ventidue
Dopo la mattinata trascorsa a scuola, che per fortuna è stata abbastanza breve, vista l'assenza di alcuni insegnanti, decido di concedermi un pomeriggio di totale relax, anche perché i miei amici sono impegnati e Aidan ha gli allenamenti.
Come prima cosa mi faccio una maschera per il viso all'argilla, poi metto su un po' di acqua e mi preparo un tè, da sorseggiare mentre guardo un episodio di una serie appena uscita.
Pochi minuti prima della fine del secondo episodio sento il mio telefono vibrare.
Aidan: Hey, ti va di vederci?
Io: Mi piacerebbe, ma non sei stanco per l'allenamento?
Aidan: Non è stato molto faticoso, passo tra mezz'ora va bene?
Io: Perfetto
Subito corro in bagno a togliermi la maschera e mi dirigo in camera, dove mi tolgo la tuta e la sostituisco con un paio di jeans e un maglioncino rosso.
«Ciao» dico entrando in macchina.
«Hey».
«Sicuro di non essere stanco?» chiedo per paura di averlo forzato ad uscire.
«Mi sembra di essere stato chiaro, e poi sono io che ti ho chiesto di uscire» dichiara uscendo dal parcheggio.
«Lo so ma magari...» non faccio in tempo a finire la frase che «Daisy sono felice di uscire con te, okay?» dice guardandomi.
«Okay» mormoro abbassando lo sguardo.
«Ti va bene se facciamo un salto ad una festa?».
«Alle cinque del pomeriggio?» chiedo confusa.
«Già, un mio amico stasera parte e si trasferisce in Oklahoma, in mezzo al granoturco».
«Cavoli».
«Già».
«Sei sicuro che non ti do fastidio?» chiedo mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Non ti avrei invitata se no» dichiara facendomi un sorriso.
«Eh al tuo amico sta bene? Che venga anche io?».
«Me l'ha detto lui di portarti».
«Gli hai parlato di me?» chiedo emozionata.
«Forse un po', ti dà fastidio?» Domanda girando la sua testa verso di me.
«No, anzi mi fa piacere» dico sorridendo.
Ci fermiamo davanti ad una villetta con l'intonaco leggermente scrostato.
Mi sembra di sentire mia zia, che dice che questo non è un posto dove una signorina come me dovrebbe stare e che se il ragazzo che mi piace conosce gente qui farei meglio a scappare a gambe levate. E' tutto un po' particolare, non mi sarei aspettata una casa del genere per uno studente della altolocata Montgomery.
Ma per fortuna io non sono mia zia.
«Questo era il quartiere dove abitavo da piccolo» dice Aidan mentre ci avviciniamo alla porta.
Questa piccola confidenza mi fa molto piacere visto che non mi parla mai della sua infanzia o della sua famiglia.
«Sembra accogliente» dico sorridendo.
Suona al campanello e ad aprirci viene un ragazzo dalla pelle color caffellatte, che avrà circa l'età di Aidan.
«Hey amico ce l'hai fatta» esclama abbracciandolo.
«Tu devi essere Daisy, sappi che non fa altro che parlarmi di te il ragazzo» dice sorridendomi.
«Non dargli ascolto dice un sacco di cazzate» protesta Aidan, ridendo.
«Io sono Adam» dice il ragazzo porgendomi una mano.
«Daisy, anche se già lo sai» rispondo sorridendo.
«Forza entrate» ci esorta, dirigendosi verso un lungo corridoio.
Ci ritroviamo in una grande salotto con una quindicina di persone, alcune sono sedute sul grande divano color verde petrolio, mentre altre sono accampate sul tavolino davanti ad esso o su delle sedie. La stanza non è molto ampia, forse per via delle molte persone, ma è confortevole e riesce a mettermi a mio agio, anche grazie alle varie foto di famiglia e alcuni dettagli che ci sono anche nella mia casa, come alcuni quadri e soprammobili.
Tutti salutano Aidan e poi si presentano a me. Aidan mi fa sedere tra lui e Adam su un divano.
«Allora Daisy devo farti una domanda» dice Adam guardandomi serio.
«Falla pure» rispondo leggermente in ansia.
«Preferisci i peperoni gialli o quelli rossi?».
Lo guardo sconcertata.
«Rispondigli o non ti lascerà più in pace» mi sussurra Aidan ridacchiando.
«Rossi (?)».
