Capitolo 1: Il Primo Piano.
C'erano molte cose che odiavo dell'essere manager.
Per esempio il doversi alzare prima di tutti per preparare la colazione.
Il correre da una parte all'altra della scuola per soddisfare i vari bisogni dei calciatori.
O il cucinare, apparecchiare, sistemare, pulire e fare altre mansioni prettamente femminili.
Ma la cosa che odiavo di più... sicuramente era la gonna della divisa scolastica.
A scuola non mi interessava poi tanto metterla, dovevo stare seduta.
Peró quando corri su e giù per portare le bottiglie d'acqua o devi andare a recuperare una palla calciata un pò troppo lontano, quella cavolo di gonna è sempre d'intralcio.
Quello infatti fu il giorno in cui il fastidioso indumento si fece odiare piú del dovuto.
Avevo preparato tutto il piano.
Con la scusa di un dispetto, sarei saltata addosso al malcapitato, immobilizzandolo e togliendogli quei MALEDETTI occhialini.
Chiedere non era nel mio stile.
- Che te ne pare di questo piano?- chiesi a David.
Era il mio migliore amico, mi aveva aiutata molto in quell'anno, anche con lo studio, e mi aveva sempre sostenuta nelle mie imprese impossibili.
Sicuramente anche adesso mi avrebbe appoggiata.
-...Tu sei pazza- disse lui, incrociando le braccia.
- Ehi! E io che credevo mi appoggiassi!-
- Ti avrei appoggiata se avessi deciso di iscriverti al corso di latino per esempio-
Bleah, il latino.
- Ma mai nella vita-
- Lasciamo stare... perchè vuoi togliere gli occhialini a Jude?-
- Perchè voglio vedere che c'è sotto!-
-...Scordati il mio aiuto-
- Va bene, capo-
Ecco, il momento era arrivato.
L'allenamento era finito e i ragazzi si erano messi a chiacchierare a bordocampo, come facevano sempre.
Jude era messo un po' in disparte, guardando la cartellina con i dati dei giocatori e gli allenamenti da effettuare quel giorno.
Lo faceva sempre, prima e dopo l'allenamento.
Non sapevo cosa frullasse nella sua testa ma sicuramente non era una persona che faceva cose inutili e senza profitto, come la sottoscritta.
"Ciancia le bande Kiara! Hai una missione da compiere soldato!"
Sì, autochiamarmi soldato mi dava forza...
Lo so, sono molto strana.
Presi la rincorsa e presi la "mira".
Lui era messo di spalle, ancora a rimuginare sulla cartelletta.
"Uno...due...tre!" iniziai a correre.
A un metro da lui saltai, ma Mark lo chiamò e lui si spostó per raggiungere i suoi compagni.
Ed ecco che mi ritrovai faccia a terra e gambe all'aria.
Ora, capirete perchè quello fu il giorno in cui odiai di più la gonna della divisa.
Non solo ero caduta di faccia, ma la gonna si era alzata mettendo in bella vista cose che vorrei rimanessero celate.
Tutti scoppiarono a ridere di gusto.
Che imbecilli, li odio tutti.
- Belli i mutandoni con gli orsacchiotti!- esclamó Caleb, che quasi stava cadendo a terra dalle risate.
- Che carini!- si ci mise pure Jordan.
David invece si era sbattuto una mano sulla fronte con fare affranto.
Nessuno si degnò di venirmi ad aiutare.
Mi alzai lentamente.
La vendetta, si sa, va servita fredda ma non mi importava in quel momento.
Li avrei fatti sentire delle cacche ambulanti.
- Siete solo degli idioti....- sussurrai, facendo finta di asciugarmi gli occhi, come se stessi piangendo.
Tutti ammutolirono.
Mi girai e entrai a scuola, diretta alla mia stanza.
Mi ci chiusi dentro e aspettai.
Stavo leggendo quando sentii bussare alla porta.
Avevo dimenticato quello che era successo un paio d'ore prima, quindi andai ad aprire saltellando.
Mi ritrovai davanti David, Jude, Mark e Axel.
Gli unici quattro che non avevano riso, in sostanza.
- Come stai?- chiese David, un po' preoccupato.
- Sto benissimo!-
- Ma te ne sei andata piangendo- continuò Mark.
- Era per farvi sentire delle cacchine!- dissi, facendo la linguaccia.
- Abbiamo fatto una ramanzina di due ore agli altri... per nulla?- chiese Jude.
- No dai, alla fine ci voleva-
- Sì certo, come no- disse Axel, ritornando alle scale e scendendo.
Feci entrare gli altri tre e mi sedetti sul letto.
- Come sei caduta prima?- mi chiese Mark, seduto su una sedia.
Vidi David che cercava di fare l'indifferente, guardando fuori dalla finestra.
- Sono inciampata-
- L'importante è che non ti sei fatta male- disse Jude.
- Tranquillo, non ho nulla, solo qualche graffio sulle ginocchia-
Altro che qualche graffio, ma come mio solito cercavo di non darlo a vedere.
Iniziammo a parlare di diversi argomenti e più guardavo Jude, più pensavo a quali sarebbero stati i modi migliori per togliergli gli occhialini.
Avevano vinto una battaglia, ma non la guerra.
Ci sarei riuscita, anche se avrei dovuto provare milioni di modi.
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