Capitolo 50 "Mi prendo cura di te"
Claudio
Sto lavorando sodo alla relazione che dovrò presentare al congresso di Barcellona, quando sento l'esigenza di dover fare una pausa. Mi reco in cucina e la vedo lì, bella, davanti ai miei occhi, intenta a cucinare. Nessuno ha mai cucinato per me. Credo che, cucinare per un'altra persona, equivalga a dire "Mi prendo cura di te", ma, purtroppo, spesso, non ci accorgiamo del vero senso di certi gesti. Però da quando c'è Alice nella mia vita tutto è cambiato.
Lentamente avanzo verso di lei, sta canticchiando qualcosa, e l'abbraccio da dietro. Lei mi blocca, altrimenti andrebbe a finire come al solito ed è davvero troppo concentrata a cucinare per smettere. Così decido di preparare un caffè per due in modo da far fare una pausa anche a lei.
D'improvviso mi chiede di invitare Giacomo a pranzo, così acconsento, mi allontano e lo chiamo.
"Ciao Giacomo, ti andrebbe di venire a pranzo oggi? C'è anche Alice."
"Fratello ti stai abituando un po' troppo ad invitarmi, poi quando andrò via ti mancherò."
"E' che Alice vuole conoscerti meglio, ci tiene."
"Non è che le hai detto qualcosa? Voglio mettere una pietra su quella storia, voglio dimenticarla. Fa parte del passato. L'altra sera te ne ho parlato perché ho avuto un momento di debolezza."
"Tranquillo, Alice non sa nulla, ho mantenuto il segreto."
"Va bene allora ci vediamo tra poco."
"A dopo."
Torno in cucina. Osserverei per ore Alice: è bella in qualsiasi momento.
"Giacomo verrà, contenta?"
"Si! Ci tengo a conoscere bene la tua famiglia."
"Mi fa piacere. Sicura che non vuoi una mano?"
"Si, tranquillo, vai di là a lavorare."
"Va bene, a dopo." Mi avvicino per darle un bacio ma si scansa, ridendo
"BUON LAVORO!" scandisce bene per farmi capire che non vuole distrazioni.
Credo che Alice abbia capito tutto, è perspicace ed è brava a fare la detective, a differenza mia. Deve aver capito tutto con le mie domande, perché mi guardava stranita. Quest'invito poi conferma questo mio dubbio, vuole impicciarsi, ne sono sicuro. Se non lo facesse non sarebbe lei.
Penso e ripenso che magari potremmo fare davvero qualcosa per Giacomo e Manuela, ma non so cosa. So che lei vive lì a Barcellona, che è la tutor di Alice, ma non so altro. Magari, quando andrò a Barcellona, potrei conoscerla e parlarci. Chiedere a Giacomo di accompagnarmi sarebbe da stupidi, capirebbe subito e non accetterebbe. Spero che Alice abbia un'idea, tanto ormai è questione di ore e mi dirà tutto, impicciandosi. Ma io stavolta voglio che s'impicci e voglio impicciarmi anche io perché la felicità di mio fratello è una cosa importante.
Non ho mai avuto una visione così nitida della felicità, tanto meno dell'amore. L'amore quando arriva ti porta sulle stelle, ti dona felicità, però spesso, per incomprensioni caratteriali, può farti soffrire. Eppure io credo che per Giacomo e Manuela non sia finita, o almeno credo non sia finita per mio fratello. I suoi occhi, quando parlavano, descrivevano un amore intenso durato poco, ma che vive ancora nel suo cuore. E le parole di Alice "lei mi ha convinto a tornare a Roma" la dicono lunga su quella che potrebbe essere la visione dell'amore di Manuela. O almeno voglio sperare che sia così.
Nel frattempo accompagno questi pensieri al lavoro, cercando di nascondere i file sul mio PC: non sia mai che Alice si metta a curiosare e scopra della sorpresa.
Dopo un'oretta sento bussare alla porta, sarà mio fratello. Vado di là ed Alice ha già aperto
"Fratello dov'eri?"
