34. Dont' blame me, love made me crazy
Pov Sydney
Con una morsa al petto prendo posto all'ultimo banco nell'aula di fisica.
Cazzo, ho rovinato tutto. Se le mie sorelle venissero a sapere che il nemico ha la vittoria in pugno mi vergognerei di me stessa. I loro sono stati sacrifici per venire nel mondo umano. Hanno lasciato la loro casa e le loro abitudini per fare giustizia. Per uccidere il figlio di David Valava e vendicare la morte di nostro padre.
Se ora papà mi vedrebbe credo non sarebbe fiero di me.
Mi sono lasciata ingannare perchè lui ha sempre saputo che è sempre stato il mio punto debole.
In questi anni distanti ogni volta che il mio pensiero tornava a lui sentivo mancare la sua presenza ma dopo un po' mi passava e tornava tutto normale. Ora invece dopo tutto quello che mi ha detto una parte di me aveva creduto che mi amasse.
Inizio a scarabocchiare il foglio e dalla rabbia a disegnare tutto ciò che mi passa per la mente.
Non è facile vivere in una famiglia che fa guerra ad un'altra solo per la conquista di un territorio.
Da piccola ho sempre pensato a cosa potesse esserci di bello nel Nord America ma ad oggi ho capito.
Non c'è mai stato un interesse verso quel territorio ma verso chi lo possedeva.
David Valava ha sempre portato rancore verso mio padre. Lo capivo dagli sguardi che si lanciavano ogni volta che papà usciva di casa.
Poi ci sono state le notti insonni passate a tappare le orecchie a mia sorella Susan mentre i bombardamenti colpivano il castello. Era passato solo un mese dalla morte di mamma e io e Dafne dovevamo abituare il prima possibile nostra sorella Susan alla nostra vita.
Papà non voleva che uscissimo dalle nostre camere quando c'era una battaglia ma in qualche modo dovevo fermare Dafne che aveva sempre l'impulso di agire e affrontare il pericolo e dall'altra parte far smettere di piangere Susan.
<<Sydney quando io non ci sarò voglio che tu conquisti il nord America, mi hai capito?>>
Questa frase rimbomba nella mia testa. Il giorno del suo funerale avevo promesso davanti alla sua tomba che avrei vinto per lui ma ad oggi non ho nessuna certezza perchè ho dei maledetti sentimenti.
Vorrei strapparmi il cuore e buttarlo dritto in faccia a Dean.
<<Evans>>. Una voce mi riporta alla realtà e di fronte mi ritrovo la prof di fisica.
Inoltre sono finita in un cazzo di mondo umano dove a scuola si studiano materie di merda come fisica.
Tutto questo lo sto facendo per uccidere Valava non per innamorarmi.
<<Evans!>> sobbalzo questa volta.
<<Si?>> chiedo.
<<Siamo all'ora di fisica non di arte>>.Dice la prof con tono severo.
Rivolge lo sguardo sul foglio davanti a me.
Ho appena disegnato due castelli ai lati opposti del foglio e al centro l'America del nord.
Ci sono diversi omini sparsi sul foglio e cuori spezzati...
Merda.
<<Mi scusi io...>>. La prof afferra bruscamente il foglio dal banco e lo porta sulla sua cattedra.
Tutti gli studenti hanno gli occhi puntati su di me. Che imbarazzo.
*************
A fine lezione l'aula viene svuotata e la prof mi fa segno di avvicinarmi a lei con un gesto della mano.
<<Cos'è quello che hai disegnato?>> mi chiede riportando il foglio sotto ai mie occhi.
<<Niente. Immaginazione>>. Affermo.
<<Non mi dica bugie Evans. L'ho vista persa nei suoi pensieri per una ventina di minuti. Era scollegata dal mondo>>. Dichiara arrabbiata.
Un brivido mi percorre la spina dorsale.
Cosa le dico?
<<Okay, dirò la verità>>. Chiudo gli occhi per un secondo e prendo un gran respiro.
<<Questa notte ho letto tutta la saga del trono di spade>>. Affermo guardandola negli occhi.
La sua espressione sconvolta mi fa capire che non se lo aspettava e a me scappa un piccolo sorriso.
<<Il trono di spade?>> chiede.
<<Si>>
<<Ma è impazzita signorina? Quella saga è composta da sette libri!>>. Sbotta. La prof di Fisica è sempre stata la più giovane ma più severa nell'istituto. Quando lei entra in aula i ragazzi prendono a sbavare per il suo corpo e dicono commenti osceni nei suoi confronti.
