Capitolo 41 "Guardarsi dentro"

Alice

Mi sveglio frastornata, come se non avessi chiuso occhio. Ed in effetti questa notte non ho dormito bene, però sono riuscita a non fare incubi. Quando mi sveglio ho ancora la scatola vicino a me, stretta fra le mani.

Prima di posarla nell'armadio e dimenticarmi della sua esistenza per i prossimi mesi, rileggo la lettera un'ultima volta, guardo la prima ecografia del mio bambino e piango. Dopo quest'ultimo sfogo prometto a me stessa la felicità. Per essere felice però, devo ripartire da me.

Chiamo un taxi e raggiungo l'hotel della nonna e Silvia. Le trovo lì fuori che mi aspettano ed io quando le vedo le abbraccio forte. Sistemiamo le valigie e saliamo di nuovo nel taxi, direzione aeroporto.

Una volta arrivate, Silvia si allontana un attimo per comprare una bottiglina d'acqua e la nonna mi parla.

"Ti ha aspettata tutta la notte."

"Ho bisogno di stare sola per il momento. Ti prego nonna, non dirmi nulla di lui, qualsiasi cosa sia. Lo amo, ma non riesco più a fidarmi di lui e una relazione vera ha bisogno di altro, fiducia compresa. Io e Claudio siamo diversi, abbiamo bisogno di cose diverse. Ci amiamo sicuramente e per poco abbiamo creduto che la felicità poteva essere a nostra portata, ma non era così. Digli che torna a Roma e che non mi aspetta, non so se ritornerò."

"Se è questa la tua decisione, non posso fare altro. L'unica cosa che voglio chiederti è: sei felice anche senza di lui?"

"Nonna è proprio questo il punto: la mia felicità deve dipendere da me stessa, non da altri. Ed io per ricominciare devo ripartire da una sola persona: me."

La nonna mi dà una carezza sulla guancia, mi stringe forte e dopo poco arriva Silvia. Saluto anche lei e mi allontano, ma sono sicura di sentir dire dalla nonna "Ha deciso di restare qui" con un nodo alla gola.

Si, ho deciso di restare a Barcellona. Oggi stesso parlerò con Manuela per chiedere di prolungare la mia permanenza qui. Credo non mi faranno problemi perché in questo primo mese ho lavorato sodo e mi sono fatta stimare molto dai miei colleghi e superiori.

Arrivo in Istituto e dopo tanti giorni mi sento, finalmente, di nuovo, libera di vivere il mio lavoro con serenità. Mi sembra strano che non ci sia nessuno, mi reco nella sala specializzandi e tutto tace. D'un tratto spuntano tutti i miei colleghi, Manuela e qualche docente e dicono in coro un caloroso "Bentornata!"

Di colpo Paolo, Chiara e Manuela, le persone con cui ho creato un rapporto molto stretto, mi abbracciano e mi dicono "Ci sei mancata tantissimo!"

"Grazie ragazzi per questa sorpresa! Anche voi mi siete mancati!"

"Volevamo venire a trovarti in ospedale, ma abbiamo pensato che avevi bisogno di un po' di tempo per te." dice Chiara seriamente dispiaciuta

"Grazie ragazzi. In effetti si, preferivo restare sola. E' stato un brutto momento. Ma è passato e dobbiamo riprendere il prima possibile le nostre uscite!"

"Sicuramente!" dice Paolo, poi mi fa cenno di seguirlo perché deve dirmi una cosa "Scusa Alice per quella sera, io non volevo mancarti di rispetto. Sappi che puoi fidarti di me, come amico. Ti starò vicino."

"Grazie Paolo."

Ritorniamo dagli altri e chiedo a Manuela di parlarle in privato. Andiamo nel suo ufficio e ci accomodiamo.

"Alice innanzitutto permettimi di mostrarti la mia vicinanza. Mi dispiace molto ciò che è accaduto. In realtà noi eravamo venuti a trovarti, ma quando abbiamo capito che eri al reparto di Ginecologia abbiamo preferito andare via. Era una situazione così delicata e se non ce ne avevi mai parlato, un motivo ci sarà stato. Non volevamo invadere i tuoi spazi, i tuoi equilibri e abbiamo deciso di organizzarti una festicciola per il tuo ritorno. Non preoccuparti, lo sappiamo solo noi 3, io, Chiara e Paolo."

