ventuno

Prima di andare a letto andiamo in bagno per lavarci i denti, sperando di non prendere qualche malattia visto lo stato di igiene delle camere.
«Forse dovremmo usare una bottiglietta di acqua minerale per lavarci i denti».
«Daisy non scherzare, non è l'Hotel Transylvania, su».
Appena Aidan apre il rubinetto del lavandino, il getto mi colpisce la maglietta bagnandomi tutta.
Sul momento resto ferma immobile chiudendo gli occhi e proteggendomi con le mani, poi appena Aidan lo chiude mi lascio sfuggire una parolaccia.
Aidan mi guarda e subito dopo si mette a ridere dicendo «Ehi, miss Maglietta Bagnata».
«Molto divertente, hai un atteggiamento veramente molto maturo in questo momento» commento ironica.
«Scusa ma la tua faccia mi ha fatto morire» dice per poi continuare a ridere.
La sua risata è così contagiosa che dopo poco inizio anche io.
«Piccola se vuoi posso darti una mia maglietta per dormire» dice non appena torniamo in camera.
Io annuisco e poi mi avvicino alle valige riposte in un'angolo della stanza. «Qual è la tua?»
«Quella lì» dice indicandomi una valigia blu con i dettagli rossi.
La apro e tiro fuori una maglietta grigia.
«Va bene questa?» Domando facendogliela vedere.
«Si» dichiara guardandomi come incantato.
«Ho qualcosa che non va?» chiedo infilandomi in fretta la maglietta.
«No, stavo pensando» dice spostando lo sguardo sui miei occhi.
«A cosa?» chiedo avvicinandomi.
«A me e te. Non pensavo ti saresti mai messa con me» dice sorridendomi.
«Beh a quanto pare ti sbagliavi» dico sedendomi sul letto.
«Già».
Mi dà un bacio sulla fronte e si alza per andare in bagno. Mi tolgo i jeans e mi metto sotto le coperte.
Quando esce dal bagno è in boxer.
Sul momento mi tirò su la coperta fino agli occhi, per impedirgli di vedere il mio viso e per impedire a me stessa di continuare a guardarlo.
Lui ridacchia per poi venire a sdraiarsi vicino a me.
«Ora puoi abbassare la coperta» dice ridendo.
«Scusa, non...» dico arrossendo.
«Tranquilla» dice per poi sdraiarsi ed abbracciarmi.

«Non sono sicuro di voler andare al college» dice Aidan dopo qualche minuto di silenzio.
«Perché?» Chiedo tirandomi leggermente su per guardarlo in faccia. Ho sempre pensato che il college fosse un punto fermo per un qualsiasi studente, a maggior ragione per lui che pratica anche uno sport, così bene.
«Non lo so... il college costa molto e poi sarei lontano da casa, forse sarebbe meglio se trovassi un lavoro».
«La borsa di studio non copre tutti i costi?».
«Si ma può essere revocata già dopo il primo anno. Un infortunio, qualcuno più 'forte' che l'università riesce a reclutare e puf! Addio borsa. E poi non so se voglio ancora studiare».
«Però il football ti piace?».
«Molto».
«Forse dovresti almeno provarci».
«E se poi non ci riesco? Tutti i soldi che i miei hanno speso andranno nel cestino».
«Questo è vero ma credo che i tuoi preferiscano buttare dei soldi che vederti fare un lavoro che non ti piace».
«Lo so, ma mi sentirei un peso, già lo so».
Non sapendo come rispondere, mi avvicino a lui e gli lascio un bacio sulle labbra per poi appoggiare la mia testa sul suo petto e lasciar scorrere la mia mano sul suo petto come un massaggio.

Mi sveglio con il braccio di Aidan attorno al bacino.
Mi muovo con cautela fino a riuscire a guardarlo, appena il suo viso è davanti al mio gli lascio un bacio leggero sulle labbra. I suoi occhi fanno un lieve movimento per poi aprirsi.
«Buongiorno piccola» dice sorridendo.
«Buongiorno».
«Che ore sono?» chiede lui stiracchiandosi.
«Le sette e mezza» dico guardando il telefono.
«Abbiamo ancora mezz'ora» dice lui stringendomi a sé.
Le sue mani spingono i miei fianchi sopra di lui, mentre le mie corrono ad accarezzare il suo petto nudo. Le nostre labbra si toccano e i nostri respiri si fanno sempre più corti.
Mi stacco da lui per calmarmi, le mie emozioni viaggiano a tremila all'ora, il cuore batte impazzito nel petto. Mi alzo per andare in bagno, forse per scappare da quello che rischiamo di combinare, mentre lui appoggia la schiena alla spalliera e accende il telefono.
Appena torno sul suo viso appare un sorriso.
«Mi piace vederti addosso le mie magliette» dice guardandomi.
«E a me piace indossarle» rispondo arrossendo.
Dopo esserci cambiati, scendiamo a fare colazione, uno a distanza di due minuti dall'altra, per non destare troppi sospetti nei miei prof.

