Segreto
[Nome Cognome]
La domanda era nell'aria e aspettava di congiungersi con la sua risposta.
Ashido non mi toglieva gli occhi di dosso, impaziente di venire a conoscenza di qualche scoop. Non era cambiata affatto: era rimasta la solita ragazza amante del gossip. Le era sempre piaciuto chiacchierare ed essere al corrente di qualsiasi novità.
Abbassai lo sguardo sulla mia busta della spesa dalla quale si intravedevano alcuni dei prodotti che avevo comprato, gli stessi che avevano catturato la sua attenzione. La sua curiosità mi aveva messo con le spalle al muro ed alla ricerca disperata di una risposta plausibile da darle. Ashido, infatti, mi conosceva bene, per cui dovevo stare attenta a ciò che avrei risposto. Peccato solo che non avessi idee.
-"Allora..."
-"Aspetta, fammi indovinare!" mi interruppe lei visibilmente emozionata, mentre quel suo sorriso malizioso si allargò. -"Tu e Kirishima... Insomma avete...?"
Non mi ci volle molto per capire dove volesse andare a parare e, irrimediabilmente, mi sentii avvampare. Kirishima mi piaceva molto e mi era capitato diverse volte di fantasticare su come sarebbe la mia vita se lui ricambiasse i miei sentimenti. Andavo in brodo di giuggiole al solo pensiero di ricevere un bacio da parte sua e una cosa così intima andava oltre ogni mia fantasia.
-"Cosa stai dicendo, Mina!?"
-"Non hai nulla di cui vergognarti, [Nome]! In fondo è una cosa naturale." mi rassicurò lei, parlando come se niente fosse. -"Adesso, però, voglio sapere tutti i dettagli!"
-"Sei totalmente fuori strada!" esclamai io con il viso in fiamme. -"Io e lui non stiamo nemmeno insieme."
Era una triste realtà che tuttavia non provavo mai a cambiare. Ero consapevole di ciò che provassi per lui, ma nonostante ciò mi ostinavo a tenermi tutto dentro. Era come illudersi che il tempo, da solo, avrebbe sistemato tutto; che con un po' di pazienza le cose sarebbero andate come desideravamo.
-"Dici sul serio?" mi domandò alquanto incredula. -"Questo vuol dire che stai con un altro! Chi è il fortunato?"
-"Assolutamente no!"
Il mio tono di voce fu più alto di quanto avessi voluto. Nessuno avrebbe mai potuto prendere il posto del mio rosso preferito. Anche solo immaginarmi tra le braccia di un altro ragazzo era fuori discussione.
-"Allora perché hai comprato tutte quelle cose?" volle sapere, indicando la mia busta della spesa.
Mi spremetti le meningi, costringendole a darsi da fare nell'elaborare una risposta adatta.
-"Te lo dico subito..." dissi con estrema lentezza, sperando di guadagnare un po' di tempo e di pensare a qualcosa. -"Tutte queste cose sono per... Un'iniziativa di beneficienza promossa dalla nostra agenzia..."
-"Ah sì? Ovvero?"
"Bella domanda." pensai mentre mi sistemavo un ciuffo ribelle. "Vorrei saperlo anch'io."
La sua curiosità sembrava non avere limiti. Ciò accadeva ogni volta che si parlava di un qualcosa di suo interesse. Se questa sua voglia di fare domande si fosse fatta avanti anche durante le lezioni al liceo Yuuei, probabilmente i suoi voti sarebbero stati molto più alti.
-"Raccogliamo beni di prima necessità da distribuire alle famiglie più bisognose."
A quelle parole lo sguardo di Ashido mutò totalmente: i suoi occhi, sotto le sopracciglia aggrottate, non erano più maliziosi, bensì pensierosi come a voler verificare la veridicità delle mie parole. Per quanto mi riguarda mi sforzai di reggere il confronto e mostrarmi sicura di ciò che avevo detto, nascondendo il mio vero stato d'animo dietro a un sorriso tirato.
-"Eppure ti ho visto usare la tua carta di credito."