"Grazie Manuela, siete stati molto gentili."

"Tranquilla. Piuttosto, cosa volevi dirmi?"

"Io volevo chiederti di finire la specializzazione qui ... Dopo quello che è successo ho bisogno di staccare la spina e pensare a me stessa e al mio lavoro."

"Non so se sarà possibile: parlo con il Direttore. Sai ha molta stima di te, magari accetta."

"Grazie mille, mi tieni aggiornata?"

"Certo, tranquilla."

Ritorno al mio lavoro e quindi alla mia quotidianità.

Avrò fatto la scelta giusta? Non lo so, so solo che ora non posso più tornare indietro, ma so anche che per ripartire ed essere sicura dei miei sentimenti devo dare una svolta alla mia vita.

Claudio

L'ho aspettata per tutta la notte. Non è venuta. Amalia mi ha detto che ha deciso di restare qui a Barcellona, perché ha bisogno di stare sola. Anche se me lo aveva detto, io avevo sperato che potesse ritornare da me. Io l'aspetterò, quelle parole non sono state dette a caso.

Decido di ripartire e lascio qui il mio cuore, certo che, se lei non tornasse più, non potrò più amare in questo modo.

Il viaggio dura un'eternità, il mio stato d'animo non è dei migliori perché l'ho persa per sempre e anche se una parte del mio cuore spera che lei ritorni, non posso fare a meno di stare male.

Appena atterrato a Roma, chiamo un taxi per tornare a casa e la prima cosa che faccio è mettere da parte le cose di Alice. Voglio sperare di poterle riprendere un giorno, magari insieme a lei, ma ora non posso assolutamente tenerle per casa. L'avrei dovuto fare prima, ma non ci sono mai riuscito.

Dopo aver fatto questa cosa che comunque non mi ha aiutato a stare meglio, vado un po' dai miei, ho bisogno di una certa dose di affetto per affrontare i prossimi mesi.

Arrivo, busso e quando vedo mia madre mi viene istintivo piangere a dirotto.

Lei di tutta risposta mi abbraccia e mi dice "Tranquillo amore mio, si risolverà tutto."

"Mamma devi sapere delle cose."

"Cosa è successo?"

"Alice era incinta." Mia madre mi guarda sconvolta e dalla cucina sento cadere qualcosa di vetro. Ci voltiamo entrambi di scatto e corriamo di là.

"Scusate non volevo mettervi paura." È mio padre che sta togliendo il vetro rotto da terra e non ci guarda

"Papà cos'hai?"

"Niente Claudio tranquillo, tornate di là, vi raggiungo tra poco."

"Andiamo amore, vieni." Dice mia mamma, guardando papà con l'aria di chi sa perché ha avuto quella reazione

Torniamo in salotto, ci sediamo sul divano e inizio a raccontare tutto a mia madre.

"Figlio mio io ti credo quando mi dici che l'ami e sono sicura che anche lei ti ami. Però vedi, certe cose non sono facili da superare. Lei ha scoperto da sola di aspettare vostro figlio e da sola si è ritrovata quando lo ha perso. Ora è normale che si fa negare, perché ha bisogno di continuare a stare da sola, non riesce o forse non può condividere questo dolore con te."

"Mamma ma era anche mio figlio!"

"E' vero, hai ragione. Ma prova a metterti nei suoi panni: il suo uomo la lascia, senza un motivo apparente, poi va a Barcellona e da sola scopre di aspettare un figlio. Dopo un mese appena lo perde, sempre da sola. Tu, al suo posto, come ti sentiresti, come staresti?"

"Non vorrei avere nessuno al mio fianco."

"Bene, ti sei risposto da solo. Dalle tempo. Forse stare lontani vi aiuterà e soprattutto aiuterà lei ad elaborare."

"Avrebbe dovuto farlo con me!"

"Claudio ascolta tua madre. Noi uomini a volte sappiamo davvero essere spietati. Con questo non voglio dire che tu lo sia stato, però ora lei ha bisogno dei suoi tempi, non puoi capire cosa ha vissuto perché non c'eri." È mio padre che dopo tanto tempo è venuto da noi

"Posso stare per qualche giorno qui? Non ce la faccio a stare solo."

