♫ ~ 35.2 ᴅᴏɴ'ᴛ ʏᴏᴜ ᴋɴᴏᴡ ᴛʜᴀᴛ ʏᴏᴜ ᴀʀᴇ ᴀ ꜱʜᴏᴏᴛɪɴɢ ꜱᴛᴀʀ

🔥QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENE ESPLICITE! NON POSSO FARCI NIENTE, SONO DUE CONIGLI🔥

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Alle 19:30 arrivo a Camden. Ci ho impiegato un sacco perché l'autostrada era piena di automobilisti impediti che tornavano a casa dal lavoro. 
E ora io e Noel siamo qui fermi sotto casa sua. 
La nostra attenzione viene catturata da un rombo di moto. Di nuovo?

Poco dopo la moto di Chet Merda Liddell si ferma a pochi centimetri dal mio sportello. Mi volto per fulminarlo con lo sguardo, lui mi guarda attraverso la visiera del casco, poi se lo leva e aiuta Blue a scendere dalla moto e a levarsi il casco. 
Fremo dalla voglia di spaccarglielo su quella testa di merda che si ritrova. A Chet, ovviamente.

Alza il mento. «Billy.»

Rispondo con un'alzata di mento. Anche se vorrei dirgli di morire male. 

«Però, gran bel ragazzo», commenta Noel seduto accanto a me. 
Lo fulmino con lo sguardo. Con la coda dell'occhio vedo che i due si scambiano dei bacini sulla guancia. Potrei vomitare l'hamburger che ho mangiato a pranzo, giuro. 

Lui da gas alla moto e scompare dalla mia vista. Spero che vada a schiantarsi contro un muro.
Blue si sporge dal finestrino, vede Noel e sorride. «Ciao, Noel!»
«Ciao, Blue. Come va?»,risponde lui. 

Lei alza le spalle. «Più morta che viva», sempre drammatica. 

Apro lo sportello colpendola – di proposito- e scendo. Lei mi guarda male ma non dice niente. 

Ci fa strada verso casa sua e io devo colpire mio fratello sulla testa per farlo smettere di guardare il sedere di Blue. In questo momento io e Noel abbiamo lo stesso livello di arrapamento, con la differenza che lui è un adolescente. Io che scusa ho? 

Apre la porta di casa e accende le luci, poi si fa da parte per farci entrare. Si leva gli anfibi e con la grazia che la contraddistingue, li lancia in un angolo. L'odore ormai familiare di zucchero filato e erba, mi invade le narici. La bestia di satana è sdraiata sul letto e appena la vede si alza in piedi, si inchina davanti alla sua umana e le da testate alla mano per farsi accarezzare. Forse mi sbagliavo sui gatti. Non lo dirò mai però. 

«Sedetevi dove vi pare», borbotta. Lei si siede sul letto e si porta le ginocchia al petto. Sul viso le compare un'espressione sofferente. 

Soffrono davvero così tanto per le mestruazioni?
Non la invidio. 

Le lancio il sacchetto della farmacia che atterra sul materasso. «Tanto lo so che non hai mai un cazzo di antidolorifici a casa», dico. Non ha cibo, figuriamoci antidolorifici. 

Osserva prima il sacchetto poi me. «Grazie», mormora. Però resta ferma dov'è. 

Sbuffo e raggiungo la cucina per prenderle un bicchiere d'acqua. Noel mi osserva con quel sorriso irritante stampato sulle labbra. 

«Prendila adesso», le dico passandole il bicchiere. 
Solleva lo sguardo e poi afferra il bicchiere. «Grazie», prende anche una pastiglia e la manda giù con un sorso d'acqua. 

Mi siedo sullo sgabello e Noel nell'altro. Non c'è spazio per una persona, in tre siamo più stretti delle sardine in scatola. «Sei andata a farti visitare?», le chiedo. 
Annuisce, prima di stendersi sul letto. «Sì.»

«E che ti hanno detto?»

«Perché non gliela facevi direttamente tu la visita?», prorompe Noel. 

Blue ridacchia. Io lo guardo male. «Perché non vai a cercare il gatto?»

Inarca un sopracciglio. «Non mi piacciono quelle bestiacce.»
Blue sbuffa. «Eccone un altro», alza gli occhi al cielo poi guarda me. «Comunque mi ha detto che è una cosa normale, dato che non mi sono venute per tre mesi. Mi ha prescritto la pillola.»

Vorrei chiederle quanto le durano ma evito davanti a mio fratello. Ha già un'espressione disgustata stampata in faccia. 

«Almeno saranno regolari» dico, come se ne sapessi qualcosa.
In teoria però è così no? 
Lei annuisce. «Sì, la devo iniziare stasera, visto che mi sono arrivate oggi.»

«Potete smettere di parlare di cose femminili? Mi sta risalendo il biscotto, che schifo», sbotta Noel. 
Blue ridacchia. «Oh Noel, sei ancora piccolo. Vedrai che dopo non ti farà così schifo.»

Lui scuote la testa sempre con quell'espressione disgustata stampata in faccia. «Sì, continuerà a farmi schifo. Quando la mia... amica le ha, evito di avvicinarmi a lei.»

Ma che cazzo? Lo guardo. «Sei serio?»
Annuisce. «Serissimo. Mi fa schifo.»

Solo a me non crea nessun problema infilarlo comunque? A quanto pare sì. E forse sono io quello strano. Non lo so. 

