10 - Prepararsi
Erano state senza dubbio tra le settimane più belle della mia vita, quelle che avevo trascorso con Michele nelle andate e nei ritorni, negli intervalli e, talvolta, anche qualche volta in più. Senza nemmeno darci appuntamento... Appena nel mio cervello compariva la sua figura, così netta e chiara nonostante non vedessi mai bene il viso delle persone, in sogno, compariva lui. (Certo, a meno che non stessi pensandogli mentre, che so, cenavo: in genere le persone non spuntano dal tuo piatto di pasta.)
E ora si avvicinava il 19 dicembre: l'ultimo giorno di scuola prima delle maledette vacanze di Natale.
Maledettissime... come si permettevano??? Non potevano restarsene al loro posto???
E mentre io pensavo già con malinconia a quel giorno non troppo lontano, tutti erano contenti quando passava la circolare "Vacanze di Natale". Ed erano contenti quando arrivavano quelle di scioperi vari. Ed erano contenti quando c'era una gita...
Ah no, questo no. La gita era STUPENDA!!! Si avvicinava la nostra prima gita dell'anno!!!!! Sarebbe stata il sedici, e sarebbe durata una giornata intera, praticamente.
Non sapevo ancora molto, nonostante avessi già pagato la mia quota. E nonostante mi fossi già organizzata metà bagagli... davvero non vedevo l'ora di andare per tutta Firenze!
Se c'ero mai stata? Certo. Ma con i compagni è tutto diverso... è tutto molto più bello... quello che potrebbe sembrarti noioso può diventare mille volte più interessante!!!
... e viceversa. Ma è questo il bello.
Per cui quel pomeriggio, nonostante fosse quasi una settimana prima di quella fatidica data, stavo già preparandomi il mio fedelissimo marsupio (nero, come potrete immaginare). Mentre vi infilavo una merenda che non scadesse quella settimana, ricordavo tutti gli episodi collegati a quel marsupietto: in primo luogo quando me lo avevano comprato, che ero piccola e il mio colore preferito, a dire di tutti, era il rosa. Vedendo il marsupietto avevo detto: "Mamma, me lo compri?"
Forse ancora non sapevo che il mio colore preferito era in realtà il nero, convinta nelle supposizioni dei miei genitori che, quando ero piccola, vedendomi amare il sonaglino, avevano dedotto che mi piaceva perché era rosa e non perché era carino. Comunque fosse, non avevo resistito al fascino di quel colore... e mi ero portata lo stesso a casa il mio bottino, soddisfatta di me stessa, naturalmente usandolo subito come la mia natura m'imponeva. E mi ero accorta che mi piaceva moltissimo.
Ricordavo ogni causa di ogni piccolo strappo. C'erano stati piccoli litigi, qualche forzatura, delle abitudini un po' troppo ripetitive: e per questo ora Maio (come chiamavo il mio marsupio) dimostrava un po' più della sua età, come le persone un po' sfortunate che girano in questo mondo con questa stessa caratteristica.
(Prima di inserirvi automaticamente in questa categoria, sappiate che sotto i quarant'anni questa caratteristica non è che un bene: si dimostra maggiore maturità. - Che non guasta mai. - E, al di sopra di quest'età, a chi volete che importi? Ormai non crescete mica tanto più, non si vede proprio una differenza d'età di cinque anni.)
Diedi un'occhiata nell'armadio: dov'erano? Nel mio cassetto non c'erano... Sul comodino?
Guardai: boh. Chissà dov'erano finite...
Mi infilai le mani nei capelli, che ne subirono un certo rilassamento, come quando una persona, dopo essere stata in piedi tutta la giornata, si siede. E cominciai ad invidiarli, perché a me non spettava quel diritto: se non le trovavo ora, non le avrei trovate mai più... le cose non si trovano mai quando servono...
Voglio dire, allora le avrei trovate. Il problema era: quando???
Mi strappai qualche capello, così, per rilassarmi.
Tirai un respiro di sollievo, mentre il mio cuoio capelluto strillava incattivito dalla mia inaspettata azione. "Che cavolo vuoi?" gli dissi. "Tu sei mio e con te ci faccio ciò che voglio, capito??"
Non gradii molto quest'ultima frase che mi uscì dal cervello, dato che mi ricordò subito un genitore cattivo (e ignorante, per di più: niente di peggio). Purtroppo i figli non sono dei genitori, ma visto che questi ultimi hanno l'obbligo di educarli, hanno anche dei diritti in più collegati a questa mansione...
"Senti, non pensarci." Va bene. "Pensa ad altro." Ci sto provando..."No, a qualcos'altro..." E zitto!
Oooh, finalmente l'avevano piantata di litigare. Mi stavano facendo venire i nervi... la questione importante era un'altra... DOVE CAVOLO ERANO LE MIE POLSIERE NERE DEI GREEN DAY!?!?!? AAAAAAAAAAAH! AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!! DOVEVO TROVARLEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE--
Bene, zitta, niente panico, vedrai che si sistemerà tutto. Vedrai... forse arriva Babbo Natale in anticipo e te ne dà un'intera collezione... magari te li regala la befana... magari la fatina dei denti...
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!
DOVE SONOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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