Capitolo 3
Shoan guardava la pila di scartoffie accatasta sopra la sua scrivania ed emise un sospiro di rassegnazione.
Negli ultimi mesi era stato occupato con svariati indagini andando da una parte all'altra degli Stati Uniti cercando di aiutare in questo o quel caso come consulente. Non erano poche, le situazioni, in cui c'era bisogno del loro aiuto per scovare chi si annidasse nell'ombra e portasse a compimenti brutali omicidi. - La follia non si ferma mai.- Pensò fra se e se mentre apriva il primo cassetto della sua scrivania prendendo una pasticca per quel maledetto mal di testa che era di casa e non lo lasciava mai andare. Cercare di entrare nella loro mente a volte era più difficile che mai e non sempre ne era in grado con facilità. Alcune persone vogliono solo ardere chi hanno davanti a se e niente può fermare questo dilagare.
" Serve un'po d'acqua?" Chiese una voce gentile e che gli porgeva una bottiglia d'acqua naturale con una mano piena di rughe proprio come se gli avesse letto nel pensiero e distogliendolo così dalle sue idee malsane. Shoan la prese senza esitare e, coi piedi, spinse la sedia girevole volgendo lo sguardo verso il suo interlocutore.
Davanti a lui c'era un uomo di una trentina d'anni più di lui piuttosto tozzo e in sovrapeso con la pancia prominente che sembrava quasi sfondare quella camicia bianca che indossava e metteva a dura prova la cintura dei suoi pantaloni oltre che i bottoni ingrigiti per l'usura. Dei baffi spioventi gli solcavano il viso sotto il naso aquilino un'po storto da cui, ogni tanto, tirava su col naso.
" Grazie mille, Luke." Rispose il giovane prendendo la bottiglia.
" Ti ho già detto che quei mal di testa non sono normali. Vai da un cazzo di medico figliolo." Mormorò con un tono quasi paterno al più giovane mentre si metteva seduto sulla sedia della sua scrivania che confinava con quella di Shoan e che, a differenza di quella ordinata del più giovane, era piena di bottiglie d'acqua semi vuote, snack semi mangiucchiati e qualche fascicolo aperto in maniera caotica sopra l altro.
" Ho cercato di prendere appuntamento ma, con quanti casi stanno arrivando, non ho mai modo nemmeno di respirare." Bofonchiò richiudendo il cassetto e tornando a fissare le scartoffie di casi risolti e non.
" Il lavoro non dev'essere per forza così massacrante rischi di farti venire un'ulcera prima del tempo." Replicò con un tono esperto prendendo alcune pile di documenti dalla scrivania di Shoan per esaminarle dandogli così una mano.
" Quando c'era Lucy era tutto più semplice, si occupava sempre lei di tutto." Commento con un tono quasi rattristato mentre controllava alcuni paragrafi di un documento che aveva compilato prima. Anche se ormai erano passati quasi tre anni dall'indagine dei tre seriali di Detroit il ricordo della ex collega era ancora presente e vedere la scrivania che prima era sua adesso essere passata a qualcun altro lo destabilizzava facendogliela tornare in mente.
Luke notò lo sguardo perso del suo collega più giovane e sospiro quasi afflitto. Ormai aveva iniziato a lavorare con quel genio da qualche tempo e, aveva capito fin troppo bene quanto, nonostante volesse sembrare apatico e pragmatico, aveva qualcosa dentro che non riusciva a far uscire come avrebbe voluto. Nella sua esperienza ne aveva visti di uomini e donne nella stessa ottica di Shoan venire risucchiati in quel vortice composto da omicidi, rapimenti e pazzi. Alcuni ne erano venuti fuori meglio di altri ma, ognuno di essi, aveva visto un abisso che poteva sputarti via come se nulla fosse. Si aggiustò sulla sedia come per dire qualcosa quando, il telefono sulla sua scrivania, cominciò a suonare. " E adesso che cazzo succede." Brontolò quasi stizzito mentre alzava la cornetta. " Tu e Shoan venite subito nel mio ufficio." Mormorò una voce che conosceva fin troppo bene e che non ammetteva ritardi. " Si, capo Shepard arriviamo subito." Rispose facendo cenno a Shoan di alzarsi e seguirlo.
-
Mise dell altro zucchero all'interno di quella tazza di caffè che, la cameriera del bar, una tizia sulla cinquantina, gli aveva portato una decina di minuti fa. La giovane dai capelli castani sbadigliò mettendosi una mano davanti alla bocca per poi guardarsi attorno un'po circospetta.
In giro, a quell'ora, c'era fin poca gente e, soprattutto manovali o comunque persone con lavori notturni che, dopo una nottata massacrante, tornavano a casa sfiniti. Bazzicava in posti simili sempre a caccia di notizie fresche e, nonostante a volte la sua nomea di ficcanaso fosse riconosciuta, qualcuno da far parlare riusciva sempre a trovarlo scrivendo, qualche volta, articoli almeno semi decenti e che non venivano scartati oppure rifiutati dal capo. La porta d'ingresso s'apri facendo smuovere i campanelli e lei, di scatto, si girò sorridendo al nuovo venuto che avrebbe riconosciuto ovunque.