"Nello studio a lavorare."
"Lavori troppo, dovresti pensare di più a questa bella donna."
"Io volevo pensarla, ma lei ha preferito cucinare. E poi piano con i complimenti." Dico un po' geloso
"Ho detto solo la verità. Alice non pensare mio fratello, è un tipo burbero."
Alice sorride e dice "Un burbero bellissimo." Poi continua "Venite di là, è quasi pronto."
"Cos'hai cucinato?" le chiede Giacomo
"Sorpresa!"
"Mi piacciono le sorprese, e a te fratello?"
"Si, molto, soprattutto quando sono da parte di Alice."
Alice
Dopo aver resistito amaramente alle braccia di Claudio, torno a cucinare. Non cucino spesso, ma farlo per Claudio mi fa sentire appagata, è come se gli dicessi "Mi prendo cura di te". Onestamente, dopo tutto ciò che è accaduto, penso che prendermi cura del mio uomo sia il minimo che io possa fare. Abbiamo vissuto attimi terribili l'uno senza l'altra ed io non voglio più stare nemmeno un giorno senza di lui. È per questo che, in ogni momento, la passione ci travolge e ci fa ritornare due adolescenti. Detto così sembra banale, ma non lo è assolutamente. Amare è desiderarsi. Amare è passione. Amare è prendersi cura dell'altro. Amare è superare gli ostacoli insieme.
Ed io Claudio lo amo più della mia stessa vita; insieme a lui sto superando ciò che è successo.
Spero proprio che quest'incontro con Giacomo dia i suoi frutti. Credo che vedere una coppia innamorata gli sia di aiuto nel lasciarsi andare. Giacomo molto probabilmente ama ancora Manuela, altrimenti non ne avrebbe parlato con Claudio ed è altrettanto vero che Manuela ama ancora perdutamente Giacomo. Certi amori sono così: hanno bisogno di perdersi per poi ritrovarsi.
Che poi l'amore vero non muore mai e non abbandona mai il nostro cuore, anzi è quel sentimento che aiuta a vivere.
Giacomo in questo somiglia a Claudio: entrambi hanno paura di amare e di lasciarsi andare.
Sono immersa in questi pensieri quando bussano alla porta. Claudio è di là, a lavoro, così vado io. Sarà Giacomo.
"Ciao Alice!" mi saluta affettuosamente Giacomo appena apro la porta
"Ciao Giacomo, come stai?"
"Bene, tu come stai?"
"Bene. Vieni, entra, chiamo subito Claudio. È di là che lavora."
Giacomo entra e nello stesso momento arriva Claudio. Scherzano un po' tra loro e poi l'invito ad andare in cucina. Il pranzo è quasi pronto. Ho apparecchiato e spero che Claudio apprezzi. La nonna mi ha insegnato a fare tutto: a cucinare, a preparare delle belle tavole, a fare tutti i lavori di casa insomma.
Quando vedono il tavolo così ben preparato non credono ai loro occhi.
"Ma amore sei stata bravissima, non dovevi!" dice Claudio esterrefatto
"Mi fa piacere prendermi cura di te. E poi mi fa piacere che Giacomo si senta accolto nella nostra casa." Poi mi rivolgo proprio a Giacomo "Per me aver un bel rapporto con te è importante perché Claudio è l'uomo che amo e quindi è inevitabile che la sua famiglia sia importante per me."
"Alice ora capisco perché mio fratello si è innamorato di te e capisco anche perché i miei ti adorano. Sei davvero una persona speciale. Grazie di tutto, ma già l'invito mi è bastato per capire quanto ti faccia piacere entrare a far parte della famiglia Conforti."
Claudio nel frattempo si è avvicinato a me, abbracciandomi da dietro. Adoro terribilmente i suoi abbracci.
Ci sediamo a tavola ed iniziamo a pranzare. Durante il pranzo loro parlano di calcio, tennis, lavoro e tante altre cose noiose. Devo assolutamente tirare in ballo qualche conversazione interessante.
