29° capitolo

Per Bernard, quella notte era stata insonne.

Era rimasto sul divano a pensare. In fondo dopo quello che gli aveva detto Vivienne, non avrebbe avuto il coraggio di giacere nel loro letto coniugale e insieme a lei nonostante il suo invito.

Non sapeva proprio cosa decidere. Quando nella mente pensava a Vivienne i sensi di colpa gli consigliavano di rimanere con lei perché se ripensava al passato con la moglie era stato comunque felice. La donna non gli aveva fatto mancare nulla, si era un po' trascurata fisicamente perché troppo presa dalla casa, dal lavoro e dai figli; poteva realmente colpevolizzarla per questo?

Ma quando gli veniva alla mente Giustine, si sentiva un ragazzino al suo primo amore, vivo, con il fuoco nelle vene; quello che non avrebbe mai voluto che succedesse, con le donne con cui si era relazionato prima di incontrare, lei. Il suo sorriso e la sua dolcezza, l'avevano conquistato, e pensare che tutto era nato solo per una scommessa con sé stesso e invece aveva vinto la donna, era cascato ai suoi piedi.

Ora che Vivienne sapeva, il peso dei rimorsi erano aumentati; doveva ammettere a sé stesso che la moglie era una gran donna. L'amore che provava per lui era immeritato ma anche quello di Giustine.

Che cosa avrebbe dovuto fare? Quale scelta prendere?

Rassegnarsi all'amore per sempre o correre incontro all'amore per essere felice? Ma sarebbe stato felice veramente?

Quando avrebbe guardato negli occhi Giustine sarebbe riuscito a cancellare gli occhi pieni di lacrime di Vivienne?

A chi poter confidare le sue pene per poter avere un consiglio?

Più pensava e più gli mancava il coraggio di fare una scelta.

Non poteva incolpare nessuno di quel caos sentimentale se non a sé stesso. Era comunque consapevole che qualsiasi scelta avrebbe fatto, una delle due donne avrebbe sofferto; nonostante, Vivienne, avesse già perdonato per amore il marito. E lui si sarebbe perdonato?

Intanto le ore della notte passavano.

Il silenzio aleggiava nell'aria come un martello pneumatico. I pensieri lo tormentavano.

Dalle fessure delle serrande la luce stava filtrando; l'alba era giunta e lui si ritrovò più confuso dei giorni precedenti.

La realtà del giorno gli ricordava che a breve, Vivienne, si sarebbe svegliata e che avrebbe affrontato nuovamente l'argomento: risposte che lui non sarebbe stato in grado di darle.

E anche Giustine, si sarebbe aspettato da lui una chiamata di chiarimento, soprattutto dopo che la moglie gli aveva confessato di averla incontrata.

In quell'istante l'unico suo pensiero era stato di andare via.

Chiudere dietro a sé la porta per riflettere: lontano dalle domande forse ci sarebbe riuscito.

Uscì lasciando un biglietto sul tavolo per Vivienne:

Scusa, ma ho bisogno di stare da solo. Ci sentiamo più tardi. Ciao

La stessa cosa aveva fatto con Giustine. Le aveva mandato un messaggio:

Mia moglie mi ha raccontato del vostro incontro, mi spiace non avrei mai voluto metterti in imbarazzo. Ho bisogno di stare da solo per pensare. Sarai sicuramente molto arrabbiata con me e magari in questo momento mi starai odiando; ne hai tutto il diritto.
Se vuoi chiariremo, ma prima devo farlo con me stesso. Rispondi con un si o con un no, solo per capire. Ciao

Spedito il messaggio, in rubrica aveva cercato il numero di Marylin. Aveva bisogno per non impazzire di parlare con qualcuno. Di lei si fidava, le aveva raccontato tutto di sé. Chi meglio di lei avrebbe potuto dargli un consiglio, da amica?

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top