Prime difficoltà

[Nome Cognome]

Tenendo gli occhi chiusi tentai di isolarmi da tutto ciò che mi circondava. Feci un respiro profondo e cercai di sciogliere la tensione come la neve sotto il sole. Ciò che stavo per affrontare si era rivelato un'impresa molto ardua, quasi impossibile, per cui necessitavo di tutta la concentrazione possibile. Per quanto fosse difficile ero decisa ad uscirne vincitrice.

Aprii gli occhi, afferrai il cucchiaino con il quale disegnai dei grossi cerchi stando attenta a non far cadere nulla di ciò che trasportava.

-"Ecco che arriva l'aereo!"

Imitai il suono del motore e continuai a fargli fare delle manovre che avrebbero fatto invidia a qualsiasi pilota professionista. Fu un volo spettacolare, pieno di cabrate, picchiate e giri della morte, ma il momento dell'atterraggio vanificò ogni mio sforzo. Le labbra di Bakugo erano sigillate e fissava il cibo che gli porgevo con disgusto. Cercai di non lasciarmi scoraggiare e avvicinai ancor di più il cucchiaino, ma lui girò la testa dall'altra parte.

-"Niente capricci!" esclamai non smettendo di provare, ma lui continuò a scansarsi. -"Almeno assaggia!"

Per tutta risposta Bakugo colpì il cucchiaino così forte da farmelo sfuggire di mano. Cadde rumorosamente a terra sporcando il pavimento. Lo raccolsi e lo strofinai con un fazzoletto e diedi una pulita veloce al tatami. Fissai poi il biondo, ancora seduto sulla scrivania, indecisa sul da farsi: dovevo rimproverarlo, ma mi risultò difficile a causa dell'intera situazione.

In fondo lo capivo: l'omogenizzato alla mela che gli stavo dando non aveva un aspetto invitante. La sua consistenza era così strana e il colore era una via di mezzo tra il verde e l'arancione. Purtroppo non avevo altro da offrirgli, avevo comprato solo degli omogenizzati alla frutta, ritenendoli più commestibili di quelli alla carne o al pesce. Credevo fosse una scelta vincente, almeno fino a quando non aprii il vasetto e vidi da vicino cosa contenesse.

Le avevo provate tutte per imboccarlo, perfino fingere che il cucchiaino fosse un aereo e quindi rendere divertente l'intera cosa, ma non ci fu verso di convincerlo. Le labbra di Bakugo rimasero sempre serrate. Non credevo che sarebbe stato così difficile, perfino di più di ciò che dovette affrontare Kirishima poco prima.

La nostra agenzia era un edificio modesto non molto lontano dal nostro appartamento. Non avevamo segretari né assistenti quindi lavoravamo per conto nostro e soprattutto, in quel momento, potevamo agire lontano da occhi indiscreti. Collaboravamo con la stazione di polizia di quel distretto che ci contattava qualora avesse avuto a che fare con un criminale dall'Unicità troppo pericolosa per i semplici poliziotti. Un altro nostro compito era sorvegliare le strade della città e garantire l'ordine pubblico, oltre a sbrigare scartoffie nei nostri uffici. Bakugo ne aveva uno tutto suo perché, come ci spiegò più volte, si riteneva il capo e quindi meritava un trattamento di riguardo e fu proprio lì che io e Kirishima iniziammo ad operare.

Per prima cosa decidemmo di liberarlo dalla sua maglietta e di infilargli un pannolino, un compito che nessuno dei due si sentiva di fare. Per me era troppo imbarazzante, per non dire ingiusto, invadere così tanto la sua privacy anche se era un bambino. Ero convinta che se avesse potuto scegliere avrebbe preferito che lo facesse Kirishima. Il rosso, dal canto suo, era imbarazzato quanto me e non si sentiva all'altezza del compito, ma alla fine cedette alle mie suppliche. Per quanto a disagio si potesse sentire, non poteva raggiungere i miei livelli. Era pur sempre un ragazzo, al liceo Yuuei usavano lo stesso spogliatoio e al ritiro nei boschi avevano fatto il bagno alle terme insieme agli altri ragazzi.

Bakugo non ne volle sapere di collaborare e cercò in tutti i modi di svignarsela. Alla fine dovetti tenerlo fermo io mentre Kirishima lo cambiava. Fu un'impresa ardua e nonostante fossimo in due contro uno, ci diede del filo da torcere. Quando ebbe finito, non potemmo cantare vittoria poiché ci accorgemmo che lo aveva messo al contrario e quindi dovemmo ricominciare. Alla fine il risultato non fu dei migliori, il pannolino poteva essere messo indubbiamente meglio, ma ci accontentammo.

Dopo quell'impresa eroica Kirishima andò a comprare qualcosa per entrambi, dato che nessuno dei due aveva messo niente sotto i denti dalla sera prima. Durante la sua assenza decisi di far mangiare Bakugo, con scarsi risultati.

