You are exactly where you need to be

"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"

» Lista: pumpNEON

» Prompt: You are exactly where you need to be

» Rating: Rosso


Kyojuro gemeva incontrollato mentre se ne stava piegato in avanti sul tavolo della cucina, l'addome spalmato contro il legno del mobile e i fianchi all'infuori. Le dita di Akaza lo stavano tormentando e torturando ormai da minuti interi, mandandogli brividi di godimento in ogni terminazione nervosa e stilettate di puro piacere dritte tra le gambe. Aveva il sesso dolorosamente eretto già da un po', umido e insoddisfatto. Akaza si stava prendendo tutto il tempo del mondo per esplorarlo e toccarlo, decidendo di fargliela pagare in quel modo per la scenata di gelosia avuta pochi attimi prima. Kyojuro stava letteralmente per impazzire, tanto erano forti le sensazioni che lo percorrevano da capo a piedi ogni volta che avvertiva le falangi della propria soulmate sfiorargli e allargargli lentamente le pareti interne dello stretto anelli di muscoli nascosto tra le natiche. Sentiva il piacere fluire nelle vene in ondate di calore sempre più ampie e travolgenti, come se avesse densa e viscosa lava al posto del sangue.

«A-Akaza... per quanto tempo ancora hai intenzione di andare avanti c-così?» Chiese Kyojuro, ansimando ad ogni parola, arpionando convulsamente il bordo del tavolo con il corpo attraversato da fremiti incontrollati.

La sua soulmate aveva trovato il punto in cui era situata la propria prostata e aveva iniziato a sfiorarla insistentemente con i polpastrelli, in movimenti lenti e circolari, facendogli pulsare violentemente il membro e portandolo a inarcarsi per spingere il bacino in fuori ancora di più, così che potesse andare incontro alla mano dell'altro in una disperata ricerca di appagamento.

«Per tutto il tempo necessario. Ti ricordo che devi farti perdonare come si deve, e per un'accusa di tradimento di quella portata, non bastano due semplici parole. Ci si deve lavorare per bene

Akaza gli sussurrò quelle parole dritte contro un orecchio, allungandosi sinuosamente su di lui come un gatto dai movimenti eleganti. Con la mano libera, gli afferrò il fianco sinistro e lo tenne fermo mentre fletteva appena le dita sprofondate fino alle nocche in quell'antro caldo e invitante, facendolo gemere sonoramente quando premette insistentemente contro quel punto tanto sensibile.

Anche se quella sorta di punizione era indirizzata principalmente a Kyojuro, anche lui stava subendo una tortura nel vero senso della parola: vedere l'altro esposto e sottomesso in quel modo lo stava facendo eccitare a livelli estremi. Aveva il sesso duro e pulsante che premeva contro i pantaloni della divisa da lavoro, insoddisfatto e smanioso di affondare dentro i muscoli caldi e avvolgenti che stava preparando lentamente. Ma non avrebbe ceduto tanto facilmente all'istinto di possedere la propria soulmate, al melodioso richiamo della sua anima che lo attirava come il canto di una sirena. Voleva vederlo contorcersi e gemere dal piacere solo per lui, implorarlo e concedersi senza remore.

Akaza inserì un'altra falange nella piccola apertura, continuando a massaggiare senza sosta il punto in cui sapeva trovarsi la prostata di Kyojuro. Con l'altra mano, gli lasciò libero il fianco e scese in una carezza lenta fino a raggiungere l'erezione abbondantemente umida di umori. La strinse tra il palmo e le dita, iniziando a scuoterla lentamente, seguendo lo stesso ritmo della penetrazione con cui stava facendo godere l'altro. Kyojuro gettò la testa all'indietro e mugugnò sonoramente, sentendosi al limite. Il modo in cui Akaza lo stava toccando era estenuante, e anche se sapeva di meritarsi quella lenta agonia peccaminosa, non poté fare a meno di desiderare di raggiungere velocemente le più alte vette del piacere. Sentiva la frustrazione dell'orgasmo negato serrargli le viscere e farlo contorcere incontrollato.

«A-Akaza... ti prego.» Ansimò avvertendo la mano di Akaza attorno al proprio sesso rallentare ulteriormente il ritmo con cui lo stava masturbando.

