♫ ~32.1 ʀᴇʙᴇʟ ʏᴇʟʟ

🔥SCENE ESPLICITE🔥

I'd sell my soul for you, babe
For money to burn for you
I'd give you all and have none, babe
Just to, just to, just to,
to have you here by me, because
In the midnight hour, she cried
more, more, more
With a rebel yell she cried
more, more, more
-Billy Idol
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◄ ││ ►

Blue e la sua fantastica chioma infuocata che ricade in lunghi boccoli solleticandomi la pelle, scivolano verso il basso. Afferro i suoi capelli e li attorciglio al polso. Avvolge quella bella manina al mio cazzo e con l'altra mi accarezza la coscia.
Si china in avanti, i suoi occhi magnetici sono su di me, la sua lingua fa capolino e trascina il labbro umido sulla base della mia cappella. Alcune ciocche dei suoi capelli sfuggono dalla mia presa e ricadono sulle mie cosce, facendomi venire la pelle d'oca. Fremo come un ragazzino quando lecca la punta, gemo quando tutta la mia erezione scompare tra le sue labbra. Mi prende in gola per quasi tutta la lunghezza, poi si stacca, producendo uno schiocco umido. 

«Vuoi che continui?» La sua voce mi cola addosso come del miele bollente. 

Cazzo. 

Le tiro indietro la testa strattonandole i capelli. «Sì, voglio che lo prendi tutto in gola» ringhio, non sono nemmeno sicuro che abbia capito dato che non sono in grado di parlare in questo momento. 

Lei sorride contro la mia erezione e io affondo la mano in mezzo ai suoi capelli. È sexy da morire. Mi prende di nuovo in bocca senza preavviso e io sussulto. Il mio addome si contrae. 

Fa scorrere la lingua su tutta la lunghezza, succhiandomi la cappella e non facendo altro che stuzzicarmi da morire. Si sta decisamente prendendo gioco di me. E io glielo lascio fare. In questo momento sono inerte, potrebbe farmi qualsiasi cosa. Le darei anche l'anima.

Sorride di nuovo. Ed è bella da morire con la bocca piena di me. Lo prende di nuovo e questa volta guido io i movimenti. Sollevo i fianchi, spingo più in profondità, la faccio muovere più velocemente. Le sue piccole mani si aprono sulle mie cosce, si sorregge in modo che io possa gustarmi la scena di lei in mezzo alle mie gambe. Sto per venire. Troppo in fretta per miei gusti. E solo che vederla così è davvero più di quanto io possa sopportare in questo momento.

Aumenta il ritmo dato che io ricado all'indietro e per un momento non so nemmeno in quale pianeta mi trovo. La sua gola si stringe attorno al mio cazzo, tutto il mio corpo si irrigidisce mentre vengo con un'intensità brutale, per la seconda volta nel giro di dieci minuti.
Me ne andrò di qui senza più sperma, con le palle sgonfie e con una bella botta da acido.

Non me  ne frega un cazzo però. Potrei andare avanti per tutta la notte. 

Non appena riprendo il controllo del mio corpo la tiro via dal mio uccello, la afferro dai fianchi e ci tiriamo su. «Adesso facciamo un bel bagnetto.» Catturo le sue labbra umide e gonfie e la bacio. Lei mi avvolge le gambe intorno ai fianchi e io le stringo il culo mentre mi avvio verso il bagno. 

La poso a terra e l'aiuto ad entrare dentro la vasca. Mi prendo qualche secondo per guardare i segni che le ho lasciato per tutto il corpo. Forse ho un po' esagerato, ma non mi sembra così sconvolta. Si sdraia dentro la vasca vuota. Entro anche io, attirandola subito a me e facendola sedere sulle mie cosce. La bacio di nuovo. Sembra che non ne abbia mai abbastanza delle sue labbra, cazzo. Non mi aspettavo di certo che sarei diventato così dipendente dai suoi baci. Fino a questo momento non mi ero reso conto di quanto fosse bello baciare le sue labbra. Sono una cazzo di droga.