Quando Kirishima tornò ci trovò come ci aveva lasciato: Bakugo seduto sulla scrivania ed io in piedi di fronte a lui, con il vasetto di omogenizzato in una mano e il cucchiaino nell'altra.

-"Allora? Ha mangiato tutto?"

-"Neanche un boccone." lo informai sconsolata ponendo tutto sul tavolino. -"Non lo vuole nemmeno assaggiare."

-"Forse non ha fame." ipotizzò il rosso. Subito dopo agitò davanti a me una bustina di carta. -"Non buttarti giù. Ti ho preso il cornetto integrale, il tuo preferito!"

-"Grazie, sei il migliore!"

Afferrai la bustina e tirai fuori la mia colazione. Era ancora caldo, forse tirato fuori dal forno da poco. Stavo per addentarlo quando mi accorsi che Bakugo mi fissava. I suoi occhi erano sgranati e la bocca era aperta.

-"Cosa c'è?" domandai con un velo di preoccupazione. -"Perché mi guardi così?"

Ovviamente non mi rispose, limitandosi a gattonare verso di me. A quel punto Kirishima intervenne e lo prese in braccio.

-"Non è per te, Bakugo! L'ho preso per [Cognome]."

A quelle parole il biondo iniziò ad agitarsi e a tentare in tutti i modi di liberarsi dalla sua presa. Riposi il cornetto nella bustina non sapendo cosa fare, se non colpevolizzarmi per aver causato quel capriccio. Sorprendentemente Kirishima prese in mano la situazione e andò a sedersi sulla sedia tenendo ancora in braccio Bakugo. Afferrò poi il vasetto insieme al cucchiaino.

-"È questa la tua colazione."

Ciò non bastò per calmarlo e, infatti, cominciò a colpirgli il braccio e a scalciare a tutto spiano.

-"Te l'ho detto, non lo vuole nemmeno assaggiare." gli ricordai esasperata.

-"Andiamo, Bakugo! Non può essere così tanto male!" detto questo prese un po' di omogenizzato con un dito e lo assaggiò.

Quel gesto mi spiazzò totalmente e allo stesso modo Bakugo. Lo osservavamo entrambi sorpresi e in attesa di un suo responso.

-"Allora?" domandai perplessa. -"Com'è?"

-"È buono!" rispose lui compiaciuto. -"Assaggia!"

Mi avvicinai e ne presi un po' con un dito. Entrambi mi fissavano: Kirishima mi incoraggiava in silenzio e con un sorriso, mentre Bakugo moriva dalla curiosità. Non ero molto convinta di ciò che stavo per fare: quel colore e quella consistenza non mi allettavano affatto. Fui sul punto di rinunciare, ma lo sguardo di Kirishima mi infuse coraggio. Chiusi gli occhi ed assaggiai e in poco tempo un dolce aroma di mela si diffuse nel palato. Fui davvero sorpresa nel constatare che non fosse affatto male.

-"Hai ragione!"

-"Te lo avevo detto."

Provò a prenderne ancora, ma Bakugo glielo impedì. Scansò la sua mano ed iniziò nuovamente ad agitarsi, ma questa volta era diverso rispetto a prima. Fissava insistentemente il vasetto e tendeva le braccine verso di lui.

-"Che gli prende adesso?" domandò Kirishima confuso.

-"È evidente: reclama ciò che è suo." risposi sorridendo.

Presi il cucchiaino ed iniziai ad imboccarlo e questa volta Bakugo mi lasciò fare senza fare storie. Dopo l'ultima cucchiaiata decidemmo di iniziare ad indagare.

-"Possiamo usare il mio computer." suggerì Kirishima. -"Vai pure ad accenderlo. Qui ci penso io a sistemare."

Presi Bakugo in braccio e raggiunsi l'ufficio che io e il rosso condividevamo. Non appena mi sedetti alla sua scrivania il biondo iniziò a premere i tasti della tastiera con entrambe le manine. Accesi il monitor e poco dopo apparve la seguente scritta: "Inserire password". Subito dopo sentii una mano sulla spalla.

-"Ti dispiace?" mi chiese Kirishima con un leggero rossore sulle guance.

-"Ci mancherebbe altro."

Gli lasciai libera la sedia ed andai a sedermi alla mia scrivania, che si trovava di fronte alla sua. Tirai fuori, di nuovo, il cornetto integrale che mi aveva comprato; ormai si era raffreddato, ma lo mangiai lo stesso con gusto stando bene attenta a non farmi vedere da Bakugo.

[Eijiro Kirishima]

"[Nome]"

Appena digitai la password il computer si sbloccò e davanti ai miei occhi apparve la foto che avevo messo come sfondo. Ne avevo scelto una dove c'era l'intera classe al completo dove ritagliai noi tre. [Cognome] era al centro e teneva entrambi sottobraccio, sul viso aveva uno dei sorrisi più belli che le avessi mai visto fare. Nemmeno io ero venuto male, ricordavo perfettamente la felicità che provai quel giorno e che era stata immortalata nella foto. Bakugo, al contrario nostro, non sorrideva, ma stava comunque benissimo.

