ventitre
Io, Aidan passiamo a prendere Ev e Jace per poi trascorrere un weekend assieme.
Abbiamo deciso di andare a fare una gita a Lake George e dormiremo in un albergo di cui Jace conosce i proprietari. Sperando che sia meglio di quello lugubre della gita.
Per arrivarci dovremo metterci circa due ore di macchina, ed Ev ha deciso di coinvolgerci tutti in alcuni giochi, come cercare le macchine gialle, oppure dire il nome di un attore e associarlo ad un film.
Dopo aver fatto qualche gioco, io e Aidan decidiamo di isolarci e ascoltare della musica, mentre la coppietta sui sedili posteriori continua.
Lungo il tragitto, Aidan mi lancia qualche occhiata, per assicurarsi che mi senta bene e ogni volta che lo fa un sorriso spontaneo appare sulle mie labbra. La prima volta che l'ho visto, incappucciato e con una mazza in mano, non avrei mai pensato fosse così dolce e premuroso e invece ora mi devo ricredere.
Appena arriviamo in albergo andiamo a depositare le valigie nelle nostre stanze e poi ci ritroviamo all'ingresso.
«Allora andiamo subito al lago o volete prima visitare la città?» chiede Jace.
«Io terrei il lago per domani, visto che dovrebbe esserci il sole» dichiara Ev.
«Sono d'accordo» dico io e Aidan annuisce.
Lake George non è molto grande, facciamo piuttosto in fretta, così decidiamo di fare un salto a Glens Falls. Ci sono un sacco di edifici storici, e camminiamo su e giù per il centro.
Poi ci dirigiamo verso una caffetteria che ha un'aspetto molto rustico.
«Benvenuti da Balt, cosa posso servirvi?» chiede il cameriere non appena ci sediamo.
«La bevanda più buona di tutto il menù?»chiede Ev.
«Sicuramente il caffè macchiato con infuso di acero» risponde prontamente il cameriere.
«Aggiudicato» dice Ev.
«Per voi ragazzi?»
«Per me la stessa cosa» dichiara Jace.
«Per me invece un caffellatte aromatizzato al caramello salato» dico leggendolo dal menù.
«Per me un caffè nero con una spruzzata di cannella» dice Aidan.
«Non sapevo ti piacesse il caffè nero» sussurro ad Aidan.
«Sono tante le cose che ancora non sai di me» dice lasciandomi un bacio sul naso.
«Non vedo l'ora di scoprirle» dico sorridendo.
Assaggiando le bibite rimaniamo tutti piacevolmente sorpresi dai gusti.
«Questo è squisito» dice Ev.
«Già« aggiunge Jace.
«Anche il mio non è niente male» dico togliendo la schiuma.
«Daisy fammi assaggiare» dice Ev passandomi il suo.
«Wow è veramente buono» diciamo insieme per poi scoppiare a ridere.
Finita la colazione, di metà mattina, continuiamo a gironzolare per il centro. Per prima cosa andiamo a vedere il mercato, che fanno tutti i weekend per attirare turisti.
Io ed Ev ci perdiamo a guardare un'anziana signora, che fa braccialetti con pietre e spago colorato, tanto che i ragazzi, per farci schiodare, ce ne comprano uno a testa.
Il mio ha delle pietre dalle sfumature viola, mentre quello di Ev ha delle sfaccettature verdi.
Mentre Jace e Ev vanno a visitare un museo di arte moderna, Aidan si offre di accompagnarmi alla Crandal Library, una biblioteca che ha ormai più di un secolo di vita.
«Sei sicuro di volermi accompagnare?» chiedo.
«Si, ma se me lo chiedi un'altra volta ti abbandono qua» dice ridacchiando.
«Voglio solo essere sicura» affermo poco prima di entrare.
Andiamo subito al secondo piano, dove ci sono i libri antichi e quelli donati.
Adoro vedere libri dove ci sono frasi sottolineate o appunti sui bordi.
Resto incantata da una copia di Orgoglio e Pregiudizio, ha la copertina ricamata, le pagine sono leggermente ingiallite ma resta comunque stupendo.
All'inizio del libro c'è una dedica:
Per la mia amata Joyce, spero questo libro possa ricordarti la nostra adolescenza.
-Austin
«Guarda che dolce» dico porgendo il libro ad Aidan.
«Vero» annuisce lui
«Chissà se lei ha mai ricevuto questo libro» dico sfogliando le pagine.
Prima che Aidan possa dire qualcosa il mio telefono inizia a squillare.
«Ciao... okay... dove ci troviamo?...okay, a tra poco» dico concludendo la telefonata.
«Era Ev, ci stanno aspettando davanti al municipio».
