Capitolo VII

-Mh... dove sono?- biascicai una volta aperti gli occhi, alzandomi lentamente in piedi.

Mi guardai attorno, ma non vidi nient'altro se non bianco; stessa cosa per il cielo ed il terreno: sembrava che non esistessero nemmeno.

Poi, lentamente, emerse una figura candida come la neve, e riuscii a distinguerla dalla sfondo solo grazie ai suoi occhi azzurri.

-Grandine!- esclamai correndo verso di lei con gli occhi lucidi.

Feci per abbracciarla, ma le mie mani la oltrepassarono con un leggero sibilo. Tentai di nuovo, ma ottenni lo stesso risultato. Sembrava che fosse un fantasma, e forse lo era veramente.

-Piccola Wendy, non abbiamo molto tempo- mi richiamò il drago, guardandomi dolcemente.

-Perché non posso toccarti?- mormorai invece io, desiderando più di ogni altra cosa al mondo risentire il suo familiare calore.

-Questo non è il mio corpo, è solo la mia anima che ha preso le sembianze di esso: necessitavo di parlarti-

Con gli occhi ornati di lacrime, alzai lo sguardo e lo incatenai al suo.

-Dove siamo? Sono morta? Questo è l'aldilà?- cominciai a fare una domanda dopo l'altra, non lasciandole nemmeno il tempo di rispondere.

-Calmati, Wendy- ridacchiò gentilmente -è complicato da spiegare. Non sei morta, ma non sei neanche viva- mi rispose enigmatica.

-Non capisco...- sussurrai confusa.

-Questo è il confine che separa la vita dalla morte- mi spiegò pazientemente -ma non è un confine concreto. Qui, le persone che hanno la possibilità di continuare a vivere decidono se farlo o lasciarsi andare nelle braccia della morte; e tu sei una di esse- disse facendomi rabbrividire.

-Quindi... è una mia scelta?- le domandai, ottenendo il suo capo scosso in segno di conferma come risposta.

-Esattamente, mia cara. Io sono qui per accogliere la tua decisione e condurti nel mondo in cui deciderai di andare-

-Io voglio restare con te... mi manchi tanto...- mormorai con le lacrime agli occhi.

-Anche tu, piccola, ma butteresti davvero la tua vita solo per restare al mio fianco?- mi chiese avvicinando il suo muso al mio viso.

Solo allora notai che non stesse muovendo le labbra, quindi intuii che comunicasse telepaticamente.

-Non credo di voler tornare nel mio mondo...- dissi amaramente, distogliendo lo sguardo.

-Perché mai?-

-Beh... non sono una maga forte, sono una Dragon Slayer, certo, ma non cambia il fatto che io sia inutile, e anche gli altri sembrano pensarla così- spiegai tristemente, abbassando lo sguardo a terra e disegnando un cerchio immaginario con il piede.

-Hai le prove per affermarlo?- chiese furbamente.

-Se glielo chiedessi negherebbero, ne sono sicura; ma non ho bisogno di una conferma per sapere che ho ragione- borbottai.

-Sicura di non voler tornare? Lasceresti indietro persone a te care- mi ricordò muovendosi un po per trovare una posizione più comoda.

-Certo, lascerei Charle, ma credo che più che altro le farei un favore: non dovrebbe più preoccuparsi di me-

-E quel giovane umano?- sorrise innocentemente.

Avvampai di scatto, spalancando gli occhi e giocherellando con le mani dal nervoso.

-Sbaglio o ti sei dichiarata?- continuò ammiccando nella mia direzione.

-Un motivo in più per non tornare- farfugliai spostando il peso da un piede all'altro -sarebbe troppo imbarazzante dover affrontare la questione, visto che di sicuro non mi ricambia-

-Ne sei sicura? Forse ti sei scordata il calore che hai sentito alle labbra e la sua risposta prima che perdessi i sensi?-

-Il calore era il mio sospiro, mentre la risposta direi di essermela immaginata- mugugnai con un pomodoro maturo al posto del viso.

-Io non ne sarei così sicura- cantilenò divertita dalla mia espressione più che imbarazzata.

-Inoltre- sospirai affranta -dovrei occuparmi anche della Dragon Force, rischierei di perdere di nuovo il controllo, e potrei causare danni ancor maggiori di quanto abbia già fatto-

-Ti sbagli- scosse leggermente la testa, assumendo un'aria più seria -hai trovato l'equilibrio tra il bene e il male che si trovano dentro di te, tra la positività e la negatività, tra la forza e la debolezza. Sei stata saggia a scegliere di coesistere con i brutti pensieri che ti affliggono, perché la vita non esisterebbe se ci fosse solo il bene o solo il male. Lo Yin e lo Yang sono stati creati proprio per farlo capire agli uomini, anche se a volte alcuni vengono oppressi da una delle due parti- sospirò.

-Grandine, io voglio stare con te!- esclamai dopo qualche secondo trascorso in un totale silenzio, con gli occhi lucidi di lacrime.

-Anche io, piccola Wendy, ma ne vale la pena? Vuoi davvero buttare tutto per così poco? Non posso negare che da quando ho cessato di esistere mi sei mancata più di ogni altra cosa, ma non voglio che tu prenda la decisione sbagliata. Innumerevoli volte mi sono sentita il cuore in frantumi, consapevole del fatto che non potevo in nessun modo raggiungerti, consigliarti, confortarti, o anche semplicemente stare in silenzio accanto a te. Io sono qui per evitare che tu prenda una decisione di cui in seguito ti pentiresti. In ogni caso, la scelta è tua, ma sappi che, qualunque essa sia, io ti supporterò e continuerò a vegliare su di te, nel bene e nel male, come ho sempre fatto. Tu sei come una figlia per me, Wendy, ed il mio affetto per te è quello di una madre preoccupata per la sua bambina- mi disse dolcemente.

Serrai gli occhi e chiusi le mani in due pugni, lasciando che una lacrima di dolore, questa volta non fisico, mi solcasse la guancia pallida, capendo che in ognuno dei due casi avrei dovuto dire addio a qualcuno a me estremamente importante.

Non so per quanto restai lì, con i piedi puntati a terra, valutando ogni pro e ogni contro, analizzando ogni singola piccolezza, ma alla fine dovetti aprire gli occhi, perché il tempo a mia disposizione, lo sentivo, era quasi scaduto.

-Ho scelto- annunciai, seppur con l'amaro in bocca e il cuore stretto in una morsa di dolore; ottenendo il capo di Grandine scosso in segno di assenso.

E feci un passo avanti.

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