Si agita su di me, sento il bisogno disperato che ha di me, e io sento l'urgenza di accontentarla più di quanto la senta ogni volta che mi devo iniettare l'eroina nelle vene per placare l'astinenza. La faccio sdraiare, freme quando mi calo su di lei. Allarga le gambe e mi stringe in una morsa dalla quale non mi libererei nemmeno se chiamasse l'intero esercizio inglese. Mi reggo con gli avambracci contro bordi della vasca e le bacio le labbra.
Poi mi ritraggo subito. Lei si sporge in avanti cercando di nuovo la mia bocca. 

Ora solo per questa notte, vorrei seppellire ogni fottuta parte di me dentro di lei.

Afferro il preservativo e lo strappo con i denti. Lo infilo e scivolo dentro di lei con una sola spinta, andando a fondo. Blue inarca la schiena e affonda le unghie contro la mie spalle. Ansimo contro il suo orecchio. 

Mi afferra il viso e mi bacia. La sua lingua si insinua tra le mie labbra e mentre lo fa, spinge il corpo verso l'alto. Esaudisco subito la sua richiesta silenziosa con movimenti lenti ma profondi. Esco completamente e poi rientro, spezzandole il respiro. Lo faccio così tante volte che alla fine la sento piagnucolare con il viso nascosto nell'incavo del mio collo. «Ogni volta che ti scoperai qualcun altro che non sono io», esco da lei. «Voglio che pensi a me», le afferro il collo e la obbligo a guardarmi negli occhi mentre affondo di nuovo dentro di lei con velocità crescente. 

Quando il piacere diventa così forte da farle socchiudere le palpebre, le stringo appena il collo e la richiamo. «No, devi guardarmi quando ti scopo.»

Apre gli occhi e affonda una mano tra i miei capelli, nonostante io la stia scopando sempre più rapidamente e brutalmente, lei mi accarezza. Poi mi attira a sé per baciarmi con disperazione.
«William...Ti supplico», sussurra quando si stacca da me. 

La guardo negli occhi, arresto i movimenti di botto. Temo che  l'effetto dell'acido stia svanendo e lei si stia pentendo di quello che stiamo facendo. Invece inarca di più la schiena contro di me. «Fammi dimenticare tutto, fammi stare bene, ti prego.»

Il mio cuore fa un doloroso salto fino allo stomaco per poi tornare al suo posto e battere come un pazzo.

Forse sono io quello che inizia a pentirsi. È in lutto, e io me la sto scopando dentro la sua vasca da bagno come se fossi un animale.
Però non voglio fermarmi. Per quanto sbagliato sia: non voglio uscire da dentro di lei.

Premo contro di lei con più violenza, poso le mani sui suoi fianchi solo per aiutarmi e far sbattere ancora meglio il suo bacino contro il mio. Lei perde il controllo. Mi graffia la pelle e rinuncia persino ad accompagnare i miei movimenti. Si è totalmente lasciata andare a me, a ogni centimetro che le entra dentro e che le sta facendo raggiungere l'orgasmo. Il mio si sta avvicinando molto rapidamente. Sono certo che raggiungeremo l'orgasmo insieme. 

Veniamo insieme, mentre il suo corpo scivola sotto il mio e produce strani rumori contro il materiale asciutto della vasca.

Ah, sì. Non abbiamo aperto nemmeno l'acqua. 

Restiamo immobili per qualche secondo. Lei tiene gli occhi chiusi. Io invece la guardo. Quando viene, è bella. Così bella che mi fa male il centro del petto.

La sollevo dalla schiena fino a farla sedere sulle mie gambe. Premo le labbra sulla sua fronte e poi ci poggio la mia. «Non c'è nessun modo per farti dimenticare le cose, Blue», sussurro. 

Solleva entrambe le mani per nascondere il viso tra di esse. Scoppia a piangere. Sbatto le palpebre e per un istante non so che fare. 

Niente di quello che le dirò potrà farla sentire meglio. Così me l'attiro più vicina e la stringo tra le mie braccia. È l'unica cosa che posso fare. E ho appena scoperto che mi piace farlo. Poso il mento sulla sua testa e lascio che si sfoghi. 

«Scusami», singhiozza. «Non è per niente sexy.»
La scosto appena e con i pollici le asciugo le lacrime. «Sempre meglio che vederti vomitare», sorrido. 

