Capitolo 4
Con fatica percorse le scale della palazzina fino al quarto piano con gli scarponi che facevano rumore sopra quei gradini vecchi di una decina d'anni e che, a suo dire, si reggevano con la grazia divina.
- Dannato ascensore del cazzo. Non funziona mai.- Pensò fra se e se nervoso e lanciando ingiurie verso l'amministratore di condominio che, ancora una volta, aveva evitato di farlo riparare. - Quando uno torna dopo un fottuto turno di otto ore non vuole farsi anche quattro rampe di scale a piedi.- Rifletté ancora lasciando lo zaino sul pianerottolo.
Il lavoro in fabbrica era sfibrante ma, quello che aveva fatto l'altra sera, era stato più che soddisfacente da sopportare un cambio di turno con Chuck per avere la serata libera.
Quel tizio, nonostante fosse un idiota completo, era sempre ben disposto a cambiarsi con lui e, la cosa, giocava molto a suo favore specie per i suoi lavoretti notturni d'osservazione.
- Per le prossime settimane devo vedere quali saranno i turni oppure sarò fin troppo esausto.- Rifletté fra se e se mentre tirava fuori dallo zaino il mazzo di chiavi per entrare in casa e potersi finalmente rilassare.
" Ehila, Ector!" Sentì dire da una voce squillante che riconosceva e gli fece salire un brivido d'eccitazione lungo la schiena. Si girò di scatto trovandosi davanti il volto sorridente di Sophie che gli si parò davanti con la sua figura longilinea. Il suo sguardo sorvolò la vicina di una ventina di centimetri più bassa per fissare, con un certo disgusto, il divano color senape che si notava dalla porta del monolocale in cui viveva e che osservava sempre dallo spiraglio della porta prima che si chiudesse.
" Buongiorno Sophie stai uscendo prima del solito mi pare..." Mormorò con un leggero sorriso sul volto. " Vai in cerca di guai come sempre?" Chiese incuriosito sapendo perfettamente della natura impicciona della sua vicina di casa ormai da quattro anni.
" Sai che non mi dispiace sporcarmi le mani per niente. La gente ha diritto di sapere la verità." Rispose lei con sincerità chiudendo la porta di casa e liberandolo da quella visione orribile.
Lui la guardò con i suoi occhi marroni scuro e sorrise quasi divertito mettendosi una mano nei suoi corti capelli neri per grattarsi la testa cercando, di non far capire, come la fissava non solo per quegli occhi color nocciola ma anche per quel viso delicato come quello di una bambola. In certi giorni avrebbe voluto prenderla e chiuderla in casa sua come uno di quei trofei che usava per l'album delle fotografie ma, sapeva bene, che una sua scomparsa avrebbe suscitato un'po di scompiglio e, forse, la polizia sarebbe potuta venire a fargli domande visto anche il loro rapporto d'amicizia e una cosa che, al momento, non voleva proprio avere.
- Ma, prima o poi chissà. Sarai il mio prossimo divertimento.- Riflettè fra di seper poi accantonare l'idea in un piccolo angolino della sua mente.
" Sei fin troppo onesta. Dovresti pensare a farti una vera carriera anziché fare da collaboratrice qua e là." Rispose lui cercando di stuzzicarla come faceva sempre. La vide gonfiare le guance quasi irritata ma poi ridacchio. " Di quello non ti preoccupare credo che farò un colpo bello grosso." Affermò la donna con un tono di voce piuttosto basso e sornione.
" Che intendi? Hai uno scoop in anteprima?" Domandò Ector visibilmente curioso con gli occhi neri che brillavano. Se c'era una cosa che adorava era leggere le notizie in merito alle sue morti e, spesso, prendeva più di una testata di giornale anche solo per prendere i ritagli e metterli nell'album di foto che teneva nascosto nella sua scrivania. Vedere come i giornalisti parlavano di quegli avvenimenti sempre in chiave diversa lo eccitava.
" Beh, visto che si tratta di te forse qualcosa posso dirtela." Ammise lei con un tono di voce che sembrava quasi magnanimo e che lo irrito.
Gli si avvicinò tanto che poteva avvertire il profumo che emanava e che gli fece salire un brivido d'eccitazione.
" A quanto pare, la polizia, ha deciso di creare una task force per il caso degli omicidi delle case..." Prese a dire sempre con un tono basso nonostante a quell'ora non ci fosse nessuno negli appartamenti del loro piano. " E hanno richiesto anche l'aiuto dell F.B.I che, nei prossimi giorni, dovrebbe arrivare in città." Concluse cercando di trattenere un'emozione che gli faceva tremare la voce.
Ector rimase imbambolato a quella notizia senza sapere cosa dire esattamente mentre l'altra continuava a parlare a ruota libera di chissà cosa.
- Ho avuto una bella fetta d'attenzione.- Pensò quasi euforico sapendo anche del rischio che avrebbe corso da quel momento in poi. Era sicuro di non lasciare mai tracce e, inoltre, era attento quando studiava le sue vittime sempre nessuna vicinanza a lui quegli sbirri non avrebbero avuto modo di trovare piste che lo collegassero. - Sarà divertente credo proprio che andrò al prossimo step.- Riflettè stavolta con molta più sicurezza.