Blue si stiracchia. Il maglioncino che indossa si solleva leggermente scoprendole un po' la pancia e... non ha reggiseno ovviamente. Secondo me non sa nemmeno che cos'è. Pensa che sia un qualcosa di mitologico, altrimenti non si spiega. «Allora, che devi dirmi?»

Ah, giusto. Smetto di guardarle le tette e la guardo negli occhi. «Sapevi già del Rock FallFest. Quindi vado dritto al punto. Vieni?»

La mia domanda le fa sollevare entrambe le sopracciglia. «Perché dovrei venire?»
«Tuo padre non ti ha detto quali saranno le band presenti?»
Scuote la testa. «No, più che altro stavo ascoltando lui e Luke sparare cifre esorbitanti per voi», ridacchia. «Senza offesa.»

Ora sono curioso. James non ci ha detto quanto guadagneremo. «Tipo? Quali cifre?»

«Non te lo dico. Deve essere papà a dirlo, mica io.»

Sbuffo. «Non dirò niente, dai sputa il rospo.»
«Okay. Stavano parlando di ventimila sterline a serata», dice tranquilla. 

Io per poco non cado dallo sgabello. «Ventimila sterline?»

«Sì, però immagino che mio padre abbia gonfiato il prezzo», alza le spalle. 

Ventimila sterline a serata? Sono un mucchio di soldi, cazzo. Potrei anche mettermi a baciare i piedi a James. Oppure, baciare la figlia. Molto meglio. 

«Così recuperi i soldi che hai speso per me», continua Noel. 
Blue guarda Noel. «Vuole farsi perdonare qualcosa?»

Lui annuisce. «Sì, a quanto pare sì», per fortuna non aggiunge altro. A quanto pare anche lui è abbastanza riservato con i suoi problemi. 

Blue mi rifila un'occhiata che, stranamente, non riesco a interpretare. Poi si mette a sedere. «Ho fame... Tanta fame. Ordiamo qualcosa per cena?»

Io vorrei dare le chiavi dell'auto a mio fratello e spedirlo a casa. Peccato che non abbia ancora la patente e che io non dia la mia macchina praticamente a nessuno. Ora che ci penso l'unica ad averla guidata, è Blue. 

«Per me va bene», risponde Noel, poi mi guarda. «Per te? Oppure devi andare da quella rincoglionita di Vicky?»

Automaticamente mi volto subito verso Blue. Le sue labbra sono ridotte a due linee perfettamente dritte. Non dice niente però. Afferra il suo zainetto e prende il telefono, poi raggiunge Noel. «Che cosa ti va di mangiare?», gli chiede. 

«A te?», risponde lui. 
Lei ridacchia. «Noel, in questo momento mangerei un panino con dentro salame, olive, acciughe, capperi, formaggio e anche la Nutella.»
Noel storce il naso. «Che schifo!», ridacchiano tutti e due.

Io vengo totalmente ignorato. Fosse per loro potrei anche scendere dallo sgabello e andarmene. 

Blue guarda me e smette di ridere, assume un espressione infastidita. «Ti piace il sushi?», quasi lo ringhia. 

Annuisco. «Mi piace.»
Perché adesso è arrabbiata? 

«Altrimenti te lo avresti fatto piacere lo stesso», borbotta. Guarda di nuovo Noel e cambia espressione, diventa un angioletto. «A te piace il sushi?»

Noel storce il naso. «Solo quello fritto. Quello crudo no.»

Lei scrolla le spalle e i capelli ondeggiano morbidi sulle sue spalle esili. Si appoggia contro il bancone con la pancia e si mette praticamente con il sedere per aria mentre guarda il menù sul suo telefono. 

Mi obbligo a distogliere lo sguardo. 

Ordina e a me non chiede neanche che cosa mi piace. In pratica hanno scelto lei e Noel. Che stronza, cazzo. Non capisco perché adesso sia arrabbiata con me. Non ho fatto niente. È per via della frase di Noel riguardo Vicky? Be' cazzo, sono qui a casa sua. Non da Vicky! 

Blue si batte una mano sulla fronte. «Oh, però non ho niente da bere!»

Il buon samaritano di Noel accorre in suo soccorso. «Vado io, ho visto che c'è un negozietto qui vicino.»

Lei le sorride in un modo che con me non ha mai fatto. «Sei un amore, Noel! Prendi l'ombrello che sta ancora piovendo.»

Noel si tira su il cappuccio della felpa. «Gli ombrelli sono per i vecchi», dice avviandosi verso la porta. 

Blue lo guarda con la fronte aggrottata. «Scusa, perché quelli della tua generazione vedono noi come vecchi?», borbotta. 

Noel annuisce. «Sì. Ormai siete arretrati anche voi. Quasi a pari livello della generazione di Billy.»

Lei apre la bocca formando una O. «Davvero? Oddio...»

Mi intrometto. «Ora capisci cosa provo io quando mi dai del boomer. Oltretutto i boomer sono quelli degli anni 50/60.»

Mi guarda con sufficienza. «Non sto parlando con te», torna a essere acida.
Sul serio, ma che cazzo? 

Noel esce di casa capendo che deve levarsi di torno, chiude la porta e io scendo dallo sgabello. Raggiungo la Nana Psicopatica e la intrappolo, mettendo le mani sul bancone della cucina ai lati del suo corpo. «Mi dici che cosa ti prende adesso?»

Cerca di spingermi via, ma io non mi schiodo. «Non mi prende niente.»
«Blue», sospiro. 
Aggrotta la fronte. «Ho detto che non mi prende niente!», sbotta. 