«Bene ragazzi, preparatevi perché oggi sarà una giornata molto impegnativa» dice l'insegnate poco prima di uscire.
«Vogliamo sapere i dettagli. Ci sa fare a letto?» sussurra Dolly mentre la prof continua a illustrarci la giornata.
«Ci siamo solo baciati» mormoro arrossendo.
«Tesoro non sai mentire, svuota il sacco» continua Dolly, sembra un agguerrito avvocato di una serie televisiva.
«Non abbiamo fatto sesso, te lo giuro» dico guardando l'insegnante.
«Però non vi siete solo baciati, giusto?» chiede Ev.
«Ci siamo coccolati, credo» dico arrossendo ancora di più.
«La nostra piccolina sta diventando grande» commenta Dolly facendo finta di asciugarsi le lacrime.
Io, Ev e Tina iniziamo a ridacchiare.

Verso le cinque, la giornata in giro per musei e monumenti è finita. Saliamo sul pullman per tornare a casa. Sono stanca morta e non sono l'unica. Dolly di fianco a me non insiste nemmeno nel farmi delle domande su Aidan, si è accorta della mia catatonia.
Nel piazzale della scuola, Aidan è lì ad aspettarmi.
«Ti accompagno a casa?» chiede Aidan prendendo la mia e la sua valigia, nel piazzale della scuola.
«Si, però prima avviso Ev, dovevo andare con lei» dico dandogli un bacio sulla guancia, corro da loro per accomiatarmi, «Ragazze io vado a casa con Aidan, ci vediamo domani?».
«Va bene, facciamo dopo pranzo» dice Ev mezza addormentata.
Mi allontano da loro e vado verso la macchina di Aidan. Partiamo e lui prende la strada più lunga per andare a casa mia e lungo il tragitto mi appoggia una mano sulla coscia, cosa che mi fa decisamente passare la stanchezza e la sonnolenza.
Quando arriviamo a casa, prende la mia valigia e me la porta fin su in camera.
Veniamo fermati sulle scale da mia madre, che sentendo dei rumori si è incuriosita.
«Bentornata Daisy, mi presenti il tuo amico?» domanda guardandolo intensamente.
«Lui è Aidan... ci stiamo frequentando» dico sussurrando, è così strano poter finalmente dire di star uscendo come un ragazzo.
«Piacere, Aidan».
«Il piacere è tutto mio» risponde sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori.
«Noi andiamo di sopra» dico in modo da toglierci da quelle situazione imbarazzate.
«Va bene, ma voglio la porta aperta» dichiara mia madre, il miglior sorriso è già stato rimpiazzato da uno sguardo piuttosto arcigno.

«Grazie per la valigia, ce l'avrei fatta anche da sola, e ti saresti risparmiato quel pittbul di mia madre» dico mettendo a posto alcuni vestiti sparsi per la camera.
«A mala pena ti reggi in piedi, ma ce l'avresti fatta a portare la valigia?» scherza lui.
Gli lancio un'occhiata per poi avvicinarmi a lui e abbracciarlo.
«Tutto bene?» chiede lui accarezzandomi i capelli.
Annuisco e sprofondo il mio viso nel suo petto.
«Puoi restare qui?» chiedo senza pensarci.
«Non credo che i tuoi siano d'accordo».
«Già, però puoi restare a cena» dico puntando i miei occhi nei suoi.
«Sicura?».
«Si» dico sorridendo.
«Va bene, avviso i miei» dice per poi prendere il telefono.
Io intanto scendo di sotto, per avvisare mia madre della cena.
«Mamma, Aidan può restare a cena?» chiedo guardandola negli occhi.
«Per questa volta va bene, ma gradirei essere avvisata se incontri qualcuno di nuovo, soprattutto se è un ragazzo».
«Okay».
«Quanti anni ha? Sembra più grande, lo sai che devi stare attenta con i ragazzi più grandi».
«Ha diciannove anni. E so badare a me stessa mamma».
«Lo so tesoro, ma certe volte sono un po' troppo precipitosi».
«Tranquilla so come cavarmela».
«Faccio il tacchino stasera».
«Okay. Grazie per farlo restare».
«Lo faccio solo per conoscerlo».
«Grazie lo stesso» dico sorridendole, per poi andare in camera e saltare al collo del mio ragazzo, sbaciucchiandolo.
«Per i miei va bene, ma una di queste sere ti vogliono a casa nostra» dice lui sorridendo, appena torno in camera.
«Va bene» dichiaro avvicinandomi a lui, scaccio il pensiero di dovermi presentare alla famiglia di lui, che mi mette troppa ansia.
La cena procede senza intoppi, per fortuna i miei genitori evitano gli argomenti imbarazzanti e non fanno domande scomode, anzi mio padre inizia subito a parlare di football con Aidan e i due continuano l'argomento fino al dolce, commentando alcune partite del weekend scorso, quelle delle due scuole e poi mio padre finisce a raccontare l'epopea dei suoi anni come giocatore alle superiori, ed io scopro di amare tantissimo Aidan perchè non si addormenta mentre mio padre gli racconta tutte le partite che ha giocato, dalla prima all'ultima.
Aidan resta a casa mia fin verso le nove, anche se io sono di poca compagnia, vista la stanchezza.

