Harry mise in moto l'auto, uscendo in retromarcia dal parcheggio.
"Signor Styles?" domandò poco dopo la ragazzina, giocherellando con le dita sull'orlo della gonna "È stata mia madre a chiederle di darmi un passaggio?"
Harry abbassò lo sguardo su Mint, seduta composta accanto a lui.
La schiena appoggiata rigidamente al sedile in pelle e gli occhi azzurri fissi su di lui, aspettando una risposta.
"Tua madre mi ha chiesto di controllare che tu arrivassi in orario e io mi sono offerto di darti un passaggio." spiegò, tenendo lo sguardo sulla strada davanti a lui.
La sua bambina era sola con lui e così vicina. Avrebbe voluto fermare immediatamente l'auto e prenderla lì, su quei sedili.
Ma la parte razionale di lui riuscì a frenare i suoi istinti.
"Grazie Signor Styles" sorrise Mint, senza spostare lo sguardo dal profilo dell'uomo accanto a lei.
Rimase in silenzio per un paio di secondi per poi riprendere a parlare.
"Ma lei non deve lavorare?" chiese, sbattendo innocentemente le palpebre.
"Ci sono cose più importanti del lavoro" replicò con voce roca Harry, continuando a guidare.
Mint arrossì, abbassando lo sguardo sulle sue ginocchia, imbarazzata.
"Io sono più importante del suo lavoro, Signor Styles?" domandò, ingenuamente.
Com'era possibile che quell'uomo, conoscendola a malapena, la ritenesse già così importante? Forse era un amico di famiglia.
Magari conosceva suo padre.
Era l'unica opzione plausibile che riuscisse ad attraversare la mente della ragazza.
Harry deglutì, riflettendo sulla domanda.
"Certo che sei più importante, bambina." sussurrò poi.
Mint si mosse sul sedile, nascondendo un sorriso.
Lo sguardo di lui scivolò immediatamente sulla gonna involontariamente sollevata, che lasciava scoperte due gambe bianchissime, nude dal ginocchio in su.
"Non hai freddo, principessa?"
Spostò una mano sull'orlo di una calza, stringendo il cotone morbido tra le dita e sollevandolo di qualche centimetro sopra il ginocchio.
"Mi piacciono queste calze." mugolò.
Una strana sensazione si stava facendo spazio all'interno di Mint, qualcosa che non le era mai capitato di provare.
Tremava leggermente al tocco del Signor Styles sulla sua pelle nuda, ma non voleva che spostasse la mano da lei. Era stranamente piacevole ricevere quelle attenzioni.
"Non ho freddo, Signor Styles" balbettò, alzando lo sguardo sul profilo concentrato sulla strada di lui.
"Invece mi sembra che tu stia tremando, piccola." parlò con un mezzo sorriso, percorrendo lentamente la gamba di lei, fino all'orlo della gonna.
"Non tremo per il freddo" mormorò Mint, deglutendo sonoramente.
"E allora perché tremi, bambina?" Sorrise Harry, fermando l'auto davanti all'Accademia.
La ragazzina abbassò lo sguardo sulla mano del Signor Styles che disegnava piccoli cerchi sulla sua pelle bianca.
"Non lo so." ammise, arrossendo per l'imbarazzo.
"Mi scusi, Signor Styles." alzò di poco gli occhi, incrociando lo sguardo deciso di lui.
"Non devi scusarti di nulla, piccola." le soffiò sul viso, spostando la mano a lato della sua coscia.
La cintura si aprì con uno scatto e Harry la spostò delicatamente da lei, sfiorandole la pelle.
Scese dall'auto, soffocando un gemito, lasciando Mint camminare davanti a lui, con il solo scopo di osservarle il sedere, coperto a malapena dalla gonna della divisa.
"Grazie del passaggio, Signor Styles." mormorò la ragazza, alzandosi in punta di piedi e stampandogli un bacio sulla guancia, per poi dirigersi verso lo spogliatoio.
Harry rimase qualche minuto fermo immobile all'ingresso, lo sguardo fisso sulla ragazzina che si allontanava.
Cercò di nascondere l'erezione evidente sotto i pantaloni e si passò una mano tra i capelli, sospirando.
Quella ragazzina sarebbe stata la sua fine.
Mint si richiuse alle spalle la porta dello spogliatoio, sedendosi su una panca in legno sulla destra.
Sentiva ancora il tocco del Signor Styles sulla sua pelle, il cuore stava tornando a battere regolarmente e il rossore stava lentamente svanendo dalle guance.
Sciolse la treccia, raccogliendo poi i capelli in una coda alta sulla nuca, facendo attenzione a stringere saldamente l'elastico.
Sfilò la divisa della scuola e la infilò nello zaino, afferrando il sacchettino con il body.
Lo indossò velocemente, per poi abbassarsi ad afferrare l'orlo delle calze.
Indugiò su di esse.
Il Signor Styles aveva detto che gli piacevano.
E il solo pensiero di renderlo felice le sembrava abbastanza.
Infilò le scarpette da ballo e raggiunse le altre ragazze in sala.
Clarisse la salutò con un cenno del capo, aspettando anche l'ultima ritardataria per iniziare la lezione.
Mint eseguiva gli esercizi con precisione, spostando ogni tanto lo sguardo sulla parete in vetro alla sua destra.
Il Signor Styles non era lì a guardarla ballare. Probabilmente era nel suo ufficio, impegnato a fare qualcosa di più importante.
Ma non era stato proprio lui a dirle che la considerava più importante anche del suo lavoro?
Forse aveva mentito.
Forse lo diceva anche alle altre ragazze dell'Accademia, forse accarezzava anche loro in quel modo.
Ripensò alle sue dita ruvide sulla sua pelle, al suo sguardo penetrante e un moto di gelosia le invase il petto.
Spostò lo sguardo sulla ragazza davanti a lei.
Era bionda, più alta di lei, meno magra ma più formosa. Doveva essere più grande di lei.
Anzi, pensandoci meglio, sembravano tutte più grandi di lei.
Come poteva il Signor Styles interessarsi ad una bambina come lei?
Era giovane e inesperta.
Non sapeva nulla di uomini e non sapeva nulla di lui.
Cosa poteva volere un uomo da una ragazzina di appena quindici anni?
"Mint, sei qui con noi?" la risvegliò dai suoi pensieri la voce squillante di Clarisse.
La ragazzina annuì.
"Scusi Signorina Clarisse, sono solo un po' stanca." mormorò.
"Vai a prendermi una bottiglietta d'acqua in fondo al corridoio. Magari farti un giro ti farà bene."
Le allungò un paio di monetine e le indicó le macchinette in fondo al corridoio.
Mint uscì con calma dalla sala, superando una serie di porte chiuse sulla parete destra.
Si fermò davanti all'ultima.
La porta era socchiusa e una targhetta dorata recitava Direzione.
Si guardò velocemente alle spalle, controllando di non essere vista e alzò la mano destra, bussando delicatamente.
"Avanti." la raggiunse la voce calda del Signor Styles.
Spazio autrice.
Finalmente succede qualcosa...
Comunque, dato che i capitoli sono abbastanza brevi e quindi non ci metto moltissimo a scriverli, cercherò di pubblicare un capitolo al giorno oppure ogni due giorni (dipende dalla scuola ecc.)
Mi fa molto piacere che qualcuna si sia interessata alla storia perché, pur non essendo alla disperata ricerca di visualizzazioni ecc, avere qualcuno che mi dice cosa ne pensa del capitolo o anche solo mi chiede di continuare mi stimola molto di più a scrivere.
Au revoir!
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