«Okay» risponde lui, mentre io rimetto a posto il libro.
«Non lo prendi?» chiede sorpreso.
«No, magari Joyce lo sta cercando, non posso portarlo via» dico scendendo le scale.
«Sei un'inguaribile romantica» mormora per poi avvolgerli le spalle con un braccio.
Appena incontriamo Jace e Ev davanti al piccolo municipio dal gusto francese, racconto la nostra piccola avventura e poi andiamo in albergo. Dopo aver cenato saliamo e andiamo in camera.
«Posso prendere una tua maglia?» chiedo ad Aidan prima di andare in bagno.
Lui annuisce e mi passa una maglietta dalla sua valigia.
Appena esco dal bagno, entra lui, così nell'attesa chiamo Oliv per aggiornarla.
«Hey, come sta andando?» chiede subito mia sorella.
«Bene stiamo visitando un sacco di cose».
«E con Aidan?».
Anche dal telefono riesco a percepire il suo tono malizioso.
"E con la scuola?» domando con lo stesso tono.
«Tutto bene, l'altro giorno ho consegnato un meraviglioso bozzetto di cui l'insegnante si è innamorata».
«Wow, sono super orgogliosa di te».
«Grazie».
Parliamo ancora qualche minuto del più e del meno fino a quando Aidan esce dal bagno.
Anche questa volta è solamente in boxer, ma l'istinto di nascondermi non c'è più.
«Facciamo passi avanti» dice sdraiandosi di fianco a me.
«Già» mormoro baciandolo.
«Ti amo» dice guardandomi negli occhi.
«Ti amo» rispondo non riuscendo a smettere di sorridere.
Iniziamo a baciarci come se fosse il nostro modo di respirare. Le sue mani vanno sui miei fianchi, mentre le mie passano dalle sue spalle ai suoi capelli.
Questa volta sono io che emetto un mugolio quando la sua bocca si sposta dalle mie labbra al mio collo. Sorrido e sento che anche lui sorride sul mio collo, lo sento dal suo respiro.
Continuiamo a stuzzicarci finché Aidan si stacca da me e si mette seduto.
«Tutto bene?» chiedo preoccupata.
«Si, ma se andiamo avanti non credo di riuscire a trattenermi» dice guardandomi negli occhi e continuando ad accarezzarmi dolcemente l'avambraccio.
«Oh» sussurro diventando rossa
Lui sorride.
«Vieni qui» dichiara per poi attirarmi a sé. Ad interrompere il nostro momento sono le urla di Ev dall'altra stanza.
«Non è quello che penso, vero?» chiedo tirandomi su da Aidan.
«Mi sa di sì» risponde ridendo.
«Oh mio dio» esclamo tappandomi le orecchie. Lui ride ancora più forte per poi urlare «Jace datti una calmata, non è una rampa da skateboard!».
Entrambi ci mettiamo a ridere visto che le urla si placano.
Jace e Aidan sono entrati molto in confidenza dopo il loro primo incontro, entrambi adorano lo sport e tifano le stesse squadre e questo equivale ad essere migliori amici per i maschi.
Vengo svegliata da molteplici baci, sul viso e sul collo.
«Buongiorno piccola» dice Aidan con voce roca.
«Buongiorno» mugugno sorridendo.
Restiamo ancora qualche minuto nel letto a coccolarci prima di scendere. Appena ci sediamo al tavolo, non mi trattengo.
«Ev, ti vedo stanca».
«Ah ah ah» risponde lei facendomi il dito medio.
Finita la colazione andiamo al lago. Per arrivarci dobbiamo camminare un po', così lungo il tragitto, Ev mette un po' di musica dal suo telefono.
Ad accoglierci c'è un enorme lago blu con delle sfumature azzurre. I battelli al molo sembrano fermi lì da cento anni.
«Venite, andiamo a sederci là« dice Jace indicandoci un posto al sole.
Stendiamo due coperte e poi ci sediamo e iniziamo a giocare a carte. Come pranzo, mangiamo dei panini che ci siamo fatti fare dal cuoco dell'albergo.
«Sono deliziosi» dice Ev pulendosi la bocca dalla salsa, ed io confermo entusiasta.
Finito il nostro pranzo, decidiamo di fare un giro attorno al lago e riusciamo a vedere anche alcuni pescatori che prendono dei pesci, poi riprendiamo a goderci un timido sole e la pace delle rive.
Mentre torniamo a casa l'atmosfera è triste. Nessuno di noi vorrebbe lasciar finire questa piccola vacanza, ma siamo tutti molto felici di essere stati insieme.
Per ora non so quello che mi riserverà il futuro, ma so che Aidan ne farà parte, in un modo o nell'altro.
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