Capitolo Quattordicesimo

Quando Mint riaprì gli occhi Toby era seduto malamente a terra, uno sguardo confuso in viso e il cellulare scivolato a pochi centimetri dal suo corpo.
Non si era nemmeno resa conto di aver chiuso gli occhi, probabilmente per la forza con cui era stata trascinata via, o forse per assaporare meglio il momento.
Quelle braccia lunghe e forti strette di nuovo attorno a lei.

Come al solito quando si trattava di Harry smetteva di ragionare. Era sufficiente il più piccolo contatto a farla uscire di testa.

Prese un respiro profondo e si liberò della presa dell'uomo, voltandosi a guardarlo dritto negli occhi.
Toby si era alzato in piedi e aveva mosso un paio di passi, frapponendosi tra Mint e Harry.

Harry Styles. Quel nome aveva un suono così piacevole eppure fastidioso dentro di lei.
"Non provare a toccarla" cominciò il ragazzo, cercando di coprire Mint col suo corpo.
Harry alzò gli occhi al cielo.

"Non metterti in mezzo, ragazzino" sputò.
Si avvicinò di un paio di passi, ignorando il ragazzo.
"Che cosa credi di fare con lui, Mint?"
La sua voce era scossa dalla rabbia, la mascella serrata e il petto che si alzava ed abbassava rapidamente sotto la giacca.

La ragazzina era confusa, sconvolta.
Harry era lì, accanto a lei. Ed era furioso.
Mint si limitò a mantenere gli occhi fissi in quelli di lui, senza proferire parola, dimenticandosi di Toby dietro di lei.

"Ti ho fatto una domanda, Mint."
Harry la afferrò per il polso, tirandola più vicino a sé.
Gliel'aveva promesso. Non avrebbe visto nessun ragazzo, non sarebbe uscita con nessuno e ora la trovava appiccicata ad un ragazzino qualunque?

Bruciava di rabbia.
E lei non si decideva ad aprire bocca. Lo guardava in silenzio, gli occhi estremamente spalancati e le guance arrossate dal freddo.

Dio, era così bella. E così innocente.
Non era come le altre. Non era smaliziata, impertinente, non si atteggiava a donna vissuta, sembrava perfino più piccola della sua età.

Era arrabbiato come mai era stato, per quello che lei aveva fatto, per quel ragazzo che aveva preso il suo posto e ancora di più perché non riusciva a sopportare di doverla condividere con qualcuno.
Ma moriva dalla voglia di stringerla tra le sue braccia, di inspirare il suo profumo, di baciarla.

Tutte cose che non avrebbe potuto fare se prims non si fosse liberato di quell'inutile ragazzino. Gli avrebbe volentieri spaccato quella faccia preoccupata.
"Lasciala stare" gridò Toby quasi in risposta ai suoi pensieri, sperando di attirare l'attenzione di qualcuno attorno a loro. Ma il parcheggio era deserto.

"Ti ho detto di starne fuori." sbraitò Harry, senza spostare lo sguardo da Mint nemmeno per un istante.
"Anzi, vattene. Devo parlare con lei, da solo."

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.
"Stai scherzando? Non ho nessuna intenzione di lasciarla qui con te, chissà cosa potresti farle!"
Toby riuscì a liberare Mint dalla presa di Harry e la trascinò nuovamente dietro di sé.

"Mint, diglielo tu. Lo sai che non ti farei mai del male."
Ora la voce di Harry era passata dall'essere autoritaria ad essere supplichevole.

Mint non sapeva come reagire, cosa fare, da che parte stare.
Una parte di lei l'avrebbe spinta dritta tra le braccia di Harry, ma a che pro? Perché si concedesse di nuovo a lui prima che se ne andasse e la abbandonasse un'altra volta?

Harry non poteva volere la sua felicità. Se l'avesse voluta davvero non l'avrebbe mai trattata così. Non si sarebbe approfittato di lei per poi lasciarla sola.
Non sarebbe sparito per poi ricomparire dal nulla solamente per impedirle di andare avanti.

"Io non lo so" disse infine.
Harry si morse l'interno della guancia. La sua piccola credeva davvero che le avrebbe fatto del male? Non si fidava di lui? Aveva paura?

La terra gli stava vacillando sotto i piedi e non c'erano appigli a cui si potesse aggrappare.
"Mint, chi è quest'uomo?" riprese il ragazzo, afferrandola per un braccio e portandola lontana da lui.

Harry le riprese il polso e la tirò nuovamente accanto a sé.
"Ti porto a casa" disse, con un cipiglio nella voce.
Mint cercò di divincolarsi dalla presa di entrambi senza riuscirci.
Harry la tirava da un lato e Toby dall'altro, e lei avrebbe voluto solamente poter scomparire.

