The Feels💘1

-Per tutti gli dei!- imprecò Ovidio fissando le due sclerate come se gli avessero detto di tornarsene in esilio -Mi state dicendo che voi non...- fece un respiro profondo -NON FLIRTATE?!-

Le dirette interessate si guardarono senza parole.

-Sì, te l'abbiamo appena detto.- rispose chiara Pimpa.

Mia annuiva energicamente con la testa, ma con un che di nervoso. Chissà perché.

L'uomo scuoteva la testa sconsolato, andando avanti e indietro. A volte alzava la testa e apriva la bocca per dire qualcosa, ma poi cambiava subito idea e tornava alla sua sfilata malata.

-Voi, mie care, non state bene.- dichiarò infine guardandole negli occhi, con compassione.

Prima che una di loro potesse replicare gli appoggiò confidenzialmente le mani sulle spalle e disse: -Ma non vi preoccupate, vi insegnerò tutto io.-

Dopo un attimo di confusione, fu Mia a parlare.

-Ma lei chi è?-

Il signor Ovidio spalancò gli occhi sorpreso, mettendosi una mano al petto. Poi si riprese e provò a spiegare come meglio poteva.

-Hai presente le riviste gossip? Diciamo quelle sui drammi dei ferragnez.-

-Non...-

-Ecco, non esisterebbero se non ci fossi stato io, già dai tempi degli antichi Romani. - disse in tono solenne, come se fossero di un chissà che grande orgoglio. Le riviste eh, non i romani.

Pimpa infatti stava per commentare, ma Ovidio ricominciò.

-Senza di me, adesso, sarebbero tutti sposati, fin dalla vostra età!-

Loro rabbrividirono.

-Ad ogni modo, ragazze, è già San Valentino! Dobbiamo organizzare qualcosa in grande!- e ciò dicendo salì sulla panchina del parco, in piedi, alzando le braccia in aria, sempre con aria di estrema solennità.

-Tipo?- chiese seccata Pimpa, che si era già stancata da un pezzo della presenza di quello strambo individuo in tunica romana, che vedendole sull'altalena gli si era avvicinato e aveva cominciato a parlargli come se si conoscessero da una vita.

-Beh

-Potremmo dare una festa in quel karaoke!- esclamò indicando l'edificio con le luci ancora spente.

Mia si alzò istintivamente dall'altalena per dire qualcosa. Non che le feste non le piacessero, ma con quello...

-Forza, andiamo a chiedere al suo proprietario i giorni in cui si può prenotare una saletta.- disse cominciando ad incamminarsi verso di esso.

-Veramente...è il nostro.- spiegò Pimpa.

-Certo, certo.- rispose Ovidio ridendo -Siete uno spasso, sapete?-

-Noi siamo serie!- affermò offesa Mia.

-Eh?- fece lui voltandosi di nuovo.

-E per la cronaca, l'ho fondato io!- lo informò sempre lei.

-Scusatemi fiorellini, ma voi quanti anni avete?-

Silenzio.

Non era esattamente legale gestire da sole un locale all'età di quattordici e quindici anni, e loro lo sapevano, ma non se ne erano mai preoccupate perché in quel villaggio i carabinieri erano come fantasmi; c'era solo un edificio apparentemente abbandonato col loro simbolo, tutto consunto.

Così Mia lanciò un'occhiata veloce a Pimpa e lei fece lo stesso, capendosi al volo non so neanche io come.

-Diciotto!- esclamarono allo stesso tempo.

Lui le guardò un attimo.

-Okey.- disse tranquillo.

-Allora lo chiedo a voi: possiamo fare una grandiosa e bellissima festa super divertente con tutti i vostri amici??-

-No- mormorarono spaventate.

-Grazie mille tesore! Sapevo che avreste acconsentito.- e tirò fuori da dietro alla semplice tunica bianca un taccuino a forma di cuore, con tanto di matita a forma di freccia di cupido. -Iniziamo subito con la lista: chi volete invitare?-

Forse Pimpa era troppo scioccata per parlare, forse quel giorno la sua batteria sociale si era già scaricata, fatto sta che non lo prese a botte, rimanendo semplicemente a bocca aperta mentre l'uomo spingeva Mia verso la porta.

-Ma vogliamo parlare delle chiavi!? Adoro.- stava commentando lui mentre Mia infilava le chiavi nella serratura.

Dopo un'ora buona a sistemare la sala più grande, Ovidio si azzardò a mettere le mani sul tabellone dove si sceglievano le canzoni e, connesso alla rete Wi-Fi del telefono del Cottonfioc, iniziò a scrollare tra le proposte avvincenti di Spotify.

-Zuccherino, ma tu mi stai dicendo che sei una blink!?- fece scioccato rivolto a Pimpa, che quasi si strozzò nelle chips.

- S-sì. -

Ovidiota emise quello che si poteva definire "urletto da fangirl" e tirò fuori, sempre da quella stramaledetta tunica, un lightstick rosa e nero.

-Wtf...-

-Io proporrei di mettere una canzone delle Blackpink!- disse ad alta voce Ovidio, per farsi sentire dall'altra sclerata.