Solleva gli occhi al cielo e batte un pugno contro il mio petto. «Sei un cretino.»
«Vieni qui, lasciati abbracciare e non rompere il cazzo», la attiro di nuovo a me intrappolandola tra le mie braccia. 

Vieni qui e lasciati abbracciare perché sei l'unica con cui riesco a farlo.

Forse anche io avevo bisogno di questo abbraccio. Non lo so. 

Restiamo in questa posizione per davvero tanto, troppo tempo. Alla fine quando il suo corpo inizia a diventare freddo, mi decido ad aprire l'acqua. 

Lei versa un intero flacone di bagnoschiuma dentro la vasca. Il che produce un sacco di bolle. Ci verrà sicuramente qualche sfogo cutaneo. 

Si tocca il collo. «Che cosa ho qui?» Inclina la testa. 
Sorrido. «Potrei accidentalmente averti fatto un succhiotto.»
Aggrotta la fronte. «Perché? Non hai mica tredici anni» borbotta, agitando le mani nella schiuma. 
Alzo le spalle. «No, e nemmeno il ragazzo che te lo ha fatto l'altra volta. Lui trent'anni li ha già compiuti.»

Sgrana gli occhi. Le guance le diventano rosse e quelle adorabili lentiggini si accendono. Le trovo attraenti da morire quelle lentiggini. Le conferiscono un aria innocente, quando poi sotto si nasconde una ragazza selvaggia e seducente da morire. Le adoro. Peccato che io non abbia avuto modo di leccargliele una per una. Ahimè, stiamo tornando lucidi. La notte sta finendo. Quindi è tutto finito. Però posso concedermi un bagno con lei. Forse se le propongo di lavarla, magari si lascia toccare ancora. 

«Posso lavarti la schiena?» chiedo. 
Scuote il capo. «No, non puoi. Ma io sì. Girati.» Ma sentila, questa piccola dittatrice.
Obbedisco. Lei apre le gambe e io mi infilo. Prende subito a massaggiarmi la schiena, soffermandosi di tanto in tanto sui miei tatuaggi. Ne traccia i contorni con i polpastrelli facendomi venire la pelle d'oca. 

«Che cosa significa la frase sotto l'angelo della morte? Volevo sempre chiedertelo», sussurra. 
«Sul serio non hai riconosciuto la frase? Mi deludi», la prendo in giro. 
Mi colpisce con uno scappellotto sulla tempia. «Dimmelo e basta!» sbuffa. 
«Alle warten auf das licht», borbotto. « È la prima strofa di Sonne, dei Rammstein
«Non conosco il tedesco», brontola. «E che vuol dire?»

«Tutti aspettano la luce», spiego. «Non sei una vera fan», la stuzzico. 

Mi strattona i capelli. «Non capisco mezza parola di quello che dicono, ma conosco i testi. Anche se non li capisco.»
«Sei una poser.»

Per risposta mi morde la spalla facendomi un male cane. «Sei pazza?» mi volto a guardarla oltre la spalla. Non ho mai visto i suoi occhi brillare così intensamente. Sono così belli che potrei perdermi ore ed ore a guardarli. 
Mi rifila un'occhiataccia. «Tu come conosci il tedesco?»

«Mio padre. Lui era tedesco.»
Si sporge in avanti per guardarmi negli occhi. «Davvero? E perché il tuo cognome è inglese?»

Perché non mi tappo mai la bocca?
«È il cognome di mio nonno. Semplice. Lui non ci ha mai... riconosciuti. Anche se viveva con noi. Non chiedimi altro.» Cerco di alzarmi dalla vasca e scappare via, ma lei aggancia le sue gambe ai miei fianchi impedendomi di muovermi. 

«Resta dove sei. Non ti chiederò più niente», sussurra. 

Sono sempre stato il migliore nel rovinare tutto. Ci sono riuscito anche in questo momento. 

Restiamo in silenzio mentre lei continua ad accarezzarmi le spalle. 

Cazzo, come ci siamo finiti qui? 

