Prologo: Punizione

<<Fatti avanti>> ordinò una voce imperiosa.
Jinn avanzò tra le colonne di quel tempio con la testa china. Il suo cuore batteva lentamente, freddo come il ghiaccio, mentre luci candide accarezzavano un viso macchiato sulle guance di oscurità <<Avete richiesto la mia udienza, madre?>>
Lei incrinò la testa, seduta sul suo trono di marmo riccamente ornato, con il gomito piantato sul bracciolo per reggersi la guancia con un pugno <<Sì, dobbiamo parlare della missione che ti ho affidato, quella che hai fallito...>>
<<Siete troppo severa con lui, madre. Oh, Leen, potente dea della passione!>> ridacchiò una ragazzina dai lunghi capelli verdi e le ali da colomba. Piume di un bianco così candido da far sembrare ancora più scure quelle del fratello. La sua pelle era sole che emanava la luce dorata del mattino, mentre lui era argenteo, pallido come luna.
La donna raddrizzò la schiena. Un lampo di rabbia accese il suo sguardo <<Kleene, mi è sembrato di non averti dato il permesso di stare qui>>
<<Lo so, ma ero curiosa di sapere perché avessi convocato qui il fratellone>> mosse una mano e, nonostante le ali, chiamò un vento che la facesse volare un paio di volte intorno al trono della madre.
Leen si sfregò le tempie con due dita <<Cosa mi sarei dovuta aspettare dalla Dea dell'amore ingenuo?>>
Gli occhi rossi di Jinn si sollevarono su quelli della sorella <<Non c'è bisogno che tu stia qui. Vai via>> non c'era emozione nella sua voce. Aveva il tono di un soldato che rispettava gli ordini impartiti senza controbattere.
Lei scalciò le gambe, seduta nel vento <<Se ti lascio solo, lei...>>
<<Me la caverò>> la interruppe lapidario.
<<Ma io...>>
<<Kleene, per favore>>
La ragazza lo fissò intensamente, con le parole che le tremavano nella gola. Il viso di suo fratello era una maschera di ghiaccio inflessibile, l'espressione di una creatura capace solo di obbedirebbe. Si sfregò il braccio e ordinò tacitamente al vento di riportarla a terra <<D'accordo, fratellone. Me ne vado...>> spiegò le ali, fece un paio di passi e uscì dal tempio della passione.
Rimasti da soli, Leen accavallò le gambe sotto la gonna del peplo. Quella seta pregiata accarezzava la sua pelle con la leggerezza dell'aria <<Finalmente siamo soli, figliolo>>
<<Madre...>> nonostante la chiamasse in tal modo, non c'era affatto nella sua voce. Il cuore di lui non pulsava sangue, ma brina. Quello di lei era roccia dura, la più arida al mondo.
<<Ricordami l'incarico che ti ho affidato>>
<<Ma...>>
<<Fallo>>
Jinn annuì freddamente <<Un gruppo di cospiratori ha complottato nella città-stato di Swan, del cui tiranno era un vostro protetto, nonché amante>>
<<Continua...>>
Spalle rigide <<Il loro piano prevedeva di ammaliare il re con il fascino di Holy, una giovane di famiglia nobile della cui bellezza, secondo molti, sarebbe equiparabile solo alla vostra. C'è chi pensa sia la vostra reincarnazione>>
Leen storse il naso <<Questo non eri tenuto a ripeterlo>>
Sguardo fisso <<Così da salvare lui e punire lei per essersi posta su un piano divino, mi avete chiesto di scoccare una freccia dorata e farla innamorare del re. Fatto ciò, io avrei dovuto colpire lui con un dardo di piombo in modo da allontanarlo da lei. Tutto questo affinché Holy perdesse interesse a deporlo e il vostro protetto non rischiasse di essere ingannare>>
<<E tu che cos'hai fatto?>>
Schiena dritta <<Mi sono recato nel palazzo reale di Swan con arco e faretra, come ordinato. Ho aspettato che i due restassero soli e incoccato una freccia. Nemmeno io so spiegare cosa successe in quel frangente, ricordo di aver sentito la testa girare e tutto d'un tratto mi ritrovai con la visuale annebbiata. Quando lasciai andare la corda...>>
Leen estrasse la frusta dalla sua cintura e la fece scoccare davanti a lui <<Sbagliasti bersaglio. Tu. "Il miglior arciere nel regno degli dei">>
<<Avete ragione, madre>> avanzò verso di lei con la decisione di un'arcata da militare spartano <<E per ciò, permettetevi pure di punirmi nella maniera a voi più congeniale>>