Non le credo. Ha cambiato atteggiamento appena Noel ha nominato Vicky.
«Sei gelosa?»

Sbuffa una risata. «Gelosa di cosa, William? Di te e Vicky?», scuote il capo. «Assolutamente no. Noi facciamo solo sesso, lo abbiamo chiarito ieri. Per quanto mi riguarda potresti averne altre cento di ragazze. Così come posso averne io, di ragazzi. Infatti domani andrò a cena con Chet.»

Stringo le mani contro il bordo del bancone della cucina facendomi un male cane alla mano distrutta. «A cena?»
Annuisce. «Sì, mi ha invitata e io ho accettato.»

Okay, devo darmi una calmata. Dopotutto io esco con Vicky, no? Quindi tecnicamente anche lei può uscire con altri.
Ma non con Chet, cazzo. È un imbecille ed è decisamente più grande di lei.

Mi allontano da lei. «Okay», borbotto. 

Mi guarda negli occhi con un sorrisetto beffardo stampato su quelle labbra letali. «Ti da fastidio?»

. «No, per niente. Hai ragione tu, scopiamo e basta, possiamo uscire con altre persone», le rifilo un sorriso beffardo. «Vicky mi piace, quindi», concludo con un'alzata di spalle innocente. 

«Bene», borbotta. Si allontana da me, fa il giro della cucina e prende alcuni tovaglioli per poi gettarli con stizza sul bancone. Apre l'anta del mobile e prende tre bicchieri di vetro. Per fortuna non li lancia. 

Mi risiedo sullo sgabello. «Allora verrai a Newcastle?»
«No», risponde secca. «Chiedilo a Vicky.»
Sorrido. «Credo che lo chiederò anche a lei.»

Solleva la testa di scatto e mi trucida con gli occhi. «Bene, fallo. Ripensandoci potrei venirci con Chet.»

A quale cazzo di gioco stiamo giocando?

Reprimo l'impulso di tirarla dai capelli e infilarle la lingua in bocca per levarle quel broncio da bambina dalle labbra. «Comunque tuo padre ci ha detto le altre band che ci saranno.»

Annuisce, tenendo sempre un espressione distaccata. «Non mi importa.»

«Sicura?»
«Sì, sono sicura», brontola. Quando si comporta così è proprio una bambina. 

«Ci saranno i Green Day, i Rancid e...», faccio una breve pausa d'effetto. Intanto lei ha già cambiato espressione. «Billy Idol.»

Mi punta quegli occhi magnifici addosso. «Cosa?», strilla. 
Annuisco. «Sì, hai capito bene. Tuo padre ce lo ha detto stamattina. Chiedilo a lui se non mi credi.»

Si passa una mano tra i capelli. «No, ti credo. Be'...», si mordicchia il piercing. « Se ci saranno loro, verrò. Insomma, ci sono i Green Day!», i suoi occhi si illuminano di felicità. «E Billy Idol!» strilla euforica.

Vederla così felice mi fa uno strano effetto. Un effetto che non so nemmeno spiegare.
«Bene, però se deciderai di venire lascia qui il tuo nuovo amico.»

Sul suo viso torna il broncio. «Allora tu lascia qui la tua amica.»

Intanto Noel torna a casa completamente zuppo d'acqua dalla testa ai piedi. Posa il sacchetto sul bancone e si leva la felpa. «Non ho mai visto così tanta acqua in vita mia» borbotta, passandosi una mano tra i capelli. 

«Oh, mi dispiace, Noel», mormora Blue. «Vuoi che ti dia qualcosa per poterti cambiare?»

Lui scuote il capo. «No grazie, si asciugheranno.»
«Intanto stai bagnando tutto», gli faccio notare, indicando le gocce che sta lasciando a terra. 

Neanche mi ascolta, si siede sullo sgabello e tira fuori il telefono. 
Poco dopo bussano alla porta, vado ad aprire. È il fattorino. Io e Blue litighiamo su chi debba pagare il conto. Potrei farlo pagare a lei, dato che non mi ha nemmeno chiesto che cosa mi piaceva mangiare. Invece, perché so essere un gentiluomo, pago io. 

Poso i vari sacchetti sul bancone della cucina mentre lei continua a lamentarsi. Alcune volte mi ricorda il ronzio fastidioso delle zanzare. «Non rompere il cazzo, mangia», sbuffo. 

Lei e Noel si siedono sugli sgabelli, e io sono obbligato a sedermi sul letto. Appena il gatto del demonio sente l'odore del salmone, sbuca da sotto il letto e inizia a molestarmi per averne un po'. 

Alla fine cedo e gliene do' un pezzettino. Non è poi così brutto, guardandolo meglio. Ha il pelo lucido e nero, è molto peloso, non oso immaginare quanti peli perderà ovunque. Però è carino, anche se ha gli occhi gialli che sembrano spiritati. 
Si siede accanto a me e mi guarda in attesa di altro cibo. Gli do' un altro pezzo di salmone. 

Blue ridacchia. «State facendo amicizia?»
Sollevo lo sguardo su di lei. «Ci stiamo conoscendo. Per ora lui mi sta solo chiedendo cibo.» Per risposta Salem si lecca i baffi e miagola chiedendomene altro. 

«Sta piovendo tanto», mormora Blue guardando l'andamento del meteo dalla finestra. 

