♫ ~ 32.2 ʀᴇʙᴇʟ ʏᴇʟʟ
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«Oddio, perché?» strepita.
«Che vuol dire perché? Mi andava», alzo le spalle.
Si risiede, prendendo un bel respiro. «Spero che non lo venga a sapere James. E non dirlo a Sid! Quello lì non sta aspettando nient'altro che il momento per fartela pagare.»
«Cazzo, allora devo correre a togliere tutti gli striscioni che ho messo in giro per tutta Stanmore mentre stavo venendo qui», rido. «Non lo dirò a nessuno. L'ho detto solo a te», preciso.
«Non avresti dovuto dirlo nemmeno a me», sbuffa.
«Perché? Sei il mio migliore amico.»
Sbuffa di nuovo. «Quando è successo?»
Guardo l'orologio appeso sulla parete. «Circa sei/sette ore fa.»
Sgrana gli occhi. «Cosa? Ma lei era a casa dei nonni! Ti sei approfittato di lei in un momento così delicato?»
Questa volta sono io a fulminarlo con lo sguardo. «Sai che non lo farei mai.»
«Cazzo, scusa», sospira appoggiandosi contro i cuscini del divano. «Come vi siete ritrovati a scopare?»
«Gliel'ho chiesto, ha accettato e poi sai come funziona.» Non so nemmeno perché glielo sto dicendo in realtà. Ma posso fidarmi di lui.
Scuote il capo. «Sapevo che sarebbe successo.»
«Non succederà più, Joe. Tranquillo», sbadiglio. «Non è il mio tipo.»
L'espressione che ha stampata in faccia dice: "Si vede che non ti piace". «Lo spero. O almeno se deve succedere...», piagnucola. «Se James lo venisse a sapere...»
«James mi ha beccato a infilarle le dita nella fica, Joe. Non è successo niente.»
Sgrana gli occhi. «Quando?» per poco non lo urla come un'isterica.
«Qualche settimana fa», rispondo sincero. «Per qualche strana ragione, si fida di me», alzo le spalle. «Ma non succederà più, davvero.»
Sembra che gli stia per scoppiare la testa. «Sono sconvolto.»
«Io lo sono di più. Ma non perché ho scopato con Blue. Lo sono perché mio fratello molto probabilmente non lo ha mai fatto! In più mi ha cacciato da casa, capisci? Da casa mia», sprofondo di nuovo tra i cuscini.
Joey ridacchia. «Chi, Noel?»
«Fosse stato Noel non mi sarei sconvolto in questo modo», rido.
«Lascialo in pace!» sbuffa esasperato. «Non sono mica tutti come te, che hanno iniziato a scopare quasi dall'asilo!»
«No, però è abbastanza grande. Vabbè, sono sicuro che stanotte combina qualcosa. Dovevi vederlo mentre tirava a lucido tutta la casa. Scommetto che si è depilato anche le palle.»
Scoppia a ridere. «Sei un coglione!»
Alzo una spalla. «Ma no, ci tengo alla vita sessuale di mio fratello ventitreenne.»
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Alla fine siamo andati al Rocktail – dopo che ho scartavetrato le palle a Joey- e ci siamo portati dietro anche Noel, ovviamente nemmeno a lui è concesso di tornare a casa sua. Non è per niente contento di stare qui con me. Ma deve farsela andare bene. Quando nostro fratello finirà di inzuppare il suo plasmon, potremmo tornare a casa.
Ci ha raggiunti anche Vicky. Giuro che non so più come dirle che mi deve lasciar respirare. E ora ci ritroviamo seduti a tavolino. Noel che sbuffa nella sua Monster. Joey che ogni tanto si addormenta di punto in bianco come se fosse affetto da narcolessia.
Poi ci siamo io e Vicky. Io che continuo a pensare alla faccia di Blue Jean sepolta tra le mie gambe e Vicky che mi guarda in modo insistente i segni sul collo.
Inizia a snervarmi.
