Capitolo 13 "Paura di amare"
Buonasera a tutte/i! Vi posto un nuovo capitolo perchè domani non riuscirò a postare. E' un po' più breve del precedente perchè è di passaggio, però spero che vi piaccia comunque. Leggete per scoprire i guai combinati da Alice 🤣
Un abbraccio
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Il weekend è passato nel migliore dei modi e il rientro in Istituto non è stato traumatico, almeno fin quando non ho appreso la notizia che Claudio ha preso due giorni di ferie. Mi sta letteralmente evitando, me lo sento. In questi giorni sarò supervisionata da Anceschi, per fortuna non dalla Wally, non avrei retto.
Lavorare con Anceschi è piacevole, lui per me è sempre stato un punto di riferimento perché mi ascolta e mi vuole bene.
Preparo i campioni per analizzarli e li metto in centrifuga. E nel frattempo penso. Quest'Istituto è vuoto senza di lui, non è la stessa cosa. Quando dicono che i luoghi hanno un'anima io ci credo, e questo luogo per me ha la sua di anima. Lo sento anche se non c'è ma mi manca, tremendamente. Sono proprio malata, ho la confortite acuta. Senza di lui non so stare, nonostante i miei mille dubbi. Forse i miei dubbi non sono stati altro che paura, paura di amare Claudio.
Ciò che mi distoglie dai miei pensieri è uno scoppio. Accidenti ho dimenticato le provette nella centrifuga!
"Aliceee!" è Ancheschi
"Professore ho combinato un casino! Non mi sono accorta che dovevo togliere le provette!"
"E ora chi glielo dice alla Boschi. Quella ci ammazza"
"E mi sbatte fuori di qui!"
Ma perché capitano tutte a me? Ho perso una salma, mi ficco sempre nei guai, le ho ucciso le larve e ora la centrifuga... Non me la caverò questa volta.
"Ma cosa è successo si è sentito uno scoppio!" Paolone e Lara corrono qui e penso che a breve arriverà anche la Wally
"Alice questa è sfiga vera!" dice Paolone
"Puoi lavorare sempre con Calligaris all'investigativa!" è Lara che cerca di sollevarmi il morale
"Alleviiiiii" è la Boschi che mi chiama come suo solito
"Professoressa Boschi posso spiegarle tutto, davvero."
"Cosa c'è da spiegare! L'avevo detto io che lei non era in grado di eseguire tali analisi!"
"Valeria se mi permetti, la centrifuga ha avuto problemi di funzionamento. Molto probabilmente nessuno se ne era mai accorto e quindi l'abbiamo utilizzata." Il professor Ancheschi viene in mio aiuto.
"Allevi ripulisci tutto. E cerca di eseguire nuovamente le analisi." Mi ordina e poi continua dicendo "E voi? Cosa ci fate qui a perdere tempo? A lavoro!" rivolgendosi agli altri che erano accorsi per assistere all'ennesima scenetta teatrale che vede protagoniste me e la Wally. In questo momento me la immagino come la strega della bella addormentata nel bosco. Io ovviamente sono quest'ultima.
Penso che in Istituto mi ricorderanno sempre come la combinaguai persa nel suo mondo. E aggiungerei con la confortite acuta. Claudio cosa mi provoca la tua assenza. Ho un estremo bisogno di te.
"Grazie professore, non avrei saputo cosa fare senza di lei" dico ad Anceschi una volta che sono andati via tutti, la Wally compresa.
"Alice ma mi dici a che stavi pensando che ti sei distratta così? Tu in laboratorio sei sempre molto precisa."
"Niente professore, ultimamente sono un po' stressata, anche a causa di quest'articolo che mi ha affidato la Boschi. E' difficile e Conforti non mi è d'aiuto."
"Alice quante volte devo dirtelo che innamorarsi sul posto di lavoro non fa bene?"
"Chi ha parlato di innamoramento?"