Sì, sta decisamente venendo giù il cielo. I tuoni fanno tremare persino le finestre. Si volta a guardare me e Noel, poi getta un'occhiata alla stanza. «Non voglio farvi mettere in macchina con questo tempo.»

Che vorrebbe fare? Far dormire me nella vasca da bagno e Noel sul bancone della cucina? Non c'è spazio. 

Continua a fissare la stanza con un espressione pensierosa. 

«Non fa niente, non ho paura dell'acqua e so guidare», la rassicuro. 
Scuote il capo. «Hai visto quanta acqua c'è sulla strada?»
Alzo le spalle. «E quindi? Mica ci devo tornare a piedi a casa.»
Mi guarda male. «Non importa. Non deve venirmi l'ansia anche per questo.»

Sogghigno. «Oh, ti preoccupi per me?»
Alza gli occhi al cielo. «No, ma per Noel sì. Dato che tu guidi come un pazzo.»

Noel ridacchia, impegnato a scartare tutti i biscotti della fortuna. 

«Come vorresti sistemarci?», le chiedo. Voglio proprio sentire che cosa propone la sua mente malata. Immagino che ne dirà una delle sue. È molto originale con le idee. 

Guarda Noel. «Lui dormirà sul letto con me», dichiara. A queste parole Noel si volta di scatto dimenticandosi dei biscotti della fortuna. 
«Davvero?» chiede, un sorriso malizioso si forma sulle sue labbra. 

«No, non esiste» intervengo, distruggendo i sogni perversi di mio fratello. Si vede che Blue non ha fratelli adolescenti. Non sa che cosa siano in grado di fare. 

Lei guarda me. «Sì invece, tu trovati un posto. Puoi dormire per terra, ti darò una coperta.»

Noel mi rifila un sorriso trionfante, lo ignoro. «Perché dovrei dormire io a terra?»

Lei allarga le braccia. «Dovrei dormirci io?»
Scuoto la testa. «No, torneremo semplicemente a casa nostra.»

Noel mugugna qualcosa. «Già, forse è meglio.»

Lo guardo. Forse ha paura che gli vengano di nuovo gli incubi? 

Blue però non sembra volere sentire ragioni. «No, non è meglio. Sta piovendo tantissimo e io non voglio stare in pensiero. Noel, tu dormi sul letto con me», guarda me. «Tu per terra.» Sembra che abbia già deciso e che non voglia proprio sentire ragioni. E io neanche ci provo più a farle cambiare idea. 

Alla fine decidiamo di restare. Blue ha obbligato mio fratello a levarsi i vestiti bagnati e gli ha fatto indossare una maglietta larga e un paio di calzoncini che chiaramente non sono da ragazza. A me lancia addosso una coperta che potrebbe coprire un puffo ma non me. Poi va in bagno a cambiarsi e torna in salotto con una maglietta che le sta dieci volte. 

Le faccio capire che non sono affatto d'accordo di dormire per terra sbuffando quando stendo la coperta sul parquet. Lei mi ignora e si stende accanto a Noel, lui è sul procinto di svenire, sta per crollare dal sonno. 

La nana spegne le luci e veniamo inghiottiti dall'oscurità.

Neanche cinque secondi dopo il suo gatto mi sale sulla pancia e inizia ad impastarmi lo stomaco. Ma che cazzo!
Cerco di cacciarlo via ma lui affonda le unghie sulla mia pelle. «No, così no, però!» sbotto, mettendomi a sedere. 

«Che problema hai adesso?» sbuffa Blue. 

«Il tuo gatto mi sta molestando!»

Noel borbotta qualcosa con voce assonnata. 

«Vieni qui» mi dice, Blue. 

Non me lo faccio ripetere due volte. Mi alzo dal pavimento e raggiungo il letto. Lei si sposta per farmi spazio e mi sdraio accanto a lei. Noel è tutto rannicchiato dall'altra parte e sta già dormendo. Doveva essere proprio esausto. 

Io invece sono tutt'altro che assonnato. Sì, avevo sonno, ma è passato non appena il mio corpo è entrato in contatto con quello di Blue. Lei è su un fianco, il suo sedere sfiora il mio uccello che si sta risvegliando.
Sarei dovuto restare per terra.

Le metto un braccio sul fianco e poso la mano sul suo ventre per avvicinarla ancora di più a me. Appena sente che tra noi c'è qualcosa di duro, si irrigidisce. 

Giuro che non ho nessun problema. Forse sono un po' pervertito, è vero. Ma lei mi fa questo effetto e non posso farci niente. Gioco con l'orlo delle sue mutandine che a quanto pare si illuminano al buio. Lei sussulta e mi afferra la mano fermandola. 

Avvicino il viso al suo orecchio. «Non sto facendo niente, rilassati», sussurro. 

Si agita appena, il tanto che basta per far strusciare il suo sedere contro il mio cazzo. La mia mano si infila sotto la sua maglietta. Le accarezzo la pelle morbida del ventre, la pancia, lo stomaco. La sento rabbrividire sotto i miei polpastrelli. Adoro da morire il modo in cui reagisce al mio tocco. Più faccio risalire la mano, più lei inarca la schiena. Risalgo fino alle sue fantastiche tette. Ne stringo una nella mano, le pizzico il capezzolo e lei inspira bruscamente. Risalgo ancora più su. Le circondo il collo con la mano e la obbligo a girare il viso nella mia direzione. Appena lo fa catturo le sue labbra con le mie. Sospira contro le mie labbra ma non si tira indietro. Quindi io riscendo con la mano a tormentarle il seno. Per risposta inarca ancora di più la schiena e si struscia su di me iniziando a roteare i fianchi. 

