Maybe he's like moon

"Perché hai tutti i pregi che io odio, e quei difetti che io amo."
~Lorenzo Fragola

Le sue labbra erano ancora pressate sulle mie, le sue mani continuavano a vagare lungo il mio corpo, mentre le mie erano nei suoi capelli corvini.

-Non eri arrabbiata?- soffiò sulle mie labbra con tono beffardo.

-Sì, infatti!- dissi poggiando le mie mani sul suo petto -Togliti di dosso.-

Lui mi guardò accigliandosi per poi ghignare compiaciuto.

La mia forza non era abbastanza per spostare il suo corpo dal mio, lo sapevo, ma provai lo stesso.

Lui rise, riempendo il piccolo spazio, per poi bloccare i miei polsi, portando le mie braccia di lato alla mia testa.

Le sue labbra piene richiusero ancora di più il piccolo spazio che le separavano dalle mie, e a pochi centimetri dalla mia bocca soffiò soddisfatto della reazione che il suo tocco aveva sul mio corpo.

Il mio cuore, infatti, batteva l'impazzata e la mia mente vagava tra i vari desideri, impaziente di sapere cosa sarebbe successo da lì a poco.

-Vedi? Il tuo corpo mi vuole Blake, é la tua mente che fa un muro da spavento.- sogghignò assottigliando lo sguardo nel mio.

-La mia mente ragiona, il mio corpo no.- dissi cercando di liberarmi dalla sua presa, ma ottenendo l'effetto contrario.

Lui mi sorrise ancora più soddisfatto per poi riunire le nostre labbra, chiedendo con la lingua l'accesso alla mia bocca.

Le sue mani aumentarono la presa sui miei fianchi, stringendoli con forza per poi stringermi ancora di più tra il muro e il suo corpo.

-Perché?- mi venne da sussurrare, mentre l'immagine di lui che cambiava ragazza ogni giorno mi si proiettò nella mente.

Non ero la maga dei momenti esatti, questo era certo.

Lui si staccò dal bacio, lasciando uno strano vuoto tra i nostri cuori e un po' di spazio tra i nostri corpi.

-Perché cosa?- mi chiese portando le braccia al petto e guardandomi accigliandosi parecchio.

-Uh... perché questo?- la domanda capitombolò fuori dalla mia bocca prima che io potessi fermarla. I miei occhi rotearono in tutto il piccolo bagno, cercando qualcosa che non mi guardasse con degli occhi mare.

Notai appena le sue mani che erano nei capelli neri, tirandoli, mentre i suoi immensi occhi blu mi guardavano confusi.

-Bionda, non ti capisco.- ammise ridendo appena e facendomi schioccare la lingua.

-Tutto questo. Noi. La situazione! Non capisco- dissi facendo strani movimenti con le braccia mentre un attimo di paura gli attraversò il viso.

-Hai parlato con Marco?- chiese ed io lo guardai confusa, per poi portare una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-No, non ho parlato con Marco. E lui cosa c'entra, poi?- alzai le mani e lo guardai esasperata.

-Non capisco, davvero Blake.- disse ed io sbuffai. Era davvero un idiota.

-Federico, tu sei abituato a farti ragazze e a poi chi le vede più, e poi sei così con me. Intendo, non é la prima volta che mi baci.- ammisi perplessa, cercando di far incontrare i nostri occhi, ma lui non me lo permise.

-Guardami- istruii supplicante nel tono e lo scrutai attentamente, cercando di capire cosa gli passasse in quella sua testa.

-Senti Blake...- cercò di cominciare, ma si morse l'interno guancia e non continuò.

-Fammi uscire.- usai il tono piatto e lui serrò i pugni, accigliandosi.

-Blake i miei sentimenti li conosci dall'inizio...- berciò ferendomi. Sentivo l'aria mancarmi, nessuna umiliazione era paragonabile a quello che mi aveva appena detto.

I miei piedi erano come piompo, fissi sulle piastrelle, senza alcuna voglia di compiere passi. La mia bocca era asciutta, potevo sentire la bile in gola.

Volevo urlargli contro, dirgli che io non ero un oggetto o un gioco, ma non trovavo la voce, o anche la sola forza di alzare lo sguardo per vederlo compatirmi.

