Comunque...- riprese in tono vago -ho la sensazione che non hai ancora dato il tuo meglio...-

-Da quando sei cosi malizioso?- mugugnai lanciandogli una breve occhiata.

-Da quando una certa ragazza si è finalmente resa conto che ho trascorso gli ultimi due anni a flirtare con lei- rispose a tono.

-Flirtare?- corrugai le sopracciglia -stavi flirtando?!- esclamai quando finii di elaborare le sue parole.

-Alla buon'ora- alzò gli occhi al cielo con fare divertito.

"Come ho fatto a non rendermene conto?!" mi chiesi allibita, ripensando a tutte le volte in cui Romeo mi aveva invitata ad uscire, fare una passeggiata insieme, svolgere innumerevoli missioni con lui...

"Sono un idiota" conclusi semplicemente.

Quando si avvicinò con l'evidente intento di schioccarmi un altro bacio, tuttavia, mi allontanai con un lieve ghigno, alzandomi da terra e iniziando a volare tra le nuvole rosee dal tramonto all'orizzonte.

Sentii Romeo mettersi subito ad inseguirmi, cosa che mi fece salire l'adrenalina. Cominciammo a rincorrerci ridendo a crepapelle, nascondendoci nelle nuvole, e trovandoci subito dopo.

-Presa!- urlò quando riuscì ad afferrarmi, stringendomi dolcemente la vita tra le sue braccia e facendomi girare verso di lui, dando inizio ad un nuovo bacio.

Quello fu solo uno di una lunghissima serie...

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