Capitolo Quinto.
Mint sgusciò imbarazzata all'interno della stanza, evitando di incrociare lo sguardo del Signor Styles.
Non sapeva nemmeno il motivo per cui si trovava lì, non aveva una valida ragione per disturbarlo.
Era entrata sebbene non avesse nulla da dirgli.
Solo per sentire la sua voce e, forse, anche per controllare che non ci fosse qualcun'altra con lui.
Le sembrava innaturale provare gelosia per un uomo che quasi non conosceva.
Per un uomo così grande rispetto a lei.
Non provava la stessa gelosia che aveva provato sua madre quando aveva visto suo padre baciare un'altra, o almeno non le sembrava di provarla.
La sua gelosia somigliava di più a quella che aveva provato lei in prima persona assistendo alla scena.
Il Signor Styles, pur conoscendola appena, era gentile e premuroso con lei, in un modo in cui suo padre non lo era mai stato.
Era una situazione insolita, ma la faceva sentire bene.
La faceva sentire importante.
Alzò di poco lo sguardo posandolo su un cartellino metallico appoggiato sulla scrivania.
Harry Styles.
Quindi si chiamava Harry?
Doveva essere il diminutivo di qualche altro nome, ma suonava bene. Harry Styles.
Harry e Mint.
La ragazzina scosse il capo alzando il viso alle parole di lui.
"Cosa ci fai qui dentro, Mint?" le domandò Harry severo.
Era alquanto sorpreso. Piacevolmente sorpreso. Ma riusciva a celare lo stupore splendidamente.
Appariva infastidito dalla ragazzina che l'aveva disturbato, quando in realtà l'avrebbe voluta lì con lui in ogni momento.
Mint spalancò le labbra per dire qualcosa, fermandosi però prima di parlare.
Harry osservò le sue labbra rosso ciliegia quasi tremare per l'imbarazzo.
Avrebbe voluto piantare i denti in quella carne morbida, ascoltarla gemere nella sua bocca.
"La Signorina Clarisse vorrebbe dell'acqua ma non so dove siano le macchinette." balbettò, mostrando le monete strette tra le sue dita.
Harry sorrise all'intuibile bugia, muovendo un paio di passi verso di lei.
"Ti accompagno io, piccola." sussurrò, prendendole la mano e accompagnandola in fondo al corridoio.
Osservò le sue piccole dita digitare sul tastierino e infilare i soldi nella macchinetta.
Si trovò costretto a trattenere un gemito, quando Mint si chinò a prendere la bottiglietta, sfiorando i suoi jeans. Il body conteneva perfettamente le sue forme minute, accentuando le curve poco definite, per poi aprirsi in una gonnellina in tulle di una decina di centimetri che non copriva nulla, rendendo l'immagine ancora più eccitante e infantile.
"Tutto bene, Harry?" domandò la ragazzina, notando una sfumatura strana nei suoi occhi.
"Come mi hai chiamato?" replicò lui, puntando gli occhi nei suoi.
"Harry" mormorò Mint "l'ho letto sul cartellino, scusi Signor Styles." si difese, stringendo la bottiglia fredda tra le mani.
"Signor Styles è meglio, piccola. Almeno per ora." Il cuore le balzò quasi fuori dal petto, non appena lui le rivolse un occhiolino.
"Mi verrà a prendere a scuola anche domani, Signor Styles?" domandò, pregandolo velatamente.
"Lo vorresti?" sorrise Harry, senza spostare lo sguardo dai suoi occhioni da cerbiatto.
Mint annuì energicamente, coprendosi le guance rosse con una mano.
"Allora suppongo che mi vedrai anche domani. Ora dovresti tornare a lezione. Clarisse ti starà aspettando per l'acqua." parlò con una sfumatura autoritaria.
"Grazie per avermi accompagnata, Signor Styles." arrossì la ragazzina, giocando con le dita sulla bottiglia.
"Quando vuoi, principessa. Ma la prossima volta gradirei la verità. Non vorrei mai che mi costringessi a punirti." le ammiccò, guadagnandosi uno sguardo confuso, per poi darle una leggera pacca sul sedere spingendola verso la sala da ballo.
