Capitolo 57 "La paura che..."
Buonasera a tutte! Scusate il ritardo, in questi giorni ho avuto tantissimi impegni personali e non sono riuscita a dedicarmi, come volevo, a voi. E scusate anche perchè nei commenti del capitolo precedente avevo detto che avrei pubblicato nel pomeriggio, ma per problematiche varie non ci sono riuscita. Ma veniamo a noi: questo capitolo è dedicato ad altri due personaggi di questa storia, mi sembrava giusto dedicargli una piccola parte. Buona lettura!
******
"Ricorderò la paura che
Che bagnava i tuoi occhi
Ma dimenticarti non era possibile
Ricorderò la paura che
Ho sperato provassi
Provandola io
Che tutto veloce nasca e veloce finisca"
La paura che – Tiziano Ferro
Flashback 2 anni prima...
Era una domenica di primavera, il sole splendeva e Giacomo e Manuela si trovavano nel loro appartamento. Convivevano da poco. Giacomo, come suo solito, stava preparando la colazione mentre Manuela tardava ad uscire dal bagno. Lui si preoccupò e decise di chiedere se fosse tutto apposto. La risposta di Manuela fu aprire la porta e porgergli il test di gravidanza. "Avevo un ritardo e..." furono le sue uniche parole perché il volto di Giacomo era più che ovvio. Se avesse dovuto descriverlo avrebbe utilizzato una sola parola: paura. Perché stavano insieme da così poco e lui non voleva un figlio, e forse nemmeno lei, ma c'era, cosa avrebbe dovuto fare?
Manuela non riuscì più ad articolare una sola parola e Giacomo dal canto suo prese la giacca ed uscì per andare non si sa dove.
In quel preciso istante crollarono tutte le sue speranze, tutte le sue certezze: si era fidata ancora una volta dell'uomo sbagliato. Ora però di mezzo c'era una creatura e avrebbe lottato con le unghie e con i denti per non fargli mancare nulla, anche da sola, senza il suo uomo. Quella creatura era già sua, l'amava già.
Fine Flashback
Manuela
Sono in viaggio verso Roma. Tramite delle conoscenze ho saputo che Giacomo sta lì ed ho deciso di prendere in mano la situazione.
Non ho mai smesso di amarlo ed ora voglio vederlo, anche solo per un istante, e dirgli ciò che penso. Abbiamo lasciato che le nostre vite scorressero, che i nostri percorsi si separassero; abbiamo comandato il nostro cuore quando è chiaro che certi sentimenti non si possono comandare. Io per prima rifiutai la sua presenza: avevo appena perso nostro figlio e non volevo più vederlo. Eppure quel suo volto carico di dolore non lo dimenticherò mai, così come non riesco a dimenticare il dolore che ho provato quando mi ha lasciata sola.
Quest'ultima pazzia d'amore mi sta costando tanto, ma sono certa che, anche se Giacomo mi rifiutasse, non me ne pentirei perché vale sempre la pena provarci. E' meglio avere un rimorso che un rimpianto.
Dopo circa un'ora arrivo a Roma. E' davvero una bella città, non c'ero mai stata. Chissà se quando ripartirò la troverò ancora così bella o sarà solo un brutto ricordo ...
Arrivo in hotel, non so dove vive Giacomo e quindi decido di chiamarlo, sperando che il numero di cellulare sia sempre lo stesso. Prendo fiato, mi tremano le gambe, mi batte forte il cuore. Respira Manuela, sii razionale, via il dente via il dolore. Premo quel tasto e parte la chiamata. Uno squillo, due squilli, tre squilli ...
"Pronto" dice con voce convinta
"Ciao..." dico perché mi mancano le parole
"Manuela, sei tu?" mi chiede con voce tremante
"Si." Gli rispondo tremante anche io, poi prendo fiato e gli dico "Sono a Roma, possiamo vederci fra mezz'ora al bar del mio hotel? Ti mando l'indirizzo."
"Possiamo vederci anche ora. Ho bisogno di parlarti." Mi dice convinto
"Bene, ti invio un messaggio con l'indirizzo."
"A tra poco." Dice ed io riaggancio.
Gli scrivo il messaggio, mi do una sistemata veloce e scendo al bar per aspettarlo.
Dopo neanche dieci minuti lo vedo: è sempre bellissimo. Indossa una camicia blu, come i suoi occhi, che al momento nasconde con degli occhiali da sole; ha i capelli un po' spettinati e lievemente brizzolati. Il mio cuore sussulta quando lo vedo. Tremo per l'emozione. Tremo per la paura.