-"Ho fatto la mia parte. Sarei un'ipocrita se non dessi il mio contributo per un'iniziativa promossa da me, non trovi?"
Quelle parole mi uscirono di getto e fui davvero grata alla mia capacità di improvvisazione che, molto spesso, si rivelava indispensabile per uscire da situazioni imbarazzanti; c'era solo da sperare che quella conversazione fosse una di queste. Per qualche istante regnò il silenzio, ma alla fine Ashido sospirò delusa.
-"Uffa! E io che speravo si trattasse di qualcosa di interessante..."
Nonostante la sua evidente delusione, dentro di me facevo salti di gioia. Ero riuscita ad essere abbastanza convincente da porre fine a quella chiacchierata e poter tornare finalmente a casa... Almeno così credevo.
Sul volto di Ashido, infatti, era tornato il sorriso. Aveva fatto in fretta a superare il dispiacere e a tornare la solita ragazza allegra e solare.
-"Questa iniziativa ti fa onore." commentò sinceramente ammirata. -"Sei fortunata, ho deciso di dare anch'io il mio contributo! Cosa devo fare?"
-"Ti manderò un messaggio con tutti i dettagli."
-"Perché, scusa? Parliamone adesso, magari davanti a un buon gelato. Che ne pensi?"
Sgranai gli occhi per la sorpresa, incredula della piega che stava prendendo la situazione.
-"Mina, non so più come dirtelo: vado di fretta!" sbottai senza preoccuparmi di nascondere la mia esasperazione.
Non volevo essere scortese, ma avevo già perso fin troppo tempo e dovevo sbrigarmi a tornare a casa. Tuttavia Ashido non sembrò affatto ferita dalla mia risposta, anzi... Continuò a parlare come se niente fosse.
-"Avanti, [Nome]! Non ci vediamo da tantissimo tempo e possiamo sfruttare questo incontro per parlare un po'. Ho molte cose da raccontarti..."
Iniziò a parlare a ruota libera, una cosa che speravo di evitare. Quando ciò accadeva, infatti, era praticamente impossibile anche solo partecipare al dialogo. Stando alle sue parole era aggiornata sulle ultime novità riguardanti i nostri compagni di classe: se avevano o no un'agenzia tutta loro, con chi lavoravano e dove vivevano. Come fosse venuta a conoscenza di tutte quelle cose era un mistero. Era tutto molto interessante, ma non potevo rimanere lì ad assimilare tutte quelle informazioni che per lei erano di vitale importanza.
Per porre fine a tutto ciò feci la prima cosa che mi venne in mente: agitai il braccio in segno di saluto e rivolsi un sorriso a trentadue denti a qualcuno alle sue spalle.
-"Ciao, Mineta! Come stai?"
Alle mie parole Ashido si bloccò di colpo e assunse un'espressione che era un mix tra stupore e preoccupazione. Sembrò terrorizzata dalla presenza di quel ragazzo che, effettivamente, non si era mai comportato da gentiluomo con noi ragazze.
Si girò di scatto e io ne approfittai per tagliare la corda e correre a tutta velocità verso la macchina.
-"Ma non c'è nessuno!" commentò Ashido confusa. -"Ehi, [Nome]! Dove vai?"
-"Scusa, Mina! Ci vediamo un'altra volta!" le risposi senza nemmeno voltarmi.
Raggiunsi l'auto, caricai la spesa e misi in moto. Durante il viaggio di ritorno non potei fare a meno di pensare a Kirishima e augurarmi che stesse andando tutto bene.
[Eijiro Kirishima]
Da quando eravamo andati a vivere in quell'appartamento non mi ero mai reso conto di quanto fosse comodo il divano. Se lo avessi saputo prima ci avrei dormito molto più spesso anziché trascinarmi, stanchissimo, nella mia stanza tutte le sere. [Cognome] non era ancora tornata e la cosa un po' mi rincuorò, significava che avevo ancora un po' di tempo per riposarmi. Ero veramente esausto e non ricordavo cosa avessi fatto la notte prima per sentirmi così.
