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Il mattino seguente Jungkook si svegliò all'alba e, non riuscendo più a prender sonno per i troppi pensieri, decise di recarsi nella loro sala ballo per rimettere in ordine i pensieri e sfogarsi un po'. Era combattuto tra il rivolgersi nuovamente a Jimin, oppure lasciare quella storia una volta per tutte al passato al quale apparteneva.

Facendo attenzione a non far rumore, il maknae si alzò dal letto che condivideva col suo hyung e, raccogliendo giusto una felpa, si avviò verso la palestra la quale era poco distante dal dormitorio.

Quando varcò la soglia del luogo, sentì un suono ovattato provenire dalla loro sala prove, così decise di accostarsi al vetro della porta e sbirciare al suo interno: Jimin stava ballando con una passione ed un'emozione tale da far venire i brividi al suo spettatore segreto.

{Avevo condiviso un video ma non è più disponibile, così l'ho eliminato}

Si muoveva con agilità, grinta e... tristezza. Non la si poteva solo notare, ma percepire sulla pelle.

Jungkook rimase paralizzato e allo stesso tempo incantato dalle movenze ricche di pathos del suo amico, e a tratti riusciva ad entrare nella sua sofferenza e capirne il reale significato di quella parola : si sentì per un attimo colpevole e vittima allo stesso momento.

Quando la musica cessò di colpo gli occhi di Jimin si alzarono verso il vetro della porta e intravidero quelli di Jungkook, che prontamente si ritrasse per nascondersi ma invano, infatti il rosa confetto aprì la porta e, senza nemmeno guardarlo, lo invitò ad entrare.

«Che fai, prima guardi e poi ti nascondi?» disse ritornando al centro della sala mentre si guardava nel grande specchio a muro.

Jungkook, mezzo titubante, lo seguì chiudendosi la porta alle spalle e si mise di fianco a lui, facendo incontrare i suoi occhi con quelli del suo amico stesso nel loro riflesso allo specchio.

«Che ci fai qui?» chiese il maknae serio, cercando di nascondere la malinconia che ancora stava provando per quella coreografia.

«Per lo stesso motivo tuo, suppongo» rispose l'altro senza espressione sul viso.

«Tu dici?» si voltò Jungkook scorgendo il profilo sudato dell'amico.

«Sì... Taehyung, giusto?» si girò anch'egli verso l'altro e gli sorrise rassegnato «L'insonnia è causa del suo operato» poi andò a sedersi vicino il muro e diede un sorso alla bottiglietta d'acqua che era sul pavimento.

Jungkook a quel punto non si fece più scrupoli, se lo aveva incontrato alle sei del mattino in sala da ballo non poteva che essere destino, così decise di farsi coraggio ed affrontare fino in fondo la verità.

«Mi dispiace per essermela presa con te, Kook» disse ad un tratto Jimin spiazzando completamente il più piccolo «Ero accecato dalla rabbia e dalla gelosia, non vorrei mai essere la causa della vostra rottura... sono stato davvero immaturo» sorrise dimostrando tutta la sua sincera amicizia e il suo dispiacere in merito.

Jungkook lo raggiunse sul pavimento ed incrociò le proprie gambe mettendosi di fronte a lui «Scusami tu Jimin, io non sapevo della vostra storia e sono stato davvero uno stronzo» abbassò lo sguardo verso il pavimento «Sentivo che Taehyung mi stava nascondendo qualcosa e così ho agito d'impulso, ma non potevo nemmeno immaginare che ci fossero dei sentimenti in gioco... » si prese la testa tra le mani ed iniziò a torturarsi i capelli tra le dita.

«Io voglio che Taehyung sia felice, e se lo è con te allora lo accetterò» disse Jimin cercando di risollevare il morale dell'altro.

Ad un tratto Jungkook si lasciò cadere una lacrima che non passò inosservato agli occhi del rosa confetto il quale si avvicinò per stringerlo forte a sé.

«Cosa c'è che non va?» gli sussurrò all'orecchio mentre lo consolava sul suo petto.

Il piccolo, ritraendosi da quelle braccia così rassicuranti in quel momento, prese un respiro profondo «Jimin, ti prego dimmi la verità... ho la sensazione che Taehyung ancora non mi abbia detto tutto» disse con occhi lucidi per poi mordersi il labbro inferiore.

Jimin si rimise al suo posto e sospirò come se sapesse che un giorno o l'altro quel momento sarebbe arrivato.