<<Naturalmente. Non ho bisogno del tuo permesso per punire il secondo errore più grande che tu abbia compiuto ai miei danni...>> distese le gambe e si alzò dal trono. Il nero della frusta scorreva spietato sul bianco del suo palmo <<Primo ordine, togliti arco e faretra...>>
Jinn chiuse gli occhi <<Obbedisco>> ciocche di capelli verdi gli ricaddero sul viso quando si piegò sul pavimento per consegnare le sue armi. Erano lunghi, raccolti in una coda dietro alla testa che metteva in risalto il candore del collo. Una contraddizione rispetto a quelle mani macchiate d'ombra con le quali stava abbandonando tutti i suoi poteri.
<<Secondo ordine...>> si levò in piedi la dea <<Metti le braccia avanti e non ti muovere>>
<<Obbedisco>> disse ancora, ed eseguì.
Il tempio era un colonnato di marmo ornato con rifiniture dorate e bassorilievi incisi da mano tanto fine da poter esser solo divina. Lì, elegante ma imponente come solo la dea della bellezza poteva essere, Leen si mosse verso suo figlio. Sollevò una mano e, frigida, schiantò la punta della frusta sui suoi polsi. Lo schiocco spezzò quel silenzio gremito di tensione, mentre un dolore velenoso cominciava a bruciare sulla pelle di Jinn. Nè lui, né lei si scomposero minimamente <<Sai perché ho mandato proprio te a fare questa missione e non ho punito quella sgualdrina io stessa?>> lo frustò ancora.
<<Perché i nostri poteri sono diversi>> la corda dell'arma lo colpì ancora, strisce di pelle nera si rialzavano sulle sue mani senza che lui reagisse in alcun modo <<Voi potete instigare nelle persone la passione, il desiderio, ma sono sentimenti volatili che si consumano in poco tempo. Io invece posso instillare nelle persone l'amore più puro, un sentimento difficile, forse impossibile da placare>>
<<E perché non l'ho chiesto a tua sorella? Che atrofizza il lato razionale dell'amore?>> questa volta gli nerbò le dita. Uno schiocco così brusco da fargli sentire le ossa infrangersi come vetro.
<<P-Perché...>> gli scappò un ansito <<Kleene genera un sentimento spensierato, ma Holy andava punita per la sua hybris. Nessun umana ha il diritto di essere più bella della dea della bellezza, tantomeno di lasciarsi venerare per ciò. Annebbiarle la mente per amore l'avrebbe risparmiata dai dolori della consapevolezza di provare un amore drammatico e impossibile>>
Quasi per premiarlo di quella risposta, scoccò altre due frustate <<Quelle dita sono sempre state il tuo dono più grande. Vuoi che mi fermi?>>
Aveva le lacrime agli occhi e tremava di dolore, ma non una ruga di umana sofferenza corrugava il volto di quel dio <<N-No, madre... non se non ritenere la mia punizione conclusa>>
<<Sai, sarebbe un peccato rovinare le mani del miglior arciere mai esistito in cielo e in terra. Per oggi sarò clemente...>> lasciò cadere la frusta a terra. Jinn non ebbe il tempo di rallegrarsi o rifiatare che un pugno dato in pieno stomaco gli fece inarcare la schiena. Ciò nonostante, non osò abbassare le braccia un solo istante. Leen si piegò verso la faretra, prese una freccia dorata e la ripose tra le dita gelide del figlio <<Per rimediare al tuo errore, tu dovrai colpire Holy con con questa e farla innamorare dell'uomo più vile, brutto, e povero sul pianeta. Voglio che lui le faccia vivere una vita miserabile, è chiaro?>>
~Non me lo ha ordinato...~ pensò Jinn, rigirando l'asticella tra i polpastrelli. I suoi occhi rossi a vitrei cercarono quelli della madre <<Sarà fatto>>
La dea si risedette sul trono con un ghigno malevolo a piegarle le labbra <<Ottimo. Adesso puoi andare...>>
Lui annuì, riprese le sue armi e uscì dal tempio con le ombre sul corpo e nel cuore ancora più oscure del solito.

*Angolo Autrice*

Buongiorno, lettori!
Lo so, lo so, non dovrei mettermi a scrivere nuove Fanfiction mentre ne ho altre su cui lavorare, ma ultimamente sono ritornata in fissa con Amore e Psiche (La mia fiaba preferita insieme alla Bella e la bestia, che guarda caso deriva proprio da lei e ne conserva il confronto tra l'amore carnale e quello più puro, quasi spirituale) e non ho proprio saputo resistere 😂
Spero che il prologo vi sia piaciuto, ditemi pure cosa ne pensate 😊

-Aseant

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