Cazzo. 

Mi morde con forza il labbro inferiore. «Non possiamo. C'è Noel e io ho le mie cose.»
Non ha capito che a me non importa delle sue cose?
«A me non fa schifo. Ma se a te da fastidio, dimmelo.»

«Non l'ho mai fatto», confessa. 

La sua confessione fa risvegliare ancora di più il mio cazzo già sofferente dentro i boxer. «Quindi?» sussurro. 

Fa scivolare una mano tra i nostri corpi e afferra con decisione il mio uccello da sopra i jeans facendomi mancare il respiro per un momento. «E Noel?» sussurra a sua volta, continuando a strizzarmi l'erezione. 

La bacio di nuovo. «Sta dormendo, non sentirà nulla.»
Gesù, sono davvero così disperato? A quanto pare sì. 

Leva la mano dai miei jeans e io quasi piagnucolo. «Andiamo in bagno», afferra il mio labbro tra i denti e lo stringe appena. 

Scendo giù dal letto così velocemente che mi viene persino il capogiro. Lei mi segue, ci voltiamo a guardare Noel. Per fortuna sta russando leggermente. Quindi non si renderà conto di nulla. Intreccio le dita alle sue e la trascino in bagno. 

Accende la luce e chiude la porta.

L'attimo dopo le sono addosso e la sto letteralmente divorando con la mia bocca premuta sulla sua. Le nostre lingue si toccano in modo molto rapido, con impazienza. Le mie mani vagano sul suo corpo dannatamente caldo e perfetto. Indietreggia fino al lavandino e io la sollevo dal culo per farla sedere sopra.

Mi infilo tra le sue gambe e lei geme contro la mia bocca.
Cazzo. Mi fa eccitare da impazzire questa ragazzina. Sul serio. Vorrei infilarmi in ogni buco che ha a disposizione. 
Per la frenesia del momento buttiamo giù il portasapone, ma non ce ne frega proprio niente. 

Quando provo a sfilarle le mutandine lei mi stritola tra le sue cosce. Smetto di baciarla e la guardo negli occhi. Ha le guance arrossate e questo non fa altro che farmi arrapare di più. È così dannatamente bella, cazzo. 

«Che c'è?», le chiedo. La mia voce è così roca che non riesco quasi a riconoscerla. 
Abbassa lo sguardo tra di noi. «Non... Non così. Non voglio sporcarti», si morde il labbro in imbarazzo. «È imbarazzante.»

«No, non lo è. Se non ti va è okay. Non ti obbligo a fare niente. Ma se ti stai preoccupando per me, lascia perdere. Non mi fa schifo e ho una grandissima voglia di sbatterti.» Lo dovrebbe capire anche dal tono della mia voce che non vedo l'ora di entrarle dentro con tutto me stesso. 

Solleva una mano per accarezzarmi il viso, poi si sporge leggermente in avanti e mi bacia sulle labbra. Le stringo i fianchi e l'attiro di più a me. «No, non voglio fermarmi», sussurra contro le mie labbra. 

Meno male, cazzo.
Annuisco. «Bene, fantastico, non ci fermeremo. Vedrai quanto ti piacerà. Sarà intenso», riprendo a baciarla con foga.

Lei però sembra più impaziente di me. Infila le mani nei miei jeans e li strattona per tirarli giù. La sua mano scivola dentro i boxer e poi afferra il mio cazzo che pulsa da morire. 

Mi bacia il collo prima di morderlo con forza. «Voglio farlo da dietro però», sussurra contro la mia pelle. 

Potrei scoparmela in qualsiasi posizione lei voglia. Non mi importa. Ciò che mi importa è solo perdermi dentro di lei. È proprio lì che i miei problemi e tutta la merda che mi porto dentro cessano di esistere.
«Qualsiasi cosa vuoi», mormoro. 

Scende dal lavandino e mi da le spalle reggendosi contro i bordi. Il nostro riflesso ci appare davanti agli occhi.

Le vado dietro, le cingo i fianchi e mi piego su di lei. «Guarda quanto sei dannatamente bella adesso.»
Ha la guance arrossate e quelle ciocche infuocate le ricadono sul petto. Le sollevo lentamente la maglietta prendendomi del tempo per accarezzarle la pelle morbida che le si riempie di pelle d'oca a ogni mio tocco. Solleva le braccia verso l'alto per aiutarmi a sfilargliela da sopra la testa. La getto a terra e riporto le mani su di lei. Non riesco a staccarle dal suo corpo, cazzo. La circondo con le braccia e l'attiro a me, una mano posata sul suo ventre e con l'altra le scosto i capelli di lato. Mi chino su di lei e le bacio il collo, lo mordo, lo lecco. Per risposta inarca la schiena, tira indietro la testa e ondeggia i fianchi contro di me. 

Sembra una Dea. È fottutamente bella e neanche se ne rende conto. Probabilmente mai lo farà. 

La mano posata sul ventre, risale fino al suo seno. Lo racchiudo nel mio palmo e lo stringo con forza. 

Lei schiude quelle belle labbra e si aggrappa contro il lavandino, continuando a roteare il bacino contro di me. 

Quando provo a sfilarle le mutandine, si ritrae di nuovo. Per un momento penso che abbia cambiato idea, poi però mi guarda attraverso lo specchio, le guance arrossate, quelle lentiggini che mi fanno eccitare da morire. «Lo faccio io», mormora. 

