Cap II - Strani accordi
Yoichi fissò sconvolto Ren avvicinarsi a lui. Stava ancora balbettando, provando disperato a capire cosa diamine stesse accadendo.
Non era possibile che quella kitsune fosse uscita dal cerchio con quella facilità. Per quanto potesse essere potente, incantesimi di quel grado avrebbero dovuto trattenere perfino uno yokai anziano.
«Ara ara... sei davvero carino mentre pensi!» Yoichi quasi schizzò in aria, ritrovandosi Ren così vicina alla barriera attorno a lui.
«Che cosa vuoi?» Yoichi si sforzò di suonare sicuro «io... io ti domando perdono per il mio errore, potente Ren, io...»
«Nah, tranquillo» la coda le ondeggiava giocosa dietro la schiena «sai, ho quasi deciso di accettare la tua offerta...»
Yoichi deglutì a vuoto.
Da un lato, non era del tutto sicuro che una kitsune di Izanami fosse davvero gestibile. Dall'altro, poteva essere un'alleata anche migliore di una che servisse Inari.
«Allora... lascia che ti esponga le ragioni per cui...» iniziò Yoichi, sentendo una scintilla di speranza accendersi nel petto.
«Sssh, lascia stare le cose noiose per dopo» le unghie di Ren scivolavano lungo la barriera.
«Cosa... cosa intendi?» a vedere il movimento di quelle lunghe dita affusolate, Yoichi sentì un certo pizzicorio lungo tutto il corpo, in particolare alle piante dei piedi. Un calore strano gli bruciò dentro, mentre il respiro gli diventava sempre più rapido.
«Facciamo così, incantatore... tu abbassi questa barriera, io mi diverto un poco... e poi potremo siglare tutti i patti che vorrai...» la voce di Ren era calda, dolce, sensuale. Per un momento Yoichi si sentì perdere in quella melodiosità.
Batté le palpebre un paio di volte, rendendosi conto che stava per cancellare i sigilli. Tirò indietro la mano di scatto.
«Oh? Complimenti» Ren inclinò la testa di lato, sorpresa «sei più forte del previsto»
Yoichi non seppe come prendere quell'affermazione. Stava pensando a una risposta, quando vide la mano della kitsune varcare la barriera, fendendola come se fosse acqua.
Troppo inorridito dalla cosa, l'elfo reagì con qualche secondo di ritardo. Si alzò in piedi, ma Ren era già su di lui.
Prima che potesse rendersene conto, l'elfo era a terra, con la kitsune sulla sua schiena, che lo bloccava a terra.
«Allora... vogliamo scoprire che sapore ha questo incantatore?» domandò, il suo fiato caldo sul suo orecchio. Yoichi era troppo terrorizzato per rispondere.
Prima che potesse far qualcosa, la lingua della kitsune gli percorse il collo e arrivò all'orecchio.
«Mmmmmm!» Yoichi non poté trattenere quel verso strano «ferma! Mmmmm».
«Ara ara... hai un buonissimo sapore! Magari... soffri il solletico?» c'era una nota di sadica speranza nella voce di Ren, che paralizzò del tutto l'elfo.
Non sapeva cosa rispondere, e per qualche secondo non poté far altro che balbettare e tremare come una foglia. La voce di Ren lo raggiunse prima che il suo cervello impazzito potesse riprendersi.
«E se io ti proponessi un gioco? Che ne dici se io ti facessi un po' di solletico, e poi noi firmassimo questo nostro contratto? Andiamo... sono certa che sia un buon accordo per entrambi...»
Yoichi sentiva la morbidezza dei seni della kitsune sulla sua schiena, il suo dolce profumo nel suo naso, la sua coda che gli carezzava le gambe avvinghiate a quelle toniche di lei.
Mille e poi motivi per rifiutare gli passarono nella testa, ma un misto di terrore ed eccitazione gli impedì di dirne uno solo.
«Se... se accettassi... prometti... giuri di non ferirmi in alcun modo?»
«Ma certo!» trillò la kitsune, gustandosi il suo orecchio con la lingua.
«E mmmm giuri che mmm aiuterai il mio mmmm clan?» domandò Yoichi, con l'ultimo brandello di lucidità.
«Giuro che ascolterò la tua proposta, e che siglerò un patto che soddisfi entrambi».
Le ultime parole di Ren si persero nei gemiti di Yoichi.
Prima che l'elfo potesse rendersene conto, stava venendo legato ad una sedia, numerosi giri di una corda apparsa dal nulla che gli serravano braccia e petto. Riscuotendosi di colpo dall'incantesimo, Yoichi si rese conto di cosa gli stava succedendo.
La kitsune gli stava sollevando le gambe, quando lui cominciò a scalciare.
«Aspetta! Aspetta! Aspetta!» Yoichi sentì le gambe bloccate da una morsa d'acciaio. Non riusciva a credere che, magra com'era, quella kitsune avesse una tale forza.
«Eh no!» gongolò euforica Ren «ormai hai accettato...»
«Ho cambiato idea! Ci ho ripensato! Ferma!» mentre scodinzolava festante, Utahime gli bloccò le caviglie ad un tavolino basso.
Yoichi sentì l'odiosa sensazione di avere i piedi vulnerabili. Non aveva mai avuto problemi a stare scalzo, anche senza calzini e davanti ad altre persone. Ma adesso, davanti allo sguardo estasiato di Ren, la pianta dei piedi, le dita, i talloni, tutto fremeva e prudeva. Un sorriso isterico increspò le labbra dell'elfo.
«Ahi ahi ahi... già ridi?» la kitsune si leccò le labbra, con un fuoco negli occhi che lui non riusciva a identificare «dammi tempo, mio caro incantatore, perché mi devo ritenere soddisfatta per fermarmi...»
Per qualche motivo, Yoichi decise che sarebbe stato meglio farsi divorare.
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