<<Ho la lettura molto veloce>>.
Senza dire nient'altro afferro il foglio sulla cattedra e mi dirigo all'uscita.
Appena mi ritrovo nei corridoi scoppio in una fragorosa risata.
Aver letto tutta la saga del trono di spade? Come mi è venuto in mente?
<<Hey Sydney. Perchè ridi?>> una voce mi fa capire che sono ancora nei corridoi di scuola e che non devo sembrare una pazza.
Una chioma riccia e bionda mi si para davanti.
<<Ciao, Travis>>. Mi volto verso di lui che oggi emana una gran luce.
<<Niente... il compito di fisica è andato molto bene>>. Mento.
<<Sono contento!>> esclama.
<<Senti... vorrei chiederti se ti va di partecipare alla fiera con me>>. Dice imbarazzato.
Riesco ad intravedere sulle sue guance del leggero rossore. Travis ha vergogna di me?
<<Alla fiera?>> chiedo curiosa.
Non ho mai sentito questa parola nel Regno Innay.
<<E una specie di festa che ogni anno viene fatta. Ci sarà il luna park, il cibo e varie gare di surf o equitazione>>. spiega.
Sembra davvero fantastico.
<<Si, va bene ci sto>>.
<<Sai quando ci sarà?>> chiedo.
<<Dopo le feste pasquali>>.
<<Ottimo...>> gli rivolgo un ultimo sorriso prima di andarmene.
Chissà come festeggiano nel mondo umano pasqua...
Attraverso i corridoi dirigendomi verso l'armadietto di mia sorella Susan ma due occhi castani che riconosco fin troppo bene vengono verso di me e senza pensarci due volte cambio direzione andando il più lontano possibile.
Dean Valava mi deve stare alla larga.
************
Poggio nel mio armadietto i vari libri. Finalmente tra meno di un'ora posso tornarmene a casa. Oggi è stata una vera fatica evitare diverse volte Dean che provava a parlarmi. Quando chiudo l'anta dell'armadietto quasi non sobbalzo trovandomi di fronte l'ultima persona al mondo che volevo vedere.
<<Come stai, Sydney cara>>. La voce vanitosa di Tiffany mi da il volta stomaco.
<<Molto bene, tesoro>>. Dico facendo un sorriso forzato.
<<Oggi è stata una giornata molto stressante, non trovi?>> chiede.
Riesco a sentire e a vedere tutta la sua aria di falsità.
<<Come mai è stata stressante per te?>> mi fingo curiosa. La verità e che il perchè Tiffany si senta "stressata" non mi può fregar di meno.
<<Sai... quando ti fidanzati la gente vuole sapere ogni minimo dettaglio>>. Stringo I denti per la rabbia.
è questo il suo intento, farmi arrabbiare.
Tiffany alza il capo e mi guarda in volto con aria di sfida.
<<Ma ovviamente chi non è mai stato fidanzato non può capire>>. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso.
<<Io e Dean siamo proprio una bella coppia...>> dice toccandosi i capelli.
Avrò gli occhi iniettati di sangue.
<<Tiffany posso darti un consiglio da amica a amica?>> chiedo trattenendomi.
Ora inizio un po' a scaldarmi.
<<Dimmi pure>>. Dice avvicinandosi.
<<Consiglierei di darvi fuoco insieme.>> la sua espressione muta ma la mia rabbia no.
Mi fiondo su di lei affermandola per i capelli color azzurro chiaro e facendola sbattere dritta al muro.
Le tiro un pugno dritto sul volto spaccandomi una nocca ma in compenso sento lo scrocchio del suo naso rotto.
Tiffany afferra una mia ciocca di capelli facendomi alzare il volto ma con un calcio al fianco le faccio lasciare la presa.
<<Fermati!>> urla dimenandosi.
Qualcuno mi afferra per le spalle è mi porta lontana da lei. Ritento ad avvicinarmi ma la presa su di me è abbastanza forte. Noto del sangue scorrere sulle mie mani e il viso di Tiffany zeppo di ferite.
<<Merda Sydney. Dovevi essere proprio arrabbiata per averla ridotta così>>. Dice mia sorella Dafne che mi stringe a se.
Mi ha allontano da Tiffany.
Quando mi volto noto gli sguardi impauriti degli studenti e i suoi occhi castani che mi fissano. Non riesco a decifrare nessuna sua emozione. In questo momento provo solo disprezzo nei suoi confronti. Dopo tutto quello che mi ha detto, fidanzarsi con Tiffany non era un opzione.