Mi allontano da lei e mi volto per darle un minimo di privacy. Nel frattempo mi levo i jeans e i boxer. Sono impaziente. Giuro di non aver mai desiderato una donna come desidero lei e il suo corpo. 

Non so che cosa ci sia in lei che mi fa perdere totalmente la ragione. Sarà la sua innocenza che cerca sempre di nascondere, non lo so. Fatto sta che Blue Jean Weller mi fa perdere la testa. 

«Fatto», mormora alle mie spalle. 

Mi volto a guardarla e quasi mi manca il fiato. I capelli le ricadono in onde selvagge sui seni, ma riesco comunque a intravedere i piercing, i tatuaggi. Tiene le cosce serrate e le mani davanti alla sua bella fica. Mi avvicino a lei sovrastandola con tutto il mio corpo. Le accarezzo il viso e con il pollice traccio le piccole forme delle sue lentiggini, delle sue labbra piene e lucide. Mi chino per baciarle le labbra, il mento, il collo. Le mordo una spalla e lecco alcune delle lentiggini che ha sparse sulla pelle candida. Blue infila una mano tra i miei capelli e li accarezza. Adoro il fatto che nonostante io stia per profanare il suo corpo, lei mi accarezzi in questo modo dolce. Di solito non mi piace affatto baciare le ragazze con cui scopo e tanto meno farmi toccare. Ma quando lei posa le mani sul mio petto e traccia i contorni dei miei tatuaggi, rabbrividisco. Mi piace.

Ora però non è il momento di esplorarci. Voglio scoparla. 

La faccio girare di spalle di spalle, le bacio una spalla e con le mani premute sui suoi fianchi, la faccio abbassare in modo tale che il suo sedere si sollevi sotto di me. 
Infilo rapidamente il preservativo e torno alle sue spalle. Mi guarda dallo specchio con gli occhi che bruciano e che sembrano vogliano spolparmi l'anima. Mi sento spolpato. E mi piace da morire il modo in cui mi sta guardando adesso mentre se ne sta lì pronta per me. Le afferro i fianchi e senza preavviso mi spingo dentro di lei. Socchiude gli occhi e inarca ancora di più la schiena. 

Non c'è nessuna dolcezza nei miei movimenti. La sto scopando e basta. 
Lei nasconde il viso appoggiandolo contro le braccia. Le circondo il collo con la mano e la obbligo a sollevare la testa verso lo specchio, mentre mi spingo sempre più a fondo. 

«Non nasconderti», dico con la voce roca. «Guardati, guardaci.»

Arrossisce violentemente, ma il modo in cui mi guarda spingermi dentro di lei, mi fa impazzire. Ha gli occhi annacquati dalla lussuria, uno sguardo selvaggio. Schiude le labbra e le sfugge un gemito che tenta di smorzare affondando i denti nel labbro inferiore. 

Io non schiodo lo sguardo dal nostro riflesso, soprattutto dai suoi occhi. Esco del tutto e poi affondo di nuovo, fino in fondo. 
Mugugna qualcosa e io le tappo la bocca con la mano. Mi spingo via via sempre più brutalmente. Il suo corpo si muove sotto di me e come si struscia contro il lavandino produce uno strano rumore. Non mi importa, non voglio fermarmi. 

Mi piego su di lei e le mordo il collo, facendola gemere contro il palmo della mia mano. Resto su di lei, schiacciandola ancora di più mentre ci guardiamo negli occhi dal riflesso dello specchio.
Siamo belli da fare schifo in questo momento. Lei è bella. Io sono solo una comparsa adesso. 

I suoi gemiti si fanno sempre più intensi e io premo ancora di più il palmo contro la bocca. Mi morde il palmo della mano e scuote il bacino contro il mio cazzo, chiedendomi silenziosamente di più. Ovviamente io l'accontento. Sono così preso dal momento che nemmeno mi rendo conto che la mia mano è scivolata sul suo sedere e il mio pollice sta giocando con l'altra fessura. Se non fosse stata lei, mi sarei decisamente spinto oltre. Non mi sarei fatto nessun problema a prendermi anche il suo culo. 

Ma con lei non posso. Non voglio. Non così.

Guardo la sua reazione quando premo il pollice con più forza. È letteralmente fradicia. 

Premo il dito più a fondo, penetrandola appena. Lei geme con forza contro la mia mano, quindi lo ritraggo pensando di averle fatto male. Rotea con più forza i fianchi e piagnucola. Levo la mano dalla sua bocca e la guardo. «Non fermarti, ti prego. Continua», piagnucola in preda all'estasi. 

Mi osserva mentre continuo a spingermi dentro di lei e inumidisco il dito con un po' di saliva. La guardo dritto negli occhi quando spingo il dito dentro il suo sedere. 
Ansima rumorosamente e si appresta a tapparsi la bocca con la mano. 

Continuo a scoparle la fica e ora anche il culo, con il mio dito. Cazzo, questa è una visione mistica. Si struscia venendomi incontro con i movimenti. Mi chino di nuovo su di lei, le afferro la mascella e le faccio voltare la testa verso di me. La bacio con foga mentre la scopo in tutti i buchi. Geme nella mia bocca e io ingoio il suo piacere. Sto per venire e spero che anche lei sia vicina. Dal modo in cui sento le sue pareti interne pulsare e risucchiarmi, capisco che sta per venire. Intensifico i movimenti e riesco a trovare il giusto ritmo tra il cazzo e il mio dito. 