Se James lo venisse a sapere... No, non m'importa, cazzo. Lo volevamo tutti e due ci siamo fatti due scopate degne di essere premiate. Appoggio la mia schiena contro di lei schiacciandola contro la vasca. 

«Non sei leggero», bofonchia. 
«Un attimo fa non ti lamentavi del mio peso.»
Sospira. «Non succederà mai più. È stato solo un momento di debolezza» sussurra, nonostante tutto continua a far scivolare le sue mani sul mio corpo. Ora mi sta accarezzando il petto. Mi piace sentire le sue mani su di me. Ma ha ragione. Non dovrà più succedere. 

«Concordo.»

Usciamo dalla vasca. Lei si avvolge un asciugamano e torna in salotto. Io mi asciugo rapidamente e la seguo subito dopo. Vado alla ricerca dei miei vestiti. 

Blue è impegnata a cercare di sistemare il materasso. Mi scocca un'occhiata. Per un momento, tutta la luce che ho visto nei suoi occhi si spegne all'istante, come una candela su cui hanno appena soffiato sopra. «Te ne vai?» 
Alzo le spalle. «Vuoi che resti?»

Guarda fuori dalla finestra, poi guarda di nuovo me. «È ancora notte, quindi puoi restare. Appena sorgerà il sole te ne vai via.»

Ha senso. Credo.

Infilo solo i boxer e vado ad aiutarla. «Come sei riuscita a sollevare un divano?» la prende in giro, mentre sistemo il materasso. 

«La rabbia. Mi fa fare cose assurde», afferra delle lenzuola pulite dal mobiletto e le stende sul letto. 
« Tipo scopare con me?»

Resta con una federa tra le mani. «Non ho scopato con te per rabbia. Lo volevo. E lo volevi anche tu. Sei stato tu a proporlo», sottolinea. Teme che dica il contrario? 

«Lo so», le strappo via la federa di mano e finisco di fare il letto. «Dovresti fasciarti la mano comunque. Altrimenti macchierai le lenzuola», mi sdraio sul letto che cigola sotto il mio peso. 

Nemmeno mi ascolta, mi scavalca e si sdraia accanto a me. Spegne la luce e veniamo inghiottiti dall'oscurità. 

È normale che abbia ancora voglia di scoparla? Forse no. 

È meglio lasciare stare però. Abbiamo già commesso troppi errori per oggi. 

«William?» sussurra nel buio. 
«Mh?»
Sento che si muove sul materasso. Vengo colpito da una vampata del suo bagnoschiuma dolce. Per qualche strana ragione sulla sua pelle il profumo è più intenso. «Posso abbracciarti?»

La sua domanda mi fa ridere. Mi colpisce sul petto. «Vuoi che ti abbracci? Basta dirlo.» Ma sentimi " Vuoi che ti abbracci?". Quando mai ho chiesto a una ragazza se voleva essere abbracciata dopo che avevamo scopato? Mi sto seriamente bevendo il cervello.

«Sì abbracciami, per favore», sussurra. Si mette su un fianco e anche io. La circondo con un braccio e la attiro a me, nascondendo il viso tra i suoi capelli. Inspiro a fondo il suo dolce profumo e poi, forse, svengo. Non lo so. 

Sono quasi le sei del mattino. Tra quaranta minuti esatti il sole sorgerà. Sì, ho cercato su internet quando sorgerà il sole. Sì, ho ancora quaranta minuti per perdermi tra le cosce di Blue prima di andare via. Quando ho provato a svegliarla ha ringhiato peggio di un lupo. Ma è bastata qualche carezza strategica per farla sciogliere. E ora mi sto spingendo lentamente dentro di lei. Siamo nella stessa posizione in cui ci siamo addormentati. Con una mano la tengo ferma dal ventre. Con l'altra  tengo i suoi capelli attorcigliati al polso e la sua testa girata dalla mia parte per poterla baciare. Non ho mai avuto così tanta voglia di scoparmi una ragazza così tante volte. Mi piace farlo con lei. Mi piace il suono dei suoi gemiti. Il modo in cui il suo corpo si incastra perfettamente al mio. 