Tutta la mia attenzione viene catturata da tre ragazze che fanno il loro ingresso. In particolare da una dai capelli rosso fuoco. La stessa con cui ho fatto sesso più volte questa notte. Non conosco le altre due, però le ho viste alcune volte bazzicare da queste parti.
Perché è venuta qui?
I miei occhi scivolano sul suo corpo. I capelli le ricadono ondulati quasi fino al sedere fasciato da una gonna di pelle nera con le borchie. Le calze a rete le accarezzano quelle cosce dove mi sono perso per tutta la notte. Il chiodo di pelle con le borchie le nasconde quel seno che ho visto danzare sopra e sotto di me mentre mi spingevo dentro di lei con foga.
Mi ritrovo a stritolare il bicchiere che tengo in mano. Lei neanche nota la mia presenza.
E io che immaginavo che fosse spuntata una freccia lampeggiante sulla mia testa.
Quelle labbra carnose messe in risalto da un rossetto scuro. Le guance leggermente arrossate. E quelle lentiggini... dovrebbero essere illegali.
Sta ridendo. Tutte e tre stanno ridendo. Qualcosa nei loro movimenti frenetici mi dice che hanno assunto qualcosa.
Vanno a sedersi al tavolino vicino alla finestra.
Noel si risveglia improvvisamente dal suo stato di trance appena la vede. «Oh, c'è Blue. Vado a salutarla.» Fa per alzarsi ma io lo fermo afferrandolo dal gomito.
«Resta dove sei», sibilo.
Strattona il braccio e mi guarda male. «Perché non posso andare a salutarla?»
Cerco gli occhi Joey, anche lui sembra essersi ripreso. Si strofina gli occhi e mi guarda. «Che c'è?»
Scuoto la testa e guardo di nuovo Noel. «Perché è con le sue... amiche.»
«Quindi? È vietato andare a salutare una persona solo perché è con le sue amiche?» chiede confuso.
Noto che Vicky sta guardando nella direzione di Blue. Ha uno strano sguardo. Come se desiderasse con tutto il suo cuore che un fulmine cadesse accidentalmente sul tavolo dove sono sedute Blue e le sue nuove amiche.
È gelosa?
Vicky è bella. Bellissima. Ma come mi fa arrapare Blue, nessuna. Questa è una cosa gravissima, lo so.
«Ti ho mandato mille messaggi!» sbotta Vicky, riportandomi alla realtà.
«Non so neanche dove ho lasciato il telefono», borbotto. È vero, non so nemmeno dove l'ho lasciato. Forse in macchina, forse a casa, in questo momento poco mi importa.
La mia testa si gira in automatico nella direzione di Blue. La sorprendo a guardare il nostro tavolo di sottecchi. Vicky segue il mio sguardo, borbottando qualcosa che nemmeno ascolto.
«Io davvero non capisco che cosa ci trovi in quella ragazza. È rozza e maleducata!» Sibila visibilmente stizzita.
Contraggo la mascella. Non so per quale motivo, ma mi da fastidio che parli così di lei. Questo mi fa serrare la mascella ancora di più. «Neanche la conosci», le rammento. «E poi perché ti da così tanto fastidio la sua presenza? Non mi sembra che lei ti stia dando fastidio. Nemmeno ti calcola», la punzecchio.
Raddrizza le spalle mettendo in mostra quella scollatura prorompente. La osservo, vedo il suo viso delicato, il vestito aderente e le gambe accavallate in modo provocante e mi sembra di averla già dimenticata. Mi rendo conto di non guardarla davvero da un po' di tempo. Prima il suo aspetto mi faceva impazzire. Adesso non vorrei nemmeno che fosse qui.
Parla riportandomi alla realtà. «Stanotte dormi da me?»
Scuoto la testa una sola volta come per schiarirmi le idee. «No.»
Inarca un sopracciglio perfettamente truccato. «Come no?»
«No», ripeto con tono di voce deciso. «No, significa no. Se ti sta bene ok, altrimenti non sono cazzi miei.»
