Prologo

Era bastato uno sguardo ed era diventata la mia droga.

La osservavo continuamente.

Da un muro, da una porta, da una finestra.

La osservavo.

La sua immagine impressa a fuoco nell'interno delle mie palpebre.

Il suo splendido corpo.
I suoi occhi.
Le sue labbra.

Non le avrei toccato un capello.

Oppure mi sarei preso ogni singolo centimetro del suo corpo.

La mia mente non ragionava. Il mio cuore accelerava, non appena lei girava l'angolo.

Le giornate cambiavano colore, non appena varcava la soglia della scuola di danza.

Gli occhi dei ragazzi la sfioravano, ogni tanto anche un paio di mani toccavano la sua pelle candida e il mio cuore perdeva un battito.

Era a pochi metri da me, eppure infinitamente lontana.

Una tortura dolce e amara.
Non poterla accarezzare, non poterle parlare, non riuscire a farla ridere.

Per ora.

Spazio Autrice.
Per prima cosa vorrei premettere che è una storia ben diversa da quelle che scrivo di solito, quindi vi prego cercate di portare pazienza e avere pietà di me.
Ci tengo a precisare che tra i protagonisti c'è una differenza di età abbastanza consistente.

Se doveste essere sensibili o sentirvi a disagio con queste tematiche vi prego di passare ad un'altra storia e non commentare negativamente.
Le critiche sono ben accette se riguardano la storia o il mio modo di scrivere ma non il genere dei miei scritti perché, appunto li scrivo io e siete liberi di non leggerli.
Detto questo il rating è decisamente rosso.

Spero che la storia vi invogli, a presto con il prossimo capitolo!

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