Capitolo 10
Ne sono certo, non lo ama. Si disse Claude Frollo, una volta rimasto solo. Non lo ama, altrimenti non si sarebbe lanciata con tanta furia in quell'arringa a difesa del suo sentimento.
Era stato come un tentativo di convincere se stessa.
Quando ho baciato la sua fronte e la punta delle sue dita, ha fremuto. Ho capito che stava desiderando che non mi fermassi, che la baciassi ancora. Lo so, perché era esattamente ciò che ho provato io e solo il Cielo sa quanto mi è costato non continuare.
Dio mio, grazie per avermi dato la forza di non abbandonarmi alla tentazione. Che potere eserciterebbe su di me quella donna, se solo glielo consentissi?
Dio mio, fa che mi ami.
Inorridì per quella preghiera. Oh, no, Signore, fai che ella non ricambi mai il mio sentimento. Fai in modo che io bruci, mi consumi, mi strugga nel desiderio di lei, senza riceverne mai appagamento. Se è una tua prova, hai visto quanto misera è la devozione di questo tuo umile figlio. Ma ora salvami. Se ella dovesse amarmi, io non sarei più certo di amare te più di quanto non ami lei.
Ed io non voglio uscire dalla strada che hai tracciato per me. Ma, allo stesso tempo, mi chiedo se anche l'amore non sia un'emanazione della tua volontà. A quel punto, allora, non vorrei combattere una battaglia persa in partenza contro di te.
Mai come ora ho sentito il bisogno di non smarrire la fede in Te, che sei la mia luce, la mia verità.
E neppure mai ho desiderato come adesso essere semplicemente un uomo. Ti ho dato gli anni migliori di me, la mia giovinezza, la mia felicità. Senza volere ho preso i voti, eppure vi ho tenuto fede per tutta la vita. Tuttavia, per tutta la vita, ho lottato contro la parte più vera di me stesso, contro l'uomo.
Oh, Dio mio, perché l'amore è così complicato? L'odio è figlio del Diavolo, ma è così facile, così naturale scacciarlo dal proprio cuore con l'amore, se si crede in Te. Ma l'amore? L'amore ha un potere che non si può sconfiggere. Persino l'alchimia s'inchina ad esso.
È ciò che mi sconvolge e mi priva di tutte le forze è che non si tratta di charitas, né di agapè, ma di eros. È quanto di più profano e passionale abbia mai provato. Se vuoi che questo tuo figlio possa servirti ancora come ha fatto umilmente per questi trentacinque anni, dagli la forza di scacciare per sempre questo desiderio carnale. Se invece sei deluso dalla fragilità della sua fede, ripudialo, ma concedigli un'ultima grazia. Lascialo essere solamente un uomo, almeno per una volta.
Ti prego, liberami. Fammi tornare a respirare. Solo questo. Per tutto il resto, fiat voluntas tua.
Fiat voluntas tua.
C'era qualcosa di strano nell'animo di Frollo, qualcosa di spaventosamente incline alla distruzione.
Non si sarebbe, altrimenti, potuto spiegare in altro modo il perché aveva pregato Dio di stornare da lui il peccato, ora che avrebbe potuto avere Esmeralda, se solo avesse perseverato nell'amarla.
E solo fino a poco prima, aveva soltanto desiderato che fosse sua, a costo di calpestare i propri voti, la morale, la decenza.
Come poteva continuare a dividersi fra l'amore sacro e l'amore profano? Non avrebbe resistito troppo tempo. Si trattava di decidere, di scegliere e possibilmente entro breve, prima di distruggersi.
E lei era stata così vicina da poterla baciare, così pericolosamente vicina da non aver opposto alcuna resistenza. Troppo vicina. Troppo accessibile.
Cosa mi sta accadendo? Io non sono più io. Esmeralda tremava, spaventata dalla verità.
Non so più chi sono. Tutte le certezze che avevo, quelle di amare Phoebus, sono sparite. Lo amo, va bene, ma non come credevo. È bastata quella domanda del prete per mettermi in animo così tanti dubbi.
O meglio, è bastata la sua bocca sulla mia fronte. Ho pensato al piacere che avrei potuto provare a sentire le sue labbra scivolare lungo tutto il mio corpo. E le sue mani, calde, rassicuranti, se avessi continuato a tenerle nelle mie, avrei finito per volerle addosso, sul seno, attorno alla vita, sui fianchi. Cos'è questa strana sensazione? Credevo di essere tutta del mio Capitano, che lui solo avesse il diritto di baciarmi, toccarmi, che sarebbe stato lui il primo e l'unico uomo con cui avrei fatto l'amore. L'amore, che bella cosa dev'essere, se lo si fa con chi davvero ti vuol bene!
E Phoebus, davvero mi vuol bene?
Egli sa che sono qui, ma allora perché non è mai venuto da me? Perché comincio a credere che volesse solo prendersi il suo piacere e poi abbandonarmi?