La mia reazione la lascia letteralmente a bocca aperta. Posa una mano smaltata sul tavolino e si sporge in avanti. «Non dirmi che la barbona ti sta confondendo le idee.»
Arriccio il naso. «Cosa? Non dire cazzate. Semplicemente mi sono stufato del tuo modo di essere così appiccicosa e asfissiante.»
Serra così tanto le labbra che diventano una linea perfettamente dritta. «Io non sono appiccicosa!», sbotta sollevando il tono di voce.
La guardo con un espressione che dice " Ah no?". «Senti Vicky...» Inizio.
Non mi permette di finire la frase. «Cosa? Vuoi rompere con me?»
Rido senza allegria. «Non stiamo neanche insieme.»
Giuro di averla appena sentita digrignare i denti. Adesso mi staccherà la testa a morsi. «Questo lo dici tu.»
«E chi deve dirlo? Per quanto mi riguarda: Io sono single. Poi pensa un po' quello che ti pare.» Cazzo. Sono stufo di tutto questo. Perché ancora non l'ho mandata a cagare? Ah, sì. Perché con lei mi svuoto le palle quando non trovo di meglio. Non so esattamente cosa provo verso Vicky. È bella, graziosa, fa dei pompini da paura. Però, non lo so. È troppo asfissiante.
È vero che in questo periodo odio profondamente il mio migliore amico, Sid. Ma ora sono davvero felice che sia venuto qui e che si sia appena seduto accanto a Vicky la Piovra. Sid le circonda una spalla con il braccio. «Non ti sei ancora stancata di Billy?»
Vicky lo guarda con uno sguardo carico d'odio mentre cerca di scrollarsi il braccio del mio amico dalle spalle. «A quanto pare è lui che si è stancato di me», mormora. Temo che sia sul punto di piangere.
Sid schiocca la lingua. «Qual è il problema? Ci sono io!»
In questo momento amo Sid più di qualsiasi altra cosa.
Vicky scatta in piedi. «Vaffanculo Sidney!» Sbotta inalberandosi. «Me ne vado, siete degli idioti.» Si allontana a passo di carica verso la porta.
«Ma che ho detto io? Ero zitto!» Protesta Joey.
«Almeno ce la siamo levata dalle palle», sbuffa Noel. « Le ragazze sono così drammatiche.»
Poi però il mio odio per Sid torna a farsi sentire quando lui le punta addosso gli occhi.
Qualcosa dentro di me si contorce. Forse sono le budella. Non lo so.
Perché continua a essere interessato a lei? No, aspetta. Perché io penso queste cose? Ho già parecchi casini per la testa.
Eppure non riesco a ignorare il vuoto d'aria che mi viene alla pancia quando entrambi si scambiano un sorrisino imbarazzato.
In questo preciso instante ho appena realizzato che non siamo noi ad avercela portata a letto. È stata lei. Lei ci ha letteralmente tenuti per le palle, entrambi. Io e Sid non siamo altro che due poveri coglioni.
La Nana Malefica si avvicina al nostro tavolo. «Possiamo salire sul palco?» È strafatta.
«No» dico, senza neanche pensarci.
Lei aggrotta la fronte. «Perché no?»
«Sì che potete», si intromette Sid. Maledetto Bradipo.
Che fastidio. Perché mi deve dare così fastidio? Che cazzo di problemi mi affliggono?
Mi intrometto di nuovo. «La chitarra è rotta.» Dio. Sembro un bambino capriccioso.
Sid solleva le sopracciglia in modo sorpreso. «No che non lo è!»
Lo so!?
Blue tossicchia. «Voglio farvi sentire come ce la caviamo io e la mia nuova band. Non abbiamo ancora un nome però.»
Mi limito a trucidarla con lo sguardo. «Le Due Svitare e la Cantante Stronza, è perfetto.»
Lei ridacchia, per niente offesa dalla mia battuta sarcastica. «La tua amica mi sembrava un po' scocciata dalla mia presenza. Qual è il suo problema?»
