Pomeriggio tra uomini

[Eijiro Kirishima]

Rabbia e malinconia, in quel momento, avevano sovrastato le altre emozioni. Erano al culmine, entrambe desiderose di manifestarsi per ritrovare un equilibrio. Gridare e piangere: a quale delle due il mio animo avrebbe concesso la precedenza?

Cos'era peggio: essere stato tradito dal mio migliore amico, o venire a sapere che la ragazza di cui ero innamorato aveva scelto un altro?

Mi asciugai le lacrime e con una mano strinsi violentemente la mia maglietta per trattenere l'impulso di colpire qualsiasi cosa mi circondasse. La rabbia aveva appena vinto sulla malinconia ed era tutta rivolta verso Bakugo, l'unico responsabile di quella situazione. Se solo non si fosse messo in mezzo... E pensare che ogni volta che non trovavo il coraggio di dichiararmi mi definiva un idiota!

Tutte pagliacciate le sue! Credevo che i suoi rimproveri fossero dettati dalle migliori intenzioni e dal desiderio di vedere il suo amico finalmente felice. Che stupido che ero stato! A lui non era mai importato nulla della mia felicità e poco fa me lo aveva dimostrato. Altrimenti per quale motivo interferire una volta tanto che ero riuscito a farmi coraggio? Bhé non serviva un genio per capirlo: provava qualcosa per [Cognome] e questo non glielo avrei mai perdonato! Con tutte le ragazze che ci sono al mondo perché doveva scegliere proprio lei?

Il suo fu un colpo basso e una cattiveria gratuita nei miei confronti. Un vero uomo, anzi un vero amico, non dovrebbe mai interessarsi a una ragazza che piace a un altro! Cosa gli avevo fatto di male per meritarmi questo?

Ero furibondo con lui e lo ero ancora di più con me stesso. Come avevo fatto a non accorgermene prima? E pensare che mi ero confidato più volte con lui quando i miei tentativi andavano a vuoto. Chissà quanto avrà riso e gioito dei miei fallimenti.

L'immagine di Bakugo che si burlava di me balenò nella mia mente e fu la goccia che fece traboccare il vaso. In un impeto di rabbia colpii un palo della luce, colpevole di trovarsi sulla mia strada, regalandogli una bella ammaccatura.

Sobbalzai a quella vista. Non volevo essere così violento. Avevo agito senza pensare. Lanciai uno sguardo alla mia mano, per nulla dolorante, e scoprii che avevo usato la mia Unicità. Non era da me comportarmi così, quell'aggressività non faceva parte del mio carattere. Quella stupidaggine, in qualche modo, riuscì a restituirmi quella lucidità necessaria per riprendere il controllo delle mie azioni.

Ispirai profondamente e mi guardai nervosamente intorno. Fortunatamente nessuno sembrava essersi accorto dell'accaduto.

"Menomale che [Cognome] non è qui." pensai portando la mano colpevole dietro la testa. "Me le avrebbe dette di tutti i colori."

Era sempre stata la più equilibrata tra noi e ci riportava sulla via maestra quando facevamo qualche errore, come io in quel momento.

Quel pensiero riuscì a strapparmi un sorriso, ma solo per poco.

Non avevamo mai discusso in quel modo, eravamo sempre andati d'accordo... E allora perché scegliere uno come Bakugo? Con lui non ci era mai stata la stessa intensa che aveva con me.

Non riuscivo ad accettarlo.

Sarei stato capace di superare la cosa? Di vederla felice insieme a un altro? Mi sembrava impossibile. Il sentimento che provavo per lei, ancora vivo nel mio petto, non sarebbe sparito così in fretta.

La sola idea di innamorarmi di qualcun'altra era inconcepibile.

-"Ehi!" gridò qualcuno alle mie spalle.

Impallidii. Ero stato visto e a giudicare dal tono di voce il mio gesto, comprensibilmente, non era stato gradito. Che figura avrei fatto? In quanto eroe professionista non potevo permettermi di fare simili sciocchezze! Dovevo difendere il buon nome di Red Riot e dare il buon esempio a tutti!

Mi voltai lentamente mentre cercavo di raccogliere dentro di me qualsiasi spiegazione che potesse tirarmi fuori dai guai.

-"Finalmente ti ho trovato!"

Non riuscivo a credere ai miei occhi quando scoprii di chi si trattava.

-"Tetsutetsu!" esclamai con il cuore più leggero. Menomale che era soltanto lui!

Si fermò davanti a me e, come se niente fosse, si appoggiò al lampione a riprendere fiato. Recuperate le forze mi lanciò uno sguardo indecifrabile.

-"Allora?"

-"Cosa?" domandai senza capire.