«Cosa, Kyojuro? Cosa vuoi?» Gli chiese il bartender con voce roca, abbassandosi sul suo orecchio per mordergli appena il lobo e leccarlo sensualmente subito dopo.

«N-non ce la faccio più. Prendimi

Akaza rantolò, nel sentire quelle parole dette con voce spezzata dalla lussuria, e decise di aver giocato abbastanza e di essere soddisfatto del suo operato. A dire la verità, non si era mai davvero arrabbiato con Kyojuro per quell'improvvisa scenata di gelosia, né ce l'aveva con lui al punto da pretendere delle scuse doverose e sentite. Aveva cercato solo un pretesto per farlo suo ancora una volta, per fargli capire che aveva occhi solo per lui e che non avrebbe mai potuto provarci con qualcun altro – legame di anime o meno, lui era innamorato del suo bel professore e mai si sarebbe sognato di tradirlo. Inoltre, avendo capito quanto fosse teso e stressato per via della brutta giornata appena passata, aveva unito l'utile al dilettevole e gli stava donando quell'intensa sessione di sesso per farlo rilassare e sciogliere del tutto ogni tensione accumulata.

Akaza allontanò le mani dal corpo caldo di Kyojuro – facendolo mugugnare di protesta per l'improvvisa lontananza dopo minuti interi passati a godere di quelle dita – solo per slacciare con fare frenetico la camicia e i pantaloni, lanciandoli senza troppe cerimonie sul divano posto vicino al muro. Sibilò di piacere quando il suo membro fu libero dalla costrizione della stoffa e si avvicinò al bacino esposto del professore per premersi contro i suoi glutei sodi. Un gemito roco lasciò le labbra di entrambi quando iniziò a far oscillare i fianchi, strusciando la propria erezione nel solco invitante delle natiche.

Kyojuro lo guardò da sopra la spalla con sguardo lussurioso, le iridi vermiglie rese liquide dal desiderio. Con le mani arpionate al bordo del tavolo, si trovò ad inarcare la schiena come un felino quando sentì le dita di Akaza risalire sulla colonna vertebrale, seguendo le linee marcate dei muscoli dorsali. Brividi intensi e sconnessi gli fecero venire la pelle d'oca quando sentì i polpastrelli arrivare in prossimità della nuca e afferrargli con decisione i capelli ribelli, tirandoli indietro e portandolo ad allungarsi fino a raggiungere con il viso quello del bartender. Il bartender lo coinvolse in un bacio umido e lussurioso, appropriandosi della sua bocca e insinuando la propria lingua adornata dal piercing tra le labbra rosse e gonfie.

Senza aspettare oltre, Akaza si afferrò l'erezione e la guidò verso l'apertura che aveva sapientemente preparato. Vi strusciò sopra la punta umida un paio di volte e poi premette in avanti il bacino, affondando dentro la propria soulmate con un'unica e vigorosa spinta. Quella fu l'ultima goccia che fece traboccare il vaso: Kyojuro si tese come la corda di un violino e venne prepotentemente contro il legno del tavolo, sentendosi pieno e appagato. Akaza cominciò a muoversi lentamente, cavalcando l'onda dell'orgasmo della propria soulmate e sentendola fremere attraversata dagli ultimi spasmi. Portò entrambe le mani sul suo ventre contratto, toccando il segno del loro legame e sentendo il solito brivido familiare percorrerlo da capo a piedi, facendolo sospirare sommessamente contro le labbra di Kyojuro che mugugnò a sua volta.

L'eccitazione di Akaza crebbe maggiormente, nel sentire i fremiti freddi scaturiti dal contatto con la piccola voglia a forma di fiocco di neve, mentre quella di Kyojuro non si attenuò nemmeno per un momento: anche se era appena venuto, il suo sesso non perse vigore e il piacere continuò a scorrergli lascivo nelle vene, portandolo a muovere per primo i fianchi contro il bacino dell'altro. Il bartender ansimò appena, poi fece piegare nuovamente in avanti il professore, gli afferrò saldamente la vita e cominciò a muoversi dentro di lui con spinte potenti e profonde. Gli piaceva da morire, quella posizione, così come gli piaceva vedere Kyojuro spingere in fuori i fianchi per accoglierlo meglio e arcuarsi ad ogni affondo ben assestato contro quel punto sensibile nascosto dentro le pareti pulsanti.