Era un uomo dalla carnagione scura piuttosto robusto ma non molto alto più di lei. I suoi occhi castani saettavano per la stanza e, quando vide la sua capigliatura, raggelò sapendo perfettamente che non si sarebbe salvato stavolta.
" Ben, sono qui?!" Esclamò la donna a voce alta salutandolo con la mano mentre l altro scosse la testa e si diresse verso di lei come se stesse andando al patibolo e non a incontrare un' amica.
" Ma tu non hai un vero dannato lavoro Sophie ?" Chiese quasi brontolando l uomo sedendosi davanti a lei che gli porse il caffè già ordinato quando era arrivata e ormai freddo.
" Certo che c'e l'ho ed è informare il comune cittadino di quello che succede in questa stramaledetta città." Rispose più che convinta mentre l altro scosse la testa. Conscio, purtroppo, di come la donna davanti a lui fosse una testona inamovibile.
Aveva conosciuto quel mastino del giornalismo da cinque anni e, da allora, era un continuo chiedere informazioni su indagini in corso cercando qualunque occasione per sfondare e passare da un quotidiano che parlava di cose mondane a uno nettamente migliore. Da oltre due anni si era incaponita nel voler scrivere e raccogliere materiali su alcuni dei più violenti assassini negli ultimi anni e, quel lavoro, era ancora a metà nonostante le fonti e le interviste che era riuscita a ottenere.
" Allora, che hai per me?" Domandò stavolta mentre dalla sua borsa estraeva un piccolo taccuino e una penna distogliendolo dai suoi pensieri.
" Pensi mai che siamo nel ventunesimo secolo e che hanno inventato i telefoni e simili per prendere appunti?" La rimbeccò ironico l uomo facendola sbuffare.
" Ho rotto il mio cellulare ieri e lo devo riprendere perciò, a meno che non mi porti dietro un dannato portatile, questo è l'unico modo che ho per segnarmi cose visto che non ho un tablet..." Bofonchiò irritata mentre lui sorseggiò il caffè ormai ghiacciato. " Ehi, lo stai bevendo e ancora non mi hai detto niente se non i soliti sfottii Disse schiettamente fissandolo storto con i suoi occhi e indicandolo con aria accusatoria con la biro.
" Mi farai mettere nei guai un giorno lo sai questo, vero?" Rimarcò lui stavolta molto più serio. A volte aveva dato informazioni sensibili su alcuni casi su cui aveva lavorato dando, in questo modo, una mano anche alla ragazza cercando di aiutarla in una carriera da ben pochi sbocchi almeno in quel momento.
" E andiamo mi pare che, per il momento, non sia mai stato trapelato chi mi fornisce qualche dettaglio su certe cose." Rispose lei gesticolando con le mani e facendo emergere una qualita più dovuta al suo sangue italiano che a quello americano.
" Le altre volte però, non mi avevano assegnato a un indagine di alto profilo come questa e non voglio perdermi l'occasione che potrebbe aiutare la mia di carriera." Rispose lui seccato pentendosi poi di quello che aveva appena dichiarato e mordendosi la lingua per quanto aveva detto.
" Hai detto indagine ad alto profilo..." Sussurrò guardandolo con intensità mentre l altro cercava di far finta di niente restando in silenzio..
" Aspetta, mi vuoi dire che sei stato assegnato al caso di quelle coppie morte delle ultime quattro settimane?" Chiese lei quasi euforica e cercando di contenere il volume della voce ma senza apparente successo.
" Perché non alzi un altro po la voce? Quelli infondo non ti hanno sentito." Brontolo indicando con la mano due giovani vestiti fin troppo bene per quel posto e che sembravano più lì per chiudere una sbronza che per altro visto i loro sguardi vacui più simili a quelli di due zombie che di due persone vive.
" Ma è fantastico è la possibile svolta per entrambi questa!" Continuò a dire lei senza far caso a quanto gli aveva detto il detective. Se avesse avuto la possibilità di avere un'esclusiva nel caso o modo di pubblicare un articolo prima di altre fonti non sarebbe stata più costretta a fare articoli umilianti e per decerebrati come gli stupidi consigli sul caldo o quant altro che ogni volta gli propinavano di fare.
" Ehi, aspetta prima di cantar vittoria..." Mormorò lui cercando di riportarla alla realtà. " Ho solo fatto richiesta per entrare nel team che se ne occuperà perciò, al momento, non posso darti informazioni di alcun genere in merito però, una cosa, forse posso dirtela." Disse cambiando tono e guardandosi attorno sperando, vivamente, che non ci fossero altri membri del distretto a cui apparteneva.
" Sembra che, per darci una mano, abbiano intenzione di contattare i federali. Ho origliato una conversazione tra il capitano e il sergente nonostante quest'ultimo non ne fosse molto contento." Mormorò sempre con un tono di voce basso mentre l'altra inizio a trascrivere.
" Pensate di aver a che fare con un serial killer?" Chiese la donna incuriosita sempre senza togliere gli occhi dal taccuino su cui aveva iniziato ad appuntare.