-"Cosa cerchiamo esattamente?"

Prima di rispondere, [Cognome] mandò giù l'ultimo boccone del cornetto che le avevo preso.

-"Vediamo se c'è in giro qualche notizia inerente a qualcuno in possesso di un'Unicità che fa ringiovanire le persone."

Annuii ed iniziai la ricerca. Provai a digitare "Unicità ringiovanimento", ma non saltò fuori alcuna notizia recente.

-"Niente da fare. Vengono fuori solamente articoli sul salvataggio di Eri dalla Yakuza guidata da Overhaul."

Era già passato qualche anno, eppure sembrava che fosse accaduto appena ieri. A quei tempi stavo facendo il tirocinio presso l'eroe professionista Fatgum e collaboravo insieme a Tamaki Amajiki, meglio conosciuto come Suneater.

-"Ora che ci penso..." iniziai a dire aggrottando la fronte. -"L'Unicità di quel tipo è simile a quella di Eri. Pensi che abbiano qualche legame?"

-"Non credo. Se non sbaglio non aveva alcun parente ed è ancora troppo piccola per avere un figlio."

Continuai a cercare, ma non trovai alcuna notizia che facesse al caso nostro.

-"Possiamo telefonare all'agente Ishikawa e chiedere se stanno indagando su casi tipo questo!" propose di punto in bianco [Cognome].

Ishikawa era a capo della stazione di polizia presso la quale collaboravamo. La sua idea non era affatto male e così afferrai il telefono e digitai il numero.

-"Red Riot! Che piacere sentirti. Cosa posso fare per te?"

-"Buongiorno, agente Ishikawa! Volevo sapere gli ultimi casi sui quali state lavorando."

-"Non ci sono grandi novità. Ultimamente sembra tutto tranquillo e non si sono verificati avvenimenti che necessitano il vostro intervento."

Mi morsi nervosamente un labbro. Ovviamente ero felice che le cose stessero andando bene, ma speravo che il suggerimento di [Cognome] ci aprisse una pista da seguire.

-"Mi chiedevo... Ultimamente avete avuto a che fare con Unicità che modificano le età delle persone?"

-"Perché vuoi saperlo?"

-"Perché voglio saperlo?"

Cercai con lo sguardo un suggerimento da [Cognome]. Lei mi indicò Bakugo e scosse la testa e poi puntò il dito verso il mio computer. Il messaggio fu chiaro: nemmeno la polizia doveva sapere la verità.

-"Niente in particolare. Ripensavo solo al duro colpo inflitto alla Yukuza."

-"Capisco. Se non ricordo male hai combattuto in prima linea in quella missione." commentò lui sinceramente ammirato. -"Comunque no. Non si sono verificati casi di quel tipo."

-"D'accordo. Grazie."

Misi giù il telefono e sbuffai.

-"Allora? Cosa ti ha detto?"

-"Purtroppo non ne sa nulla. Sembra che non si siano verificati casi simili."

Alle mie parole [Cognome] sbiancò e dai suoi occhi capii che si stava per far prendere dal panico.

-"È terribile! Cosa facciamo adesso?" domandò lei nervosa. -"Come facciamo a riportare Bakugo come prima? Se non ci fosse alcun modo per aggiustare tutto?"

Non avevo il coraggio di pensare a una cosa simile. Avevamo dato per scontato che avremmo trovato qualche notizia, non sospettavamo neanche lontanamente che non avremmo trovato nulla.

-"Stai tranquilla! Ti prometto che farò di tutto per riportare le cose come prima!"

Lei mi guardò come se volesse assicurarsi che fossi sincero e io feci di tutto per apparire sicuro di me. In quel momento aveva bisogno di tutto il mio supporto.

-"Spero che vada tutto bene..." disse lei spostando poi l'attenzione sul biondo, impegnato ad accartocciare dei fogli.

-"Vedrai che presto riavremo il nostro Bakugo e un giorno rideremo di tutta questa storia. Fino ad allora dobbiamo essere forti."

-"Hai ragione. Grazie, sei proprio..."

All'improvviso si bloccò. Sul suo volto c'era un'espressione disgustata. Non riuscivo a capire cosa stesse accadendo fino a quando non la vidi alzarsi ed avvicinarsi porgendomi Bakugo.

Scattai in piedi ed indietreggiai inorridito fino a che non mi trovai con le spalle al muro.

-"No, ti prego! Non dirmi che..."

-"Temo di sì." disse lei con un filo di voce. -"Deve essere cambiato."

Sia io che [Cognome] temevamo ciò che avremmo dovuto affrontare, mentre Bakugo aveva una strana espressione. Oserei dire che sembrava divertito dall'intera situazione.

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