La mia attenzione viene catturata dal preside arrabbiato che fa la sua entrata tra la folla.
<<Evans e Johson nel mio ufficio!>> urla.
Sposto il mio sguardo su Dafne che è divertita e subito dopo su Susan preoccupata.
<<Non la passerai liscia. Mio padre è il preside>> dice Tiffany ancora attaccata al muro.
<<Vuoi un secondo round?>> chiedo ancora arrabbiata.
Tiffany si stacca dal muro e cammina a debita distanza da me. Insieme raggiungiamo l'ufficio del preside.
*******************************
<<Papà è stata lei ad iniziare!>> strilla la lecca culo della scuola.
<<Aspetta Tiffany! Devo ascoltare anche la signorina Evans>>. La rimprovera il padre.
Tra loro due noto dei sguardi d'intesa e disprezzo.
C'è qualcosa che non va.
<<Tiffany ha iniziato a provocarmi e presa dalla rabbia ho fatto ciò che ha visto>>. Spiego semplicemente.
Forse non dovevo arrivare a picchiarla e semplicemente ignorarla ma per una volta ho dovuto togliermi la soddisfazione.
<<Avete sbagliato entrambe. Tu non dovevi provocarla>> dice indicando Tiffany.
<<E tu non dovevi picchiarla>>. Dice indicando me.
<<Ma papà lei mi ha picchiato!>>. Si dimena sulla sedia in preda all'agitazione.
<<Vi assegnerò una punizione>>. Afferma severo.
Aspettiamo in silenzio la condanna a morte.
<<Lavorerete all'organizzazione della fiera insieme. Dovrete racimolare più soldi che potete attraverso le donazioni.>>. Sbarriamo entrambe gli occhi.
Io e Tiffany trascorrere un altro pomeriggio insieme? Finiremo per picchiarci di nuovo.
<<Tiffany ti inviterà gentilmente a casa nostra>>. Aggiunge il preside.
<<Ma pap->> Tiffany non termina la frase che il preside cioè suo padre le si avvicina minaccioso e le afferra un braccio stringendo sempre di più.
<<Farete ciò che vi ho detto, chiaro?>>asserisce severo.
Tiffany annuisce con espressione spaventata.
Chissà cosa succede in quella casa...
Pov Susan
Ho preso la ninfa. Come posso dartela?
Invio il messaggio frettolosamente mentre attraverso i corridoi di scuola.
Bene. Conservala a casa tua per un po'.
Sgrano gli occhi e mi fermo di colpo tra la folla di studenti.
Il patto non comprendeva questo. Se le mie sorelle lo scoprono l'unica scusa e dire che mi drogo.
Se non puoi venire nel mondo umano verrò io da te e ti consegnerò la ninfa.
Farò di tutto per dargli quella roba di merda.
I puntini sospensivi mi fanno capire che sta scrivendo e l'ansia inizia a divorarmi.
È molto gentile da parte tua ma preferirei che la ninfa restasse a casa di una ragazzina dolce e premurosa. Se ci pensi... chi può mai sospettare di una ragazzina così pura come te?
Il sangue inizia a pompare nelle vene e la rabbia ad impossessarsi di me. Con furia raggiungo il mio armadietto e ci butto dentro tutti i libri di getto.
<<Oh, oh, siamo nervosi oggi?>> chiede una voce sarcastica che riconosco.
Guardo Logan con espressione indecifrabile. Sono in due situazioni di merda con la stessa persona.
Devo fingere di essere fidanzata con Logan agli occhi di David Valava e devo proteggere le mie sorelle da David Valava.
La mia vita è un casino. Da quando ho messo piede qui tutto è andato storto.
<<Tutto bene, Susan?>> chiede Logan preoccupato.
Capisco di aver appena cambiato espressione dal modo in cui mi guarda.
Sono un mix di rabbia, ansia e tristezza.
<<Sto bene.>> sono le ultime parole che dico prima di chiudere l'armadietto e darmela a gambe levate da lui.
La ricreazione sta per finire e non è da me entrare in terza ora.
Mi affretto a raggiungere l'aula ma la vibrazione di una notifica proveniente dal mio cellulare mi arresta.
Estraggo il telefono e quasi scoppio dalla felicità vedendo il nome del mittente.
Clara
Scusa se non sono riuscita a scriverti in questi giorni ma è tutto un casino. Sono bloccata qui in Canada.