Le divoro la bocca per smorzare i suoi gemiti. Basta qualche altra spinta per farla sciogliere totalmente sotto di me. Ansima dentro la mia bocca e io le vado dietro, arrancando sempre di più con le spinte. Ricade sul lavandino ancora ansante e io le cado addosso. Ho il cuore che batte all'impazzata e sono in mancanza di ossigeno. Levo lentamente il dito e lei sussulta. «Cazzo» sussurra, con il fiato corto. 

Le poso una lunga scia di baci dal centro della schiena fino alla spalla. «Sei fantastica», le poso un ultimo bacio sulla tempia e poi esco da lei. 

Si tira su, le tremano le ginocchia e deve reggersi ancora ai bordi del lavandino. La vedo diventare paonazza quando nota il preservativo sporco di sangue. A me non importa. Lo sfilo e lo butto nel water e poi tiro lo sciacquone. Sento ancora i suoi occhi su di me, mi volto e le vado incontro. Si ritrae e guarda in basso. Seguo il suo sguardo e capisco che cosa sta guardando. Anche io sono macchiato, proprio intorno a tutto il cazzo. Non voglio che si senta in imbarazzo, perché io non lo sono affatto. 

Le prendo la mano e l'attiro a me. Le poso un piccolo bacio sulle labbra. «Facciamo una doccia. Non imbarazzarti, perché io non lo sono affatto. Non devi preoccuparti con me, okay?» le prendo il viso con entrambe le mani. Quando le poso le labbra sulla fronte lei trema appena. So che dovrei lasciare queste smancerie fuori dal nostro rapporto. Ma è più forte di me. Mi viene da farle in automatico. Sento il bisogno di farle.

L'aiuto a entrare nella vasca e poi entro anche io. Mi prendo la libertà di insaponarle la schiena, i capelli che diventano di un rosso più scuro. Lei insapona me. So che anche questo è troppo intimo, ma non mi importa neanche di questo. Lei con me deve sentirsi a suo agio in tutto e per tutto.

Ci asciughiamo e poi lascio che finisca di sistemarsi. Torno in salotto. Noel è ancora nel mondo dei sogni, quindi mi sdraio accanto a lui e lascio lo spazio per la nana. 

Poco dopo mi raggiunge e si sdraia accanto a me. Non ci penso neanche due secondi ad abbracciarla, lei nasconde il viso contro il mio petto. Sento che posa un impercettibile bacio contro la mia pelle, ma non ne sono sicuro. Ci addormentiamo abbracciati. 

Sì, è ancora la mia tromba-amica. Le faccio le coccole e altre cose che non concedo a nessun altra. Ma non c'è nient'altro tra di noi. E mai ci sarà. È chiaro a tutti, adesso anche a me, che lei merita di meglio. Ma fino a quando non troverà uno che la sappia apprezzare davvero: continuerò a scopare con lei. 

Succedono due cose. La prima è che un boato simile a una bomba fa tremare la stanza. La seconda è l'urlo che lo segue. Impiego qualche secondo a connettermi con il mondo. Ho il cuore in gola, cazzo. 

Mi metto a sedere cercando di capire che cosa è successo. Mi volto subito verso Blue, ma lei sta guardando me con gli occhi leggermente sbarrati. Non è lei. Quindi mi volto subito verso mio fratello. Cazzo, mi ero persino dimenticato che fosse qui con noi. 

Si agita nel sonno con un espressione sofferente stampata sul viso. Forse sta anche piangendo.

«Che cos'ha?», sussurra Blue. 

Non rispondo, mi volto completamente nella direzione di mio fratello e lo scuoto dalle spalle per farlo svegliare. Sta avendo di nuovo quegli incubi del cazzo. E ora che lo sto vedendo con i miei stessi occhi, mi sento morire dentro.

Apre gli occhi di scatto, respira affannato mentre si guarda intorno con il panico nello sguardo. Gli accarezzo i capelli e lui mi guarda. «Stavi sognando.»

Si posa una mano sul petto e inspira ed espira in modo convulso. Passa una mano sul viso e scoppia a piangere. Cazzo. «Noel» lo richiamo, mentre gli stringo la mano. «Sono qui, ci sono io.»

Lui neanche mi ascolta. Inizia a tremare violentemente. 

Blue scende dal letto e fa il giro per raggiungerlo. Si siede accanto a lui, scostandosi i capelli dal viso. «Noel», lo richiama. «Hai un attacco di panico» gli parla con calma, con dolcezza. « Respira. Fallo con me», prende dei bei respiri e fortunatamente Noel la ascolta. Respira con lei. Anche io respiro con lei. 

Ora mi sono reso veramente conto che mio fratello non sta affatto bene. E vederlo così mi fa stare malissimo. 

Lentamente riprende a respirare in modo normale. Blue gli accarezza il braccio dolcemente. «Stai meglio?»

Noel annuisce ma non parla. Torna a sdraiarsi e Blue si stende accanto a lui. Gli avvolge un braccio attorno e lo abbraccia. Mio fratello non protesta, si lascia abbracciare. 

«Mi dispiace tanto Noel», sussurra Blue. 

Vederla comportarsi così con Noel mi fa uno strano effetto. Di certo, sarebbe una sorella migliore di me. Pensare che anche lei abbia avuto gli attacchi di panico ma nessuno che provasse a tranquillizzarla, mi crea un fastidio alla bocca dello stomaco.