«Aidan approvo la tua ragazza. Ma che problemi hanno quelli che li preferiscono gialli?».
«Vuoi dire che io sono problematica?» dice una ragazza sedendosi sulle sue gambe.
«Certo che no tesoro, sai che non lo direi mai» cinguetta Adam, cambiando repentinamente tono.
«Mhm» mormora guardandolo con sufficienza, poi si rivolge a me «Ciao, io sono Aisha e sfortunatamente sono la fidanzata di questo imbecille qua».
«Daisy» dico sorridendo.
«Allora Daisy vai alla Montgomery come il nostro Aidan?».
«Oh no, la retta è troppo alta» provo a scherzare.
«Si vede che non ci vai, non hai la puzza sotto il naso come loro» ridacchia lei.
«Grazie» dico non sapendo se prenderlo come un complimento.
«Oh di nulla, baby».
«Aidan hai poi trovato una soluzione a quel problema?» domanda Adam, con uno sguardo vagamente preoccupato.
«Non ancora».
«Quale problema?» chiedo guardando Aidan.
«Nulla di importante» risponde passandosi una mano tra i capelli.
«Il suo 'amichetto', Jason, l'ha minacciato di non pagargli più la retta» mormora Adam.
«Ma è terribile! Perché non me l'hai detto Aidan?» chiedo sconvolta. So che quella scuola è importante per lui. Privarlo di quella opportunità è una crudeltà.
«Non volevo ti preoccupassi, tanto una soluzione la troverò».
«Hai già pensato a qualcosa?» chiedo guardandolo attentamente.
«No, non ancora».
«Ti ricordi quando da piccoli abbiamo messo su un lavaggio auto?» chiede Adam.
«Si, ma sono venute soltanto due macchine, una era tua madre è l'altro era il padre di Aisha» commenta con il sorriso sulle labbra.
«Beh ma ora siamo più grandi e potremmo farlo funzionare meglio».
«Vero, e poi per aiutarti potrei anche mettermi in tiro per attirare più clienti» dichiara la Aisha.
«Non se ne parla neanche» irrompe subito Adam.
«Che c'è, sei geloso?» chiede la ragazza con uno sguardo di sfida.
«Si e lo sai».
«Già, ma nessuno mi impedirà di mettermi il top nero con le borchie, anche perché tu non sarai qui. Autolavaggio Hot!».
Ad interrompere il piccolo battibecco tra la coppietta ci pensa Aidan.
«Grazie ragazzi, ma non credo riusciremo a tirare su la somma necessaria, e poi a Jason piace tanto parlare, ma per ora non mi è arrivata nessuna comunicazione quindi non è ancora il momento per pensare al peggio. In fondo è suo padre che mi aiuta economicamente, non lui».
«Se lo dici tu. Ma se hai bisogno lo sai che noi ci siamo» dice Adam guardandolo negli occhi.
«Si, lo so».
I due continuano a guardarsi con uno sguardo così intenso e carico di significato che mi sembra quasi di star assistendo ad una conversazione privata, che però viene interrotta da un ragazzo che urla il nome di Adam.
«Io vado un secondo di là a vedere cosa stanno combinando, mi raccomando fate come se foste a casa vostra» dice il ragazzo per poi prendere per mano Aisha e portarla con sé.
«Lei e Adam stanno insieme da tre anni» mi comunica Aidan.
«È un sacco di tempo».
«Si conoscono fin da quando erano bambini, solo che Adam ci ha messo un po' a capire che quello che provava non era una semplice amicizia» dice lui guardandoli.
«Sembra una di quelle storie che si vedono nei film».
Lui sorride e poi si alza «Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?».
«Si, ma niente di alcolico» dico arrossendo leggermente.
Non è che non bevo mai, ma non amo ubriacarmi, soprattutto prima delle nove di sera.
Lui sorride e poi si allontana, torna con qualcosa di rosso, ed è veramente analcolico.
Ho sempre avuto una grandissima difficoltà a relazionarmi con gli sconosciuti, odiavo le feste a cui non potevo andare con qualche amica spaiata. Ho persino evitato due balli scolastici per lo stesso motivo.
Ma qui, di fianco ad Aidan, mi sento serena. Si, ok, non sono proprio l'anima della festa, ma per lo meno non faccio la carta da parati, e la sensazione non è per nulla brutta. Sono due ore veramente piacevoli.