Il messaggio mi fa indugiare. Finalmente mi ha risposto e sono felice, ma ho una brutta sensazione.
Perchè sei bloccata in Canada?
È una storia molto lunga ma giuro te la racconterò. Ora ho bisogno del tuo aiuto.
Se prima ero felice adesso sono preoccupata.
Dopo quel bacio le cose tra me e Clara sono cambiate ma non per questo smetterò di volerle bene.
Come posso esserti d'aiuto?
Sono bloccata in ospedale ed essendo minorenne i medici senza consenso di mia madre non possono lasciarmi andare. Il problema è che mia madre non risponde alle chiamate.
In ospedale? Vorrei chiederle più cose ma so che non riuscirebbe a spiegarle tutte in un messaggio.
Non voglio rimanere qui in Canada. Ma so che è difficile trovare una soluzione... in questo momento vorrei avere dei poteri e manipolare quei cazzo di medici.
Si sta sfogano. Non riesco a immaginare ciò che sta provando.
Provo a riflettere su come convincere i dottori a lasciarla andare ma sono anch'io minorenne.
Rileggo il messaggio precedente inviato da Clara e una lampadina si accende nella mia mente.
Merda.
Ho un'idea. Ci sono voli per il Canada nelle vacanze pasquali?
Digito frettolosamente.
La scuola a breve chiuderà per queste feste e io e le mie sorelle potremmo andare da lei. Solo che credo non saremmo solo in tre ma in quattro.
Manipolare.
Il potere paranormale di Dean è la manipolazione e basterebbe uno schiocco di dita per convincere i dottori a rimettere Clara.
Solo che... come gli è lo chiedo?
***************
<<Quindi, siete d'accordo?>> chiedo con un sorrisino provando a convincerle.
<<Assolutamente no!>> urlano all'unisco le mie sorelle.
Ho parlato a loro del mio piano e stava andando tutto bene finché non ho pronunciato il nome Dean Valava che Sydney ha iniziato a dare di matto e Dafne l'ha appoggiata.
<<Primo non voglio quello stronzo con me e secondo non andrò mai da lui a chiederglielo>>. Dichiara seria Sydney.
Oggi è abbastanza arrabbiata, Soprattutto dopo quella rissa con Tiffany.
<<Vi prego. Clara è la mia migliore amica e ha bisogno del mio aiuto. Le ho anche detto che la mia idea avrebbe funzionato>>. Provo a convincerle facendo gli occhi dolci.
Dafne se ne sta lì impalata a sorseggiare il suo caffè e a fissare non so chi in lontananza.
Provo a richiamare la sua attenzione ma ricevo solo uno sbuffo.
<<Se si tratterà solo di un giorno posso anche provarci ad aiutare la tua amica ma quello stronzo di Valava deve stare alla larga da me o a casa non ritornerà>>. Mi avverte Dafne.
Le rivolgo un sorriso vittorioso. La prima sorella convinta.
Sydney sembra molto difficile da convincere... eppure pensavo fosse la prima ad accettare. Anche se sono sua sorella e dovrei ricordarle che siamo qui per uccidere il nemico noto il suo feeling con Dean. Quei due si piacciono da morire.
<<Sydney... giurò lo terrò alla larga da te>>. La rassicuro.
<<Lo voglio lontano 20 metri>>. Mi avverte prima di girarsi e andarsene.
Quel suo " lo voglio lontano 20 metri" mi suona come un si, accetto.
Metà parte del piano è completata ora bisogna avere il perno principale.
Con passo sicuro mi dirigo verso Dean Valava intento a chiacchierare con alcuni studenti.
<<Hey...>> dico cercando di attirare la sua attenzione.
Dean smette di chiacchierare e si volta verso di me con aria stupita. Non si aspettava di vedermi.
Mi chiedo se sappia cosa il padre mi obbliga a fare.
<<Cosa vuoi?>> chiede arrivando dritto al punto.
<<Avrei bisogno che tu manipoli una persona...>> affermo.
Dean tira su un sorrisino sarcastico.
<<Le Evans che chiedono aiuto al nemico?>> chiede ridendo.
<<Serve per aiutare Clara, non noi>>. Dichiaro. Se avremo bisogno d'aiuto la famiglia Valava è l'ultimo posto in cui andremo.
<<Onestamente avrò visto questa "Clara" qualche volta nei corridoi ma non ho la minima idea di chi sia.>>
Tiro un sonoro sbuffo.
è ovvio. Cosa frega a lui di Clara.