Akaza continuò a possedere Kyojuro in quella posizione per lunghi minuti, leccando e mordendo la pella delle spalle dell'altro e giocando con le ciocche bionde che gli piaceva tanto tirare appena con le dita. Quando però si sentì vicino all'orgasmo, decise di cambiare registro: voleva sentire il calore del corpo della propria soulmate avvolgerlo completamente, guardarlo in faccia mentre godeva. Fece girare il professore verso di lui, lo afferrò per le cosce e lo prese in braccio facendogli allacciare le gambe in vita. Lo portò di peso sul divano, lo fece stendere e lo sovrastò con il proprio corpo muscoloso e coperto dal grande tatuaggio. Si impossessò delle sue labbra per coinvolgerlo in un altro bacio travolgente, mentre spingeva il bacino in avanti per entrare nuovamente dentro di lui.

Kyojuro gemette nel bacio e gli passò le braccia attorno alle spalle per tenerlo più stretto a sé, facendo scorrere le mani sui muscoli tesi della schiena fino ad arrivare al collo e al marchio a forma di fiamma. I brividi fecero accapponare la pelle accaldata di entrambi, portandoli ad ansimare e a cercarsi con maggiore foga. Akaza serrò il ritmo con cui possedeva Kyojuro, afferrandogli il sesso con una mano e masturbandolo cercando di mantenere la stessa velocità con cui si muoveva dentro di lui. L'orgasmo arrivò potente e prorompente, portandolo a riversarsi nello stretto anello di muscoli pulsante con un lungo gemito appagato e la vista annebbiata per l'intensità con cui il piacere era esploso dentro di lui. La sua anima gemella lo seguì subito dopo, raggiungendo un secondo appagante orgasmo tra i loro addomi.

Akaza si accasciò sul corpo ansante di Kyojuro, sentendo le sue braccia avvolgerlo e tenerlo stretto a sé. L'abbraccio della sua soulmate era ciò che amava più di ogni altra cosa al mondo. Era così rassicurante, così pieno di calore, che non vi era nessuno dubbio sul fatto che quello era l'unico posto in cui volesse stare; non aveva bisogno di nient'altro: era esattamente dove doveva essere.

Kyojuro passò pigramente le dita sulle spalle di Akaza, sentendolo rilassarsi sempre di più e fremere appena quando sfiorava con la punta dei polpastrelli la nuca e il marchio del loro legame. Sarebbe rimasto volentieri in quella posizione in eterno, avvolto dal calore del corpo dell'altro e pienamente felice e appagato.

«Allora, sono riuscito a farmi perdonare?» Chiese Kyojuro con voce roca, ridacchiando subito dopo nel sentire la punta del naso di Akaza sfiorargli la giugulare.

«Mmh, non saprei. Forse potrei decidere di perdonarti del tutto se mi concedi un altro round.» Rispose il bartender, mordicchiando appena la pelle del pomo di Adamo del professore.

«Sei insaziabile.» Disse Kyojuro, stavolta ridendo sommessamente e ricevendo in risposta uno sguardo provocatorio da parte dell'altro, accompagnato da un sorriso sghembo.

«Per lo meno non mi puoi dire che non ti desidero e che potrei tradirti con qualcun altro per questo.» Lo rimbeccò Akaza, baciandolo appena sulle labbra.

«Non dubiterò mai più di te o dei tuoi sentimenti, promesso. Però, se magari mi facessi conoscere qualche tuo amico o i tuoi familiari, la prossima volta potrei evitare di fare di nuovo una figura del genere.»

Akaza lo fissò con i suoi profondi occhi azzurri contornati dalle ciglia chiare, un'espressione seria e indecifrabile sul viso. Poi sospirò, poggiò la testa sul petto di Kyojuro e si lasciò cullare dal battito del suo cuore, prima di rispondere.

«Un giorno ti parlerò del mio passato. Solo... non stasera.»

Il professore di storia guardò perplesso la testa rosa della propria soulmate, poi lo strinse maggiormente tra le braccia, cercando di trasmettergli tutto il proprio amore, e gli diede un bacio tra i capelli.

«Nessuna fretta, sentiti libero di parlarmene quando vuoi. Lo sai che io sarò sempre qui per te.»



» N° Parole: 1882

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