"Non ci torno con te" si lamentó, strattonando il braccio di Harry.
Ma lui era irremovibile.
"Io credo che ci tornerai, invece. O chiamerò tua madre e le dirò che sei qui a baciarti con un ragazzo. Come credi che reagirebbe?"

Mint si immobilizzò. Questo era un colpo basso.
Abbassò lo sguardo in silenzio e si voltò verso Toby che la guardava stralunato.
"Non pensare nemmeno per un istante che ti lascerò andare via con lui." scosse subito il capo il ragazzo.

"Non ho alternative, Toby" spiegò lei, con un briciolo di preoccupazione nella voce.
"È un pazzo! Non costringermi a chiamare la polizia" riprese lui, lasciandola andare.

Mint fece un respiro profondo.
"Toby, puoi fidarti, davvero."
"Dimmi almeno chi è quest'uomo! Come lo conosci?"

La ragazzina si voltò verso Harry, lo guardò per un istante, poi tornò al ragazzo davanti a lei.
Ed ora? Cosa avrebbe dovuto dirgli?
È il direttore della mia scuola di ballo, occasionalmente ci baciamo nella sua auto. Ah e una volta abbiamo anche fatto sesso.

Toby la guardava impaziente. Harry aspettava furioso dietro di lei.
Come al solito, tutti le stavano addosso e lei non aveva nemmeno il tempo di riflettere o di prendere delle decisioni per conto suo.
Si lasciava trascinare da tutti e finiva per compiere azioni che non avrebbe mai voluto fare.

"Allora?" la incalzò Toby.
Mint sospirò.
La tensione la stava facendo uscire di testa.
"È mio padre" disse infine.

E bastarono quelle tre semplici parole a liberarla dalla stretta di entrambi i ragazzi.
Toby si passò una mano tra i capelli, grattandosi la nuca.
Harry sorrise compiaciuto.

"Andiamo" disse.
Mint accennò un mezzo sorriso davanti al volto stralunato di Toby, per poi voltargli le spalle e seguire di malavoglia Harry verso la sua auto parcheggiata poco più in là.

Una serie di ricordi riaffiorarono nella mente di Mint, mentre prendeva posto sul sedile del passeggero ed Harry le richiudeva la portiera alle spalle.
Sistemò la borsa tra i piedi, sotto lo sguardo costante di lui.

Harry si sporse verso di lei, sfiorando la pelle nuda delle sue gambe, prima di afferrare la cintura e allacciarla attorno al suo corpo.
Mint alzò gli occhi al cielo.
"So allacciarmela da sola" si lamentó.
"Volevo assicurarmi che non te ne andassi da nessuna parte"
"Come se avessi una scelta" mormorò infastidita, incrociando le braccia davanti al petto.

"Lo faccio per te, bambina. Un giorno mi ringrazierai" la voce di Harry iniziava a diventare meno tranquilla, così come il suo sguardo si stava intensificando sulla pelle di Mint.
La ragazzina sbuffò.
"Sei un bugiardo" sussurrò appena.

La mano di Harry volò dritta verso il viso di Mint e afferrato per il mento lo voltò verso di lui, in modo da poterla guardare dritta negli occhi.
"Ripetilo" disse con una voce apparentemente troppo calma.
Mint deglutì. Sembrava fuori di sé. Dov'era finito il Signor Styles che lei conosceva? Quello che non le avrebbe torto nemmeno un capello?

Gli occhi iniziavano a pizzicarle agli angoli, mentre un sottile strato di lacrime le offuscava appena la vista.
"Sei un bugiardo" ripeté, scandendo perfettamente le parole, "sei un egoista, ti interessa solamente di te stesso, di quello che tu vuoi. Volevi il mio corpo e dopo che l'hai avuto non ti sei fatto il minimo problema. Sei sparito e basta."
Prese fiato, percependo le dita di Harry che iniziavano a tremare sul suo mento per la tensione.
"E ora ti ripresenti qui e fai questa scenata. Solo perché non vuoi che io sia felice! Tu puoi andare avanti, ma io no. È ingiusto"

Le lacrime iniziarono a rigarle le guance, mentre Harry rimaneva immobile, in silenzio, le dita ancora strette attorno al suo viso.
Mint singhiozzò.
"Se non posso avere te, lascia almeno che io provi ad essere felice con qualcun'altro." mormorò.

Harry lasciò il viso della ragazzina, passandosi la mano bagnata di lacrime tra i ricci scomposti.
Riusciva a sentire il cuore lacerarsi dentro il suo petto.
Diviso tra ciò che era giusto fare e ciò che avrebbe desiderato.

Perché queste due cose non finivano mai per coincidere?
Possibile che la felicità si portasse sempre dietro un fardello di infelicità per tutte le persone accanto a lui?