Al mattino, mi sveglio così tardi, che al posto di fare colazione, pranzo direttamente.
Mio padre mi guarda strano.
«Che c'è, papà?».
«Ma il tuo Aidan, lo hai visto giocare a football?»
«Si, due volte».
«Come ti è sembrato?».
«Non ne ho idea. Bravino?».
«Daisy, sul football sei proprio figlia di tua madre».
La mamma lo incenerisce con lo sguardo, io invece mi limito a fissarlo interrogativa.
Lui sospira rumorosamente, sposta indietro la sedia e si sistema la cravatta.
«Aidan è la miglior Safety del Vermont, è una stella del nostro football locale, bimba mia, è appena stato in visita alla Temple».
«Ah si, vero, me lo ha detto».
Vedo l'espressione di mio padre mutare da tranquilla a pensierosa.
«Tu sei andata in gita a Philadelphia e la Temple è proprio lì, strano che non vi siate visti» dice guardandomi come se fossi una indiziata in un omicidio.
Mi sento imbarazzatissima.
«Si, beh in realtà ci siamo visti, ma solo per qualche minuto prima di entrare in albergo» dico tutto d'un fiato. Mio padre finisce il pranzo con l'aria di uno che sente puzza di bruciato, ma non aggiunge altro.

Nel primo pomeriggio vado a casa di Ev, dove ci sono anche Dolly e Tina.
«Ciao ragazze» saluto.
«Ciao piccola esploratrice» mi saluta Dolly ammiccando.
«Eddai Dolly lasciala in pace» dice Ev ridacchiando.
«Dobbiamo fare un discorsetto» continua Dolly.
«No, non credo mi serva» taglio corto.
«Oh invece sì che ti serve» risponde Dolly.
Dopo il magnifico racconto di Dolly sul magico mondo del sesso, sono pronta per andare a vomitare. Specialmente dopo aver usato Ev come cavia mettendole in mano una banana e dicendole «Ev, fai finta un attimo di essere Aidan».
«Così la traumatizzi» dice Tina, poi si rivolge a me, «Stai tranquilla. Tu devi fare solo quello che ti senti e il resto viene da sé».
«Esatto, devi solo rilassarti e lasciare che le cose facciano il loro corso» dice Ev.
«Beh si puoi anche fare così, ma è meno divertente» dice Dolly, scocciata per essere stata interrotta nella sua lectio magistralis.
«D'accordo ragazze, ora cambiamo argomento» dico io, sempre più imbarazzata per essere continuamente al centro del discorso.
«Ricordati di depilarti» aggiunge Dolly.
«Va bene!» dico alzando gli occhi al cielo.

Verso le quattro passa a prendermi Aidan, passiamo il tempo in macchina ascoltando musica e baciandoci in uno spiazzo un po' appartato vicino al Dog River, veniamo interrotti solo quando ci accorgiamo che c'è uno scoiattolo un po' barcollante sul cofano della macchina, che ci guarda masticando una ghianda. Rimaniamo a fissarlo per un po', poi scoppiamo a ridere e lui se ne va, offeso. Prendo un grandissimo respiro e poi faccio la domanda che da tempo avrei dovuto fare.
«Aidan, posso chiederti una cosa?» domando, ricomponendomi.
«Si» risponde accarezzandomi una guancia.
«È una domanda personale, se non vuoi rispondere puoi non farlo» dico in ansia.
«Falla» dichiara lui sorridendo.
«Com'è stata la tua prima volta?» butto fuori tutto d'un fiato, ma vedendo il suo sguardo sorpreso, aggiungo «Non devi rispondere, te l'ho detto è una domanda stupida».
«Tranquilla, mi hai preso alla sprovvista... la mia prima volta, beh avevo sedici anni ed è stato abbastanza strano, visto che entrambi eravamo vergini, però non è andata malissimo» dice lui sorridendo.
«Okay» .
«Hai paura per come sarà?» chiede dolcemente.
«Un po'» sussurro guardandomi le mani.
«Non devi, andrà tutto bene. E comunque non dobbiamo farlo ora» dice baciandomi la fronte.
«Sicuro?».
«Certo piccola» dichiara stringendomi a sé.
Ora che so che per Aidan non è un problema aspettare, mi sento meglio, più leggera.

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