" Ehi, ma mi stai ascoltando?!" Sentì dire riprendendosi da quella trance in cui era sprofondato.
" Si, scusa direi che è un ottimo scoop per te..." Ammise cercando di dire quello che, quella svampita, si sarebbe aspettata di sentirsi commentare. " Intendi già divulgare la cosa?" Domandò Ector e ricevendo un no con la testa.
" La mia fonte mi ha detto di non dire niente fino a che loro non saranno qua. Non vogliono allarmare la città più del dovuto. Quando si sente di assassini seriali la gente va nel panico." Replicò lei. Piuttosto indecisa sul seguire il parere di Ben o no.
" Non ti preoccupare..." Affermò lui aprendo la porta di casa ma solo per un quarto per non mostrarne l'interno. " Intanto goditi questa notizia in anteprima. Adesso meglio che vada buona giornata Sophie." Concluse prima di salutarla con un cenno della mano e chiudersi la porta alle spalle.
Quando sentì i passi di Sophie scendere per le scale si staccò dalla porta e, sorridendo, si inoltro in casa.
L'appartamento era piuttosto piccolo ma ben arredato con semplicità. Nell'angola cucina c'era un frigo piuttosto vecchiotto con alcune calamite di posti che, a suo tempo, aveva visitato anni fa adorava viaggiare e scoprire nuovi posti. Lasciò lo zaino sopra una delle tre sedie presenti su quel tavolo apribile e si diresse nella camera da letto. - E quindi siete venuti qui per me.- Pensò galvanizzato e iniziando a ridere mentre si avvicinò all'armadio a muro che aprì. Scostando dei vecchi vestiti, che ormai non usava più, estrasse un album fotografico di colore rosso vermiglio. Con un profondo respiro lo aprì immergendosi in quelle immagini di morte segnò del suo lascio. " Si, sarà davvero divertente." Affermò sicuro di se eccitandosi ancora una volta.
-
Ben era piuttosto nervoso e, con fare ritmico, batteva il piede sul pavimento seduto alla sua scrivania con alcune pratiche e alcune teste rimbalzanti che oscillavano di tanto in tanto. - Che vada bene per una volta.- Pensò ancora provando a concentrarsi e a finire quel rapporto. Aveva detto a Sophie che era nella task force per vantarsi ma, in verità, nemmeno sapeva se sarebbe stato preso. - Quante cazzo di possibilità ci sono che prendano uno come me per un simile posto.- Rifletté ancora sentendo un macigno grosso come una casa sulla schiena. Era diventato un detective da poco dopo aver fallito l'esame come poteva pensare che, il capo lo prendesse anche solo in considerazione.
" Ehi Ben?! Il capo ti vuole muoviti?!" Sentì dire dal suo superiore e, alzandosi in un lampo, ando a sbattere contro la scrivania disseminando penne e fogli per tutto il tavolo.
" Si, vado subito." Rispose quasi meccanico e, con un andatura veloce si diresse nell'ufficio. Su di se sentiva non solo le occhiate degli altri del distretto ma, anche le loro chiacchiere di scherno. Non aveva mai ricevuto alta considerazione dai colleghi specie da quelli più vecchi. Mise la mano sul pomello della porta e, con un respiro profondo e chiudendo gli occhi, aprì la porta.
" Voleva vedermi capo?" Chiese lui con una calma e una tranquillità che non aveva in quel momento.
" Si, accomodati e chiudi la porta." Ordinò l uomo alzando la testa.
" Allora..." Cominciò a dire mentre Ben si sedeva composto davanti a lui. " Ho valutato la tua richiesta per entrare nel team e devo dire che ero molto indeciso..." Affermò serio mentre del sudore colava dalla fronte di Ben. " Ti sei dimostrato valido come agente sul campo in varie occasioni ma, come detective..." Scosse la testa severo. " Hai commesso varie imprudenze e disattenzioni." Concluse.
" Ammetto che ha ragione su questo..." Confermò Ben prendendo la parola prima che lui potesse aggiungere altro e dargli la mazzata finale. " Però vorrei avere almeno un'opportunità per far vedere che si sbaglia sia lei che gli altri." Aggiunse schietto e senza peli sulla lingua.- Se dev'essere un no tanto vale provare il tutto e per tutto.- Pensò più che convinto.
" Allora facciamo in questo modo. Ti farò entrare nella task force..." Propose fissandolo con i suoi occhi verdi e mettendosi in piedi come per torreggiare su di lui. " Ma alla minima cazzata anche solo una e ti sbattò fuori dal dipartimento e te ne vai da un'altra parte. Intesi?" Concluse lasciando di sasso completamente Ben davanti a quella proposta.
Stringendo i pugni si alzò di rimando. - Fanculo.- Pensò.
" Accetto." Affermò semplicemente conscio della decisione che aveva preso.
ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi col quarto capitolo ^_^ abbiamo conosciuto il primo dei nostri due seriali e, a breve, ci sarà anche il capitolo sull altro.
Mi dispiace se aggiorno in maniera così non omogenea cercherò di essere più preciso con le settimane.
Grazie a chi legge e lascia le stelline e alla prossima.
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