Forse era lui quello sbagliato.
Desiderare una ragazzina. Una minorenne. Non era nemmeno legale.
Ma cosa avrebbe potuto fare? Lui la desiderava in ogni caso.
La voleva con tutto sé stesso.

Guardò Mint accanto a lui.
Le guance rosse erano ricoperte di lacrime, gli occhi rossi per il pianto eppure continuava ad essere la cosa più bella che avesse mai visto.

Si avvicinò a lei e stampò le labbra sulle sue, accarezzando i suoi capelli così morbidi.
Mint si ritrasse spingendolo via.
"Quale è il tuo problema?" singhiozzò, cercando di aprire la portiera.
Impossibile, era bloccata.

Tornò al Signor Styles che la fissava stravolta.
"Non puoi pensare di sistemare tutto baciandomi" riprese a parlare, asciugandosi le lacrime.
"È questo il tuo problema, non pensi ad altro."

Harry indietreggiò sul sedile.
"Credi di sapere tutto?" domandò, posando le mani sul volante.
Mint continuò a fissarlo in attesa.
Lo guardò prendersi la testa tra le mani e poggiare la fronte al volante.

Rialzò la testa qualche minuto dopo.
"Sono fidanzato." iniziò.
"Sto per sposarmi."
Mint ascoltava in silenzio.

Evitó lo sguardo di lei, fissando un punto indefinito oltre l'auto.
"E tutto ciò a cui riesco a pensare al momento sei tu."
Si passò una mano sul viso.
"Sono uscito un attimo per fare due passi, perché la mia casa è un disastro, e ti ho visto appiccicata a quello scemo."

"Non riesco nemmeno più a ragionare."
Mint smise di asciugarsi le lacrime.
Spostò lo sguardo davanti a sé e continuò a piangere, in silenzio.
Perché era così difficile controllare le proprie emozioni?

Odiava Harry. Ma, anche se avesse potuto, non se ne sarebbe andata da quell'auto.
Era confusa, stravolta, arrabbiata, ma sapeva di volere lui in quel momento.

Sfilò il cappotto che la intralciava, oltre a farla sudare, e lo appoggiò sui sedili alle sue spalle.
Poi, inginocchiatasi sul suo sedile, scavalcò il braccio dei comandi al centro, fino a raggiungere il sedile di Harry.
Si sedette sulle sue ginocchia, come aveva già fatto apparentemente una vita fa, e afferrò il suo braccio, accompagnandolo attorno al suo corpo, in modo che la avvolgesse in un abbraccio.

Si raggomitolò tra le sue braccia in silenzio, posando la testa sul petto di Harry, dove il suo cuore aveva iniziato a battere più forte.
Le braccia di lui scivolarono sulla sua pelle morbida, fino a posarsi una sulle sue gambe nude e l'altra tra i suoi capelli.

"La ami?" mormorò Mint dopo qualche minuto. Harry continuò ad accarezzare i capelli di Mint arrotolandoseli tra le dita.
La amava? Dio, era una domanda così difficile, mentre sarebbe dovuta essere facile e scontata.
Si o no. Niente giri di parole.
Ma come si faceva a capire se si amava una persona?

"Credevo di si" sussurrò.
"Ed ora? Non la ami più?"

"Ora è più complicato. Non so che cosa voglio."
Mint sospirò. Era un addio?
"Dovresti sapere cosa vuoi, Harry. Credo solo che tu non riesca ad ammetterlo. Forse sei spaventato"

Harry scosse il capo.
"Ho paura anch'io" mormorò Mint.
"Se mia madre venisse a sapere di noi. In realtà, se chiunque lo venisse a sapere. Non credo che capirebbero" sospirò, posando una mano sul suo petto, accarezzando la linea dei muscoli appena marcata sotto la camicia.
"E nemmeno io lo capisco, fino in fondo. Ma non mi sembra sbagliato." riprese, la voce ridotta ad un flebile mormorio.

Harry la guardò. La osservò forse per la milionesima volta. Ma ogni istante era come la prima volta.
Lei era sempre li, pura, innocente e bellissima.
Ed era disposto a rinunciare a tutto in quel momento, pur di poterla stringere tra le sue braccia.

"Ho bisogno di te, piccola." mormorò sulla sua nuca, inspirando il profumo dolce dei suoi capelli.
Mint sollevò il capo, portando una mano sulla guancia di Harry.
Si specchiò nei suoi occhi, prima di far scontrare dolcemente le loro labbra.

Spazio Autrice.
AAA
Grossi casini in arrivo.
Btw spero che il capitolo vi sia piaciuto, aspetto con ansia i vostri commenti!
Continuo a 90 voti.
Vi invito di nuovo a passare dalla mia storia Sold! e vi ringrazio per tutti i voti e commenti che sta ricevendo questa storia.
Nel mio piccolo è un grandissimo risultato, grazie.
A presto!

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