Ma cosa sto pensando? Dev'essere colpa di tutte quelle cose cattive che Frollo ha detto su di lui per insinuarmi il dubbio. Il mio Capitano è bello come il sole e ha il cuore puro. Mi ama, lo so, mi ama. Verrà qui e mi porterà via. Voglio andar via, adesso più che mai, ora che Claude mi fa nascere mille strani pensieri nel cuore.
Claude. Che bel nome. Ricorda qualcosa di elegante, morbido, affascinante. Come lui.
È bello, in modo diverso da Phoebus, ma comunque lo è. Bello come una di queste statue gotiche che ornano la facciata. I suoi occhi, poi, hanno una luce incredibile, un colore magnifico, come il cielo quando non è sereno.
Mi piace, lo so, mi piace...
Ma che donna sono, allora? Non mi riconosco più. Nutro mille dubbi su quello che credevo l'uomo della mia vita, per il quale mi sarei contentata di vivere nell'ombra e la mia pelle s'incendia al pensiero delle carezze di un altro. Non credevo fosse possibile provare un desiderio così potente di avere le sue mani su di me, di stringermi al suo petto. Mi immaginavo incapace di sentire i segni di quella fiamma che chiamano passione. Pensavo che l'amore fosse quello puro per Phoebus. Un'immagine, dunque, ecco quello di cui parlava Claude.
Ma è un prete e i preti non possono appartenere a Dio e ad una donna allo stesso tempo.
Ed io devo andarmene da qui, prima che sia troppo tardi. Devo trovare il modo di rivedere il mio amato Phoebus. Sono certa che non appena lo rivedrò ogni dubbio svanirà come le tenebre alla luce del sole, tornerò ad amarlo più di prima.
Vivere qui, sola con quel prete, non mi fa bene. La solitudine spinge a cercare compagnie che, in altri momenti, neppure vorremmo vedere.
È quello che sta succedendo a me e, quando sarò lontana da qui, riderò per essere stata così stupida da infatuarmi di Claude.
Decise di pregare, come le aveva insegnato lui, nelle loro lezioni di religione.
Non sapeva se Dio ci fosse e neppure se avesse tempo di ascoltarla. Piuttosto preferì rivolgersi alla Vergine, sperando che una donna, per quanto fosse la più alta delle creature, potesse intercedere più facilmente per un'altra donna.
Ave Maria, gratia plena...Non ricordava quali fossero le altre parole e la sua preghiera risultò una spontanea "Ave Maria" profana.
Santa Vergine, fa' che mi mantenga casta e pura per il mio Phoebus, cosicché potrò essere degna di diventare sua moglie. Non farmi abbandonare a questi strani sentimenti che provo per Claude.
E, ti prego, fa' che lui smetta di amarmi e di soffrire per me. Ma proteggilo sempre: anche se non sembra, egli è buono. Accetta la mia supplica, anche se sono una povera gitana e quelle frasi in latino proprio non le so dire.
Amen.
Chissà poi perché aveva pregato, dato che non era nemmeno credente; difatti, non le pareva proprio di essersi propiziata una così importante protezione.
Dopo aver vagato un poco nella stanza decise di andare a dormire e, abbracciando il guanciale, le parve che portasse il profumo di lui.
Si rammaricò che il letto fosse così freddo e vuoto.
Da sopra la sottile camicia, unico indumento che indossava durante la notte, la sua mano scivolò dalle spalle al petto. Un brivido la percorse interamente. Era la prima volta che percepiva dentro di sé, sotto la sua pelle quella sensazione.
Si accarezzò i seni a lungo, ad occhi chiusi, immaginando che fossero le mani di lui a farlo.
Si accorgeva, a poco a poco, che la fanciulla che era stata stava lasciando il posto alla donna che sarebbe divenuta. E questo accadeva in contemporanea al crescente desiderio che provava di averlo accanto a lei.
Per la prima volta, le sue dita percorsero la sua persona con una consapevolezza nuova. Il suo bacino si inarcò al suo stesso contatto, la bella gola fremette di piacere.
Tutti i suoi buoni propositi di castità cominciavano a infrangersi al solo ricordo di lui.
- Oh, Claude – sospirò- perché non sei qui, adesso?
Sarebbe bastato il più piccolo evento per toglierle dalla testa l'amoretto infantile per Phoebus e sostituirlo con quello nuovo, più maturo e completo che avrebbe potuto dispensarle Frollo.
Se solo lei si fosse resa conto che doveva dimenticare l'illusione e il sogno di felicità col suo Capitano e che era giunto il momento di crescere e di diventare finalmente donna, forse quell'evento non sarebbe stato nemmeno necessario.
Ma lei, con la sua testardaggine e la sua innocenza, voleva ad ogni costo preservare quel casto e idealizzato sentimento, a dispetto della vera natura di Phoebus.
Ciò che non sapeva, però, era che, ben presto, le cose si sarebbero profondamente trasformate.
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