-"Posso sapere che ti prende? Hai ignorato il mio messaggio e come se non bastasse fai finta di non sentirmi."

Mi ci volle un po' per capire di cosa stesse parlando. In quel momento mi tornò in mente il messaggio che avevo ricevuto e che, con tutto quello che era successo, avevo totalmente dimenticato.

-"Se non avevi voglia potevi semplicemente rifiutare." riprese lui. -"Non si ignorano in questo modo gli amici!"

-"Ti chiedo scusa..." dissi rammaricato. -"Non era mia intenzione, il fatto è che..."

Non riuscii a finire la frase poiché nella mia testa si presentò, come un film, la discussione con [Cognome] e il malumore tornò a farsi sentire.

Tetsutetsu capì che c'era qualcosa che non andava. Si fece avanti e posò una mano sulla mia spalla.

-"Ero preoccupato..." iniziò a dire con tono amichevole. -"Volevo venire a casa tua e invece ti trovo qui solo come un cane. Cosa è successo?"

Non resistetti più e così lo abbracciai stringendolo con tutta la forza che avevo.

-"È successa una cosa terribile!"

-"Lasciami! Mi fai male!" gridò lui liberandosi dalla mia presa. -"Adesso calmati! Perché non mi spieghi cosa è successo?"

Morivo dalla voglia di sfogarmi con qualcuno, ma ero consapevole che in quelle condizioni non ci sarei riuscito: le mie parole sarebbero uscite dalla mia bocca come un fiume in piena e, di conseguenza, Tetsutetsu non avrebbe capito nulla. Dovevo prima calmarmi un pochino.

-"Non qui..." dissi cercando di controllarmi. -"Andiamo a prendere qualcosa?"

-"Buona idea!"

Stavamo per avviarci quando Tetsutetsu guardò il lampione con attenzione.

-"Cosa è successo qui!?"

Seguii il suo sguardo e cercai di assumere un'espressione di sincero stupore.

-"Ma guarda! Sarà stata colpa di qualche ragazzaccio!"

La faccenda fu presto liquidata e andammo alla ricerca di un posto dove poter consumare qualcosa. Non avevamo molte pretese per cui entrammo nel primo bar che trovammo e prendemmo posto a un tavolino vicino al bancone.

Poco dopo ci raggiunse un ragazzo della nostra età con un bloc-notes.

-"Benvenuti! Cosa posso portavi?"

-"Io prendo un succo d'arancia." decise Tetsutetsu.

Solitamente davo anche io quella risposta, ma non quel giorno. Sentivo dentro di me il desiderio, o forse la necessità, di qualcosa di dolce.

-"Voglio una coppa di gelato..." inizia a dire. -"La più grande che avete. Con cioccolato, crema e tanta panna."

Il ragazzo prese nota delle nostre ordinazioni contrastanti e si allontanò. Tetsutetsu, dal canto suo, mi fissava allibito.

-"Adesso sono preoccupato sul serio!" esclamò. -"Dovrai allenarti per un mese per riuscire a smaltire quella bomba calorica!"

-"Non mi importa niente..."

Fece per controbattere, ma in quell'istante vennero servite le nostre ordinazioni. Senza alcuna esitazione afferrai il cucchiaino e assaggiai quella delizia.

Il gelato non solo era squisito, ma sembrò riuscire a tirarmi su di morale.

-"Posso sapere cosa ti è successo di così terribile?" domandò Tetsutestu che, a differenza mia, non degnò di uno sguardo il succo d'arancia che aveva vicino.

Mi presi qualche minuto prima di rispondere. Ero sicuro che parlarne con lui mi avrebbe fatto bene, ma la mia era una ferita fresca, ancora sanguinante nel mio petto.

Non ottenendo alcuna risposta vidi che si era portato il bicchiere alle labbra cominciando a bere.

Feci un respiro profondo e svuotai finalmente il sacco.

-"[Cognome] si è innamorata di un altro."

Quella rivelazione fece andare di traverso la bibita a Tetsutestu che iniziò a tossire rumorosamente, attirando l'attenzione di qualche altro cliente. Qualcuno sembrava pronto a intervenire in suo aiuto.

-"Coff... Cavolo amico! Mi dispiace tantissimo!"

Io non dissi nulla e preferii trovare sollievo nel dolce che avevo davanti.

-"Stento a crederci..." riprese Tetsutetsu. -"Ero sicuro che foste fatti l'uno per l'altra."

-"Lo credevo anche io. Sai qual è la cosa peggiore? Il ragazzo in questione è Bakugo e lui ricambia i suoi sentimenti!"

Per quanto possibile lo stupore del mio interlocutore aumentò a dismisura.

-"Non posso crederci. Deve essere stato tremendo per te quando te lo ha detto..."