È gelosa, forse. «E io che ne so? Non leggo nella sua mente», borbotto.
Mi scimmiotta. «Dovresti mettere uno striscione per vietare l'accesso alla tua ragazza nel locale. Mette un po' a disagio tutti. È solo un consiglio, eh.» Strizza l'occhio.
Sid e Joey ridacchiano. Io invece...cazzo. Mi viene da sorridere ma non lo farò. Non le darò la soddisfazione di vedermi sorridere troppo spesso. Non vorrei che si abituasse.
«Vabbè salite su quel palco del cazzo», le dico per farla allontanare dal nostro tavolo.
Batte le mani felice. Ribadisco, è strafatta. «Godetevi lo spettacolo, ragazzi!»
«Eccome» sussurra Noel, guardandole il culo mentre si allontana da noi.
Tutti e quattro le guardiamo il culo, non solo mio fratello. Siamo dei pervertiti del cazzo. Ma è come se ci avesse ipnotizzati. Quella minigonna le sta davvero bene.
Joey è il primo a distogliere lo sguardo. Forse si è reso conto di quello che stava facendo. «Però», inizia. «Sbaglio oppure diventa sempre più bella?»
Ignoro la fitta che mi è venuta allo stomaco. «Nah, è sempre la stessa. Una ragazzina.»
Sid sbuffa una risata. «Dici così solo perché ti odia.»
Lo guardo malissimo. «Non mi odia.» O forse sì. Sono tentato di dirgli che me la sono scopata per tutta la notte giusto per lavargli quel sorrisetto del cazzo.
Fa un espressione che tradotta significa: Come no.
Blue e le sue compagne di sballo salgono sul palco. La ragazza che sembra perennemente sopra a delle nuvole di zucchero filato, si sistema dietro la batteria. Quella che ha la cresta gialla afferra il basso. Io aspetto con impazienza di sentire Blue cantare. Di vederla suonare. Ce l'ho già duro. Potrei tranquillamente ammaccare un auto o usarlo per tagliare della legna. Sono messo male.
Inizia a cantare una canzone dei Ramones. Ovviamente io sto guardando solo lei. Sì, sono bravine anche le sue amiche. Lei però ha tutta la mia attenzione.
Hanno gli occhi di tutti i presenti puntati addosso. Ma sono talmente strafatte che non gliene importa niente.
Poi però succede qualcosa che mi fa contrarre l'addome e avere uno spasmo al cazzo. Abbassa la cerniera del chiodo e lo lancia sulla sedia. Resta con addosso la gonna di pelle e un fottuto reggiseno interamente ricoperto di borchie. Le sue tette sono così strizzate che temo possano scoppiare da un momento all'altro. Afferra di nuovo la chitarra e attacca con le note di Girls, Girls, Girls, dei Mötley Crüe.
«È...» Noel ha letteralmente la bava alla bocca. «Vorrei che si aprisse un canale su OnlyFans. Giuro che spenderei un botto di sterline per lei.»
Lo colpisco sulla testa. «Piantala.»
«No, ha ragione. Sarei il primo ad abbonarmi», gli va dietro Sid.
Coglione.
Guardo Joey per vedere se anche lui ha qualcosa da dire. Alza le mani. «Io non navigo in siti porno», si difende.
È così sensuale il modo in cui si sta muovendo mentre suona la chitarra, che vorrei andare lì e scoparmela davanti a tutti rischiando anche di beccarmi una denuncia per atti osceni in luogo pubblico. Si struscia contro la bassista, accarezza il suo corpo, quello che ho avuto tra le mani per tutta la notte. Si sdraia a terra e continua a muoversi in modo provocante. Vorrei cavare gli occhi a tutti i presenti. Anche a mio fratello.
Cambiano subito canzone e atteggiamento. Adesso suonano una canzone dei System of a Down.
Tutte e tre muovono la testa come se avessero le convulsioni. Sono decisamente brave. Non so dove Blue le abbia trovate ma sono brave.
