Niente

Ma
che cosa ne vuoi sapere,
tu,
nella tua supponenza
- quella di
chi
tanto ha vissuto,
tanto ha visto,
tanto ha imparato -,
di quello che provo
io.

Tu che ti ergi,
con la tua presunzione,
a giudice di ogni cosa.

Che cosa ne vuoi
sapere
di chi sono.
Di quello che
ho vissuto,
visto,
imparato.

Di quello
che ho sofferto,
- di quanto ho sofferto.
Tanto.
Troppo da raccontare.

Di ciò che bramo,
di quanto
- e come -
amo.
Di ciò che mi fa
rabbrividire,
e sussultare.

Di quello che
la notte non mi fa dormire.
E mi risveglia,
un pugno d'ansia,
un macigno sul cuore.
E mi blocca il respiro.
E bussa,
una, due, tre volte.
Non aspetta risposta.
Esce.
Esplode,
in
un mugolio
(impeto)
di
parole
svuotate.

Che cosa ne vuoi sapere?

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