Avevo ancora gli occhi chiusi quando, improvvisamente, avvertii una presenza vicino a me e, insieme ad essa, una brutta sensazione. Non riuscivo a capire di cosa si trattasse, forse un vago ricordo di un incubo che avevo fatto.
Ad un certo punto sentii dei colpetti sulla guancia che mi lasciarono sfuggire un lamento. Chiunque fosse volevo che la smettesse, peccato che non sembrasse averne alcuna intenzione. Continuò sempre più insistentemente tant'è che mi svegliai.
Non appena misi a fuoco vidi, a pochi centimetri dal mio naso, due occhi cremisi che mi fissavano serissimi. Sobbalzai per lo spavento e mi portai una mano sul petto, mentre il bambino non fece una piega. Era in piedi sul divano, con una mano stringeva la mia maglietta per non cadere, mentre l'altro braccio era alzato pronto a colpirmi nuovamente. Il suo aspetto mi era terribilmente familiare.
A quel punto ricordai tutto, quello lì era Bakugo e la mia stanchezza era dovuta dai miei numerosi tentativi di farlo addormentare. Sembrava un'impresa impossibile, poiché cercava in tutti i modi di scendere dal divano ed ignorava ogni mia parola.
-"Mi hai spaventato." lo informai mentre mi stropicciavo gli occhi. -"Che cosa c'è?"
Usando il mio corpo come sostegno, Bakugo scese dal divano, mi afferrò una mano ed iniziò a tirare con forza.
-"Che fai?"
Per tutta risposta, Bakugo mi indicò qualcosa alle sue spalle e riprese a tirare.
-"Calmati, ho capito!" esclamai, nascondendo uno sbadiglio con la mano libera. -"Vuoi che ti segua."
Mi alzai in piedi e come era prevedibile il piccolino si mise in marcia. I suoi passi erano piccoli ed incerti e a quello spettacolo strinsi la presa sulla sua manina, pronto a intervenire al minimo segnale di pericolo. Mi guidò per la casa fino a raggiungere la cucina. A quel punto si fermò e mi indicò il bancone. Seguii l'indicazione del suo dito e vidi un barattolo di vetro con dentro i biscotti che mangiavamo a colazione.
-"Ne vuoi uno?" svitai il coperchio ed infilai dentro le dita, ma non appena sfiorai uno dei frollini mi bloccai. -"Aspetta un momento... Non puoi averli!"
Bakugo sgranò gli occhi per la sorpresa e mi indicò nuovamente il barattolo sopra di lui. Mi inginocchiai a terra e lo fissai attentamente.
-"Sei troppo piccolo per mangiare queste cose." non appena finii la frase, mi colpì la mano. -"Non fare così! [Cognome] è andata a comprare qualcosa adatto a te."
Quelle parole lo fecero arrabbiare ancora di più e continuò a colpirmi con tutta la forza che aveva.
-"Bakugo, calmati! Non fare così!"
Ancora una volta non mi stette a sentire e così usai la mia Unicità, indurendo in questo modo la pelle della mia mano. Non appena la colpì, sul volto di Bakugo comparve una smorfia di dolore e il suo attacco cessò.
-"Eh-eh! Ti ho fregato!" commentai divertito, ma mi bloccai quando vidi i suoi occhioni riempirsi di lacrime e il labbro inferiore tremare. -"Oh no! Scusa, scusa, scusa!"
Non avevo pensato che potesse farsi così tanto male. Lo presi in braccio e tentai di calmarlo come aveva fatto [Cognome] la sera prima, purtroppo con scarsi risultati. Sembrava proprio che sarebbe scoppiato a piangere da un momento all'altro e questo mi mandò nel panico.
"Che cosa faccio adesso?" pensai, guardandomi nervosamente intorno. "Come vorrei che [Cognome] fosse qui! Sicuramente saprebbe cosa fare!"
Ad un tratto mi venne in mente un'idea e sperai che potesse funzionare.
-"Bakugo, guarda qui!" esclamai con un tono di voce più buffo che riuscii a fare. Annullai l'Unicità sui miei capelli che tornarono lisci. -"Vedi? La capigliatura di prima non ti è mai piaciuta. Adesso sto meglio, vero?"