«Ti va se andiamo a mangiare qualcosa?» mi chiede non appena usciamo dalla casa.
«Te lo stavo per chiedere» rispondo sorridendo.
«So che danno un film al Drive In, potremo prendere qualcosa da mangiare e poi andare lì» propone lui.
«Mi sembra un'ottima idea».
Ci fermiamo in un fast food e prendiamo degli hamburger, delle alette di pollo e infine delle patatine, oltre a due bibite. Quando arriviamo al Drive In, la maggior parte dei posti sono occupati. Passiamo i successivi dieci minuti a cercare un posto decente per guardare il film, poi Aidan tira fuori da baule una coperta da stendere in mezzo ai due sedili, così quando finiamo di mangiare possiamo sdraiarci vicini.
Il film che guardiamo è un film drammatico, e nonostante cerchi di trattenere le lacrime verso metà film non ce la faccio più e scoppio a piangere.
«Hey è tutto okay» dice Aidan facendomi passare un braccio intorno alle spalle e attirandosi a sé.
«Odio piangere davanti alle persone» dico singhiozzando.
«Tranquilla» sussurra dandomi un bacio tra i capelli.
Quando i miei singhiozzi si calmano Aidan cerca di guardarmi in faccia, ma io glielo impedisco rifugiandomi ancora di più nel suo abbraccio.
Restiamo così per vari minuti, con lui che mi accarezza i capelli e io che respiro il suo profumo.
«Daisy» dice lui con voce roca.
«Ancora dieci minuti» mugugno io.
«Va bene» mormora per poi passarmi un fazzoletto.
Mi asciugo le lacrime e quando mi sento pronta cerco di tirarmi su facendo leva sul suo torace.
Il mio viso è davanti al suo e i suoi occhi sono proiettati sui miei.
Lui sorride mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Scusa» sussurro.
«Sei bellissima» dice per poi far scendere il suo sguardo dai miei occhi alle mie labbra.
Io faccio lo stesso.
La mano che prima era tra i miei capelli si sposta sulla mia guancia per poi accarezzarla dolcemente. A quel tocco il mio cuore si scioglie, in questo momento farei qualsiasi cosa, se solo me lo chiedesse.
Sposto il mio sguardo ai suoi occhi per capire cosa dovrei fare in questo momento.
Senza aspettare ancora mi attira dolcemente a sé e inizia a baciarmi in modo lento e delicato.
Infine la sua lingua picchietta sulle mie labbra, vorrebbe passare, e io non mi oppongo, schiudo la bocca ed è una sensazione bellissima. Mentre ci baciamo le mie mani scivolano sul suo petto e lungo la sua mandibola, mentre le sue tengono il mio viso il più possibile vicino al suo.
Ci stacchiamo con i respiri affannati.
Entrambi sorridiamo come due idioti.
Non faccio neanche in tempo a dire qualcosa che le mie labbra sono di nuovo premute sulle sue, le lingue si rincorrono tra di noi.
Il resto del film lo passiamo a baciarci e ridacchiare.
Venerdì sera vengo invitata a cena, a casa di Aidan. E come buona tradizione, subito dopo scuola, Dolly e Ev vengono a casa mia, per aiutarmi con l'outfit e il trucco.
«No quello no, Dolly, devo andare a cena dai suoi genitori, non in discoteca» dico indicando il top paiettato che Dolly mi propone.
«Questo è perfetto» dice Ev passandomi una camicetta nera.
«È stupenda» esclama Dolly, «se devi andare al funerale di tuo zio».
La guardiamo stortissimo, così lei sorride rimediando alla battutaccia.
«Dai, non si può nemmeno scherzare! Va benissimo per questa serata».
Dopo essermi cambiata, Dolly inizia a truccarmi gli occhi, mentre Ev mi fa le unghie.
«Non starete esagerando?» chiedo io.
«Questo è il minimo» dice Dolly.
«Tranquilla Daisy» aggiunge Ev con un sorriso dolce.
Verso le sei e mezza passa a prendermi Aidan.
«Ciao» dico entrando in macchina.
«Sei bellissima» mi conferma, soffermando il suo sguardo sul mio viso.
«Grazie, anche tu non sei niente male» rispondo arrossendo.
«Sai, mi sono messo le prime cose che ho trovato» ridacchia.
Percorriamo un tratto di strada verso la periferia della città. Ci fermiamo davanti ad un'enorme villa bianca.
