It's not me. It's you

"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"

» Lista: pumpNEON

» Prompt: It's not me. It's you

» Rating: Verde



«Bene, con questo abbiamo finito il capitolo dieci. Adesso, qualche volontario per l'interrogazione?»

Il professore di storia, Rengoku Kyojuro, posò il gesso con cui aveva scritto sulla lavagna fino a quel momento e si voltò verso la classe, un sorriso sulle labbra mentre aspettava che uno dei suoi alunni si facesse avanti per esporre ciò che aveva studiato. Non gli piaceva mettere insufficienze, per questo dava ai suoi studenti l'opportunità di proporsi durante le interrogazioni. Solo quando non poteva farne davvero a meno, era lui a chiamarli uno per uno e vedere se fossero preparati.

Mentre attendeva pazientemente, qualcuno bussò alla porta dell'aula e il collaboratore scolastico Gyutaro fece il suo ingresso dopo essere stato invitato da Kyojuro a entrare.

«Mi scusi il disturbo, professor Rengoku, ma c'è una persona che l'attende con urgenza nell'Aula insegnanti. Ci penso io a guardare la classe.» Disse Gyutaro, ricevendo in cambio uno sguardo perplesso da parte del professore.

Kyojuro lo ringraziò e si apprestò a raggiungere velocemente l'aula che il collaboratore gli aveva indicato, chiedendosi chi lo stesse aspettando. Non poteva essere Akaza; avrebbe percepito la sua presenza e poi sapeva che non si sarebbe svegliato prima di mezzogiorno per via dei turni di lavoro al pub che finivano sempre tardissimo. Guardò lo schermo del telefono per vedere se magari lo avesse cercato Tengen, ma dubitava pure che si trattasse di lui. L'unica altra persona che gli venne in mente fu suo fratello. La preoccupazione lo travolse al solo pensiero: se Senjuro si era recato direttamente a scuola per parlargli, anziché cercarlo sul cellulare, doveva per forza essere successo qualcosa di grave.

Affrettò il passo, attraversò i corridoi semivuoti e raggiunse velocemente la sala insegnanti. Quando aprì la porta, gli venne quasi un colpo nel trovare suo fratello con il labbro spaccato e un cerotto a coprire un taglio non troppo profondo sullo zigomo.

«Senjuro! Cos'è successo?» Gli chiese, precipitandosi da lui con aria preoccupata e gli occhi sgranati.

«Kyojuro, scusami davvero se sono venuto qui, ma preferivo parlarti di persona e non tramite il telefono. Immaginavo ti saresti preoccupato il doppio, se non mi avessi visto con i tuoi stessi occhi.» Rispose Senjuro, il solito sorriso gentile sulle labbra.

«Cos'è successo?» Chiese nuovamente Kyojuro, afferrando delicatamente il mento di suo fratello minore per girargli il viso di lato e osservare meglio le ferite arrossate. «Ti prego, dimmi che non è stato chi penso io.» Disse poi, l'espressione seria e il tono duro.

Senjuro serrò le labbra e sospirò pesantemente, prima di rispondere.

«Sì, è stato lui

Kyojuro strinse i pugni con rabbia e l'idea di lasciare in quel preciso momento la scuola, solo per raggiungere suo padre e dirgliene quattro, lo fece fremere furiosamente. La mano di suo fratello gli afferrò con decisione un braccio – come se gli avesse letto nel pensiero –, fermandolo prima che potesse davvero attuare ciò che aveva in mente.

«Kyojuro, non serve che tu vada da lui. Sto bene, dico davvero. E poi, ci ha già pensato Tanjiro

«Tanjiro?» Chiese confuso il professore di storia, piegando appena la testa da un lato, non riconoscendo quel nome.

«La mia soulmate.» Rispose Senjuro, sorridendo maggiormente, un lieve rossore a imporporargli le guance.

Kyojuro lo guardò con espressione sorpresa, poi si sedette, fece accomodare anche suo fratello e lo fissò dritto negli occhi.

«Raccontami tutto.» Disse piegandosi in avanti, i gomiti poggiati sulle ginocchia e le dita intrecciate davanti alla bocca.

