Militärischer Operationsdirektor
Boston, 17 Gennaio 2006
Dennis
Immobile alla mia scrivania stavo riguardando le foto di natale dei bambini. Mi persi a fissare la piccola Michaela: nella foto era nata da pochi giorni. Era così piccola, così ingenua, così incapace di vedere quanto significava per me quel nome. Un collega arrivò con la posta del giorno. Lasciò sulla mia scrivania un paio di lettere . Minimizzai le foto, sotto c'erano almeno 50 pagine aperte. Tutti articoli di giornale sulla ricercata numero 8 a livello mondiale: Rita Groitgang. Ero rimasto allibito quando la notizia era esplosa. Ero certo che in Iraq lei stesse lavorando per il governo, in più non poteva essere stata lei alla base, era stata in hotel tutta la sera... con Michael. Suonava davvero come una ritorsione contro di lei. Quando era sparita con la bambina 3 mesi prima, avevo molto temuto, ma scucendo favori e offrendo le birre giuste avevo saputo che erano sotto protezione. Perchè ora questo? Non aveva senso. Quando Michaela mi avesse chiesto come mai di quel nome cosa avrei dovuto risponderle? Quella storia era sempre più assurda. Diedi attenzione alla posta solo alcuni minuti dopo. C'era un modulo per la richiesta di segnalazioni. Arrivava dal GTAZ tedesco. Sbuffai. Era il 4° incartamento che arrivava dall'inizio dell'anno, il secondo della settimana. Non potevano fare un po' di lavoro sporco anche loro?
Scegliere di passare in ufficio era stata una decisione dura, ma necessaria. Avevo una famiglia a cui badare e dopo quello che era successo a Michael non volevo sprecare un'attimo della mia vita. Se c'era qualcosa che mi era chiaro scolpito nella testa da sempre era che se in quella base avessi dovuto accompagnare io Rita all'interno, avrebbero sepellito me, non lui. E la famiglia sotto protezione sarebbe stata la mia , non la sua. Niente Natali , niente feste. Nulla . Tutto spezzato via, distrutto. Chi poteva permettersi di fare qualcosa del genere? Aveva ragione Rita? Centrava Bart?
Non ero più riuscito a guardarlo allo stesso modo dopo la morte di Michael. Cercavo di essere disinvolto, ma ormai il tarlo del dubbio si era installato in me e non potevo più tacitarlo. Se non stavo indegando era solo perchè Michael stesso aveva cercato in ogni modo di tenermi fuori da questa storia, il che voleva dire che era una brutta storia e io non volevo gettare alle ortiche il regalo che lui mi aveva fatto prendendosi questa enorme responsabilità e gestendola da solo con sua moglie. Avevo una bimba di poche settimane. Per ora dovevo stare zitto e giocarmi bene le mie carte fino alla pensione. Avevo pensato se lasciare, ma avevo bisogno di soldi e poi sarebbe sembrato sospetto. Dovevo tenere un basso profilo quindi, anche se era durissima. Mi massaggiai gli occhi. Non avevo dormito molto, la bambina aveva pianto tutto il tempo. Tolsi i fogli dalla lettera. Mi accorsi che c'era qualcosa di più rigido all'interno. Una cartolina dell'Iraq. La voltai perplesso. Non era per me. Era indirizzata a Karen Swilton. Avevo già sentito quel nome. Il resto del messaggio era incomprensibile per me. Sembrava scritto in arabo o in qualche strana lingua. Quasi non mi accorsi che c'era un post-it giallo attaccato sopra. Mi scivolò a terra, lo raccolsi.
Ti devo una birra o forse due, la prossima volta offro io. C'era scritto soltanto. Rivoltai il foglietto dall'altra parte perplesso, c'era la prova di un timbro da ufficio.
Io non sapevo una parola di tedesco. Copiai la qualifica su internet per vedere la traduzione. Direttore delle operazioni Militari? Perché il Direttore delle Operazioni Militari contattava me? E mi mandava una cartolina in codice diretta a Karen Swilton? Nascosi il foglietto e la cartolina nella tasca del giubbotto e continuai il mio lavoro. Ero nervoso. Non capivo il motivo di tutto questo. Completai le segnalazioni e riconsegnai la lettera come di consueto. Mancava circa un'ora alla fine dell'orario quando Bart si affacciò dal suo ufficio e mi chiamò. Entrai nell'ufficio nervoso.
- Stai bene Dennis? Sembri uno straccio!- mi salutò il mio capo.
- La bimba non ha dormito tutta notte - aggiunsi.
- Immaginavo. Duri i primi tempi. Ma pensavo che ci si abituasse col tempo. - sbottò lui ridendo.
- Non ci si abitua mai - risposi sedendomi davanti a lui.
- Johnson mi ha detto che sono arrivate altre scartoffie dal GTAZ - sospirò poi. Io mi irrigidii.
- Le solite richieste - dissi soltanto cercando di sembrare disinvolto.
- Lo so che è una rottura, mi sto muovendo perché non arrivino a noi, ma sai come sono le cose politiche. Soliti scambi di favori. Devi portare pazienza. Qualche altro mese, poi farò la voce grossa, vedrai che le mandano a qualcun'altro - sbottò Bart facendomi un segno di comprensione.
- Piuttosto, come ti trovi alla scrivania?- aggiunse poi con fare guardingo.
- Bene, Signore - mentii.
- Non ti manca mai l'azione? - mi tentò Bart.
- Ho una grande famiglia a cui pensare, signore, hanno bisogno di me - aggiunsi scuotendo il capo.
- Giusto, eppure se ti dessi una gita?- aggiunse Bart. Io lo guardai perplesso. Mi passò una cartellina.
- Non ti mentirò, probabilmente non sarà una passeggiata nel bosco. Hanno richiesto gente con esperienza e di vari distretti per evitare intoppi e tu sei stato caldamente raccomandato. Motivo per cui temo che se dici di no mi chiederanno di spedirti a fare i trasferimenti carcerari - aggiunse Bart.
- Quindi non è un invito cordiale?- aggiunsi.
- No, è un ordine - chiarì Bart.
- Dovrete scortare questa signorina da casa sua dove è sotto protezione dell'FBI al senato e là dovrà deporre. Come capirai, non sono ammessi sbagli. Ne va della sicurezza nazionale - aggiunse Bart. Quando lessi sulla scheda il suo nome mi mancò il fiato.
- Mi ha segnalato lei, signore? - osai chiedere.
- Non guardare me, io non centro nulla. Avrai qualche amico in alto, molto in alto. Sempre se è un amico! Ci sono molte persone che vorrebbero piantare una pallottola in testa a questa signorina! - se la rise Bart. Cazzo se me la doveva quella birra il direttore delle operazioni militari del GTAZ! Dovevo scortare una testimone ad alto rischio, nel centro di Washington fino al senato e dargli quella lettera senza che nessuno mi vedesse prima che testimoniasse al senato. Che cavolo c'era scritto su quella cartolina?
- Il tuo volo parte per Washington tra tre ore. Passa da casa e ti scongiuro, dormi un po' questa notte, fai davvero pena così - mi salutò Bart. Io lo ringraziai, presi la cartellina, il biglietto aereo, raccattai le mie cose e mi diressi a casa.
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