"Se ne senti l'esigenza allora resta, questa è anche casa tua e di là c'è una stanza libera. Però solo guardandoti dentro puoi capire cosa vuoi dalla vita e quanto questo momento possa aiutarti a maturare dal punto di vista sentimentale."

Passo il resto della giornata con i miei, ma poi capisco che mio padre ha ragione: devo guardarmi dentro. Stare qui non può aiutarmi così decido di tornare a casa mia e cercare di riprendere in mano la mia vita.

Alice, il giorno dopo

Sto seguendo una lezione di approfondimento sulla Genetica Forense, quando Manuela viene in aula per chiedere al professore se posso assentarmi per qualche minuto.

"Cosa succede?" chiedo a Manuela una volta fuori dall'aula

"Tranquilla, vieni nel mio ufficio."

"Riguarda quello che ti ho chiesto ieri?"

"Si."

Andiamo nel suo ufficio, ci sediamo e lei inizia a parlare.

"Vedi Alice, ho parlato con il Direttore che sarebbe propenso a farti continuare la specializzazione qui e onestamente lo sarei anche io ma, per quanto io mi sia affezionata a te, ho bisogno di parlarti sinceramente."

"Certo, dimmi." Dico un po' preoccupata

"Io non so perché non vuoi tornare a Roma, suppongo c'entri quello che sia successo, però posso dirti che stare qui non ti aiuterà a tamponare il dolore che hai dentro. Vedi, io 2 anni fa mi ero trasferita a Milano dove avevo conosciuto un uomo bellissimo, di cui mi sono innamorata subito. Abbiamo iniziato a frequentarci e man mano siamo diventati una vera e propria coppia. Un giorno scoprii di essere incinta e quando glielo dissi lui si rabbuiò e mi lasciò sola per molto tempo. Quando tornò in quella che era diventata casa nostra, non mi trovò: ero ritornata a Barcellona, nella mia città. E proprio qui, mentre ero a lavoro persi il mio bambino. Lui mi ha anche ricercata per scusarsi, perché era pentito ma io non ho mai avuto il coraggio di perdonarlo. Ora se tornassi indietro, lo perdonerei perché io non ho più amato come amavo lui, ma soprattutto perché solo con il proprio uomo si possono superare certi dolori. Quindi Alice, io non so come siano andate le cose lì a Roma, ma ti prego, non fare il mio stesso sbaglio. Se poi è una decisione che è dettata dalla tua tenacia e voglia d'imparare, allora ben venga, io solo so quanto mi farebbe piacere che restassi, però so anche che non puoi fuggire per sempre dalla tua vita."

Le sue parole mi hanno scossa, senza ombra di dubbio, anche perché abbiamo una storia molto simile. Ha ragione, non posso fuggire per sempre dalla mia vita.

"Cosa hai detto al Direttore?"

"Che era una mia idea e che volevo proporti questa cosa. Ti do 24 ore di tempo. Ora sta a te decidere cosa fare. Pensaci bene. Ora è un'amica che parla, non la tua tutor."

"Grazie Manuela, per tutto. Ci penserò."

La saluto, torno alla lezione, certa ormai della mia decisione.

Genitori di Claudio

Claudio era appena andato via, quando entrambi si guardarono e capirono quanto le vite dei loro figli erano legate indissolubilmente, seppur lontani.

"Anche a lui è successa la stessa cosa." Affermò Giorgio

"Per questo hai avuto quella reazione?" chiese Carla

"Si, non credevo possibile una cosa del genere. Se non fossero stati cosi superficiali, ora saremmo nonni, ci avevi pensato?"

"Si, ma ora Claudio ha bisogno di noi."

"Lo so."

Giorgio abbracciò forte la sua amata e andarono a dormire, nella speranza di vedere i loro figli felici, forse, un giorno.

*********

Buonasera a tutte/i. Ecco il nuovo capitolo. Alice aveva deciso di restare a Barcellona, ma per fortuna la sua tutor (che le vuole molto bene), l'ha fatta tentennare. Secondo voi resterà o deciderà di tornare a Roma dopo lo stage? Claudio dal canto suo è distrutto, però i genitori hanno sempre le parole giuste a portata di mano per rincuorarlo. 

Alla fine ho inserito questo colpo di scena. Chissà i genitori di Claudio cosa sanno che Claudio non sa...

Fatemi sapere come sempre se vi piace! Baci

P.S.: domani non so se riuscirò a postare, però ci provo 😘

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