«Questa è casa tua?» chiedo stupita.
«Si» dice per poi avviarsi verso la porta.
Appena entriamo, gli unici rumori che si sentono sono degli spari di una pistola.
«Mio fratello più piccolo» dice lui.
Lo guardo confusa.
Suo fratello più piccolo gioca con un'arma da fuoco?
«Adora i videogame di guerra» mi spiega lui.
«Okay. Me lo fai conoscere?» chiedo sorridendo.
Lui annuisce e mi porta dove provengono i rumori, poi si annuncia schiarendosi rumorosamente la voce..
«Fratellino, ti devo presentare una persona» dice Aidan avvicinandosi a lui.
Il bambino si gira. Appena mi vede gli compare un sorriso sul viso.
«Sei la ragazza del pupazzo?» chiede lui, con uno sguardo che mi fa sciogliere.
«Si, tu sei Dante, giusto?».
«Si, e tu sei Daisy, la ragazza del mio fratellone» dice lui guardandoci.
«Si» dico ridacchiando.
«Vuoi giocare?» mi supplica Dante.
«Va bene, ma non sono molto brava» dico sedendomi sul divano.
«Aidan aiutala tu. Lui è bravo, non quanto me, ma se la cava» dice il bambino guardando prima lui e poi me. Io e Aidan ci guardiamo, poi lui mi fa segno di alzarmi e dopo essersi seduto al mio posto, mi fa accomodare sulle sue gambe.
«Sei comoda?» sussurra lui al mio orecchio.
Gli rispondo annuendo, visto che ho momentaneamente perso l'uso della parola.
«Si ma niente cose mielose, ok?» ordina Dante, con la faccia schifata.
«Piccolo ora io e Daisy andiamo di sopra, okay?» dice Aidan dopo aver giocato tre partite.
«Va bene, ci vediamo dopo» dice il bambino salutandoci. Saliamo una rampa di scale e poi ci dirigiamo verso quella che immagino sia la sua stanza.
Entro prima io e vado a sedermi sul letto.
«Devo dirti una cosa. Niente di grave. Solo voglio dirtelo prima che ti faccia strane idee» dice guardandomi. Traspare ansia dal suo tono
Annuisco e lui si siede di fianco a me.
«Ti ricordi quando ti ho detto che abitavo in un altro quartiere da piccolo?».
«Si».
«Ecco ho vissuto lì, fino a quando non ho compiuto otto anni» dice lui guardando un punto fisso sul muro.
«Dopo cos'è successo?» chiedo dolcemente.
«I miei hanno avuto un incidente d'auto. E non c'è l'hanno fatta» dice con gli occhi lucidi.
«Mi dispiace tanto» dico abbracciandolo.
Lui mi stringe a sé e tira su col naso. Gli vedo gli occhi lucidi.
«Mi ero ripromesso di non piangere» dice staccandosi da me per asciugarsi le lacrime.
«Hey, non fa niente» dico prendendogli il viso tra le mani.
Lui mi sorride, per poi affondare il suo viso nel mio collo.
«Sono stato fortunato. La famiglia che ci ha accolto ha deciso di adottare tutti e tre, nonostante nonostante all'inizio cercasse soltanto un bambino» dice lui guardandomi dolcemente.
«Sembrano delle persone fantastiche» dico sistemandogli i capelli.
«Lo sono» annuisce lui.
Restiamo sul letto a coccolarci, finché non sentiamo la voce di una donna annunciare di essere a casa.
«È Caren, mia madre» dice lui sorridendo.
«Andiamo giù?» suggerisco io.
Lui annuisce.
«Ciao tesoro. Tu devi essere Daisy» dice sorridendomi.
Ha dei morbidi boccoli castani che le ricadono sulle spalle, un cappotto color cammello e dei bellissimi stivaletti neri. Il viso ha dei lineamenti dolci e affettuosi, nonostante non sia la sua vera madre, rivedo la stessa gentilezza di Aidan nel suo sorriso. I suoi occhi sembrano riempirsi di gioia quando guarda il figlio, si vede che è una persona dal cuore d'oro.
«Si, è un piacere conoscerla» dico ricambiando il sorriso.
«Aidan mi ha parlato molto di te, sembri una ragazza fantastica»
«Grazie» dico arrossendo.
«Ora vado a preparare la cena, voi continuate a fare quello che stavate facendo» dice lei dirigendosi verso la cucina.