Sorrise a sé stesso soddisfatto.
La sua principessina sembrava desiderarlo, per quanto una ragazzina innocente come lei potesse.
Il pensiero di piacere alla sua bambina non fece altro che contribuire alla sua eccitazione.
Se erano bastate poche ore a instaurare una simile attrazione, sarebbero bastati pochi giorni a renderla sua.
Immaginò di portarla a casa, di farla stendere a letto e un pensiero gli attraversò la mente.
Tania.
Si sarebbe dovuto sentire in colpa.
Se lei l'avesse saputo sarebbe stato un dramma.
Ma il punto era proprio quello. Tania non l'avrebbe saputo.
Sarebbe stato il loro piccolo sporco segreto.
Suo e della sua bambolina.
Tornò nel suo ufficio a compilare alcune fatture, senza distogliere la mente dalla candida e morbida pelle di Mint e dal suo corpo minuto.
Era una droga. Un'innocente e purissima droga.
Con tanto di effetti collaterali, per lui, per Tania e anche per la stessa Mint.
Compilò il resto dei moduli e rispose ad un paio di mail, per poi decidere di spegnere il computer e tornarsene a casa.
Aveva bisogno di una doccia fredda per smaltire tutta quella eccitazione.
Afferrò la giacca e uscì dall'ufficio, dirigendosi verso la sua auto, nel parcheggio antistante.
Appena qualche ora fa c'era la sua piccola seduta accanto a lui.
Alzò il volume della radio e iniziò a guidare, canticchiando un motivetto orecchiabile.
Tania non era ancora rientrata, quando mise piede in casa, così ne approfittò per fare una doccia veloce e preparare la cena.
Non era molto abile in cucina, ma finché si trattava di riscaldare qualcosa nel microonde si poteva considerare il migliore dei cuochi.
Indugiò sull'anta del frigo ricoperta di post-it e afferrò il primo sulla destra.
13 Settembre, Matrimonio.
La scritta era abbellita da cuoricini e fiocchetti.
Il vuoto si estese all'interno del petto di Harry.
Ora si sentiva in colpa. Terribilmente in colpa.
Tania aveva fantasticato per anni sul suo matrimonio e appena cinque mesi fa lui si era deciso a farle la tanto attesa proposta, accompagnata da uno splendido anello e da una dichiarazione degna di un film.
C'era voluto un mese per decidere la data e alla fine Harry aveva deciso di accontentare la suocera che insisteva per il 13 Settembre, compleanno del padre di Tania, disperso in battaglia.
Richiuse l'anta con uno scatto violento, non appena la porta di casa si aprì.
"Come è andata oggi, amore?" gli domandò Tania, prendendo posto a tavola.
Harry deglutì sonoramente.
"Mi passeresti il sale, tesoro?" replicò, evitando di rispondere.
"Ti ricordi cosa abbiamo domani, vero?" continuò lei, allungandogli la saliera in ceramica.
Harry ripercorse rapidamente con la mente tutti gli appuntamenti fissati.
"Dobbiamo andare a vedere quella chiesetta molto carina" gli ricordò lei, prendendo un boccone di carne.
"Oh si, hai ragione." le sorrise, imprecando mentalmente.
Perché non poteva andarci per conto suo?
In effetti dato come si stava comportando nei confronti della sua ragazza accompagnarla era il minimo.
Considerato che era il loro matrimonio di cui si stava parlando.
"Dovremo partire subito dopo pranzo, mi pareva fosse a un paio d'ore da qui e ho preso appuntamento per le quattro."
Harry annuì, alzandosi per mettere il piatto sporco nel lavello.
Questa situazione iniziava a farsi complicata.
Ma i segreti erano in grado di rendere tutto ancora più eccitante.
Spazio autrice.
Scusate, avrei voluto aggiornare in questi giorni, ma sono stata in vacanza e non ho avuto nemmeno un secondo per rivedere il capitolo e pubblicarlo.
E niente, grazie per i commenti e le stelline,
A presto!♡
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top