Capitolo 12: la Royal Academy


Quando la Royal Academy varcò la soglia della mia scuola l'atmosfera cambiò radicalmente.
Vedevo molti studenti affacciati alle finestre e molti altri che si allontanavano velocemente dalla strada tra l'ingresso e il campo.
Quella squadra era davvero inquietante, ma in qualche modo mi sentivo attratta da quell'aria di mistero.
I ragazzi della Royal però sembravano molto amichevoli al contrario della loro prima impressione.
David, Jude e Caleb sembravano come se fossero tornati a casa dopo tanto tempo.
Si vedeva che l'Inazuma era molto a suo agio con la Royal, probabilmente erano amici da molto tempo.
Fu quasi uno shock quando vidi Jude e David con la divisa della Royal più tardi.
- Come mai avete quella divisa?- chiesi, curiosa.
- Ci hanno chiesto se volevamo giocare con loro come ai vecchi tempi... e abbiamo accettato!- mi rispose David, mentre si sistemava la divisa verde e rossa.
- Mi fa stranissimo vedervi così...-
- Tranquilla, mica la terremo per sempre-
Intanto il portiere della Royal si avvicinò a me e David.
- David, dobbiamo iniziare-
- Ah, Joe! Aspetta, ti devo presentare una persona! Lei é Kiara- disse di botto.
- Ehm... piacere!- risposi, un pó stupita.
- È la ragazza di cui mi hai parlato? È strano che a Jude p...AHIA!-
David gli aveva fatto tagliare la frase a metà dandogli un pugno in testa.
- Joe, meglio non dirlo davanti a lei... - sussurrò a denti stretti, fulminandolo con lo sguardo.
Il portiere alzò le mani e esclamò uno "scusa!" per poi tornare al suo posto.

- Abbiamo bisogno di un giocatore... qualcuno di voi ragazze vuole giocare?- chiese Mark, con in mano una divisa della Inazuma.
Le altre manager mi spinsero in avanti, probabilmente per la loro sopravvivenza.
- Aspettate! Io non so giocare!- esclamai.
- Fa nulla, basta che sai calciare una palla!- mi rispose il capitano, lasciandomi la divisa e ritornando in campo.
- Ma non so fare nemmeno quello...-
Tornai in campo con la divisa, che stranamente mi stava perfetta.
Avevo già messo una divisa da calcio, ma quella li era veramente comoda!
- Dove vuoi giocare?- mi chiese Shawn dopo avermi spiegato le basi.
- Mmh... preferisco la difesa-
- Va bene, se ti viene meglio lì!-
La partita iniziò poco dopo, ma per il primo tempo non feci granchè: facevo avanti e indietro per la nostra metà campo un po' a casaccio e le poche volte in cui mi arrivava la palla la ripassavo subito al primo che capitava o la perdevo.
Fù proprio all'inizio del secondo tempo che le cose cambiarono radicalmente.
Presi la palla quasi subito ma Caleb si catapultò su di me e, non capendo più nulla, inciampai sulla palla e caddi.
- Tsk, non sai nemmeno stare in piedi? Sei proprio una pappamolle- mi disse, prendendo la palla e avanzando.
Da lì in poi fu uno scontro continuo tra me e lui: ogni volta che mi arrivava il pallone Caleb me lo toglieva subito e ogni volta che lui avanzava verso la porta io gli andavo davanti per non farlo passare, con scarsi risultati.
- Non riuscirai mai a prendermi la palla, nanetta- disse quando per l'ennesima volta mi rubò il pallone.
- È una sfida questa?! Eh?!-
- No, non può essere una sfida visto che non puoi riuscirci in qualsiasi caso-
- Ah, sì? Caleb, io quel pallone te lo toglierò!-
- Provaci, nanetta.-
Scattai verso di lui cercando di riprendermi il pallone ma lo alzò con il piede e non riuscii a prenderlo.
Lo riprese e lo fermò a terra, bloccandolo con un piede.
Riprovai e fallii di nuovo, fino a che lui non si spostò a destra e mi superò.
Non mi diedi per vinta e allora lo inseguii, ritornandogli davanti.
- Illusione Suprema!- esclamai, e una decina di palloni spuntarono dal terreno e si mischiarono con quello che aveva Caleb.
Riuscii a individuare quello vero e me lo ripresi, sorpassando Caleb e passando il pallone a Xavier, che con la sua Meteora Dirompente riuscì a fare gol.
La Inazuma vinse la partita uno a zero.

- Chi era che non riusciva a toglierti palla?! Eh? Chi era scusa?!- gli dissi appena la partita finì, ghignando.
Lui nemmeno mi rispose e continuava a sbuffare, pensando sicuramente a qualche stratagemma per farmela pagare.
- Sei stata brava!- esclamò David, e io gli sorrisi di rimando.
- Eheh, modestamente-
- Ma se sei inciampata sulla palla minimo tre volte- commentò Jordan, mentre apriva la sua bottiglia.
- Anzi che non erano dieci...- ribbattei.

Quella sera ero davvero a pezzi.
Purtroppo avevo il turno di piatti e rimasi in cucina più del solito, anche se qualche volta mi capitava di chiudere gli occhi e rischiare di addormentarmi in piedi.
Appena finii posai tutto e mi girai verso l'uscita, vedendo Jude entrare in cucina.
Aveva ancora la divisa, segno che sicuramente era stato al campo a fare due tiri.
- Ho visto la luce accesa... non hai sonno? È abbastanza tardi...- commentò, avvicinandosi.
- Sì... dovevo finire qui... ora vado a letto- dissi, tra uno sbadiglio e l'altro.
Barcollai appena verso l'uscita diretta alla mia stanza se non fosse che Jude, vedendo che non riuscivo nemmeno a camminare dal troppo sonno, mi prese in braccio all'improvviso.
- Ma che fai?!- esclamai, sorpresa.
- Ti porto io a letto, non riesci nemmeno a stare in piedi- disse, uscendo e salendo le scale con me in braccio.
Entrò nella mia stanza e mi lasciò sul letto.
Rimase per qualche secondo molto vicino a me, tanto che potevo sentire il suo respiro, poi mi prese il viso fra le mani e mi diede un bacio sulla fronte.
Si staccò e uscì velocemente esclamando un "buonanotte" e io, un pò sorpresa, mi coprii il viso ormai rosso con le coperte e pensai che non c'era niente che poteva farmi arrossire più di così.
Mi sbagliavo, eccome se mi sbagliavo.

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