-Ma non sono canzoni un po'...tristi? Ceh, pure "Lovesick Girls" che sembra allegra in realtà...-

-Hmm you got a point, babe.- rispose lui sfoggiando il suo inglese.

Pimpa era sempre più traumatizzata.

Non avrebbe mai dovuto nominare Ovidio nella bacheca. Era come se l'avesse evocato.

-Le Twice!- e tirò fuori anche il loro lightstick, quello a forma di lecca lecca.

-Ora, la domanda del secolo: preferisci il CANDY BONG o il CANDY BONG Z?-

-Okey ho chiamato tutta la gente in lista.- annunciò Mia entrando nella sala -Dovrebbero arrivare tra quaranta minuti.-

-Intanto che facciamo?-

-Legittima domanda Pina.-

-Pina?!-

-Si chiama Pimpa.- corresse subito Mia trattenendo l'altra.

-Ah sì, Pimpa.

-Aspetta...PIMPA?! La conosco! Il magico cane con la varicella, che ricordi..- sorrise Ovidio.

-Balliamo!- esclamò Mia cambiando discorso.

Pimpa la guardò malissimo. L'avrei fatto anch'io se avessi saputo cosa sarebbe successo dopo.

-Oh, sì! Adoro ballare, lo facevamo spesso a Roma.- esclamò eccitato Ovidio e iniziò a battere le mani, come per fare un ritmo.
Poi ci aggiunse tutto il corpo.

-Avanti, che aspettate? Scatenatevi!- le tirò per un braccio e si ritrovarono a ballare in cerchio, battendo le mani, come delle cretine.

Del tempo indeterminato dopo, una quarta voce fece capolino.

-Che state facendo esattamente ?- era Minho, accompagnato da Jisung, a braccetto.

Le sclerate caddero a terra sfinite, mentre Ovidio andava a dare una pacca sulla spalla ai due ospiti, che rimasero impietriti in tutta la loro introversità e con una faccia che esprimeva chiaramente il pensiero: "PERCHÉ SEMBRA TANTO JYPIRLA???".

-Lo sento: voi siete una coppia.- dichiarò poi l'uomo, che a quanto pareva era pure Cupido.

-Per questo ci ha azzeccato.- commentò Mia a bassa voce.

Piano piano arrivò la valanga di ospiti, tutti accompagnati da qualcuno.

-Oh guarda, arriva Yeonjuncretino.

-Ma non è con Didi...SOOBIE!- Mia corse a salutare Soobin, che era da poco tornato attivo dopo una pausa per motivi di salute.

Didi, invece, era accollata a Wooyoung, che le sorrideva calorosamente e ogni volta faceva uscire scintille dal brownie nucleare.

Erano seguiti dagli Ateez, tutti sul tetto della macchinona a parte San, che stava parcheggiando con gli occhiali da sole e un braccio scoperto comodamente appoggiato fuori dal finestrino. Era una sera di febbraio, ricordo.

I ragazzi scalmanati saltarono giù dal tetto e, dopo che Eomma Seonghwa controllò che fossero tutti messi per bene, corsero all'interno del karaoke per andare al calduccio.

Poi San scese dalla macchina. Mia prese a tremare, non solo per il freddo ma anche per la leggera paura che provava nei confronti di quell'uomo muscoloso, che le si avvicinò pericolosamente con espressione seria.

"Ecco, ora mi ammazza." pensò, anche se non sapeva bene per quale motivo avrebbe dovuto farlo.

-Buon San Valentino!- le augurò invece lui sorridendo adorabilmente, dandole anche un biglietto di auguri fatto da tutti i membri degli Ateez, pieno di parole sdolcinate e strappalacrime.

-Non li ho obbligati a scriverlo.- aggiunse poi mentre andava verso il locale luminoso, dando tuttavia l'impressione opposta.

Gli Stray Gods, però, non erano nel parcheggio e neanche al parco, cosa molto strana visto che la Minsung era già arrivata.
Si sentì un tonfo provenire dal tetto dell'edificio e Mia si voltò. No, non era un gatto come sperava, ma quegli idioti che non trovava da nessuna parte.

-Bimbo mio, ti sei fatto male??- chiese preoccupato Chan rivolto al maknae, che era appena caduto di sedere sulle tegole del tetto.

Il tempo di sbattere le palpebre e Jeongin era già in braccio al leader, che lo coccolava come se fosse un bambino.

Mia stava per aprire bocca, quando un kiwi volante atterrò altrettanto malamente sul tetto. Solo Felix se ne accorse e lo aiutò a tirarsi su.

-Ehilà skizzati- richiamò la loro attenzione Mia -Mi volete spiegare perché siete lassù?-

-È una nuova invenzione di Seungmin!- spiegò Lix -È uno scivolo invisibile collegato all'Olimpo.-

-Mi annoiavo.-

-Ah.

-Okey però ora entrate.-

-Stiamo aspettando Binnie.-

In quello stesso istante arrivarono Changbin e Aisha, la Winx, entrambi volando con le loro ali da fata e spargendo ovunque scintille arcobaleno.

