40° capitolo
La folla li stava circondando ma i due erano sordi alle loro parole di preoccupazione della gente, nei riguardi della donna.
Bernard, la strinse tra le sue braccia.
Giustine era ancora in lacrime ma quel dolore si era trasformato in felicità e i suoi occhi appannati dalla tristezza si accesero di luce.
La donna si era fatta avvolgere dalle sue braccia, incurante di chi avrebbe potuto riconoscerla.
In quell'istante esisteva solo lui; messo da parte il resto del mondo, si era fatta prendere in braccio e, stretta al suo collo, si era fatta portare via.
Come nel suo film preferito, non sul cavallo bianco, ma nella sua bella auto, Bernard l'aveva fatta sedere, adagiandola delicatamente sul sedile - come fosse stata di fragile vetro - per non farle male.
Teneramente l'uomo le accarezzava il viso, asciugando ogni sua lacrima e con le sue calde labbra le sfiorava, con delicati baci, il palmo delle sue mani.
Giustine era immobile a godere di questi attimi da favola.
Non voleva rompere l'incanto che si era creato fra di loro.
I battiti all'unisono facevano da sottofondo e il silenzio aveva creato intorno alla coppia di amanti, un angolo di paradiso.
Con delicatezza, Bernard, le mise la cintura di sicurezza e poi chiuse la portiera.
Salito in macchina, avviò l'accensione e si instradarono senza alcuna direzione.
Non sapevano che quella strada li avrebbe portati innanzi ad un motel.
I loro occhi si incrociarono e nel silenzio compresero che desideravano stare insieme.
Stringersi e unirsi come non avevano mai potuto fare prima per la paura di essere scoperti.
Entrarono mano nella mano, liberi finalmente di dar sfogo ai loro istinti senza colpe e senza ripensamenti.
La stanza era illuminata da molte candele; gli albergatori avevano pensato che erano una coppia in luna di miele, dagli sguardi che si scambiavano, e quella camera era allestita proprio per quella occasione.
C'era una grande porta finestra dove vi era una terrazza in cui si poteva scorgere la natura in ogni suo lato più romantico; emozionati si baciarono appassionatamente giurandosi eterno amore.
Erano ancora stretti in quel bacio, quando rientrati in camera si lasciarono andare sul letto matrimoniale per vivere appieno il loro amore.
Ridevano e piangevano.
Piangevano e ridevano.
Nessuno più sarebbe riuscito a dividerli perché il loro amore sarebbe stato più forte di ogni altra difficoltà.
Stava vivendo un sogno e da quel sogno, Giustine, non avrebbe più voluto svegliarsi, quando...ad un certo punto, si era sentita schiaffeggiare sul volto.
Il dolore la destò dal torpore riportandola alla realtà.
Era svenuta e quello era stato solo un sogno... il suo sogno.
Un viso sconosciuto l'aveva rianimata.
Tra la gente cercava quello di Bernard ma non c'era.
Le lacrime iniziarono a scendere e singhiozzando si tirò su da terra da dove era caduta voleva almeno vedere se c'era la macchina ferma del sogno: nemmeno quella.
Non aveva fatto in tempo non era riuscita a fermarlo e lui se n'era andato, di nuovo, abbandonandola nella sua disperazione e non l'avrebbe mai saputo...
END.
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