È inutile girarci intorno dirà di no.
Faccio per voltarmi e andarmene ma la sua voce mi immobilizza.
<<Potrei accettare solo se sarà tua sorella a chiedermelo>>. Dichiara deciso.
Sgrano gli occhi.
<<Sydney?>> chiedo
<<Esatto>>. Dice con una strana luce negli occhi.
Mia sorella non accetterà mai.
<<Credo che il mio piano fallirà. Sydney vuole che gli stai 20 metri lontano>>. Mi lascio sfuggire.
Dean si irrigidisce e non ne capisco il motivo. Che succede tra questi due?
Pov Dafne
Tiro fuori una grossa valigia dall'armadio e la sistemo sul letto. Sarò costretta a passare le feste pasquali in Canada al freddo e se è così devo muovermi a preparare la valigia.
Butto dentro cappotti, sciarpe e maglioni caldi.
Metto dentro tutto il necessario per sopravvivere una notte. Rovisto nell'armadio ma davanti a me appaiono solo vestitini e costumi da bagno.
Prendo un tubino nero e lo butto in valigia. Non si sa mai, se in Canada fanno anche feste mozzafiato?
Quando provo a prendere un cappello messo troppo in alto sulla mensola, cade a terra un costume da bagno.
Lo afferro. è di un rosso scuro e credo mi vada piccolo. Era il mio costume preferito.
Faccio due passi verso l'armadio per posarlo ma un'idea mi prende alla sprovvista.
In questi giorni ho avuto una voglia matta di provocare qualcuno. Ho provato a provocare alcuni ragazzi della mia classe e addirittura dei primini ma non mi riuscivano ad avere lo stesso effetto che mi dava lui.
L'ho visto di sfuggita nei corridoi e aveva uno sguardo assente. Mi chiedo se gli sia successo qualcosa di brutto o se stia pensando a sua madre.
Ripenso alla mia idea iniziale e indosso il costume. Mi guardo allo specchio e noto che alla fine non mi va così piccolo come immaginavo.
Indosso la collana a serpente che mi aveva ridato e mi posiziono davanti allo specchio.
Afferro il cellulare e inizio a scattare varie foto in varie posizioni.
Non so se questo riuscirà ad attirare la sua attenzione ma in tal caso mi sarò fatta un album fotografico.
Mi siedo sul letto e inizio a mettere nei preferiti le foto in cui sto meglio.
10 minuti dopo mi ritrovo con il cuore in gola e non ho il coraggio di premere il tasto "pubblica"
Lo vedrà tanta gente della scuola, ma non è questo il mio problema. Io voglio che la veda lui.
Nella foto c'è ben evidente il mio fisico e la canzone "Often" di the weeknd rende tutto più magico.
Esito sul tasto pubblica e chiudo gli occhi appena il mio dito decide di fare tutto da solo. In pochi secondi la storia instagram è stata pubblicata.
Butto il telefono dall'altra parte del letto e inizio a camminare nervosa avanti e indietro nella mia stanza.
Perchè mi sento così? Per un ragazzo poi.
Sto iniziando a vergognarmi di me stessa. La Dafne di un tempo fa avrebbe pubblicato quella foto per interesse proprio non per un ragazzo.
indosso i miei vestiti e infilo nella valigia il costume da bagno senza pensarci. Di fretta afferro il cellulare.
Quando apro instagram un'onda di notifiche e di like mi investe. Sono tutti i ragazzi della mia scuola.
Scorro i loro nomi cercandone uno solo.
Dov'è ce scritto " Nathan_.parker"?
Non l'ho trovo.
Decido di posare il telefono rassegnata e di chiudere la valigia. Avrò portato una marea di cose visto che non si chiude.
Poco dopo mi sdraio sul letto e afferro il cellulare intenta a chiamare mia sorella Susan.
Una notifica attira la mia attenzione e sobbalzo dalla sorpresa.
Nathan
Ora che hai attirato la mia attenzione puoi anche cancellare la foto, cerbiatta.
Leggo più volte il messaggio non realizzando che mi abbia scritto.
Mi metto più comoda e decido di far uscire la Dafne che è in me.
Chi ha mai detto che ho postato quella foto per attirare la tua attenzione?
Inizio a mangiucchiarmi le unghie attendendo una sua risposta. Aspetto lì sulla chat per un paio di minuti ma non mi arriva nessuna risposta.
Si sarà già stancato di rispondere alle mie provocazioni? Credo proprio di sì visto che non arriva risposta.