Blue si aggrappa all'asta del microfono e scivola fino a terra restando sulle ginocchia, rotea i fianchi come se stesse scopando con qualcuno di immaginario. I capelli le ricadono davanti al viso in onde selvagge e lucenti. Le tette si alzano e si abbassano a ogni respiro che prende.
Se la butto giù dal palco e me la porto nel mio ufficio, qualcuno se ne accorgerebbe?
Sid, sicuro.
Per poco non collasso – con il cazzo duro- quando finge di levarsi quel dannato reggiseno.
«E io che ci speravo», borbotta offeso Noel.
Una fitta mi trapassa lo stomaco da parte in parte quando ricordo che anche Sid l'ha vista nuda. Infatti mi volto a guardarlo con la fronte aggrottata. Lui nemmeno presta attenzione a me. Sta guardando solo lei. Ci manca poco che gli escano gli occhi dalle orbite e che la sua lingua si srotoli a mo' di tappeto rosso.
Va bene. È arrivato il momento di tirare fuori il metro e di vedere chi ce l'ha più lungo – io, lo abbiamo già appurato-.
Mi alzo in piedi sotto lo sguardo confuso di tutti.
«Cosa stai facendo?» mi chiede mio fratello.
Joey cerca il mio sguardo.
Ignoro tutti e mi allontano dal tavolo. Blue è ancora inginocchiata sul palco che cerca di prendere fiato quando mi avvicino.
Mi guarda da sotto quelle ciglia scure e lunghe. «Che c'è Gilmour?»
«Salgo sul palco con te e la tua banda di svitate.»
Le altre due si scambiano uno sguardo concitato.
«Vuoi essere sempre al centro dell'attenzione?» mi sfida.
Salgo sul palco. La guardo dall'alto. Dio, è così sexy. «No, decidi tu cosa farmi cantare.»
Si alza in piedi reggendosi contro l'asta. Qualsiasi cosa abbia preso, è bella potente. Mi schiaffa il microfono sul petto. «Rebel Yell.»
«Va bene, non ti bagnare troppo» dico, mentre mi infilo la tracolla della chitarra.
«Lo sono già» cinguetta, andando a sedersi sulla cassa.
Respira Billy. Respira. Non essere schiavo del tuo pisello.
Mi volto per accettarmi che quelle altre due siano pronte. Entrambe fanno un cenno con la testa. Inizio a suonare le note di Rebel Yell di Billy Idol.
Blue canta con me. Poi si alza e mi viene incontro. Sembra un felino pronto a sbranare la sua preda, cazzo. È fottutamente bella. Posa una mano sul mio petto e mi gira intorno. Mi tocca. Comincia a sculettare e a strusciarsi su di me. Il suo profumo di zucchero filato risveglia ogni mio istinto animalesco. Ma c'è qualcosa di strano. Lei non è così disinvolta e soprattutto, non è una che ama mettersi in mostra. Blue non è questa ragazza che sta provando a eccitarmi. Lei non è così. Sta cercando di dimostrarmi qualcosa? Sarei un'ipocrita se negassi che sono tentato di metterle le mani intorno ai fianchi e giocare con lei. Sarei un bugiardo se negassi che mi eccita da morire. La sua sensualità è così naturale da togliermi il fiato. Ma cazzo, non sono schiavo del mio uccello a tal punto da non capire che lo sta facendo per chissà quale cazzo di motivo.
Smetto di cantare allontanandomi da lei come se mi avesse appena punto. Mi guarda in modo interrogativo. Scendo dal palco senza dire niente e torno al tavolo dei miei amici.
Mi guardano tutti in modo strano. Certo, non sono mica ciechi! Lo hanno visto anche loro che cosa stava succedendo. Con la coda dell'occhio vedo Blue che esce fuori dal locale con il viso accaldato. Be', che smaltisca un po' quello che ha in corpo, anziché stuzzicare me, che ultimamente sono abbastanza suscettibile e debole. Si è visto da quello che ho fatto ieri notte. L'ho praticamente implorata di scoparmi. Cazzo.
