I can't explain and I won't even try
"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"
» Lista: pumpNEON
» Prompt: I can't explain and I won't even try
» Rating: Verde
"Sei libero, stasera? Ho bisogno di parlare con qualcuno che ce ne capisce più di me."
Dopo aver ricevuto quel messaggio da Tengen, Kyojuro era rimasto perplesso per diversi minuti, gli occhi vermigli fissi sulle due righe di testo racchiuse dalla nuvoletta bianca dell'applicazione di messaggistica istantanea. In quelle ultime settimane, non era più riuscito ad organizzarsi con l'amico per passare nuovamente del tempo insieme di fronte a una buona birra o un drink, quindi non aveva la minima idea di cosa fosse successo o per quale motivo stesse chiedendo il suo aiuto. Così rispose prontamente e in maniera affermativa, dandogli appuntamento a "Le Dodici Lune", il pub in cui ormai passava la maggior parte delle sue serate. Ci sarebbero volute delle ore, prima di riuscire a incontrare Tengen – e, di conseguenza, rivedere anche Akaza –, ma cercò di non pensarci troppo. Entrò in aula con il solito raggiante sorriso sulle labbra e la ventiquattrore piena di insufficienze.
• • •
Quando Kyojuro raggiunse il luogo dell'appuntamento, trovò Tengen già ad attenderlo, il viso coperto dal cappuccio della felpa che aveva tirato su per ripararsi dal vento freddo che si era alzato e che gli scompigliava i lunghi capelli bianchi. Gli si avvicinò sorridente, pronto a salutarlo in maniera carismatica e solare, aspettandosi di rimando un saluto altrettanto sgargiante; tuttavia, quando arrivò a pochi centimetri di distanza da lui, notò che aveva il viso cupo e contratto in un'espressione seria.
«Tengen! Cos'è quel muso lungo? È successo qualcosa alle tue mogli?» Chiese Kyojuro, preoccupandosi istintivamente delle tre donne facenti parte della famiglia Uzui.
«No, no. Loro stanno bene. Sono io ad avere un grosso problema.» Rispose Tengen, irrigidendo la mascella e corrugando le sopracciglia. «Vieni, parliamone dentro. Qua fuori fa così freddo, che ci manca poco mi si congela anche il sangue nelle vene. Se mi taglio, escono i cubetti di ghiaccio al suo posto.» Concluse con tono sarcastico, spingendo la porta del pub dal quale fuoriuscì un piacevole tepore e il chiacchiericcio dei clienti.
Insieme a quel calore, Kyojuro avvertì il solito fremito impetuoso – così familiare e potente – scuotergli l'anima con forza, scaldandolo con la stessa intensità di mille stufe accese: Akaza, che era al bancone a preparare e servire i drink, si girò verso l'ingresso nell'esatto momento in cui lui e Tengen varcarono la soglia, sorridendo. Il professore di storia si sentì letteralmente sciogliere, di fronte al sorriso sghembo e all'intensità con cui il bartender lo stava osservando. Si guardarono negli occhi per un lungo attimo, senza distogliere lo sguardo – nemmeno mentre faceva roteare le bottiglie in aria, Akaza si preoccupò di guardare cosa stesse versando nel bicchiere –, scambiandosi un saluto silenzioso che valeva più di mille parole.
Tengen scoccò un'occhiata prima all'amico e poi alla sua soulmate, percependo distintamente quell'intenso scambio di sguardi, poi roteò gli occhi e sbuffò appena. Non aveva mai visto Kyojuro così preso da qualcosa tanto da risultare quasi svenevole. Anche lui sarebbe diventato in quel modo, se si fosse trovato ad incontrare la sua soulmate? L'idea lo fece quasi grugnire di disappunto. Si fece largo tra i clienti seduti al bancone, richiamò l'attenzione del secondo barista presente e ordinò da bere per entrambi, sapendo già quale drink preferisse Kyojuro. Sempre contrariato, afferrò saldamente l'amico per un polso, lo trascinò verso il tavolo più lontano della sala e si mise a sedere sul piccolo divanetto di pelle, in maniera pesante e scomposta, invitandolo poi a sedersi sulla sedia posta proprio di fronte a lui.