Giacomo (qualche minuto prima di ricevere la telefonata)
"Mamma ma tu lo hai sentito Claudio? E' sparito da un paio di giorni."
"Tesoro ma non te l'ha detto che è andato a Barcellona da Alice?"
"No."
Ora l'ha combinata proprio grossa quel deficiente. So io perché è andato a Barcellona: per immischiarsi nei miei affari. Eh ma stavolta non la passa liscia. Gli avevo chiesto di starne fuori e soprattutto gli avevo chiesto tempo. Io Manuela la amo ancora, nonostante tutto, ma ho bisogno di tempo per capire cosa fare. Se si fosse ricostruita una vita io non avrei nessun diritto su di lei, la farei solo soffrire di nuovo.
Sto per chiamarlo, quando mi arriva una telefonata da un numero non salvato in rubrica.
"Pronto" dico con voce convinta
"Ciao..." temo di svenire
"Manuela, sei tu?" chiedo con voce tremante
"Si." Mi risponde insicura, fa un attimo di pausa e poi, dopo aver schiarito la voce, mi dice "Sono a Roma, possiamo vederci fra mezz'ora al bar del mio hotel? Ti mando l'indirizzo."
"Possiamo vederci anche ora. Ho bisogno di parlarti." Le rispondo convinto. Ora o mai più
"Bene, ti invio un messaggio con l'indirizzo."
"A tra poco." Le rispondo e lei riaggancia
Mi arriva subito il messaggio con l'indirizzo e nel giro di pochi minuti mi precipito da lei. Entro nell'hotel, chiedo del bar e, dopo aver ricevuto le informazioni, mi ci dirigo. Non faccio fatica a trovarla. Capelli mogano ricci, pelle chiara, con quelle forme da far impazzire chiunque. E' sempre bellissima. Indossa un vestito corto che le sta d'incanto ed i miei occhi sono lucidi per l'emozione. Ma non solo per quella: ho paura.
Mi avvicino a lei, la quale mi porge un delicato sorriso. Non so come pormi: se abbracciarla, se darle la mano.
"Sei sempre bellissima." Le dico togliendo gli occhiali
"Anche tu non scherzi." Mi dice con voce tremante
"Manuela io ho bisogno di parlarti. E credo anche tu." Le dico non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi verdi.
"Si." Mi dice anche lei guardandomi negli occhi
"Io sono stato uno stronzo. Avrei dovuto fare di più. Non avrei dovuto lasciarti sola. Dovevo restare. Ecco, tu non ci crederai, ma mentre venivo ho pensato a quello che avrei dovuto dire ed ora che sei qui, davanti a me, io non so più niente, non capisco più niente. Io so solo che ho sbagliato con te, tantissimo e che tu sei stata la donna più importante della mia vita."
"Giacomo io sono qui perché non ne potevo più. Tuo fratello è stato relatore di un importante congresso tenutosi al mio Istituto e quando l'ho visto ho creduto di impazzire. Siete uguali, quasi identici. Grazie a lui e ad Alice ho capito che non potevo andare avanti così. Ho bisogno dei miei tempi, abbiamo bisogno dei nostri tempi, ma dovevo capire se per te fossimo ancora noi."
"Siamo ancora noi. Non c'è stata più nessuna dopo di te, sempre e solo tu nel cuore e nei pensieri."
"Anche per me vale la stessa cosa."
Ci guardiamo intensamente per qualche minuto, dopodiché mi viene spontaneo prenderla per le mani per avere un contatto con lei, nonostante il tanto tempo trascorso.
A quel tocco, Manuela trema. Non capisco se è per l'emozione o per la paura. Tremo anche io, perché ho paura, paura di ferirla ancora, ma allo stesso tempo sono emozionato perché ciò che mi ha fatto provare lei non l'ho mai provato con nessun'altra donna. Con lei ho riscoperto il piacere di fare l'amore e di desiderare una donna. Ed ora, nonostante mi abbia chiesto di darci tempo, avrei solo voglia di farla mia.
"Ti va di andare a cena fuori stasera?" le chiedo continuando a tenerle le mani
"Certo." Mi dice sorridendo.
"Ti passo a prendere alle 21, ti porto in un posto magico."
"Va bene."
Restiamo per un tempo indefinito a guardarci, senza dire nulla. Forse non abbiamo bisogno di tante parole, forse abbiamo solo bisogno della presenza reciproca.