Sembrò funzionare: adesso era più tranquillo e lo vidi alzare le braccine. Chinai leggermente la testa in modo tale da permettergli di raggiungere la mia chioma. Prima che me ne rendessi conto afferrò delle ciocche ed iniziò a tirare.
-"Ahi! Fermo!"
Tentai di liberarmi, ma, nonostante la stazza, la sua presa era ferrea. Mi stava facendo molto male.
Improvvisamente sentii la porta di ingresso aprirsi e chiudersi subito dopo.
-"Sono tornata!"
-"[Cognome]! Aiutami!"
La sentii correre e subito dopo la vidi affacciarsi, allarmata, in cucina. Non appena scoprì cosa stava accadendo, venne in mio soccorso.
-"Bakugo! Lascialo stare!" lo afferrò e mi liberò dalla sua presa. -"Bambino cattivo!"
Per tutta risposta iniziò a ridacchiare, probabilmente soddisfatto di essersi vendicato sul sottoscritto.
-"Stai bene?" mi domandò preoccupata. -"Cosa è successo?"
-"Voleva dei biscotti e si è arrabbiato quando gli ho detto che non poteva averli."
-"Capisco... Scusami se ci ho messo così tanto, ma ho avuto un piccolo contrattempo. Ho incontrato Mina e ha visto ciò che ho comprato."
-"E allora?" domandai non capendo cosa ci fosse di male.
-"Vedi, ha..." balbettò lei arrossendo. -"Insomma... Ha pensato che io e te avessimo avuto un bambino."
A quelle parole sentii le mie guance infiammarsi, dovevano aver raggiunto lo stesso colore dei miei capelli. Che situazione imbarazzante. Davvero aveva pensato che avessimo fatto un passo così importante?
-"Non preoccuparti!" si affrettò ad aggiungere. -"Sono riuscita a trovare una scusa plausibile."
-"Non le hai detto la verità?"
-"Assolutamente no! Bakugo non vorrebbe mai che si sapesse in giro cosa gli è capitato." commentò guardando poi il biondo in questione. -"Pensa cosa accadrebbe se la notizia si diffondesse. Immagino già i giornali: "Il Re delle Esplosioni Mortali mostra al mondo il suo vero volto!" e piazzata in prima pagina una sua foto in queste condizioni."
Effettivamente non aveva tutti i torti. Conoscendolo, Bakugo avrebbe preferito morire piuttosto che diventare un fenomeno da baraccone. Per non parlare del duro colpo che avrebbe subito la nostra agenzia.
-"Cosa diremo se qualcuno lo cerca?" domandai perplesso.
-"Non so... Diremo che è partito e che non sappiamo né dove è andato, né quando tornerà..."
-"E nel frattempo ci comporteremo come se niente fosse." conclusi io. -"E come se non bastasse dovremo cercare il responsabile di tutto questo e obbligarlo a sistemare tutto."
Non sarebbe stato facile: nascondere al mondo una cosa simile, occuparci di un bambino piccolo e cercare quella persona senza avere alcun indizio. [Cognome] sembrò condividere i miei timori. La vidi, infatti, molto preoccupata.
-"Non ti preoccupare. Vedrai che ce la faremo."
Alzò lo sguardo verso di me e si sforzò di sorridere. -"Hai ragione. Insieme possiamo farcela!"
Si era fatto tardi e dovevamo andare in agenzia. Tenendo ancora in braccio Bakugo, [Cognome] raggiunse la spesa che aveva portato a casa.
-"Faremo bene a portarci tutto dietro." decise.
-"La prendo io."
Prima che potesse rispondere, afferrai la busta e andai ad aprirle la porta.
-"Ti ringrazio. Sei sempre molto gentile."
Un complimento da parte sua mi faceva sempre piacere. Uscimmo di casa e raggiungemmo la macchina, diretti verso la nostra agenzia ed a una nuova giornata di lavoro che sicuramente sarebbe stata diversa da quelle affrontate finora.
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