Sto per spegnere il cellulare quando arriva un'altra notifica.
Per chiunque sia e meglio che non si soffermi troppo a guardarla oppure potrebbe non essere ancora vivo.
Mi spunta un sorriso vittorioso a 32 denti.
Ora fai il geloso?
Sto guardando in loop quella cazzo di foto.
Resto a bocca aperta da questa sua dichiarazione.
Le sarà piaciuta così tanto?
Decido di non rispondergli. Non saprei cosa dire e la cosa è molto strana. Io so sempre come rispondere.
Poso il telefono sul comodino e mi rannicchio nel letto. Sento una sensazione strana allo stomaco... ma non è brutta sembra bella. Mi sento felice senza un reale motivo.
Mi addormento pensando ai messaggi che ho scambiato con Nathan pochi minuti fa.
Pov Sydney
Ripongo il telefono nella tasca dei jeans. Maledetta Susan e il suo piano per andare in Canada a salvare l'amica.
In questi giorni mi sono impegnata così tanto per allontanare Dean e ora devo parlare con lui.
Perchè lui aiuterà mia sorella solo se sarò io a chiederglielo.
Mi incammino verso l'aula di musica in cui so di trovarlo. Anche se ha smesso di darmi lezioni non vuol dire che lui non abbia smesso di suonare.
A volte mi è capitato di ascoltarlo prima di tornare a casa. È davvero bravo.
Ma ora devo muovermi perchè tra meno di un'ora devo andare a casa di Tiffany per quella maledetta punizione.
Senza bussare spalanco la porta e mi ritrovo di fronte Dean con la testa china sulle corde della chitarra.
Non alzare il capo, non farlo, non farlo ti prego.
Il rumore della porta spalancata attira la sua attenzione e i suoi occhi castani si posano su di me. Ricevo un tuffo al cuore.
Sul suo viso si fa spazio un sorriso vittorioso e capisco che non è il momento di farsi intimorire. Devo solo fargli una proposta.
Mi avvicino a lui con cautela. Ho ancora nella mia stanza la chitarra che mi aveva regalato a Natale...
Il ricordo della notte di Natale si insinua nella mia mente. Come mi baciava, toccava e mi teneva stretta a lui.
D'improvviso divento rossa e cerco di scacciare via i pensieri.
Dean mette via la chitarra e si alza dalla sedia torreggiando su di me. È molto alto...
Se io sono un 1.70 lui è un 1.90.
<<Cosa ci fai qui Evans?>> chiede beffardo.
Sa bene perchè sono qui.
In questo periodo lo vedo più arrogante... sarà che Tiffany lo ha influenzato?
<<Non farti strane idee. Lo sto facendo per mia sorella, Valava>>. Gli ricordo.
Dean fa un passo verso di me e io indietreggio finendo al muro.
<<E se per accettare la proposta di tua sorella vorrei che tu passassi un pomeriggio intero con me?>> chiede curioso.
Lo fulmino con lo sguardo. Dopo questi duri giorni di sacrificio per stargli lontana non posso buttare tutto nella merda. Dirò a mia sorella Susan che la sua amica deve trovare un'altra soluzione.
<<Prima cosa preferirei tagliarmi le vene piuttosto che stare con te e seconda cosa devo andare a scontare la punizione a casa della tua fidanzatina per averle spaccato il naso>> affermo.
Lo vedo irrigidirsi per un secondo ma poi poggia il suo braccio al lato della mia testa con fare sicuro.
<<Ti ho mai detto che sei eccitante quando picchi la gente per gelosia?>> dice con un sorriso strafottente.
I nostri nasi sono così vicini e per un attimo mi perdo a fissare le sue labbra piene. Noto che anche lui posa il suo sguardo sulle mie labbra.
<<Non l'ho fatto per gelosia, mi stava solo rompendo i coglioni>>. Dichiaro cercando di spezzare la tensione.
Dean alza gli occhi al cielo e in questo momento vorrei solo picchiarlo o ucciderlo.
<<Quindi accetterai di venire in Canada?>> chiedo arrivando al punto.
<<Rispetto sempre gli accordi, Evans. >> dice alzando le spalle.
<<Ottimo>>. è un sì
Faccio per voltarmi e andare via ma la sua voce mi ferma.
<<Porterò anche i miei amici>>. afferma.
Mi volto verso di lui con espressione annoiata.
<<Devi proprio?>> chiedo.
Lui annuisce.
*************
Busso al campanello di casa Johson e vengo subito accolta dal preside.