Lui lo sapeva dall'inizio che io mi stavo innamorando, perché spingersi tanto oltre?

-Fammi uscire, ora.- sibilai in preda all'umilizione. Il suo sguardo sembrò squadrarmi dettaglio dopo dettaglio, centimetro dopo centimetro. Potevo sentire i suoi occhi blu infinito su di me, occhi pieni di scherno probabilmente.

Non avevo il coraggio di permettergli di far incontrare i miei occhi con i suoi. Ero troppo umiliata.

-Blake io non intendevo...- cercò di rimediare facendo qualche passo verso di me, ma scattai arrabbiata.

-Certo Federico, ho capito cosa intendevi. Fammi uscire! Ora.-

-Blake... io non volevo..- si portò una mano nei capelli corvini scompigliandoli appena.

-So cosa volevi. Federico spostati o giuro che urlo.- minacciai poco sicura delle mie parole, ma notai un filo di tensione attraversarlo, e fui contenta di esserne la causa.

-Blake ti prego, non fare così.- sbuffó nervoso scompigliandosi i capelli.

-Hai tre secondi.- preannunciai picchiettando tra loro le mie unghie.

Lui si scostò, ma il suo sguardo non lasciò mai il mio corpo, potei sentire i suoi occhi bruciarmi addosso finché non fui fuori dal bagno.

Camminai lentamente, anche per assumere un'aria presentabile davanti a quei coglioni lì di sotto.

Mi passai le dita sotto agli occhi e asciugai le lacrime. Il mascara non era colato, per fortuna, o non avrei potuto essere presentabile.

Sentii dei passi dietro di me, ma continuai a camminare, non curandomi della presenza di Federico alle mie spalle.

Continuai a camminare, ma una presa forte mi afferró il polso, portandomi a voltarmi.

-Blake...- cercò di cominciare, ma io scossi la testa, arrabbiata ed offesa.

-Federico questa é stata la più grande cazzata che potevo fare. Ora lasciami e a mai più.- dissi e lui abbandonò la presa sul mio polso, portando le braccia lungo il corpo.

Mi voltai e continuai a camminare. Appena fui nella visuale dei miei compagni al tavolo, tutti alzarono il capo guardandomi, per poi spostare i loro occhi stupefatti verso Federico dietro di me.

Calpestai le mattonelle con i tacchi, non curandomi più di tanto di avere i loro occhi su di me.

Notai lo sguardo confuso di Giulia, pieno di tensione, e notai anche che Bea si mordeva l'interno guancia, picchiettando le unghie sul tavolo, per capirci qualcosa.

-Blake, piccolina- mi schernì richiamandomi Diego. -Hai pianto nel bagno? Mh?-

-Io credo di sì, secondo me l'ha dovuta consolare Federico. Altro che anello, eh Blake?- rise Lorenzo, ma non suscitò molti ghigni la sua pessima battuta, e lo notò anche lui.

Io continuavo ad osservarli, con un sopracciglio alzato, fingendo di cercar di afferrare il loro sarcasmo, alquanto inesistente.

Intanto Federico si era seduto e lanciava diverse occhiate a Marco che sembrava ghignare.

-Federico, stava piangendo la bambolina?- rise Diego guardando il playboy di sottecchi, ma io risposi prima di lui.

-Oh no, Diego. Il mascara é troppo costoso per sprecarlo piangendo per nessuno.- la mia risposta suscitò la risata in Giulia e Bea che, lo potevo vedere, faticavano dal contenersi

-Ohoh, brucia.- sentii il commento da parte di Marco nella direzione di Federico, ma scelsi di ignorarlo.

Calò il silenzio e potevo sentire la tensione nell'aria e la notó anche la rossa di fianco a me, che non esitò a salvarmi.

-Io vado a prendere un po' d'aria. Blake?- Bea si era appena alzata, toccandosi con le mani il vestito per aggiustarlo.

-Sì- accennai ad un sorriso verso gli altri, per poi riportare i miei occhi sulla rossa al mio fianco -Sì, vengo.-

La seguii fino al giardino fuori il locale. L'aria era davvero fresca quella sera, tirava anche un alito di vento che mi sfiorava facendomi rabbrividire.