«Sembra molto dolce» dico ad Aiden.
«Lo è « afferma, per poi andarsi a sedere vicino a Dante.
«Mason non c'è stasera?» chiedo sussurrando.
«Si, ma arriva sempre tardi a casa».
«Okay».
Dante e Aidan si mettono a giocare ai videogame, così decido di vedere se posso essere utile in cucina.
«Ti serve una mano?» chiedo timidamente.
«Se vuoi puoi tagliare i pomodorini, sono nel lavello» dice lei sorridendomi.
«Come va con la scuola?» chiede lei con gentilezza.
«Tutto bene, questo periodo è stato abbastanza leggero».
«Ne sono felice» dopo un momento di silenzio lei aggiunge «Aidan mi ha detto che hai conosciuto Adam».
«Si è molto simpatico».
«E ti ha detto che lui abitava lì prima, giusto?».
Credo di iniziare a capire dove vuole andare a parare.
«Si, mi ha anche parlato del suo passato» dico accennando un sorriso.
«Quindi sai che non... sono sua madre... naturale?»
«Si» dico timidamente.
«Sai, sei la prima persona a cui lo dice oltre a Jason» mormora sorridendo.
«Veramente?» chiedo stupida.
«Si. Devi essere molto importante per lui» dice girando la carne sulla piastra.
Appena ci mettiamo a tavola, arriva Mason, il fratello più grande di Aidan.
«Ciao» saluta sedendosi a tavola.
«Allora fratellino, come hai fatto a trovarti una ragazza così carina?» chiede facendomi l'occhiolino.
«Non farci caso è sempre così» dice Caren.
La cena prosegue tra battute e domande scomode di Mason, a cui risponde, per la maggior parte, Aidan. Finita la cena mi offro di aiutare a sparecchiare.
«In questa casa abbiamo delle regole, io apparecchio e cucino, mentre loro specchiano e fanno la lavastoviglie» afferma Caren facendomi l'occhiolino.
«Vieni andiamo a sederci sul divano» aggiunge lei.
Guardo Aidan, che mi sorride e mi dice di andare.
«Sai, quando ho visto Aidan per la prima volta me ne sono innamorata, i suoi grandi occhi chiari, quel viso così dolce, sapevo che era lui che volevo adottare» dice Caren sorridendo.
«E i suoi fratelli quando li hai conosciuti?» chiedo curiosa.
«Qualche giorno dopo aver chiesto di adottare Aidan, mi hanno detto che lui non si sarebbe mosso senza i suoi fratelli. Così io e mio marito siamo andati a conoscerli e ci siamo innamorati anche di loro. Mason non la smetteva di farci domande, mentre il piccolo Dante non voleva staccarsi da Aidan» dice con gli occhi lucidi.
«Siete un famiglia bellissima» affermi sorridendo.
«Grazie tesoro. Sono felice che Aidan abbia trovato una persona come te. Posso abbracciarti?» chiede dopo un po' di esitazione.
Io annuisco e lei annulla la distanza tra di noi.
«Daisy vuoi andare... oh scusate» dice Aidan appena ci vede.
«Tranquillo, puoi prenderla tu Aidan» dice sua madre asciugandosi le lacrime.
«Sicura di stare bene, mamma?».
«Si tesoro, andate pure» dice facendoci segno di allontanarci. Così saliamo le scale e ci rifugiamo nella sua stanza.
È una camera molto semplice, ha un letto matrimoniale al centro, un armadio bianco e una graziosa scrivania vicino alla finestra, su cui è appoggiata una bellissima scacchierina in legno. Le pareti sono decorate con alcune fotografie e alcuni ripiani su cui sono posizionate delle coppe e alcune medaglie.
«Di cosa stavate parlando?» chiede Aidan appena arriviamo in camera.
«Di come ha conosciuto te e i tuoi fratelli. Spero non ti dia fastidio» dico sedendomi sul letto.
«Non mi da fastidio, tranquilla» dice sorridendo.
«Allora come ti è sembrata la mia famiglia?» chiede sdraiandosi sul letto.
«Sono tutti molto simpatici. Credo di piacere molto a tua madre» dico accocolandomi sul suo petto.
«Già, lo credo anche io» dice lui passandomi una mano tra i capelli.
Verso le dieci mi porta a casa, ma solo dopo avermi dato il bacio della buonanotte, mi lascia andare.
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