«Cosa ti ha detto Kook?»

«Che tu provi dei sentimenti per lui dai tempi del liceo, e da quando siamo nel gruppo voi avete iniziato a soddisfarvi a vicenda... poi lui l'ha chiusa perché non ti ricambiava» lo guardò con compassione.

«Aish, Kook... non aver pena di me: tu avrai sicuramente conquistato il cuore di Taehyung, ma in realtà non ti ha detto proprio un cazzo di quello che è successo!»

A quella frase il cuore di Jungkook sobbalzò e la gola deglutì a fatica quel poco di saliva che aveva «Di-dimmi la verità, ti prego, io sto impazzendo» il tono del maknae era sempre più disperato.

«Io e Taehyung parlavamo spesso di ragazze, di come sarebbe bello poterne avere una, - ovviamente io assecondavo lui per potergli stare vicino perché ne ero completamente innamorato, - ma il lavoro ci occupa così tanto tempo e le regole imposte dalla big-hit non sono poi così flessibili. Io e lui avevamo diciotto anni quando abbiamo debuttato per la prima volta e, un giorno, nel pieno degli ormoni, lui mi chiese se era vero che lo amassi» fece una breve pausa passandosi una mano tra i capelli mentre i suoi occhi si facevano leggermente lucidi

«Io gli risposi di si, tanto ormai lo aveva capito e non potevo più continuare a mentire... lui a quel punto mi propose di provarci. Certo, mi diceva spesso che non sapeva quale fosse il suo reale orientamento sessuale e che io ero soltanto un esperimento, ma non m'importava: capiscimi, avevo finalmente tutto ciò che desideravo e non potevo farmelo scappare, mi dicevo che prima o poi lui si sarebbe innamorato di me, ma c'eri tu... sei sempre stato tu il suo obiettivo, il suo unico amore!» sorrise teneramente mentre l'altro lo ascoltava attento e sempre più ansioso.

«Non posso farci niente, è innamorato di te e, anche se è stata dura, ora l'ho accettato... continua ad essere dura ma passerà prima o poi, no? Per questo ti chiedo ancora scusa Kook» gli prese le mani e lo guardò con occhi sinceri e dispiaciuti.

Jungkook annuì con fare ingenuo ma sapeva che il suo racconto non era ancora finito.

«Dopo un mese di finta relazione - non so come vuoi chiamarla - dove gli unici atti fisici erano delle strusciatine e dei baci un po' più passionali, entrò in gioco Yoongi»

Jungkook sgranò gli occhi e strinse di più le mani di Jimin che ancora aveva tra le sue.

«Sapevo avessi fatto quella faccia» ricambiò la stretta il rosa, per poi continuare «Yoongi ci aveva adocchiati, non so come fa ma riesce a cogliere sempre qualsiasi dettaglio, anche quello più insignificante. Noi eravamo molto discreti ma lui aveva già capito tutto, - infatti anche di te e Tae ne è a conoscenza e non per bocca mia, tranquillo - e un giorno ci chiamò in disparte per parlarci, o meglio proporci una cosa» a quel ricordo Jimin rise leggermente per poi mordersi il labbro.

«Ci disse che aveva capito che io e lui stavamo insieme ma che ancora non avevamo consumato. Noi rimanemmo di stucco ma mai quanto quello che ci propose subito dopo... si fece avanti come nostro maestro, una sorta di sensei del sesso»

Jungkook ritrasse subito le mani e le sue orecchie ormai non volevano più sentire una sola parola «Ma che cazzo stai dicendo Jimin? Ti stai inventando tutto per farci lasciare, non è così?» disse alzandosi da terra alterato.

«No Jungkook! Ti ho appena detto che l'ho accettato e voglio che Tae sia felice!» lo seguì a ruota e lo bloccò afferrandogli un braccio.

«No, stai mentendo... cazzo!» iniziò a urlare divincolandosi da quella presa e, coprendosi le orecchie con le mani, corse verso l'uscita in preda ad una crisi di d'ira e di pianto.

Ma ancora prima che potesse aprire la porta per uscire, questa si spalancò dall'esterno mostrando un ragazzo pallido, magro e dall'espressione sconvolta.

«Jungkook?» chiese per poi affacciarsi all'interno della sala «Jimin?»

Il maknae e il rosa si bloccarono all'istante.

«Yoongi?» chiesero all'unisono.

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