Bea andó una via verso le altalene nel prato, appena umido, e si sedette su una di quelle, dondolandosi appena.

Respirai a fondo quell'aria, ne avevo bisogno, quella sera era stata parecchio pesante.

-Sei stata grande nella risposta a quei due deficenti, Blake.- Bea ruppe il silenzio, portando le sue iridi verdi nelle mie, e sorridendomi appena mordendosi il labbro inferiore.

-Beh se la sono meritata.- sospirai poggiandomi ad uno dei pali che sorreggeva le altalene. Un soffio di vento più forte mi attraversò, facendomi rabbrividire e portare istintivamente le braccia al petto.

-Io non posso credere come ti abbiano offeso. Anche se é stato palese che la tua frecciatina non era per quei due, ma per il ragazzo dagli occhi blu, eh?- incalzò perfettamente schioccando la lingua e sorridendomi amichevolmente.

-Uh...beh... sì.- ammisi colarondomi in volto e abbassando la testa istintivamente.

-Ohw, sei così carina da imbarazzata.- commentó facendomi la linguaccia e beccandosi una mia leggera pacca sul braccio.

-Tra voi c'é qualcosa, non é vero?- ficcanasó scrutandomi con lo sguardo.

-Mh... beh, per me c'era, ma a quanto pare il principino voleva solo giocare.- le parole capitombolarono letteralmente al di fuori della mia bocca.

-Non sei seria. Dai, guarda come il suo sguardo brucia sempre su di te.- rispose seria, guardando verso il vuoto e facendomi appena ridacchiare.

-Ti senti poeta stasera, vero?- risi e lei mi seguii scuotendo appena la testa.

-Sì, abbastanza.- sogghignó dondolando i piedi e calciando il vuoto.

-Comunque lui me l'ha detto dall'inizio qual era il suo piano, ora devo solo stargli lontana.- sospirai insicura e lei mi guardò mordendosi la guancia e passando frettolosamente le mani sulle cosce scoperte.

-Non so Blake, davvero ti guarda incantato a volte.- disse giocando con le calze.

-Lo ha detto stasera mentre eravamo in bagno- confidai alzando le mani come in segno di resa -Senti Blake i miei sentimenti li conosci dall'inizio!- dissi cercando di imitare la sua voce.

-Sei una pessima attrice!- mi schernì la rossa ridendo e facendomi ridacchiare.

-E all'inizio lui me lo aveva detto: Blake non farti strane idee.- dissi camminando avanti ed indietro, sentendo la rabbia scorrere nel sangue.

-Ahia..- berció Bea, pizzicandosi le unghie.

-Eh già.- dissi rabbrividendo ancora per le temperature abbassate.

Mi guardai attorno, notando che quella sera ci fosse la luna piena, e quella vista fece balenare in me tanti ricordi.

Bea si accorse del mio stato di trans e schioccò le dita davanti a me, per richiamarmi.

-Bella la luna stasera, eh?- rise appena, inconsapevole dei miei ricordi che suscitavano tristezza.

-Stai pensando a Federico?- chiese ed io mi limitai ad annuire, scostando lo sguardo dall'immensa sfera luminosa.

-Se ci pensi tu sei il sole e lui la luna, ceh, guardatevi. Tu ti lasci guardare completamente, mentre lui mostra sempre la stessa faccia.- osservó facendomi riflettere.

-Suppongo tu abbia ragione.- risi appena, per non so quale motivo.

-Ma non credo che il sole sia ingenuo come me.- sospirai dura e lei mi guardó accigliandosi.

-Fa freddo, entriamo.- annunciò alzandosi -E non essere pessimista, magari qualcosa lo prova. Non essere dura con te stessa.- mi promise, ma io non ascoltai davvero quelle parole.

-Sono stata una stupida.- confidai, sentendo gli occhi pizzicare e le lacrime combattere per uscire.

La sentii appena sorridere, quando mi toccò una guancia.

-Non ti merita Blake, ricordalo. Non é una bella persona se fa questo.- disse velocemente, per poi incamminarsi verso l'entrata della sala.

-Forse é vero- sospirai seguendola -Ma anche la luna ha una faccia nascosta, magari diversa da quella che mostra sempre.- sussurrai piano osservando quella sfera che illuminava il buio, illudendomi appena.

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