Imagine - Taehyung #5

"Ecco il suo tè, signorina" dice la bella cameriera appoggiando la tazza di tè sul mio tavolo gentilmente.
"Grazie" sorrido e rispondo con la stessa grazia. La cameriera si inchina leggermente per poi andare a servire un altro cliente non molto lontano da me.

Lentamente, prendo la tazza di tè e la avvicino al naso, ispirando l'aroma alla rosetta. Sorrido quando sento che il profumo è sempre lo stesso. Sono passati due anni dall'ultima volta che bevvi del tè qui. Due anni, prima di dovermi trasferire oltremare.

Il bar è cambiato un sacco, si è espanso a più negozi e usa efficientemente il secondo piano. Ora è famoso tra gli studenti, che vengono dalle università vicine, e per chi ama il tè. Fornisce il miglior tè caldo della città con dei dolcetti deliziosi e dessert meravigliosi per il palato dei clienti.

Lo stile retrò del bar è sempre lo stesso. In realtà non è cambiato molto, neanche il menù, è solo diventato più famoso.

Bzz-bzz

La vibrazione del mio telefono mi avvisa che c'è un nuovo messaggio. È da parte di mia madre. Mi sta ricordando di andarla a trovare quando ritorno in Corea. Già, sono appena arrivata e il primo posto in cui sono andata è stato questo bar. Questo bar è speciale per me, non solo perché qui ho avuto il mio primo lavoro part-time, ma anche perché qui è dove mi sono innamorata.

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Quattro anni fa, quando stavo pulendo i tavoli del bar, un ragazzo entrò. Era completamente inzuppato per colpa della pioggia e si scusò per il casino che aveva fatto, ma io gli sorrisi e gli dissi di non preoccuparsi.
Lo aituai ad appendergli il cappotto bagnato, portandogli un asciugamano asciutto e una tazza di tè caldo.

Dato che pioveva molto quel giorno, dopo che anche l'ultimo cliente se ne era andato, rimase solo lui, in attesa che la pioggia cessasse. Pensavo che magari non aveva l'ombrello con sé, come me. Non sapevo che sarebbe iniziato a piovere così tanto quel giorno.

Le mie colleghe cominciarono ad andare a casa una dopo l'altra, mi avevano anche offerto di condividere l'ombrello con me, ma rifiutai perché se chiudevo il bar, il ragazzo sarebbe dovuto andarsene via.

Mi sedetti con lui dopo essermi cambiata, e portai un'altra tazza di tè a lui e una per me. Ricordo ancora la sua faccia confusa, perché quella era la quarta tazza di tè, se gliene avessi portata un'altra, sarebbe stata la sesta.

"Per te e per me" gli dissi sorridendo. Mi sorrise anche lui, aveva un sorriso attraente.
"Grazie mille per l'aiuto" sorrise genuinamente, inchinando leggermente la testa, era davvero grato.

Aveva un meeting nel bar qua vicino, ma iniziò a piovere mentre tornava alla macchina. Sfortunatamente, la sua macchina era parcheggiata dall'altra parte della strada, a due isolati di distanza dal mio bar. C'era traffico quel giorno, così non ha potuto fare altro che parcheggiare nell'unico posto disponibile.

Annuì, capendo la situazione. Se fossi stata in lui, mi sarei fermata in un qualsiasi posto vicino per ripararmi e riscaldarmi.
Osservavo i suoi capelli quasi asciutti, il suo dolcevita nero e i suoi jeans di denim scuro, presi in prestito da mio un collega.

Stava tremando così un mio collega, vedendolo in quello stato, gli offrì i suoi vestiti, mentre lui se ne andò a casa con l'uniforme. Solo lì mi accorsi di indossare una blusa nera con dei fiorellini azzurri.

Eravamo inconsapevolmente in pendant. Non potevo neanche negare quanto fosse bello. Naso ben fatto, sopracciglia scure e ben disegnate, labbra umide e allettanti. Col passare dei minuti, notai che aveva l'abitudine di bagnarsi le labbra con la lingua.

Aveva un fascino pericolosamente attraente. Scossi la testa, smettendo di pensarci, concentrandomi invece sul brutto tempo. Entrambi rimanemmo in silenzio per trenta minuti, mentre guardavamo le gocce che scendevano veloci sul vetro, prima che lui iniziasse a parlare, proprio dopo aver finito l'ultima goccia del mio tè. 

"Penso che dovremmo andare. Sembra che la pioggia non abbia intenzione di fermarsi e si sta facendo più buio fuori"
"Già" acconsentì.
"Mi sa che non abbiamo altra scelta" sorrisi amaramente, pensando che avrei dovuto utilizzare la mia nuova borsetta come ombrello, fino alla fermata dell'autobus. Non avrei mai pensato di doverla distruggere così presto, per della pioggia poi!

"O forse si" sorrise, mostrandomi due spessi giornali. Uno, era un giornale coreano e l'altro era in inglese.
"Fortunatamente la mia valigetta è impermeabile" disse, mostrandomi la sua valigetta di pelle nera. Sorrisi annuendo. La mia borsetta era salva!

"Pronta?" mi chiese dopo aver chiuso la porta. Guardai verso le mie scarpe, menomale portavo delle sneaker. Alzai lo sguardo su di lui, che era più alto di me. Era pronto con il giornale in mano, largo abbastanza da coprire due persone.

Non avrei mai immaginato che un giornale spesso fosse in grado di salvarci dalla pioggia, ma almeno mi avrebbe protetta fino alla fermata dell'autobus.
"Si!"
"Andiamo!" disse lui ed entrambi cominciammo a correre.
"Tieniti forte a me!" mi disse quando stavo quasi per scivolare sulla strada bagnata.