La sua mano è posata sul mio sedere e mi invita a muovermi più rapidamente. La mano con cui la tenevo, scivola tra le sue gambe. Le schiudo appena e la apro ancora di più a me. Le tormento il clitoride umido mentre mi spingo con più forza dentro di lei da dietro. 

Mi infila la lingua in bocca e ansima contro le mie labbra. Afferro la sua mano e gliela faccio scivolare lungo tutto il corpo: prima su quelle fantastiche tette, poi sempre più giù. Con le sue stesse dita, accompagnate dalla mia mano, le stuzzico il punto gonfio e sensibile. Cazzo, il suono che produce il mio entra ed esci è così sconcio e volgare che mi fa impazzire. È fradicia in mezzo alle gambe. Lascio che si tocchi da sola e mi spingo con più forza. Le afferro una tetta e la stringo nel palmo della mia mano. Le bacio il collo, mordo la sua spalla. Faccio un mucchio di cose mentre affondo con più brutalità dentro il suo piccolo inferno umido e caldo.

«Cazzo» piagnucola, aumentando i movimenti delle sue dita. 

Fremo impaziente per sentirla ansimare. Sul serio, potrei incidere un intero album che parli solo ed esclusivamente dei suoi dolci suoni. Potrebbe vincere persino il disco di platino.

Le pareti interne della sua bella fica bagnata si stringono attorno al mio cazzo che pulsa. Me lo risucchia. Basta questo gesto a farmi venire prepotentemente. Viene anche lei, i suoi gemiti delicati mi infettano il cervello, si insinuano sotto la mia pelle come del veleno. Le poso un bacio sulla spalla e uno sul collo prima di uscire da dentro di lei. 

Sono stanco morto e vorrei dormire adesso, ma tra poco devo sloggiare. 

Si gira dalla mia parte e posa una mano sulla mia guancia. Accarezza il contorno della mia mascella, della mie labbra. «Puoi andare via anche più tardi, dormi, sei stanco», sussurra. Si tende in avanti e mi concede l'ultimo bacio prima che il sole si innalzi nel cielo. Le afferro la testa per intensificare e prolungare il nostro bacio. 

«Okay, grazie per la sua clemenza, Maestà», sussurro. 

Ridacchia. «Di niente, mio suddito. Buonanotte.» Si avvina a me, infilandosi letteralmente – non so come- sotto il mio corpo, tutta rannicchiata. 

L'abbraccio di nuovo. «Notte.»

¸¸·¯·¸¸·¯··¯·¸¸·¯·¸¸

I raggi del sole sbattono in modo prepotente contro le mie palpebre. Afferro il cuscino e me lo metto sulla fascia. 
Qualcosa però non mi torna. Il cuscino è quello della nana svitata. Non sento più il calore del suo corpo sotto il mio. 

Tiro via il cuscino e apro gli occhi. Solo ora mi rendo veramente conto del casino che ha combinato qui dentro. Sul serio, sembra esplosa la terza guerra mondiale. È tutto sottosopra. Lo sono anche io, in realtà. Non prendo un acido da quando avevo vent'anni. O anche da molto prima. Facevano parte delle droghe che assumevo da ragazzino, quando ancora non ci andavo giù pesante. 

Comunque, lei non è qui. 

Mi metto a sedere e mi guardo intorno. Il suo zainetto è sparito, così come i suoi anfibi. 

Sul serio mi ha abbandonato a casa sua? Ma che cazzo?

Passo una mano sul viso. Blue è pazza. Totalmente fuori di testa. 
Vado alla ricerca del mio telefono. Lo trovo abbandonato sul pavimento sepolto sotto ai miei pantaloni. Sblocco lo schermo. Non mi ha scritto neanche un messaggio. 
Allora lo faccio io. 

Io: Mi spieghi dove cazzo sei? 

Le arriva. Lo visualizza. Lo legge, risponde. Nel frattempo io mi rivesto. 

Blue: Sono uscita a fare una passeggiata per schiarirmi le idee , dopo devo andare a casa di mio padre. Perché ti importa? La colazione non era inclusa nel prezzo. Buona giornata. 

Cosa cazzo hanno appena letto i miei occhi? Sul serio? Mi ha letteralmente abbandonato nel suo appartamento come una puttana? Sono scioccato. 