Sid parla distraendomi. «Che cosa è appena successo?»
«A cosa ti riferisci?» Provo a fare il vago.
Sid sbuffa, sembra anche abbastanza irritato. «Al fatto che vi stavate strusciando e scopando con gli occhi!»
Mi va di traverso la saliva. «Ma che cazzo di problemi hai?» Sbotto. «Uno non ero io che mi stavo strusciando», puntualizzo. «Due non mi stavo scopando nessuno con gli occhi.»
«Secondo me, lei ti piace», dichiara Noel.
Giuro che adesso lo porto a casa. O lo abbandono per strada legato al guardrail.
«Tu stai zitto», lo ammonisco. «Come pensi che possa farmela con una ragazzina che si veste da barbona, che porta un profumo infantile e che si getta tra le braccia di tutti i componenti della mia band?» Ecco che quando mi sento messo sotto pressione passo all'attacco dicendo parole pesanti.
«Lo hai già fatto, te lo sei fatto succhiare», dice Sid tra i denti.
Noel si strozza con la Monster. «Cosa? Ti sei fatto succhiare il ca...»
«Non sono cazzi tuoi», lo ammonisco.
Joey e Sid serrano le labbra. Ovviamente sanno che sto dicendo un mucchio di cazzate. Joey oltretutto sa che questa notte sono stato con lei.
È solo che quando mi fanno incazzare parlo senza pensare.
Dal modo in cui Noel impallidisce, non mi ci vuole molto a capire che lei è proprio dietro di me. Sento i suoi occhi perforarmi il cervello. Merda. Non ne faccio una giusta.
Mi volto lentamente nella sua direzione. «Blue...», provo a dire.
Non dice niente. Gira le spalle e se ne va, ma la stanza pulsa per la sua assenza. Come se riuscisse a restare anche quando non c'è. La posso sentire, respirare.
Per l'ennesima volta ho visto i suoi occhi spegnersi per colpa delle mie parole. Mi ha guardato con odio, con disgusto. Sono un coglione. Il re dei coglioni.
Joey sospira esausto. «Bravo Billy, complimenti. Sempre più coglione», mi rimprovera. Il bello è che ha pure ragione. Me lo merito. Anzi, merito parole ben peggiori.
Passo una mano tra i capelli, li tiro, li scombino. Mormoro rimproveri indecifrabili a me stesso. Cazzo.
Scatto in piedi facendo vibrare il tavolino e i bicchieri che ci sono sopra. «Torno subito», borbotto. Mi allontano da loro prima che possano dirmi qualcosa per farmi cambiare idea.
Esco fuori. Guardo da una parte all'altra sperando di trovarla ancora per strada. Non posso lasciarla da sola a vagabondare nello stato in cui si trova. Seguo il mio istinto e spero di non sbagliarmi. Giro l'angolo andando nel retro del locale dove ci sono i bidoni del vetro. Non la vedo. Non può essere andata molto lontano e nemmeno così velocemente.
Sento un singhiozzo smorzato alla mia destra, tra i bidoni del vetro. Sento una fitta al petto che mi fa mancare il respiro. Mi sento una merda, cazzo.
Non so nemmeno che dirle.
Avanzo di qualche passo e mi sporgo oltre il bidone giallo e la vedo. Rannicchiata su se stessa con la testa nascosta tra le braccia. Il mio cuore fa uno strano rumore mai sentito prima, le mie viscere si rimescolano, mi tremano persino le mani. Ho la nausea.
Il fatto che lei non si sia difesa dalle mie parole mi fa stare ancora peggio. Non ci ha nemmeno provato, quindi, devo averla ferita sul serio.
Chiudo gli occhi quando la sento tirare su col naso. Vengo travolto da un'ondata di rabbia e delusione che provo nei miei confronti.
«Blue», la chiamo. «Mi dispiace», continuo con cautela. Mi sembra di essere alle prese con una tigre difficile da domare. Be', se mi attacca ne ha tutte le cazzo di ragioni.