"Che fai di bello a Milano, Giacomo?"
"Lavoro in Polizia."
"Ah che bello! Io sono appassionata di investigazione!" dico guadagnandomi un'occhiataccia da parte di CC
"Talmente appassionata che confonde spesso il suo lavoro con quello della Polizia" dice Claudio
Giacomo ride e dice "Come mai questa passione?"
"Mi piace dare giustizia alle persone morte. E oltre che farlo con il mio lavoro, analizzando le ultime tracce sui corpi, mi piace anche capire come e perché sono morte e, se c'è un assassino, chi le ha uccise."
"E la Polizia di Roma ti lascia fare?" dice Giacomo sconvolto
"Ormai il Vicequestore Aggiunto l'adora. Se non la portassi ai sopralluoghi credo non mi lascerebbe fare il mio lavoro." Afferma Claudio sarcastico
"Ma dai su! Non fare l'esagerato. Comunque tornando a noi..." dico rivolgendomi a Giacomo "a Milano vivi da solo?"
Giacomo guarda Claudio, come a volergli chiedere "perché mi fa questa domanda"
"Ho detto qualcosa che non va? Sono stata invadente?" dico
"No Alice è che..." Giacomo non riesce a parlare
"Scusami, evidentemente ho toccato un tasto doloso per te. Non sei tenuto a rispondermi, non volevo essere invadente"
"Tranquilla, non potevi sapere."
In tutto ciò Claudio non ha smesso un attimo di osservarmi e di alzare come suo solito il sopracciglio. Il fatto che Giacomo non mi abbia risposto conferma in parte la mia teoria, ma non posso averne la certezza. Ammetto di essermi sentita molto invadente e credo che dopo Claudio mi farà la solita ramanzina. Eppure io voglio vederci chiaro in questa storia, quanto è vero che mi chiamo Alice Allevi. Devo chiamare la nonna, magari lei mi darà qualche consiglio su come investigare.
Dopo pranzo Claudio e Giacomo si dirigono in salotto ed io mi occupo delle pulizie. Certo che però hanno fatto una bella coalizione quei due: fratelli Conforti all'attacco!
Però è normale che Giacomo non voglia parlare con me, mi conosce appena. Claudio però parlerà, ne sono certa. E proprio mentre penso a lui, arriva in cucina.
"A cosa pensa Miss Marple?" dice ironicamente
"Perché mi chiami così?" faccio la vaga, fingendomi offesa
"Perché ti piace investigare."
"Ma ora non sto investigando."
"Ah no? Mi sembrava di sì."
"Guarda che non volevo mettere a disagio tuo fratello, anzi mi dispiace."
"Sai qual è la cosa che mi ha fatto subito innamorare di te? Non sai mentire. Tu hai capito tutto, ti è bastato un niente."
"Dopo ne parliamo con calma, ora va di là da tuo fratello, io finisco e arrivo." Dico accarezzandogli il viso.
"Vieni anche tu, non devi solo pensare alla casa, rilassati un attimo. Stai da tutto il giorno a pulire e cucinare, sei la mia donna, non la mia cameriera." Mi dice dandomi un bacio sulla fronte, poi mi prende per mano e andiamo in salotto.
Claudio
Il pranzo è stato ottimo: Alice si è superata. Mi fa piacere che sia così brava e pensare che, in ogni cosa che faccia, ci metta così tanto impegno, mi fa innamorare ancora di più di lei.
La tensione è arrivata quando Alice ha fatto la fatidica domanda a mio fratello, confermandomi di aver capito tutto. È curiosa e le piace investigare, ma temo che mio fratello si sia sentito a disagio. Infatti dopo pranzo, con la scusa di offrirgli un amaro, lo porto in salotto.
"Scusala, è curiosa."
"Tranquillo, non mi ha dato fastidio, se è questo che pensi. Osservando ho rivisto molte caratteristiche in comune con Manuela e credo che, se lei la conoscesse, potrebbe aiutarmi."