Però non posso fare a meno di ridacchiare. 

Io: Mi stai facendo pagare qualcosa che ho fatto? 

Blue: Assolutamente no. Per fare colazione e altre cazzate varie, chiamati Vicky. 

Io: Sei seria? 

Blue: Sono sempre seria, William. Che c'è? Ti aspettavi che ti facessi trovare i pancake al tuo risveglio? Che ti svegliassi con un bacio sulle labbra? 

Io: Non mi aspettavo un cazzo, Blue. Potevi svegliarmi e me ne sarei andato. Invece, ci mancava poco che mi svegliavo e mi ritrovavo cento sterline sul comodino.

Blue: Se li avessi avuti, te li avrei lasciati! Anche di più! Ti avrei lasciato mille sterline! Te li meriti tutti, Puttanello. 

Sbatto le palpebre a furia di scacciare via la sorpresa. 
Che cacchio sta succedendo? 

Io: Hai preso un altro acido?

Blue: No. 

Io: Sicura? Perché ti comporti in modo strano. 

Blue: *Sticker del gatto con gli stivali che fa gli occhioni dolci.*
Ti sei offeso? 

Io: Vaffanculo, stronza. 

Blue: Buona giornata Gilmour! Salutami la tua ragazza e dille quante volte abbiamo scopato stanotte. 

«È impazzita» sbotto, squarciando il silenzio del suo fottuto monolocale. 

Finisco di vestirmi ed esco. 

Mi trascino fino alla mia macchina ma qualcuno mi richiama. Mi volto lentamente. Chiudo gli occhi per mezzo secondo prima di voltarmi di nuovo per rifilargli un'espressione sorpresa. 
«James!» Che tempismo del cazzo che hai!
Mi raggiunge. «Blue... è casa?»
«No, sono appena passato e lei non c'è.» Spero che quando quella pazzoide dai capelli rossi torni a casa sua, butti via tutti i preservativi che abbiamo usato. Porca puttana. «Mi ha detto che è uscita a fare una passeggiata.»

«Da sola?» chiede assottigliando gli occhi con fare circospetto.

Alzo le spalle. «Ma che ne so, io?» sbotto. «Sono appena arrivato perché volevo sapere come stava. Ho bussato ma non c'è e poi mi ha scritto che era a fare una passeggiata e che poi sarebbe venuta a casa tua.»
Si tocca la nuca. «Ma le avevo detto che sarei venuto a prenderla.»
Alzo le spalle. Di nuovo. «Non so che dirti. Ora devo proprio andare.»

Mi guarda stranito. Ovviamente mi sto comportando in modo strano, forse mi si legge pure in faccia che mi sono sbattuto sua figlia per tutta la notte . Lo saluto ed entro finalmente in macchina. Metto in moto e vado via. 
Blue è più svitata di quanto realmente pensassi. È una folle. E cazzo... mi attrae ancora di più. Fosse per me la terrei un mese legata al letto a scoparla fino a quando non mi si staccherà il cazzo dal corpo come il cordone ombelicale dei neonati. A quanto pare però, lei non la pensa come me. È tornato tutto come prima. 

Forse è già con un altro ragazzo. Chi lo sa. Non dovrebbe neanche importarmi. 

Quando torno a casa c'è solo Joel. La piccola bestia di satana dev'essere a scuola. 

Mi scocca una rapida occhiata da sopra la tazzina di caffè. La posa sul tavolo e assottiglia gli occhi. «Che cos'hai al collo e sulle braccia?»

Abbasso lo sguardo sulle braccia. Che cosa dovrei avere? Giro appena il braccio e li vedo. Sembra che abbia lottato contro una tigre. Guardo di nuovo Joel. «Graffi.»
«Sul collo hai dei succhiotti», constata. 

Alzo le spalle e raggiungo il frigo. Prendo una lattina Monster e la apro. 

«Sei stato a letto con un vampiro incrociato con un gatto selvatico?» mi chiede. 