<<Entri Evans. Tiffany è di sopra in camera sua>>. Spiega.
Annuisco e percorro le scale che portano al piano di sopra. Questa villa è davvero grande.
Possiede una piscina olimpionica in giardino e le pareti sono rivestite di pittura oro e mobili antichi.
Capisco quale camera sia di Tiffany dalla targhetta con il suo nome inciso sulla porta.
Spalanco la porta senza bussare ma mi pento e la richiudo in fretta per la vergogna.
Ho appena visto per un tratto di secondo Tiffany in intimo sexy mentre scattava delle foto. A chi le mandava?
Poi un nome mi balenò nella mente.
Dean.
Tiffany manda quelle foto a lui?
Il nervoso e la rabbia iniziano a impossessarsi di me.
I miei pensieri si fermarono quando Tiffany apre la porta e mi invito ad entrare. Ora è vestita per fortuna.
<<Si bussa per educazione>>. Dice irritata.
Decido di non risponderle per non far scoppiare una seconda rissa.
In quest'anno scolastico Tiffany ne ha prese di botte, anche da mia sorella Dafne più piccola di lei.
Noto in fretta che il suo colore preferito è l'azzurro. I suoi capelli e la sua stanza sono di questo colore.
Al centro della stanza si trova un letto matrimoniale e di fianco una grande scrivania.
<<Senti Tiffany. Anche io non vorrei essere qui ora ma prima iniziamo, prima finiamo.>>
<<Ho già un'idea>>. Aggiungo.
Tiffany stacca lo sguardo dal suo telefono e mi guarda invitandomi a parlare.
<<Io potrei creare un post dove invito la gente a donare per la creazione della fiera e sul perchè farlo e tu magari puoi chiamare degli studenti e chiedere di donare>>. Affermo.
La vedo annuire e dirigersi verso il suo letto.
Un'oretta dopo mi trovo soddisfatta del lavoro svolto e della cifra che abbiamo accumulato.
1000€ dollari.
Chiudo il computer davanti a me e mi poggio sullo schienale della sedia sporgendomi per vedere costa sta facendo Tiffany.
Vorrei tanto chiederle a chi mandava quelle foto... può essere pericoloso per una ragazza della sua età.
Poi però un rumore mi fa sussultare e alla porta mi ritrovo la madre di Tiffany con un vassoio tra le mani. è una donna che per la sua età sta molto bene fisicamente.
<<Ho portato del cibo. In caso aveste fame>>. Mi rivolge un sorriso a 32 denti.
Emana una luce calorosa ma che allo stesso tempo sembra molto stanca. Lo capisco dai suoi occhi spenti.
<<Grazie>>. Le dico.
Tiffany rivolge gli occhi al soffitto. Che le prende?
La madre di Tiffany si allunga per poggiare il vassoio sulla scrivania in cui io sono seduta e noto un particolare sulla sua pelle.
All'altezza del collo ha un grosso livido violaceo. Scendendo sulle braccia noto vari segni ma non riesco a vedere altro.
<<Mamma puoi andare. Sydney se ne stava per andare>>. Tiffany mi rivolge un'occhiata fulminea. Ha visto cosa stavo guardando.
Quando la madre esce dalla stanza mi alzo e faccio per andarmene. Poi però mi fermo voltata di spalle.
<<Ah e Tiffany. >>
<<Auguri per il tuo fidanzamento. Spero possiate vivere felici e contenti>>. Le rivolgo un sorrisino e vado via chiudendomi la porta alle spalle.
Pov Sabrina
Attraverso le strade della California con un'angoscia al petto. Queste strade buie e fredde sono dirette al locale in cui dovrò lavorare questa sera.
Non volevo andarci. Riesco già a sentire le loro mani su di me e le loro lingue viscide. Ogni volta che succede penso a ciò che accadrà dopo e provo sollievo. Una doccia calda e tutto passa mi dico.
Il tocco può essere tolto e lavato ma il ricordo rimane. Il ricordo resta vivo e indelebile e si aggrappa a te con le unghie lasciando segni profondi.
Dopo lo stupro ho passato questi ultimi anni nell'inferno. Dopo quella festa non riuscivo a parlare e i miei genitori notavano i miei comportamenti. Riuscì a parlare solo tre mesi dopo l'accaduto.
Non potevamo fare nulla. La mia famiglia era povera e mettere in mezzo alla questione un avvocato era fuori discussione.