Mi sdraio anche io e mi metto su un fianco, con il viso rivolto verso Noel. Io e Blue ci guardiamo negli occhi. Il modo in cui mi sta guardando mi fa contorcere lo stomaco. Non avrei mai voluto che vedesse Noel in questo stato. Le dovrò dare delle spiegazioni e non mi va. Se gliele do' sarebbe come farla entrare di un altro passo nella mia vita. E lei ci sta già entrando. Non voglio.

Distoglie lo sguardo da me e con una mano accarezza i capelli di mio fratello che lentamente scivola di nuovo nel sonno. 

No, non voglio che Blue entri nella mia vita. Mi sono già aperto un po' con lei, quella volta in cimitero. Non ho nessuna intenzione di spingermi oltre. 

L'indomani mattina mi sveglio e sia io che Blue stiamo abbracciando Noel. Lei ha un braccio sotto al mio, nonostante tutto, ci tocchiamo anche noi. 

È stata una nottata stranissima. Infatti sono confuso e di pessimo umore. Noel ha il viso rivolto verso di Blue e l'abbraccia a sua volta. 

Questa notte ho realizzato che mio fratello è più fragile di un vetro soffiato. Ha bisogno di attenzioni e sopratutto di affetto. E lei glielo ha dato. La piccola svitata che ha più casini di Noel, gli è stata accanto. 

Mi metto a sedere e mi stropiccio il viso. Lentamente si sveglia anche lei, borbottando non so nemmeno cosa. Di conseguenza si sveglia anche Noel premendo il viso contro il cuscino. « Blue, il tuo letto è una vera merda. È scomodissimo», si lamenta. 

Lei mugugna qualcosa di incomprensibile e si gira dall'altra parte. Sposto lo sguardo sulla cucina perché con la coda dell'occhio ho visto qualcosa di nero muoversi. Salem sta frugando dentro i rimasugli della cena di ieri. Che cazzo. 

«Il tuo gatto è sulla cucina», la informo. 

Piagnucola. «Non mi importa. Lasciami dormire.»

Mi alzo in piedi e mi rivesto. Noel si stiracchia e si alza anche lui. «Ho fame», annuncia portando le braccia verso l'alto e sbadigliando rumorosamente. 

Indico Salem che continua indisturbato a leccare tutto. «Chiedigli se te ne lascia un po'.»

Arriccia il naso disgustato. «No grazie, voglio tornare a casa.»

«Adesso andiamo», taglio corto. 

Blue non sembra volerne sapere di svegliarsi. Guardo l'ora. Sono le sette del mattino, è ancora presto. Guardo anche fuori dalla finestra scoprendo che è ancora nuvoloso ma almeno sembra aver smesso di diluviare. 

Mio fratello si rimette i suoi vestiti e poi mi guarda, impaziente di andarsene. 

Sbuffo, poi mi avvicino a Blue. «Noi stiamo andando via», le dico. 

Apre solo un occhio. «Okay, ciao. Bella scopata stanotte. Ci vediamo alla prossima, Gilmour.»

Non ricorda che c'è anche Noel? Cazzo. 

Lui tossicchia alle mie spalle. Guardo malissimo Blue e poi mi allontano da lei. Raggiungo Noel che cerca i miei occhi ma io lo ignoro. Usciamo da casa di Blue senza neanche salutarla. 

Appena entriamo in macchina, Noel si volta nella mia direzione e continua a fissarmi. «Avete scopato con me nel letto?»
Metto in moto. «No.»

Infila la cintura. «Come no?»
Sbuffo rumorosamente. «No, non lo abbiamo fatto nel letto, okay?»

«E dove?»
«In bagno. Ora piantala di fare domande», sbotto. 
Lo vedo arricciare il naso. «Ma lei non aveva...», mima un conato di vomito. 
«Sei ancora piccolo per capire queste cose. Piuttosto, dimmi come stai.»

«Cioè? Sto bene, perché dovrei stare diversamente?», chiede confuso. 

Bene, Blue non è l'unica smemorata a quanto pare. «Hai avuto un incubo e anche un attacco di panico», gli ricordo. 

«Ah, non lo ricordo», mormora. 

Be', forse da una parte è meglio così.
«Blue è riuscita a calmarti e poi si è sdraiata accanto a te e ti ha abbracciato per tutta la notte.» E a quanto pare anche io.

«Non me lo ricordo», si accascia contro il sedile e sospira. 

Ho intenzione di fare una cosa. So che Noel non la prenderà bene e probabilmente mi urlerà contro. Ma non importa. 

Andrò alla sua scuola e parlerò con il suo allenatore. Gli chiederò gentilmente di farlo giocare questa domenica, e io sarò a quella maledetta partita, costi quel che costi. Forse chiederò anche a Blue di venire con me, non lo so. Non so nemmeno perché sto pensando a lei adesso. Cristo, oggi sono più stordito di quando mi sballo. 

Questa storia non finirà bene. Lo so. 

E non sto parlando di Noel e la sua partita. 

Qualcuno di noi due si farà molto, ma molto male.

Anche questo è un po' lungo 🥹 Però è necessario, altrimenti non finisco più.

Comunque, a quanto pare William sta iniziando a perdere colpi 😂 Nei prossimi capitoli forse, lo perderemo del tutto 😂

Quanto durerà la pace tra questi due? 😂

Volevo avvisarvi che aggiornerò giovedì, e non più venerdì! Quindi, ci becchiamo giovedì 🖤

Grazie per il supporto🖤

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