"Io sono goffo, spesso non considerato dai miei colleghi, ma non sono cieco. Siete sempre a litigare, poi quando non litigate vi fate gli occhi dolci."
Non rispondo, ha ragione. Tanto vale tacere. Sicuramente non è il solo che si è accorto di questa situazione. Il lavoro non dovrebbe mai mischiarsi con la vita privata, però a me ora è successo, cosa posso farci?
Claudio
Sono seduto vicino alla mia mamma. Ho passato la notte qui, essendo un collega me lo hanno permesso.
Lei dorme ancora, beatamente. Pare che il cambiamento di temperatura le abbia provocato questa crisi. Appena sarà sveglia e riposata ci parlerò.
Irrimediabilmente il mio pensiero va ad Alice. Mi manca, nonostante tutto. Nonostante sia stata a letto con lui. Forse dovrei ascoltarla, dovrei sentire cosa ha da dirmi. Venerdì ero nervoso ma sono sicuro che lei abbia detto "Io non lo amo". Forse sarà stato davvero un momento di debolezza, dettato dal fatto che lui è stato importante per lei.
Ma cosa faccio? Ora la giustifico pure?
Non riesco ad odiarla. Perché non riesco a stare lontano da lei? Perché continuamente sento il bisogno di stringerla, di averla tra le mie braccia? Io non ricordo nemmeno com'ero prima che c'era lei, forse perché non c'era niente intorno a me, ero vuoto e il mio cuore s'induriva sempre di più. Io ho paura perché amare non è facile, ho paura di amarla, ho paura di perderla.
"Tesoro mio ..." mia madre che si è svegliata, mi distoglie dai miei pensieri
"Mamma, come ti senti?"
"Sto bene, ma tu perché sei qui?"
"Non me la sentivo di lasciarti sola ancora una volta. Scusa. Non vi lascerò più."
Mia madre di tutta risposta mi accarezza il viso e dice "A cosa devo queste parole? O hai avuto tanta paura di perdermi o qualcuno ti ha fatto capire cosa significhi amare."
"Entrambi mamma. Ma credimi la paura di perderti è stata così forte che ho promesso a me stesso di non essere più duro con voi."
"Io non ho mai odiato il tuo modo di fare, di comportarti. Ti proteggevi dagli altri e piano piano hai iniziato a farlo con noi."
"Sono stato uno stupido mamma. Scusa."
"Ora va a casa, tranquillo. Tra poco sicuramente verrà tuo padre. Riposa, io sto bene."
Le do un bacio sulla fronte, l'abbraccio forte e vado a casa. Ho bisogno di riposare. Sono 48 ore che non dormo.
Appena entro in casa il cellulare squilla.
"Pronto."
"Buongiorno Claudio, so che hai chiesto dei giorni di ferie, non vorrei disturbarti. Ma ho bisogno di parlarti del lavoro che stai conducendo insieme all'Allevi." È Valeria Boschi
"Dimmi tutto."
"L'Allevi non è capace di farlo. Dobbiamo affidarlo a qualcun altro. Oggi per poco non scoppiava il laboratorio."
"Valeria ci parlo io con l'Allevi. Toglierle il lavoro non mi sembra corretto dal momento che ha già scritto gran parte dell'articolo che tu stessa hai definito valido."
"Va bene, conto sul tuo aiuto. A presto."
"A presto."
Chissà cosa avrà combinato. Lo saprò solo al mio ritorno. Ho cercato di distogliere Valeria da questa idea malsana; io ci tengo che Alice vada a Barcellona perché può davvero imparare tanto. Però se da un lato ci tengo, dall'altro sento sempre di più l'amarezza di perderla. Il lavoro è ben fatto, è perfetto oserei dire; stavolta si è superata e sono sicuro che ce la farà.
La stanchezza però prevale sui pensieri e crollo.
Sogno di me e di Alice, finalmente felici. E ormai so bene ciò che devo fare.
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