Kyojuro inarcò le folte sopracciglia, davanti al comportamento inusuale di Tengen. Faceva in quel modo solo quando c'era un problema davvero grosso e allarmante, che richiedeva l'unione di più menti per poter essere risolto. Si sedette in categorico silenzio, tolse la pesante giacca a vento, arrotolò le maniche della camicia bianca fino ai gomiti e intrecciò le dita portandole dinanzi alla bocca, assumendo a sua volta un'espressione seria
«Dimmi tutto.» Disse solamente, in attesa che l'amico sputasse il rospo.
Tenegen gli lanciò un'occhiata sfuggente, poi spostò l'attenzione sull'ambiente circostante – come a voler evitare lo sguardo dell'altro, per paura di venire giudicato per chissà quale motivo –, la gamba che sobbalzava a ritmo costante sotto il tavolo. Era ovvio come la luce del sole che non sapesse da dove iniziare, ma Kyojuro non gli mise fretta, restando in silenzio e provando a concentrarsi solo su di lui – cosa estremamente difficile e complicata dato che la presenza di Akaza in quel locale attirava ogni cellula del suo essere come una falena è attratta dalla luce sfolgorante di una lampada eccessivamente luminosa.
«Cos'hai provato, esattamente, quando hai capito che Akaza fosse la tua anima gemella?» Chiese Tengen alla fine, tutto d'un fiato.
Kyojuro sgranò gli occhi e rimase perplesso per un tempo indefinito. Pensava si trattasse di un problema più grande, che riguardasse il suo amico: perché gli stava facendo una domanda tanto personale?
«Cosa intendi?» Domandò di rimando, non capendo bene la situazione.
Il professore d'arte sospirò pesantemente, abbassò il cappuccio della felpa e guardò Kyojuro dritto nelle iridi vermiglie.
«Quali sono le sensazioni che si provano quando la tua soulmate è nei paraggi? E quando la incontri per la prima volta, cos'è che ti fa capire che sia proprio quella la persona che stavi aspettando?»
«Ecco...» Kyojuro venne preso in contropiede da tutti quegli interrogativi, non sapendo cosa rispondere esattamente. «Sono delle sensazioni che non possono essere spiegate a parole, talmente intense che non riesco nemmeno a trovare il modo di descrivertele senza apparire banale o scontato. Anche volendo, non ci riuscirei davvero.» Disse infine, dopo aver provato a mettere insieme degli aggettivi che potessero spiegare cosa avesse provato e continuava a provare con Akaza.
«Avanti, amico! Prova a spiegarmi almeno cosa senti quando lui si trova nei dintorni o a pochi metri da te.» Controbattè Tengen, indicando Akaza con un brusco cenno del mento.
Kyojuro era sempre più confuso e perplesso dal comportamento dell'amico, ma una lampadina gli si accese in testa, facendogli intuire qualcosa sul perché l'altro fosse tanto agitato e in cerca di risposte.
«L'unica cosa che posso dirti è che senti di essere attratto dalla tua soulmate come se tra di voi ci fosse un grosso campo gravitazionale diverso da quello che vi tiene ancorati alla terra e che senti di essere pervaso come da un fremito: caldo, continuo e intenso.» Rispose alla fine Kyojuro, cercando le parole giuste per descrivere ciò che provava lui ogni volta che Akaza era nei paraggi. «Adesso, però, toglimi una curiosità: perché tutte queste domande? Hai trovato anche tu la tua soulmate?»
Tengen si passò una mano sul viso, con fare stanco, e si prese un lungo momento prima di rispondere a Kyojuro.
«Non l'ho ancora incontrata, ma ho avvertito una strana sensazione, l'altro giorno. Stavo lasciando la scuola all'orario di uscita dei ragazzi e qualcosa mi ha fatto sobbalzare all'improvviso, come se una scossa mi avesse attraversato per intero il corpo a partire dal petto. Prima di arrivare a conclusioni affrettate, volevo capire se fosse davvero quello che pensavo, e chi meglio di te avrebbe potuto darmi delle risposte alle mille domande che mi riempiono la testa ormai da giorni interi, rendendomi letteralmente pazzo.» Disse Tengen, prendendo tra le mani un tovagliolo di carta per ridurlo a brandelli un po' alla volta.