Mi tenevo stretta alla sua maglia. La pozzanghera d'acqua che c'era per terra, schizzò sui miei jeans e i suoi pantaloni neri, il freddo si diffondeva nei i nostri piedi, ma ignorammo la cosa.

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Sorrido nel ricordare il passato. Ora so che un giornale spesso può proteggerci dalla pioggia fino alla fermata dell'autobus. Mi accompagnò verso l'autobus, prima di correre verso la sua auto parcheggiata dall'altro lato della strada.

Tornò in quel bar tre giorni dopo per restituire i vestiti. Quel giorno, finalmente scoprì il suo nome ed entrambi diventammo più vicini.
"Kim Taehyung" mormoro il nome mentre appoggio il mento sul dorso della mano.
"Dove sarà ora?" penso mentre ricordo quel ragazzo incontrato quattro anni fa.

Drin!

Il campanello della porta suona avvisando che qualcuno era entrato. Alzo il viso per vedere più chiaramente la persona che è appena entrata.
È lui! Non è cambiato molto dall'ultima volta che lo vidi. Ora ha indosso uno smoking. I capelli sono asciutti e ben sistemati e rivelano la sua fronte. Quasi rido nel vedere la sua barba.

Come potrei chiamare un uomo così? Capretta sexy? Si, capretta sexy.
Anche la sua barba è curata e ordinata. Sembra più maturo adesso, ma il suo status è cambiato. Posso vedere chiaramente un anello argentato con un diamante sul suo anulare.

Se quattro anni fa entrò con una valigetta nera, ora è entrato con un bouquet di gipsofile e lavanda. Sorride ampiamente mentre si fa strada verso la donna fortunata che lo aspetta.

Non posso far altro che guardare. E non posso far altro che alzarmi in piedi quando si avvicina al mio tavolo. Per far si che mi veda.
Se la ragazza fortunata, fosse stata la bella e giovane ragazza seduta dietro di me, avrei fatto in modo di lasciare questo posto e di non tornarci mai più.

I suoi occhi non si sono manco posati su di me, e il che mi ha resa triste. Si è dimenticato di me?
"Piccola, perché quella faccia?" si mette di fronte a me e si abbassa per lasciarmi un bacio sulla fronte. Mi sorride quando alzo lo sguardo su di lui. Taehyung sposta la sedia vicino a me e si siede, facendo sedere anche a me.

"Perché sei tutto in tiro oggi?" aggrotto la fronte mentre glielo chiedo. È bello, fastidiosamente bello. Perché? Perché la ragazza dietro di me continuava a sbattere gli occhi pensando che Taehyung andasse da lei. Taehyung sorride nel vedere la mia ovvia gelosia.

"Ho un meeting oggi, non ricordi?" sorride mentre stringe leggermente la mia mano. Comunque sia, ho ancora quella faccia.
"Ti stanno guardando tutte" questa volta Taehyung ride. Avvicina il suo corpo al mio e mi da un casto bacio sulla testa e sulla guancia.

"Ora hanno un motivo per farlo" dice lui. Così sorrido e appoggio la testa sul suo petto.
"Mi sei mancato" sussurro dolcemente per poi lasciargli un bacio sul collo.
"Anche tu" mi pizzica il naso mentre lui arriccia il suo.
"Sei come una bambina ora che ne porti uno con te" mi dice mentre accarezza delicatamente il mio pancione, io faccio come delle fusa in modo seducente.

"Siamo in pubblico" gli do un pizzicotto per poi ricevere una risata da lui.
"Andiamo, tua madre ci starà aspettando" dice per poi prendere il bouquet e la mia mano. Entrambi lasciamo il bar, ma appena mettiamo piede fuori dalla porta, inizia a piovere.

Prendo il braccio di Taehyung e gli dico "Ti ricordi quando abbiamo corso sotto la pioggia quattro anni fa?" Taehyung ride prima di annuire.
"È stato divertente" dice.
"Quel giorno non avevo l'ombrello, ma adesso ce l'ho" dice tirandone fuori uno dal porta ombrelli di fianco all'entrata del bar.

"No, il giornale" metto il broncio.
Se posso, voglio correre ancora sotto la pioggia come quattro anni fa. Voglio ricordare come batteva forte il mio cuore, ma non solo perché stavo correndo, ma anche perché ero così vicina a lui da poter sentire il suo profumo, quel profumo che ancora oggi mi perseguita.

"No, no. Sei incinta piccola. La salute e la sicurezza vengono prima di tutto" mi ricorda severamente Taehyung. Poi mi guarda con un sorriso giocoso.
"T/n" mi da una gomitata per richiamare la mia attenzione, dato che non lo stavo guardando. Essendo incinta, sono sensibile a qualsiasi cosa, anche la più piccola. Fortunatamente, Taehyung è davvero un marito paziente e comprensivo.

"Eh?" mi giro a guardarlo, ma l'ombrello cattura la mia attenzione. È un semplice ombrello trasparente, ma Taehyung lo ha personalizzato mettendoci alcune pagine di giornale in coreano e in inglese su di esso. Le pagine occupano pienamente l'ombrello e sembra quasi essere un nuovo design.

Un sorriso si fa presto strada sul mio volto.
"Tae!" stringo la presa sul suo braccio, squittendo felicemente.
"Camminiamo, va bene?" chiede gentilmente Taehyung.
"Ok!" sorrido e Taehyung ci guida verso la macchina parcheggiata sull'altro lato della strada, proprio come quattro anni fa. Lo guardo divertita.

"Tieniti forte a me, amore!" dice Taehyung, ricreando la scena di quattro anni fa.

-Nostalgia, nostalgia canaglia, che ti prende proprio quando non vuoi, ti ritrovi con un cuore di paglia e un incendio che non spegni mai-

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