I miei non sanno del mio lavoro da escort, per fortuna vivono nel Regno Innay. Ogni mese i soldi che guadagno vanno a loro e riescono a pagare quello che è necessario per sopravvivere.
A volte penso che se fossi stata ricca sarei riuscita ad entrare nella scuola più prestigiosa del Regno Innay o semplicemente a Stanford.
Cammino lentamente sui marciapiedi. Potrei dire che ho avuto un imprevisto o semplicemente rifiutare.
Ma questo sarebbe a significare rifiutare 1000 dollari che aiuterebbero la mia famiglia per l'affitto.
Prendo a camminare più velocemente. Prima arrivo e prima finisco mi ripeto nella mente.
Mi butto tra le macchine bloccate dal traffico arrivando dall'altra parte della strada.
Prima arrivo e prima finisco.
I respiri pesanti, il sudore che gronda sul collo e i corpi intrecciati tra di loro.
Sono le immagini che iniziano a fluttuare nella mia mente.
Provo a ignorarle ma si impossessano della mia mente.
<<a 14 anni sei stata violentata e stuprata da un vecchio e con lui hai perso la tua verginità ma la cosa più importante e che tu hai ucciso il tuo stesso violentatore e la polizia ti cerca ancora cara Sabrina...>>
Le parole di Tiffany mi creano un mal di testa forte facendomi fermare di colpo.
Tutto inizia a ruotare intorno a me e non riesco a capire dove mi trovo. Da un momento all'altro potrei svenire o sentirmi male.
I suoni dei clacson mi fanno capire che mi trovo al centro della strada e che sto creando un gran traffico.
<<Sabrina!>> sento urlare una voce in lontananza.
Quando mi volto mi ritrovo una chioma castana lunga e delle labbra piene.
Sydney.
Mi avvicino a lei con fatica e finalmente la gente smette di suonare.
<<Tutto bene?>> chiede.
Avrò il volto cadaverico.
<<Si... tu come mai sei da queste parti?>> chiedo cercando di cambiare discorso.
<<Ho picchiato Tiffany e quindi il preside ci ha dato come punizione di organizzare la fiera di fine anno>>. Spiega.
Mi irrigidisco sentendo il nome di Tiffany.
<<Sicura di stare bene?>> richiede.
Annuisco.
<<Tu come mai sei qui?>>.
Quasi sussulto. Cosa ti prende oggi Sabrina?
<<Sono andata in palestra>>. Mormoro.
Non posso neanche permettermi di andare in palestra ma era l'unica opzione per spiegare cosa io possa tenere in questo borsone pesante.
<<Beh, io sto per andare ma... tu come passerai le vacanze pasquali? Iniziano tra pochi giorni>>. Borbotta.
Mi perdo a guardarla negli occhi. Sydney è davvero bella e capisco come Dean possa sempre starle intorno.
Peccato che non abbia capito perchè si sia fidanzato con Tiffany.
Ma tutto questo mi sa di finzione.
<<Le passerò da sola. I miei non possono raggiungermi qui>>. Dico semplicemente.
Dovrei essere dispiaciuta ma in realtà sono anni che passo le festività da sola.
Sydney si avvicina di un passo a me e nei suoi occhi mi sembra quasi di essere capita.
<<Io e le mie sorelle tra pochi giorni partiamo per il Canada perchè Clara la migliore amica di Susan ha bisogno del nostro aiuto. Se ti va puoi aggiungerti>>. Dice sincera.
Quasi non mi viene da vomitare pensando a me stessa.
Sydney dal primo momento si è sempre mostrata indifferente perchè aveva paura di stringere amicizia con me. Avrà sofferto molto in passato e ora io non voglio farla soffrire, ma non voglio neanche che qualcuno scopra cosa mi è successo.
<<Io... non vorrei creare problemi>>. Non voglio andare perchè se Tiffany lo scopre vorrà sapere cosa è successo e se ho scoperto qualcosa.
<<Non crei nessun problema>>. Dice sincera.
<<Ti aspetto all'aeroporto. In questi giorni ti invierò tutto il necessario>>. Mi guarda un'ultima volta prima di voltarsi e andare via.
Ora sono finita nel medesimo guaio....
Spazio autrice
Grazie per aver letto il capitolo💓
Volevo avvisarvi che in questa settimana sarò in vacanza quindi non riuscirò ad aggiornare.
Buon ferragosto un po' in ritardo💕.
Grazie ancora per aver letto il capitolo e alla prossima.
Ig= lucyybloom00
Tik tok= angeebooks.7
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