"Manuela è la sua tutor, lavorano insieme. Se non ti dà fastidio, posso parlargliene io e poi magari ci parli tu."
Giacomo mi guarda sconvolto e poi aggiunge "Cla' non lo so, io non voglio più soffrire."
"Almeno provaci. È meglio avere un rimorso che un rimpianto. Così facendo penserai per tutta la vita al motivo per il quale non l'hai cercata più."
"Ci penso."
Detto ciò mi dirigo dalla mia Miss Marple per vedere che sta facendo e quando la chiamo così fa pure la finta offesa. Quanto è innocente, non sa proprio mentire. Ed io l'amo profondamente proprio per questo. L'ho trascinata con me in salotto, non è giusto che lei pulisca ed io stia a conversare tranquillamente con mio fratello.
Quando torniamo in salotto, mano nella mano, Giacomo ci guarda con occhi felici, da cui però scaturisce una certa vena di tristezza. Forse pensa al fatto che anche lui potrebbe avere Manuela con sé.
"Giacomo scusa ancora per prima, non voglio che pensi che sia una che non si fa problemi, anzi ti dirò di più: io credo che tu abbia un bisogno smisurato di parlare e di confidare a qualcuno ciò che senti. Io non ti conosco, ma i tuoi atteggiamenti li ho notati. Tra l'altro sei il fratello di Claudio ed avete molte cose in comune, tra cui la testardaggine. Quindi ti do un consiglio: non chiuderti in te stesso, apriti."
"Ti ringrazio Alice. Avevo immaginato che avessi già intuito qualcosa perché si vede che sei molto empatica. Però forse, prima di dire tutto ho bisogno di qualcosa di forte."
"Si vede proprio che siete fratelli!" dice ridendo perché anche io faccio così, infatti gli verso del whisky. Giacomo inizia a camminare per la stanza e dopo un lungo respiro inizia a raccontare la sua storia come un fiume in piena.
Racconta tutto, ogni minimo particolare. Una lacrima gli solca il viso al ricordo di quel bambino perso. Io stringo forte Alice perché anche noi abbiamo sofferto e quando Giacomo ha ormai terminato, si siede ed è Alice a prendere la parola.
"Giacomo non posso capire quello che hai provato, ma posso capire lei. Manuela è la mia tutor e tra noi c'è subito stata una forte intesa. Il dolore provato deve essere condiviso ed io credo che tu debba provarci, devi ricercarla. Manuela non ti ha mai dimenticato."
"Non me la sento... Ho bisogno di tempo."
"Prenditi tutto il tempo che vuoi ma non prendere decisioni affrettate.Se la vita ti ha messo di fronte ad un'opportunità del genere significa che, per te e Manuela, non è finita."
"Non credo al destino."
"Credi per lo meno alla forte coincidenza verificatasi."
Giacomo non dice nulla, acconsente con il capo e dopo qualche minuto di silenzio, ci saluta e va via. Ha bisogno di stare solo, lo conosco.
"Dagli tempo, capirà. Ora ha bisogno di metabolizzare. È una coincidenza che non si aspettava nessuno." Dice accarezzandomi e cercando di tranquillizzarmi.
Le sorrido dolcemente, le lascio un bacio dopo di che ognuno torna a fare le proprie cose e quando è ormai sera, abbracciati ci addormentiamo nel nostro letto.
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Buonasera lettrici/lettori! Scusate per la lunga assenza ma,come vi avevo già accennato, ho avuto tantissimi impegni che mi hanno portato via tantissimo tempo. Detto ciò, Giacomo è riuscito ad aprirsi con Alice, ma Claudio è preoccupato per il fratello: non ce la fa a vederlo triste.
Voi cosa ne pensate? Riusciranno Claudio ed Alice a far rincontrare questi due innamorati?
P.S.: non so se domani riuscirò a pubblicare, ci spero tanto, ma non vi prometto nulla :(
Spero che vi sia piaciuto, come sempre. Fatemi sapere. Baci
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