Sorrido con la lattina premuta sulle labbra ripensando a questa notte. Blue si è completamente trasformata. E mentirei se dicessi che non mi è piaciuto da morire scopare con lei. «Era parecchio arrabbiata» borbotto, prima di bere un sorso di Monster. Non so come faccia Noel a bere questa roba. Ha sapore di spazzatura lasciata sotto al solo cocente. Che schifo. La bevo solo perché non ho voglia di prepararmi un caffè. 

Joel mi guarda in modo strano, sembra che gli stia per venire qualcosa. È tutto rosso. 
Lo guardo a mia volta inarcando un sopracciglio. «Be', perché mi stai guardando così?»

Abbassa lo sguardo e si porta una mano dietro la testa. Poi mi guarda di nuovo. «Ecco...» distoglie lo sguardo e giocherella con la tazzina del caffè. «Deve venire una mia collega per studiare insieme oggi. E...»
«Studiare è il nuovo modo per dire "scopare"?» Lo interrompo.

Le guance di mio fratello diventano ancora più rosse. Scuote la testa. «No, non dobbiamo fare sesso... però ecco. Mi servirebbe casa libera.»
Le sopracciglia mi schizzano entrambe verso l'alto. «Scusa? Mi stai chiedendo di andarmene da casa mia?» Ma che cazzo?!
«Sarà solo per un paio d'ore. Vai da Joey, da Sid. Non so, trovati qualcosa da fare!» borbotta sempre più rosso. 

Poso la lattina sul bancone della cucina. «Se dovete solo studiare, perché devo andare via? Te la porti nella tua stanza. Oggi non ho niente da fare e nessuna voglia di vedere Sid.»
Si passa una mano sul viso. «Dai Will, per favore.»
Arriccio il naso. «Sei patetico, lo sai? Perché mi vuoi cacciare? Hai paura che poi tenga gli occhi puntati su di me?» dico ironico. 

Lui aggrotta la fronte. «Sì, è proprio questo il motivo.»
«Come se potesse interessarmi delle tue amichette cervellone», sbuffo. «Ti piace questa tizia?»
Annuisce. «Sì, mi piace.»

Patetico. «Scommetto che non glielo hai detto e ti comporti come l'amico sfigato che si fa andare bene la friend-zone.»
Mi guarda male. «Non siamo tutti come, te Billy.»
«Come me?» inarco un sopracciglio. 
«Sì, come te. A me non piace trattare male le ragazze. E Queenie mi piace davvero. Non voglio di certo rovinare la nostra amicizia saltandole addosso.»

Mi mordo il labbro per non scoppiare a ridere. «Io non tratto male le ragazze», chiarisco. «Semplicemente mi prendo quello che voglio e do a loro quello che vogliono da me. Lo sai che io ho chiuso con le relazioni. Mi diverto e anche loro.» Anche se una di loro è riuscita a farmi prendere un acido solo per concedermi di scopare con lei.

Sul serio gliel'ho chiesto io di farlo? Alcune volte sembra che venga posseduto dal mio alter ego. 

«Okay, ma io non sono come te», sbuffa. «Quindi, te ne vai?»
Alzo le mani. «D'accordo, me ne andrò da casa mia per un paio d'ore! Questa però me la paghi, sappilo.»
Aggrotta la fronte. «È il minimo che tu possa fare dopo quello che hai combinato la volta scorsa. Invece mi chiedi di pagartela?» scuote il capo. «Lasciami anche dei soldi, in caso si trattenga per cena.»

Sul serio?
Mi indico il cazzo. «Vuoi anche questo, per caso?» sbotto. 
«No, va bene il mio. E comunque non lo userò», bofonchia diventando di nuovo rosso. 

Faccio una smorfia disgustata e forse anche un po' carica di biasimo. «Dovresti farti una scopata, credimi. Ti farebbe bene.» Prendo il portafoglio, alcune sterline e gliele lancio sul tavolo. «Se ti servono preservativi, in camera mia li trovi.» Dubito che gli serviranno. Joel è... strano. Non sono nemmeno sicuro che abbia mai visto una vagina da vicino.
Forse è anche vergine, non lo so. Noel è decisamente più sveglio di lui. Non mi stupirei se avesse perso la verginità all'asilo. 

«Arriverà tra poco», mi informa. 