Manuela
Sono quasi le 21 ed io sono quasi pronta. Questa sera ho appuntamento con Giacomo, finalmente, dopo tanto tempo.
Ho provato un'emozione fortissima oggi quando l'ho rivisto, ma soprattutto quando mi ha preso per mano. E' stato magico. Ed ora, stasera, saremo solo io e lui, e il nostro amore.
Si, lo sento che ci amiamo ancora, nonostante tutto. Nonostante lui sia andato via, nonostante io abbia perso nostro figlio, nonostante siano passati 2 anni. I sentimenti, quando sono veri, non li può bloccare niente e nessuno, tanto meno la nostra mente.
Ho creduto di comandare il mio cuore, di dirgli cosa e chi amare, ma mi stavo facendo solo del male. Ho chiesto comunque a Giacomo di andarci piano, non credo di essere disposta a ritornare, in un batter d'occhio, com'eravamo un tempo. Ho troppa paura, mi sento quasi inibita. Ammetto però che il desiderio di precipitarmi tra le sue braccia è stato forte da frenare.
Alle 21 precise il concierge mi chiama per annunciarmi che il signor Conforti mi aspetta giù. Tremo, ancora una volta.
Sono bella? Sto bene? Mi vorrà ancora? Troppi interrogativi a cui non so darmi una risposta. Forse solo una: ho paura che vada tutto male. Però il cuore mi dice che posso fidarmi. Ed io voglio dargli ascolto.
Scendo con l'ascensore, per evitare di cadere dalle scale: sono molto ansiosa, finirei per cadere.
Quando sono ormai davanti a lui, noto che mi guarda con quegli occhi bellissimi che diventano man mano lucidi: è emozionato.
"Sei incantevole." Mi dice dandomi un bacio in fronte
"Grazie, anche tu." Gli dico sorridendogli
Usciamo e ci dirigiamo nel posto incantato. Un ristorante, prenotato solo per noi, da cui si vede tutta Roma. Ci accomodiamo e dopo aver dato un occhio al menù, ordiniamo.
Nel frattempo che arrivino le portate, facciamo qualche chiacchiera di circostanza: c'è tensione da ambo i lati. Inizio a bere del vino, per sciogliermi un po', e lui fa lo stesso.
Pian piano la tensione si allenta e diventiamo sempre più complici: ci guardiamo intensamente e lui inizia a tenermi la mano. E' tutto tremendamente romantico.
"Credevo di non poter mai più rivedere questi occhi e queste labbra e di non poter mai più prendere queste mani e di non poter mai più ammirarti in tutta la tua bellezza." Mi dice mentre sorseggia un goccio di vino.
E dopo questa ne ho bisogno anche io, di bere intendo. E dopo un bel sorso dico "Ed io credevo di non poter mai più perdermi nell'immensità dei tuoi occhi e di non poter mai più addormentarmi abbracciata a te."
"Volevamo comandare il cuore, quando quello proprio non si comanda."
"Perché poi?"
"Perché spesso, per ritrovarsi, bisogna perdersi, quasi del tutto."*
"E' vero."
D'improvviso i nostri impulsi hanno la meglio e ci baciamo. Un bacio lungo, un bacio vero, un bacio intenso.
"Voglio fare l'amore con te. Dimmi che lo vuoi anche tu." Mi dice
Io non dico nulla, ma acconsento con il capo. Potrei pentirmene, ma non mi frega.
Torniamo in fretta all'hotel e quella che ne segue è la notte più bella della mia vita. La notte d'amore più bella della mia vita. Con Giacomo non è la prima volta, ma questa è come se lo fosse.
E' da qui che ricomincia la nostra vita insieme.
******
*Lo so è una frase già conosciuta, ma questa volta ci andava proprio a pennello.
Vi è piaciuto questo capitolo su Giacomo e Manuela? A me tanto, ma soprattutto ho adorato scriverlo, anche se mi è risultato difficile narrare di due innamorati che non fossero Alice e Claudio. A proposito di quei due... sono sempre più innamorati, ve lo assicuro. Però mi sa che è arrivata l'ora di salutarli, almeno per un po'. La storia sta arrivando alla fine, ma vi prometto che il finale sarà strepitoso.
Fatemi sapere ogni vostra opinione, per me è importante. Non smetterò mai di rendervi grazie per tutto l'affetto mostrato a questa storia e di conseguenza a me. Baci.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top