«Ieri sera ho fatto tardi al tirocinio e Tanjiro si è offerto di accompagnarmi fino a casa. Sapevo che avrei dovuto dirgli di no, che non sarebbe stata una buona idea portarlo fino a lì dopo il comportamento di papà dell'altra sera, ma sai che la strada è lunga e poco illuminata. Lui è davvero tanto gentile e si preoccupa per me, così ho accettato.» Iniziò a raccontare Senjuro. «Quando siamo arrivati davanti casa, sono rimasto con lui sul portone di ingresso per alcuni minuti, a chiacchierare. Non so se papà era vicino a una delle finestre o se fosse nel corridoio, ma credo ci abbia sentiti parlare: è uscito proprio mentre stavo baciando Tanjiro.» Continuò, con gli occhi appena lucidi. «Mi ha afferrato per un braccio, ha cominciato a urlare cose orribili, addossando a te la colpa per il fatto che anche io avessi seguito le orme dei peccatori, che ero la sua seconda più grande delusione. Non ce l'ho fatta più, Kyojuro: gli ho risposto che l'unico ad aver davvero deluso qualcuno, l'unico che dovesse sentirsi in colpa per qualcosa, fosse lui e non io, né tu. E lì mi ha schiaffeggiato, continuando a urlarmi contro.» Finì Senjuro, trattenendo appena le lacrime che gli si erano raccolte agli angoli degli occhi.

Kyojuro inspirò ed espirò rumorosamente, contenendo a malapena l'ira che sentiva montargli dentro sempre di più. Che fine aveva fatto suo padre? Chi era quel mostro che aveva preso il suo posto?

«Sei andato a denunciarlo?» Chiese, cercando di mantenere un tono di voce calmo anche se la rabbia ruggiva furiosa nel petto.

«No e non serve, dico davvero. Tanjiro è uno che ha la testa dura, in tutti i sensi.» Rispose Senjuro, ridacchiando appena e asciugando una lacrima che era scappata al suo controllo, ricevendo uno sguardo accigliato da parte del fratello. «Gli ha tirato una testata così potente che papà è rimasto stordito per minuti interi. Poi mi ha trascinato via da lì, sotto il suo sguardo attonito, urlandogli che non mi avrebbe rivisto mai più. Non so se è stata una mia impressione, ma mi è sembrato di leggere una profonda tristezza sul suo viso, mentre seguivo Tanjiro. È per questo che non sono andato a denunciarlo: voglio dargli del tempo. Magari cambierà, ora che si ritrova completamente da solo.»

«Ne dubito, Senjuro. Non è cambiato in tutti questi anni, perché dovrebbe farlo proprio adesso?» Chiese Kyojuro, passandosi una mano sul viso con fare stanco, sentendosi prosciugato dalla rabbia che si stava dissolvendo un po' alla volta, mitigata dalle parole di suo fratello.

«Non lo so. Ma non me la sento di tagliarlo completamente fuori dalla mia vita. È vero, non è mai stato presente e non si è mai comportato davvero da padre, ma gli voglio comunque bene.» Disse il minore dei Rengoku, alzandosi dopo aver guardato l'orologio appeso alla parete. «Comunque, ti ho portato via anche fin troppo tempo; i tuoi alunni si staranno chiedendo che fine abbia fatto il loro bravissimo professore di storia.»

«A dire il vero, li hai salvati dall'interrogazione e penso siano felici di non avermi in classe, per una volta..» Rispose Kyojuro, ridacchiando e alzandosi a sua volta. «Senti, perché non vieni a stare da me?»

«Non è a me che dovresti chiederlo, lo sai.» Disse Senjuro, con un grosso sorriso sulle labbra spaccate. «E poi ho già dove stare. Ricordi che ti avevo accennato della proposta di Tanjiro? Ecco, ne abbiamo approfittato per cominciare fin da adesso a vivere insieme.» Concluse con le guance nuovamente imporporate.

«Dovrei proprio ringraziare come si deve la tua soulmate. Che ne dici se vi invitassi a cena? Lo dirò anche ad Akaza, così ho anche l'occasione per presentartelo.» Propose Kyojuro, accompagnando suo fratello per i corridoi fino a raggiungere il portone della scuola.

«Va bene. Facciamo domani sera?»

«Domani sera è perfetto. Allora vi aspetto da me per le sette.» Disse il professore di storia, ricevendo un cenno di assenso da parte di Senjuro prima di guardarlo andare via, diretto verso la sua nuova dimora.

Lo osservò in silenzio per un lungo minuto, poi rientrò a scuola con la testa piena di pensieri e il cuore pesante come un macigno. Si sentiva in colpa per non essere riuscito a difenderlo dalle cattiverie della vita. Anche se ormai non era più un bambino, se ne sentiva sempre responsabile.

Ripensò a tutto quello che gli aveva detto e si ritrovò a sorridere di fronte all'unica cosa positiva in tutto quel mare di odio e grigiore: suo fratello aveva trovato proprio una brava persona, che si preoccupava per lui e che sarebbe stata in grado di dargli tutto l'amore di cui aveva bisogno. In fondo, Senjuro non avrebbe potuto avere un'anima gemella più affine di così, un'anima buona e gentile per come lo era lui. Kyojuro non vedeva davvero l'ora di conoscere questo Tanjiro. 



» N° Parole: 1383

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top