«È la stessa cosa che ho provato io quando Akaza si è avvicinato con la sua moto alla mia auto, la prima sera che io e te siamo venuti qui.» Tengen lo guardò con un sopracciglio alzato, non capendo di cosa diamine stesse parlando, e Kyojuro si ricordò di non aver parlato di quello che era successo al grande incrocio. «Quella sera, proprio prima di arrivare da te, mi sono fermato di fronte al semaforo dell'incrocio che si trova poco distante da casa tua. Anche Akaza si trovava lì, sulla sua moto, e l'ho avvertito chiaramente: la mia anima ha avuto un sussulto, come fosse stata attraversata da una scarica elettrica.» Spiegò velocemente. «Comunque, non c'è dubbio: la tua soulmate ti è passata accanto e le vostre anime si sono riconosciute, connettendosi l'una all'altra.» Dichiarò infine Kyojuro, sorridendo.
Era felice per il suo amico. Sapeva che si era sposato perché aveva rinunciato all'idea di trovare la propria anima gemella – anche se sapeva di averne una, non si era mai preoccupato troppo di cercarla –, ma adesso che l'aveva quasi incontrata, sperava per lui che potesse godersi pienamente quella bellissima sensazione di completezza generata dall'unione con la propria soulmate.
«Non so se voglio conoscerla. Io ho già Makio, Suma e Hinatsuru. Non ho bisogno di nessun'altro.» Confessò Tengen, anche se l'incertezza era chiaramente leggibile nei suoi occhi.
«Hai già parlato con loro?» Volle sapere Kyojuro.
«Non ancora. Non so come dire loro che la mia soulmate potrebbe presentarsi da un momento all'altro, reclamando il proprio diritto ad avermi con sé solo perché una stupida connessione di anime e uno stupido marchio hanno deciso così per me. Per noi.»
«Non vederla in questo modo, Tengen. Non sai ancora come sia la tua anima gemella né che intenzioni abbia. E non puoi nemmeno sapere cosa succederà al tuo rapporto con Makio, Suma e Hinatsuru se non parli con loro, se non le rendi partecipi di qualcosa che le riguarda così da vicino.» Rispose serio Kyojuro.
Dopo un attimo di tentennamento, Tengen sospirò pesantemente e annuì, dandogli ragione. Non sarebbe servito a nulla preoccuparsi e riempirsi il cervello di elucubrazioni. Così come non sarebbe servito a niente tentare di affrontare la cosa da solo quando erano coinvolte anche altre persone così vicine a lui e a cui teneva con tutto sé stesso.
Cambiarono argomento, passando a discussioni dai toni più leggeri, e fu in quel momento che Akaza arrivò portando la loro ordinazione su di un vassoio. L'attenzione di Kyojuro venne nuovamente attratta dal bartender, portandolo a fissarlo intensamente come a voler imprimere a fuoco nella mente ogni dettaglio come fosse la prima volta che posava gli occhi su di lui. Non poté non notare come stesse benissimo, fasciato dalla sua divisa lavorativa: le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti lasciavano scoperto parte del tatuaggio che gli decorava il corpo, dandogli un'aria accattivante. I piercing alle orecchie brillavano argentei sotto la luce delle lampade, ma il sorriso che aveva sulle labbra era più luminoso di ogni altra cosa presente lì dentro. Era semplicemente perfetto e bellissimo.
«Ecco la vostra ordinazione. Spero che l'amore che ho dedicato nel preparare questi drink possa farmi perdonare l'attesa.» Disse Akaza senza staccare gli occhi di dosso a Kyojuro, guardandolo con una intensità disarmante.
Dopo il loro primo bacio, se ne erano scambiati tanti altri – in modi e momenti diversi, ma senza mai andare oltre –, e la loro attrazione era aumentata al punto che ormai era diventato impossibile nascondere ciò che li legava e ciò che provavano l'uno per l'altro. Era chiaro come la luce del sole che si volevano e desideravano, che il loro sentimento si stava evolvendo sempre di più.
«Per tutti gli dei, ragazzi. Vi prego, cercatevi una stanza!» Proruppe Tengen, ridendo sommessamente e non riuscendo più a trattenersi dall'esprimere ciò che aveva pensato sin da quando li aveva visti scambiarsi quel lungo sguardo, quando avevano varcato la porta d'ingresso.
Inutile dire che Kyojuro quasi non si strozzò con la sua stessa saliva, nel sentire quella esclamazione, diventando rosso come un pomodoro maturo. Akaza, invece, guardò l'amico della sua soulmate con gli occhi chiari sgranati; poi ghignò e decise che lui e quell'uomo sarebbero diventati senza ombra di dubbio proprio degli ottimi amici.
» N° Parole: 1928
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top