Cap IV: Nuove Comprensioni

Ayako non disse nulla.
Un po' perché non sapeva cosa dire, un po' perché era troppo infuriata per fare altro che fissarli tutti, sperando prendessero fuoco davanti a lei.
Ne era stata sicura fin dal principio, e adesso ne aveva la conferma. Quella maledetta volpe non stava istruendo le sue sacerdotesse solo nelle vie del ki, ma anche in arti più raffinate.
E Ayako non si meravigliò nemmeno troppo, nello scoprire che Yoichi era diventato un bersaglio.
Non sorpresa, ma furiosa. E furibonda soprattutto perché, almeno all'apparenza, il diretto interessato non sembrava far molto per opporsi
«Fuori» disse Ayako, trapassando Yoichi da parte a parte con lo sguardo.
La sacerdotessa mora, che lei si ricordò era Hane, si alzò, scostandosi i capelli neri dal viso accaldato
«Questo è il santuario di Ren-sama, non avete diritto di cacciarci» disse, la voce non più così sicura, ora che aveva di fronte la sorella del loro signore.
Ayako non disse nulla, si limitò a fissare l'elfa fin quando quella non abbassò la testa. Le altre due lasciarono andare Yoichi di colpo, e l'incantatore balzò in piedi di scatto
«Fuori» disse ancora Ayako, facendo saltare il fratellastro con un'occhiataccia.
Si girò, e senza attendere risposta si incamminò verso le sue stanze.
Yoichi gli venne dietro, sospirando di sollievo
«Meno male che sei arrivata...» disse lui «non so proprio cosa mi avrebbero fatto, se avessi tardato qualche minuto ancora!»
Ayako sentì le orecchie vibrare dall'ira, ma riuscì a trattenersi fino a quando non furono nelle sue stanze. Mentre Yoichi si sedeva al tavolo, lei chiuse la porta
«Però... è da tanto che non venivo qui!» disse lui, girandosi intorno, chiaramente a disagio
«Zitto...» sussurrò Ayako, mentre faceva mente locale del perché fosse così infuriata
«Quel quadro è nuovo? Ah, ho anche trovato del the particolare! Che ne dici se...»
«Sta zitto!» Ayako urlò, facendo ribaltare Yoichi sulla schiena.
Lacrime iniziarono a colarle dalle guance, mentre la faccia le si colorava di porpora
«Che.... che ho fatto?»
«Che hai fatto?! Che hai fatto?!» strillò lei «sparisci per settimane! Ti offri volontario per qualsiasi spedizione, qualsiasi! Hai tutta questa voglia di farti ammazzare?! Torni, e a malapena lo fai sapere! Manca poco che entri, cambi cavallo e riparti di nuovo! E ogni volta... ogni volta che sei qui... c'è... c'è quella maledetta volpe che...»
«Ayako...» iniziò Yoichi, provando ad avvicinarsi.
Lei vide il vestito allacciato male, le tracce delle unghie e delle labbra di quelle sacerdotesse. La sua ira si infuocò di nuovo.
Stava quasi per parlare, quando la porta alle sue spalle si aprì di scatto.
Un turbine scarlatto entrò, volteggiando sul tavolo e girando follemente su se stessa.
Non si prese nemmeno la briga di sorprendersi
«È arrivata! È arrivata!» Ren, in forma di volpe, continuava a saltare e schizzare da un capo all'altro della sala, con Yoichi che faceva del suo meglio per evitarla; Ayako valutò se provare a colpirla con qualcosa
«Cosa è arrivata?» disse l'incantatore, riparandosi verso una parete.
Finalmente, Ren si fermò, assumendo la sua forma da elfa.
Ayako aveva il sangue al cervello.
In forma elfica, Ren la superava di tutta la fronte, gli abiti da miko le esaltavano le forme prorompenti, con i rossi hanaka che scendevano a delineare cosce sode, mentre la tunica bianca pareva tessuta per contenere a fatica il seno della kitsune.
Le lunghe maniche candide le fasciavano le braccia pallide, fino alle dita affusolate; da quando aveva ottenuto il tempio, acconciava i capelli cremisi con due grandi spuntoni dorati.
La coda da volpe guizzava soffice, accompagnando l'eccitazione della proprietaria.
Ayako, pur nella sua foga, non poté negare che fosse splendida
«La coda! È arrivata! Mi hanno riconosciuta!» disse Ren, saltellando euforica, come una bambina il giorno del suo compleanno «non sono più una non sono più una kiko! Non sono più una kiko!»
Ren cantilenava, troppo presa dalla sua euforia per rendersi conto della confusione in Ayako e Yoichi
«Che vorrebbe dire?» disse Yoichi, cercando di non farsi catturare dalla volpe. Per tutta risposta, Ren afferrò Ayako, e si mise a trascinarla per la stanza, ballando come una posseduta.
Lei era così sorpresa, che per un momento dimenticò la sua ira verso la kitsune
«La mia quinta coda! Ho la mia quinta coda!» disse Ren, quasi lanciando in aria Ayako
«Cioè?» chiese lei, mentre provava a fermare i muri che le giravano attorno
«Cioè... non sono più una piccola kiko, ma sono diventata una kuko!» batté le palpebre, davanti alla totale confusione dei due elfi
«Potresti spiegarti meglio?» fece Ayako, quasi masticando le parole
«Oh andiamo! Ho la quinta coda! Sono una kuko! In termini elfici... ah, non lo so... sono... diplomata? Riconosciuta? Non sono più una semplice apprendista, ma una kitsune a pieno titolo!»
Ayako guardò di sottecchi Yoichi, trovandovi la stessa confusione che c'era sul suo volto
«In ogni caso, la cosa più importante» disse Ren, abbracciandoli entrambi e quasi sollevandoli di peso «avrò la mia kitsunebi! Avrò la mia kitsunebi! Capito?! Proprio come la sorellona Chika!»
I due elfi non capivano bene di cosa stesse parlando la kitsune, ma in ogni caso, Ayako si rese conto che, fin quando non avrebbe smaltito l'euforia, era inutile continuare a infuriarsi.

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