-Scusate il ritardo, avevamo un cattivo da sconfiggere.-

Mia rimase un po' interdetta dopo questa affermazione e un po' tanto interdetta quando Aisha iniziò a lanciarle occhiate rancorose.

-Finalmente ci incontriamo, Kotone.- pronunciò quel nome con così tanto disprezzo che l'altra si sentì un verme.

Mia non dovette neanche chiedere il motivo di quel suo comportamento.

-Con quale coraggio continui a sfornare cover su cover in quello stupido karaoke senza neanche fare una piccola, breve, sigla delle Winx?!- esplose Aisha.

-Ragazze!- esclamò Ovidio uscendo di gran corsa -Ragazze...ecco, così, via le mani dai capelli...sul cuore, semmai. È San Valentino! Sembra che tutti se lo siano dimenticato.-

Gli Stray Gods guardano l'uomo per un momento, confusi.

-Ti prego, non dirmi che questo è il nuovo narratore!- pregò il baby bread a Mia.

-No, no!-

-Entrate, forza! Non voglio che i vostri cuori si rinfreddoliscano.- riprese Ovidio, prendendo per le braccia Santo Chan, Santo Bin, Santo Minnie e la Winx.

-Sob.- Jeongin guardò tristemente il leader allontanarsi, il quale stava facendo il segno d'aiuto con la mano mentre lo sconosciuto iniziava a parlargli dell'importanza dell'amore passionale, non tralasciando le sue varie esperienze personali in giro per il mondo.

Hyunjin si avvicinò al maknae e lo abbracciò, per consolarlo, poi lo portò dentro, accarezzandogli la testa e facendolo sorridere.

Mia li guardò entrare mentre batteva i denti per il gelo. No, quella disgraziata doveva stare lì ad aspettare (godo) che arrivassero tutti, t u t t i, in modo da poter solo alla fine chiudere a chiave la porta stregata.

-Oh, eccoli, grazie al cielo!-

Erano arrivati anche i BTS, che avevano gentilmente dato un passaggio a Vale, la quale avrebbe difficilmente trovato la strada per quel posto sperduto.

-Ciaoo!- salutò J-Hoppio battendo il cinque a Mia, con la mano pietrificata ma con almeno un sorriso tremante.

-Non hai bevuto o fumato niente, vero?- gli sussurrò Mia.

-Be'...

-Sai...non ho guidato io...-

Lei aveva capito cosa volesse dire il drogato e sospirò rassegnata.

-Entra. Ma non voglio vedere niente di sospetto là dentro, intesi?-

Lui annuì con la testa ed entrò, camminando abbastanza rintontito.
Poi Mia, in seguito a un'improvvisa realizzazione illuminata, si voltò. Non aveva pensato a controllargli le tasche.

-Buona sera.- salutò Jimin, seguito da Valentina con un mazzo di rose in mano, saltellando.

Dietro di loro c'era la Taekook, che rideva e scherzava sui peccati che avevano sentito da Suor Namjoon, che le sere prime si era lamentato con Seok-Jin a proposito certi di essi seriamente discutibili.

-...e gli ha chiesto come si sotterra un morto!- stava dicendo Tae a Jungkook.

La proprietaria del karaoke preferì ignorare ciò che aveva appena sentito, autoconvincendosi che aveva solo sentito male a causa della stanchezza.

Un attimo dopo venne accecata da un flash.
Si guardò intorno e le parve di aver visto una ragazza vagamente simile a Lili, armata di telefono, in videochiamata con Eri, e nascosta dietro un cespuglio.

"Sei solo stanca, sei solo stanca, sei solo..." si ripetè strofinandosi gli occhi e girandosi dall'altra parte.

-Buon San Valentino!- disse Namjoon.

Eomma Jin, che controllava l'altro con lo sguardo, diede a Mia un vassoio enorme pieno di cioccolatini fatti in casa.

-WOW...grazie!- e pensò che fosse un'opportunità niente male per finalmente andare dentro, anche se solo per un attimo, con la scusa di voler servire quei dolci agli ospiti.

Neanche a farlo apposta arrivò Pimpa correndo, disperata.

-ABBIAMO FINITO LE PROVVISTE!-

Portarono insieme il vassoio all'interno e neanche il tempo di dire una parola che una mandria di bufali affamati accerchiò quel ben di dio.

-Sono marroni esattamente come i miei brownies, però quelli non li volete...- stava mormorando Felix, l'espressione cupa.

Hannie e Minho si imboccavano, Hyunjin ingozzava I.N mentre gli strizzava le guanciotte, Bangchan mangiava in chiamata con Hannah, sua sorella, dopo aver abbandonato Changbin come unica preda del signor Ovidio.

-Ooh quindi fai così?- chiese Ovidio, per poi emettere suoni che non si potevano avvicinare al rap di Changbin neanche correndo.

Beh miei cari lettori wattpadiani, questo capitolo potrebbe proseguire, potrebbe, ma qui abbiamo delle scadenze. Quindi la parte due ve la beccherete prossimamente, miao.



Oh cavolo, l'autrice mi ha influenzato..."MIAO"?! mah, fate come se non avessi detto niente.

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