-"Non è stato necessario. L'ho capito da solo."

-"Davvero? E come? Hai visto che si baciavano?"

Scossi la testa e ripresi a mangiare. Al mio silenzio Tetsutetsu impallidì.

-"Non mi dirai che... Li hai beccati mentre..."

Quelle parole rischiarono di farmi tornare su il gelato.

-"Che schifo! Certo che no!"

-"Allora non capisco..." disse lui confuso. -"Come fai a dire che sono innamorati?"

-"Vedi, il fatto è che Bakugo..." mi bloccai, indeciso se proseguire o meno.

Potevo raccontare tutta la verità? In fondo cosa mi bloccava? Dopo quello che mi aveva fatto perché avrei dovuto farmi degli scrupoli nei confronti di Bakugo?

La tentazione di vendicarmi era altissima, ma alla fine non cedetti. Non avrebbe cambiato le cose e, soprattutto, mi avrebbe fatto abbassare al suo livello.

-"Bakugo sta passando un brutto periodo..."

-"Cosa gli è capitato?"

-"Non ha importanza! Sta di fatto che approfitta della sua situazione per starsene tutto il tempo tra le braccia di [Cognome] e godersi le sue attenzioni. E lei è sempre presente per lui!"

Mi aspettavo una parola di conforto, o un gesto di affetto. Mai avrei pensato che Tetsutetsu mi colpisse in testa. Il suo colpo fu così forte e improvviso da farmi sfuggire di mano il cucchiaino che cadde rumorosamente a terra.

-"Ahi! Che ti prende!?" domandai confuso massaggiandosi il punto dolorante.

-"Sei un'idiota!" sbottò lui. -"Come puoi dire una simile sciocchezza!?"

Molte persone ci guardarono incuriosite e così Tetsutetsu fu costretto ad abbassare la voce e a controllarsi.

-"Bakugo e [Cognome] sono amici. È normale che lei lo aiuti in un momento di difficoltà."

-"Tu non li hai visti. Ti assicuro che..."

-"Se tu avessi un problema io farei di tutto per aiutarti! Non esiterei neanche un momento! E quindi? [Cognome] dovrebbe pensare che sono innamorato di te e che tu ricambi i miei sentimenti?"

A quella domanda sentii le guance infiammarsi. Io e lui eravamo solo amici, nessuno avrebbe potuto travisare.

-"Non è la stessa cosa."

-"E invece lo è!" tagliò corto lui. -"Non puoi trarre una simile conclusione basandoti su queste cose."

Ero senza parole. Avrei voluto controbattere in qualche modo, dimostrare che non mi ero sbagliato, ma non riuscii a farlo. Il suo discorso filava liscio come l'olio e in quell'istante mi sentii un vero stupido.

Come avevo fatto a non arrivarci da solo? Forse per via dello stress dell'intera faccenda, ma la cosa non mi consolo. Mi colpii il viso e mi portai le mani sulla testa.

-"Che idiota che sono! Cosa faccio adesso?"

Non volevo credere di aver fatto una sciocchezza simile e che mi fosse servito l'aiuto di Tetsutetsu per rendermene conto.

-"Stai tranquillo... Saresti nei guai se avessi detto a [Cognome] ciò che ti passava per la testa. Non so, magari puntandole il dito e dirle: ti sei innamorata di Bakugo, vero?"

Non ebbi il coraggio di rispondere, né tantomeno di alzare lo sguardo. Era esattamente ciò che avevo fatto. Il mio stato d'animo non sfuggì a Tetsutetsu che sgranò gli occhi e, prima che potessi fare qualcosa, scattò in piedi allibito.

-"Non posso crederci!" gridò. -"Non puoi aver fatto una cosa così stupida!"

-"Abbassa la voce!" lo supplicai io, ma ormai era tardi. Da quando eravamo entrati lì dentro avevamo dato spettacolo.

-"Non vorrei essere al tuo posto quando tornerai a casa."

Quelle parole furono come una pugnalata. Cosa avrei dovuto fare per rimediare ai miei errori? Ero stato ingiusto con [Cognome] e l'avevo accusata senza motivo.

-"Cosa posso fare?" volevo un aiuto per uscire da quella faccenda. Volevo sentirmi dire che nulla era perduto e che sarebbe andato tutto bene.

Tetsutetsu si sedette senza togliermi gli occhi di dosso.

-"L'unica cosa che puoi fare è scusarti con lei e pregare che ti perdoni."

Speravo in un'altra risposta, ma in fondo sapevo che era l'unica cosa che potevo fare.

Raccolsi il cucchiaino e mandai giù un altro boccone di gelato, ma dopo quella conversazione non mi sembrava più così dolce.

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