La sua voce si incrina su un flebile sospiro. «Lasciami in pace.»
Resto un attimo in silenzio, poi ricomincio a parlare con voce incerta. «Non pensavo quelle cose che ho detto. E solo che...» Non so che dire. Non ho scusanti.
Non risponde e non si muove. Continua a nascondersi ai miei occhi.
La nauseabonda fitta allo stomaco mi fa talmente male da costringermi a premermi una mano sulla pancia.
Avanzo ancora e mi siedo accanto a lei. «Davvero, non penso niente di ciò che ho detto», continuo. «Sono un coglione, lo so», sospiro.
Dai, sto parlando sinceramente. Più sincero di così si muore!
Scuote la testa come se non volesse sentire le mie parole. «Vattene, William. Sul serio. Sparisci», sibila con la voce incrinata.
Con l'ultimo briciolo di coraggio le prendo le braccia e gliele scosto dal viso. La vista delle sue guance rigate dalle lacrime, mi uccide.
Si allontana bruscamente come se il mio tocco l'avesse bruciata. «Lasciami», ringhia a denti stretti. «Non voglio sentire quello che hai da dire, ne tanto meno le tue cazzo di scuse!» Scoppia di nuovo a piangere.
Merda. «Sono sincero!» Sbotto sentendomi offeso. Cristo santo, chiudi la bocca, Billy. Sei tu lo stronzo cafone.
Arriccia il naso come se avesse davanti agli occhi un sacco di merda. «Ok, non mi importa di quello che pensi di me. Continua pure a offendermi gratuitamente solo perché non sai che cazzo fare. Avanti, vai in giro a dire a tutti quanto io ti faccia schifo, coglione! Giuro su ogni divinità esistente che non ti permetterò mai più di toccarmi nemmeno con un dito!»
Ora che mi urla contro mi sento più tranquillo. Anche lo stomaco ha smesso di contorcersi un pochino.
«Non mi fai schifo», dico subito. «Non credere a tutte le parole che escono dalla mia bocca, ok?» Non farlo perché per la maggior parte del tempo dico solo puttanate.
Il sorriso che mi rifila in riposta è tutto mordente e bordi affilati. «Ripeto: non mi frega un cazzo di quello che pensi su di me.»
Mi scappa una risata sarcastica. «Allora perché frigni come una bambina?»
Si acciglia. «A te piacerebbe se ti dicessero che fai schifo al cazzo? Dio», rivolge lo sguardo verso al cielo. Il mascara le cola lungo le guance scurendo anche le lentiggini. «Sono stata proprio una sciocca a venire a letto con te», scuote il capo. Si è pentita. L'ho fatta pentire di quello che entrambi abbiamo fatto. Bravo coglione.
Sbatto le palpebre. «Ma io non l'ho detto.»
«Il concetto era quello. Ma no, a te non fregherebbe un cazzo. Tutte vogliono scoparsi William Gilmour il Bello&Dannato. Tutte vogliono cadere ai piedi del Biondo Ribelle. Be' non ti importerà: ma a me fai schifo», sibila tagliente.
«Ti faccio schifo?» Dico riprendendomi come se mi avessero appena tirato un pugno in pieno viso.
Si alza in piedi e mi guarda dall'alto. «Sì, mi fai schifo.» Si allontana da me lasciandomi ancora seduto a terra e senza parole.
Le faccio schifo.
Preso dalla rabbia e dalla frustrazione tiro un pugno contro il muro grezzo del locale. Le mie nocche producono uno scrocchio che mi fa mancare il respiro.
La mano inizia a pulsarmi furiosamente. Cazzo. La stringo con l'altra mano. Abbasso lo sguardo per guardare il danno. Le nocche sono sbucciate e rosse. Provo ad aprire e chiudere la mano ma non ci riesco, fa un male cane.
Porca puttana, ci mancava solo che mi rompessi una mano. Alzo lo sguardo al cielo. Giuro che vorrei mettermi a imprecare. Invece mi limito solo a serrare la mascella.
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