" Pensavamo a una rapina alla prima indagine ma, dopo che non abbiamo trovato niente fuori posto e il secondo omicidio è venuto un sospetto per niente lieto." Preciso lui.
E quando dovrebbero arrivare questi agenti?" Domandò Sophie. Pensando già a qualche modo per poterli incrociare anche solo di sfuggita. " Questo non te lo so dire, non sappiano neanche se prenderanno l'incarico." Replicò lui facendo per alzarsi dalla sedia.
" Adesso io, ho del vero lavoro da fare..." Annunciò indicandosi Ben. " Vedi di non divulgare troppe voci." Gli intimo facendola sbuffare irritata.
" Si, va bene papà." Borbottò mentre finiva di segnare i suoi appunti.
-
L'ufficio del vice direttore era impeccabile come sempre. Così come, al solito, sopra la scrivania una tazza d'argilla bianca con sopra disegnato un sole storto, fosse un ricordo dei figli ormai grandi, era sempre posata sopra alle pratiche chiuse.
" Ho un caso per voi due..." Annunciò l uomo seduto alla scrivania e che indicò sul tavolo il rapporto arrivato quella mattina e facendo tornare
Shoan concentrato." Che abbiamo stavolta? Spero qualcosa di non troppo complicato." Chiese Luke anche se con un tono dubbioso visto che, di solito, gli venivano date le gatte da pelare peggiori.
" Guarda tu stesso." Replicò l uomo dietro la scrivania indicando i fogli Luke emise un sospiro di rassegnazione e, quando vide le immagini, sbianco e lo rimise subito apposto.
" Cristo capo mi avvisi quando si tratta di questa merda." Sbottò mentre le foto venivano prese da Shoan in modo avido che le osservò incuriosito per la prima volta.
Le immagini ritraevano due coppie legate a delle sedie e poste in quella che doveva essere una cantina. Il sangue usciva dalla gola dell uomo mentre, la donna, era riversa sulla sedia con la testa piegata in avanti. " Questi omicidi a quando risalgono?" Domandò Shoan scorrendo le immagini più volte cercando possibili dettagli.
" Il primo corrisponde a un mese fa. Gli agenti pensavano a una rapina ma, non trovando niente fuori posto il caso è stato messo da parte ma, dopo due settimane, ecco che viene commesso un secondo duplice omicidio e sempre con lo stesso modus operandi..." Spiegò battendo il dito sulla foto sul tavolo. " Ieri è stata trovata una terza coppia e porta il numero di vittime già a sei sempre con lo stesso schema." Aggiunse come per chiudere il discorso.
" Quando dobbiamo partire?" Domandò rapido Shoan che non staccava gli occhi dalle foto. Le facce bianche delle vittime i modi in cui i corpi erano stati predisposti lo incuriosivano.
" Il prima possibile non possiamo sapere quando colpirà di nuovo. Hanno chiesto un consulto andate là vedete di creare un profilo di questo assassino e date assistenza. Mi raccomando vedete di non provocare casini e di non intralciare la polizia." Chiarì mentre, con le ultime parole, il suo sguardo si sposto su Shoan come per metterlo in guardia.
" Perché tutte le volte guarda sempre male me?!" Bofonchiò il giovane quasi irritato da quella cosa che accadeva tutte le volte.
" Forse perché sei uno scavezzacollo sempre pronto a metterci nei casini con le indagini." Rispose Luke serio ricevendo un cenno d'assenso da Shepard.
" Beh qui abbiamo finito ho già richiesto i materiali preliminari delle indagini li prenderete prima d'uscire."
" Ah Luke prima che tu vada posso parlarti, in privato?" Domandò Shepard mentre i due uscivano dalla stanza. " Per quest'indagine ho bisogno che tu tenga sotto controllo Shoan ." Chiarì fin da subito con un tono duro.
" Lo faccio già capo. Ma sa bene quanto me che non è semplice stargli dietro." Replicò con un tono piuttosto pacato.
" Si, stai durando molto più dei tuoi predecessori. Dopo Lucy sei l'unico a cui da ascolto ma, le sue uscite e i rischi che si pone, mettono in cattiva luce l'intera divisione perciò, per questo caso, ti chiedo di tenerlo maggiormente al guinzaglio." Gli spiegò con un tono che sembrava non ammettere repliche e nemmeno errori.
" Con tutto il dovuto rispetto io non sono la sua dannata balia ma il suo partner." Chiarì pacato e leggermente irritato dal tono che, il capo, stava usando.
" Me ne rendo conto ma, le vittime, appartengono per lo più a minoranze oppure di colore. La città in questione non è rinomata per mantenere la calma in simili faccende." Affermò mettendo sottointeso quello che, all'inizio, Luke non aveva compreso.
Se Shoan avesse fatto delle bravate in merito a crimini razziali sarebbe scoppiato un pandemonio e, la responsabilità, sarebbe stata sua.
ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi col terzo capitolo ^_^ grazie per quei pochi che hanno letto fino ad adesso. A breve posterò anche il quarto capitolo grazie e alla prossima.
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