La dimissione anticipata (Charlie & Luna pt. 4)
Alzata dallo scomodo letto,
Un po' indolenzita,
Alla ricerca di porre fine,
A questa vecchia me.
Uscita,
Di nascosto,
Per togliere la maschera,
Che celava il mio candido viso.
Stava arrivando l'alba e Charlie proprio non riusciva a chiudere occhio quella notte. Era molto agitata perché sapeva che qualcosa sarebbe cambiato. Infatti era proprio così.
Prese la sua felpa color verde giungla, se la mise e aprì lentamente la porta della sua stanza. Dopo aver controllato che non ci fosse nessuno nel corridoio, uscì e iniziò a camminare in punta di piedi verso l'uscita dell'ospedale. Il piccolo problema? Non essere vista dalla receptionist della sala d'attesa
Sempre sgattaiolando, uscì dal suo reparto e, arrivata alla sala d'attesa, si accovacciò e vide che la receptionist stava parlando con una signora anziana.
Charlie ne approfittò e, visto che la signora non permetteva alla receptionist di vedere la porta di uscita, molto piccola, uscì correndo.
-Dove sta andando signorina?!- Chiese la receptionist che sentì i passi veloci ma pesanti di Charlie. Quest'ultima era quasi uscita dall'ospedale quindi, dopo aver sospirato disse: -Addio- e scappò via.
Dopo qualche minuto, quando capì che la receptionist non si era neanche alzata dalla sedia, si fermò e si ritrovò a decidere sul da farsi: picchiare a morte Luna, parlare con lei per l'ultima volta, o ricominciare davvero una nuova vita?
La tentazione di vedere la sua amata era così forte che decise di andare a trovarla a casa sua. Decise di raggiungere casa sua con il pullman: non aveva neanche bisogno di soldi perché aveva l'abbonamento annuale.
Dopo aver controllato sul suo cellulare gli orari sul sito, lesse:
Destinazione finale: Via A. Manzoni
Tappe: Via D. Alighieri 05:50- Via Garibaldi 05:56 - Via Papa G. XXII 05:59 - Via A. Manzoni 06:14
La fermata più vicina era quella in Via Garibaldi. Ci avrebbe messo 5 minuti, erano le 05:54, e non ce l'avrebbe mai fatta, ma la sua dote era la velocità: in quattro e quattr'otto infatti riuscì ad arrivare alla fermata.
Peccato che il pullman era in ritardo.
Charlie iniziò ad alterarsi.
Dopo qualche minuto di attesa, vide avvicinarsi verso di lei un ragazzo di circa 20 anni. Aveva una camminata decisa e abbastanza veloce.
Per non sembrare strana iniziò a guardare il telefono ma il ragazzo iniziò a parlare: -Ehy, tutto bene?- -Sì, non è niente.- -Cosa è successo? Qualcosa a casa?- -Perché mi dovrei confidare con un completo sconosciuto?- -Perché io ti conosco, Charlie- -Ma... chi sei?- -Sono Ruick, quando eri piccola tua mamma, Louise, frequentava i miei genitori, ma adesso... non ci sono più...- -Oh, mi dispiace...- La faccia di Charlie divenne un leggermente paonazza.
-Ma cosa ci fai qui, alle 6 di mattina?- -Devo vedere una persona, mi hanno dimessa dall'ospedale in anticipo. Devo parlare con una persona molto importante. Invece tu?- -Beh.- Ruick iniziò a ridacchiare.
È il mio primo giorno di lavoro!- -Wow! Allora buona fortuna!- Concluse Charlie.
Appena finì la conversazione, Ruick si allontanò e arrivò il pullman, con 3 minuti di ritardo.
Charlie salì sul pullman, si sedette in un sedile, sull'altro pose il suo zaino e chiuse gli occhi.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top