Sollevo il dito medio e vado in camera mia. Almeno una doccia posso farla oppure è vietato? Quando deciderà di prendersi una casa tutta sua? È abbastanza grande per poter badare a sé stesso. 

Dopo aver fatto la doccia mi vesto e invio un messaggio a Joey. Non saprei dove altro andare, sinceramente. 
Torno in cucina e Joel sta tirando a lucido qualsiasi cosa. La sua non-fidanzata è una specie di interior design? 

Mi scocca un'occhiata mentre prende a pugni un cuscino del divano per sistemarlo. «Devi andare anche a prendere Noel.»
«Col cazzo!» sbotto. 
«No, va bene anche se ci vai in macchina», ridacchia. 
Non è per niente simpatico. «Torna a piedi. Mi odia e dovrei anche andare a prenderlo?» schiocco la lingua. 

Le braccia gli ricadono lungo i fianchi. «Che cosa pretendi, scusa? Ti sei comportato di merda e non gli hai nemmeno chiesto scusa!»

E non lo farò. 

«Ne abbiamo passate tante, Billy. E lui anche se non sembra, è ancora un bambino.» Lo odio quando parla così. Sembra il Grillo Parlate di Pinocchio. 

«Un bambino che scopa più di te.»

Mi trucida con lo sguardo. «Vai a cagare. Sei uno stronzo, cazzo.»

Sorrido beffardo. «Se non stai zitto farò la pipì ovunque», prendo le chiavi della mia macchina. «Vado da Joey. Non scopare sul divano», dico prima di uscire da casa. 

Il fatto che sia proprio io ad andarmene da casa mia per lasciarla a mio fratello e alla sua cervellona, è quasi surreale. 

Busso alla porta di Joey. Poco dopo mi apre. Ha un'aria decisamente sconvolta. Mi lascia entrare e va subito a sedersi sul divano. 

«Che cavolo hai?» mi siedo anche io. 

Sventola una mano per aria. «Sky sta mettendo su ancora dentini ed è insopportabile. Per fortuna oggi è con Ginny. Stanotte non ho chiuso occhio», si prende il viso tra le mani e lo stropiccia. 
«Ah, quindi dobbiamo stare a casa?» Alzo gli occhi al cielo. 

Mi guarda attraverso le dita dischiuse. «Ti sembro in condizioni di uscire?»

Ha un aspetto di merda, sì. Ma mica dobbiamo andare a pulire i vetri dello Shard. Appoggio la testa al divano e sbuffo. «Che palle.»
«Che hai sul collo? Sei stato a letto con una sanguisuga?»
Abbasso lo sguardo su di lui. «Forse ho fatto una cazzata. Anzi, tre cazzate.»

Tutta la stanchezza che aveva sul viso scompare all'istante. «Ho quasi paura a chiederti il perché.»
«Fai bene.»

Si allarma. «Che cazzo hai fatto?»

Indico i succhiotti e anche i graffi sulle braccia. «Indovina chi me li ha fatti. Sono certo che ci arriverai subito.»

Assottiglia gli occhi. Poi prende a stuzzicarsi il piercing al lato del labbro inferiore. «Sei stato a letto con Bonnie? Se la risposta è sì; sei un coglione.»
«Sei fuori strada.»
«Vicky? A proposito, come mai non sei con lei?»

Sbuffo, passandomi entrambe le mani sul viso. «Non è stata nemmeno lei. E non sono con lei perché è più appiccicosa di un chewing gum attaccato alle suole delle scarpe.»

Sgrana gli occhi e schizza in piedi. «Non dirmelo», si prende la testa tra le mani come se gli avessi confessato che dovrà aiutarmi a occultare un cadavere. Drammatico. «Billy, dimmi che non lo hai fatto.»

«Dato fuoco al Big Ben, intendi? No, non l'ho fatto tranquillo», ridacchio. 
Mi fulmina con lo sguardo. «Sai cosa intendo.»
Scuoto il capo. «Forse, ma se non me lo dici non ne sono sicuro.»

Si batte una mano sulla fronte e inizia a fare avanti e indietro per il salotto. «Sei andato a letto con Blue Jean?»

Annuisco.

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