Capitolo 2



La coppietta era legata con del nastro adesivo alle sedie. Annaspavano e cercavano di liberarsi dal nodo stretto che il loro aguzzino aveva fatto per tenerli ancorati lì.

Li aveva colti durante il sonno e, nonostante un'apparente resistenza, soprattutto da parte del marito, era riuscito a metterlo a nanna per poi, con tutta calma, portarli nel seminterrato per dare inizio a quella splendida magia. Li avevi messi proprio vicino alle decorazioni natalizie, tra un albero di Natale e un presepe piuttosto impolverato.

"Un'ambientazione adatta." Si allargò un sorriso sotto il passamontagna. Le due vittime fremettero di paura.

"So che vi state chiedendo perché vi ho scelti e perché questo malvivente è venuto qui e non dalla famiglia portoricana che sta in fondo alla via, quei criminali della peggior specie." Erano domande che aveva sentito più volte e che ormai suonavano come qualcosa di già visto, come i cliché che vedeva nei film horror e che lo avevano stancato.

I due mugugnarono qualcosa che il nastro sulle loro labbra rendeva impossibile capire. Non gli interessava sapere cosa le sue vittime volevano dirgli. Niente di quello che avrebbero detto li avrebbe salvati da ciò che stava per fare loro. L'eccitazione stava aumentando e un fuoco dentro di lui cominciò ad accendersi come se qualcuno avesse buttato della legna da ardere in un camino.

"Vi ho osservati in quest'ultima settimana e devo dire che avete due vite davvero magnifiche." Aveva un'inclinazione nella voce disgustata mentre estraeva il coltello dalla tasca dei pantaloni e lo avvicinava alla pelle mulata del collo del marito, su cui cominciò a incidere una lieve ferita.

Alcuni cenni di barba gli solcavano la gola. Lo vide cercare di ritrarsi, ma era troppo tardi: alcune gocce di sangue gli imperlavano la giugulare, iniziavano a scendere verso il colletto del pigiama grigio topo ormai macchiato.

"Sam Callister, un lavoro come perito assicurativo, una bella casa e anche una bella macchina. Lavori sei ore al giorno, fai jogging e sei benvoluto da tutti nel quartiere. Un sogno, se così possiamo dire..."Premette ancora la lama contro la pelle per far uscire più sangue dal collo che cominciò a scendere con ancora più intensita. "Tutto perfetto, ma ecco come tutta la gioia svanisce con solo un misero taglietto." Tranciò una linea netta lungo la giugulare con un movimento rapido e senza esitazione alcuna. Il sangue iniziò a uscire a fiotti mentre l'uomo annaspava e il rosso colava lungo il pigiama, concludendo il suo corso in una pozza ai suoi piedi.

Sentì la donna mugugnare, lì a fianco, come se volesse urlare, nella speranza di essere sentita da qualcuno, ma nessuno li avrebbe ascoltati e quelle lacrime che le zampillavano dagli occhi non gli facevano pietà, generavano solo maggiore disgusto. Una reazione umana così inutile e priva di alcuna utilità. Mentre il corpo agonizzante finiva quel patimento, si avvicinò alla donna, afferrandola per i capelli scuri e tirandola su con la testa. I suoi occhi incrociarono per un solo istante quelli dell'altra di un color castano scuro.

C'erano due pozzi neri al di là del passamontagna, ma nonostante quel dettaglio risultava irriconoscibile.

Strinse i capelli con una presa salda, spostandosi dietro la schiena della donna. "Non piangere, coraggio, fa' silenzio." Sibilò a denti stretti, al suo udito giungevano solo singhiozzi frenetici sia per la stretta sui capelli sia per quanto stava accadendo. " Presto raggiungerai tuo marito, mia cara Cindy, abbi solo un attimo di pazienza." Lasciò la presa sui capelli, facendoli discendere sul viso della donna. "Un'insegnante di scuola elementare dovrebbe cercare di comportarsi in un certo modo anche in situazioni del genere..." Scosse la testa e prese il fil di ferro che aveva appoggiato sulla sedia della donna. "Adesso vedi di tacere." Le girò il filo intorno al collo e iniziò a tirare sempre più forte. Sentì la donna dibattersi, sperando, forse, in un colpo di fortuna, o che lui mollasse la presa. L'assassino cominciò a tirare sempre di più e il corpo della donna si afflosciò in mancanza d'aria.

Aspettò ancora qualche istante, poi mollò la presa e ritirò il filo dentro il giaccone scuro. Non si poteva permettere di lasciare prove che portassero a lui.

Con calma si diresse verso l'obiettivo della fotocamera digitale che aveva posizionato poco prima di iniziare quella procedura e, osservando le due figure morte, premette il flash per immortale quel momento magico. Un lampo illuminò per un'istante quella scena formata da sangue, morte e decorazioni di una festa in un luogo angusto.

"Questa finisce dritta nell'album." Commentò soddisfatto ed euforico ormai non c'era più nessuno in grado di udire le sue parole. Prese la macchina fotografia e il cavalletto e iniziò a salire per andarsene col favore della notte.




ANGOLO DELL'AUTORE= Eccomi col secondo capitolo e con il nuovo seriale all'opera ^_^

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