Esperimento #2: Piuma (Da Un'idea Di Sara Personé)
Il buio mi circonda; sotto i miei piedi un pietrisco dal particolare colore blu acceso, ma dove sono?
Intorno a me gli alberi impediscono a qualsiasi fonte di luce di penetrare, nei dintorni tutto è oscuro, dormiente e fermo.
Sembra di stare in un sogno, quel tipo di sogni che fanno i bambini, sogni immaturi e poveri di dettagli ma al contempo ricchi di fantasia, accompagnata da una totale mancanza di qualsiasi forma di realismo o razionalità; un sogno infante, un sogno giovane e ingenuo ma innocente, dolce, puro. Seppur l’ambiente sia in realtà particolarmente ostico e poco rassicurante.
Non un suono, non uno spostamento d’aria né un movimento, niente.
Tutto è in pausa, sembra morto ma non lo è; no, è vivo!
Le foglie sono verdi e cariche di quella linfa vitale caratteristica presente solo nelle foglie vive, tutto è in vita; nell’aria c’è un sentore di muschio fresco, piacevole, coinvolgente. Tutto pare congelato, fermo in quell’attimo di esistenza che lo rende eterno, esistente in eterno.
Certo, può parer bello inizialmente; è il sogno di tutti quanti del resto rendere eterno un attimo perfetto. Ma proprio perché si tratta di un attimo non può essere eterno, altrimenti non si chiamerebbe attimo ma eternità. In questo modo perderebbe tutto il significato intrinseco che lo rende così speciale e duraturo, ma solo nella nostra memoria, eterna nella sua infinitesimale grandezza; diventando così una realtà opprimente da cui vorremmo in seguito fuggire, qualcosa in cui non ci si vuole stare. Se tutto fosse perfetto, niente lo sarebbe più.
Niente può essere fermato. Anche le cose belle devono finire seppur non lo vogliamo; anzi, le cose più belle devono finire prima delle altre. Anche se si tratta di breve lasso di tempo quello in cui le cose succedono, esse restano incise, marchiate a fuoco nella nostra mente rimangono nella nostra memoria fino a che non siamo tre metri sotto terra dentro una bara in legno, mentre all’aria aperta sopra di noi tutti i presenti dicono cose bellissime nonostante in vita fossimo stati delle persone orribili.
Inoltre se sono particolarmente significativi, questi momenti, tali talvolta da modificare il nostro essere o il modo di pensare, esse si trasmettono ai posteri e possono finire per diventare immortali.
Un momento bello ma immobile è un momento triste, io sono triste in questa gelida perfezione. In questo attimo senza fine che si perde in un tempo non definito, che anzi il tempo sembra non averne, sembra non conoscerne l’esistenza.
Camminare, camminare sembra inutile in questo ambiente e in questo frangente; mi pare di trovarmi in una scena che si ripete all’infinito, di cui non conosci l’inizio o la fine; un loop che lentamente ti porta alla follia, destabilizza e rompe tutte tutte le certezze che abbiamo accumulato nel nostro tempo, che normalmente è trascorso, vivendo.
Improvvisamente ma gradualmente qualcosa cambia dinnanzi a me, come se il tempo avesse ripreso a scorrere in quella data e precisa zona. C’è una luce; ma non la luce che vedono le persone che vanno incontro alla morte, questa ha qualcosa di diverso, di più vivo e che infonde speranza a chi la vede; una luce, dalla particolare sfumatura azzurra. È l’unica cosa su cui il tempo abbia effetto in questo eterno istante di cui mi sono ritrovato prigioniero, una speranza si pone davanti a me; una luce.
Gli alberi d’intorno a me cominciano a spostarsi, a muoversi rimanendo comunque inesorabilmente immobili ed immutabili nel loro attimo di perfezione.
La luce si fa sempre più vicina, posso sentirne il chiarore sulla pelle e il rassicurante tepore di qualcosa di positivo che porta chi lo riceve a star bene; non è accecante, non è nemmeno fioca, è giusta; perfetta nella sua semplicità.
Luce della ragione, luce di un’idea che ti coglie in un momento di difficoltà; luce dell’alba e del tramonto, quando il sole già non si vede più o ancora non si vede, e brilla solo il cielo, luce di una calda serata d’estate, morbida. Tutto questo ma anche di più.
Qualcosa quasi d’incanto attira il mio sguardo, qualcosa di piccolo e luminoso, una piccola stella sulla superficie terrestre, brillante quanto un prezioso gioiello in metallo o una pietra preziosa dall’incredibile purezza. Ma di questo non si tratta.
È una piuma.
Niente più niente meno che una piuma; immensamente grande per appartenere a qualsiasi uccello facente parte dell’immenso universo creato da madre natura; è qualcosa di differente, più grande e speciale. Non può essere altro se non la piuma di un bellissimo e maestoso angelo, caduta qui casualmente o segno del destino? Non è quella di un angelo servo di Dio, no qui la religione non c’entra; appartiene ad un angelo evoluzione umana, qualcosa di terreno che da un certo momento il terreno non lo ha più toccato, per librarsi in cielo e osservare tutti noi su quel terreno, da lassù, con la sua maestosità. Un semplice essere umano che ha raggiunto la serenità, la consapevolezza necessaria a poter evolvere e passare allo stadio successivo di ciò che era originariamente, elevandosi da terra come una nuvola nella vastità del mare ricolmo di stelle che ci portiamo ogni giorno sopra la testa, e che solo di rado ci soffermiamo ad osservare a causa della velocità con cui il tempo e lo spazio ci scorrono sotto il naso, e per questa ragione non vanno persi mai di vista.
Che sia un segno? Un simbolo di speranza e aiuto in arrivo diretto a me? Eppure mi pare di essere solo in questa specie di limbo celestiale, non si ode nessun rumore, neanche quello dei miei passi su questo pietrisco così particolare e unico nel suo genere. Pare quasi un universo alternativo in cui tempo e spazio sono alterati ed valgono esclusivamente per delle determinate cose senza apparentemente seguire un nesso logico.
Una piuma, una delle cose più comuni del mondo è anche fonte di gioia e un attimo di serenità per chi camminando per strada in una giornata qualsiasi, in cui la pioggia battente congela gli animi e le vetrine dei negozi si appannano di condensa; l’umore non è proprio dei migliori e a casa ti aspetta una mandria di parenti opprimenti che non faranno altro che sfasciarti casa e scroccare cibo a non finire, come le locuste nelle sette piaghe d’Egitto; e capita che trovi questa piuma a terra, che ti fa sperare nello sguardo di qualcosa in grado di salvaguardare su di te.
Come per me in questo momento, in questo istante eterno che non conosce tempo ed esiste in una fetta di vita che sembra durare da sempre, e durerà per sempre.
Grazie a bastaunidea per l'idea.
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