La Moneta del Destino
D'improvviso la porta d'ingresso si spalancò e una voce riecheggiò tra le mura della casa.
"Keira, ti vogliono alla gilda!"
"Non hai ancora imparato a bussare, Rony?" tornò a guardare sua nonna
"Devo andare" disse e con lo sguardo aggiunse un grazie carico di significato.
"Certo che a quel vecchio è andata proprio male eh? Dico, non è divertente il fatto che si chiami -Moneta del Destino- e che lui sia morto proprio a causa di una manciata di monete?"
Keira non rispose e continuò a camminare impassibile. Di rimando Rony accelerò il passo per proseguire stando di fronte a lei e poi scherzò
"Non hai ancora imparato cos'è il senso dell'umorismo?"
"Rony, se non smetti di camminare all'indietro finirai contro un carretto" lo avvertì svogliata. Lui si rimise al fianco dell'amica e riprese inzigandola
"Quindi?"
Keira si fermò esasperata e lo guardò dritto negli occhi sperando che cogliesse la sua frustrazione
"Il -Destino della Moneta- è una cosa seria"
"Vuoi dire la -Moneta del Destino-?"
"-Destino della Moneta-, -Moneta del Destino- è la stessa cosa!" sbuffò e continuò "Prima o poi ognuno si troverà davanti alla propria paura più grande: si dice che mentre l'affronteremo verrà lanciata la nostra Moneta del Destino che ha soltanto due facce simboleggianti una il bene e l'altra il male. Quando cadrà sarà deciso se riusciremo a sconfiggere il nostro timore più pesante o se sarà lui a sconfiggere noi. È sempre stato così fin dai tempi antichi. È così che funziona per tutti. È inutile cercare di scappare, prima o poi bisogna capire di cosa si ha più paura e prepararsi al momento in cui il Destino ce la farà trovare proprio davanti."
"Quindi stai dicendo che la paura più grande di quell'uomo forse erano i cittadini avidi di Netterdale che poi infatti lo hanno ucciso oppure proprio l'oro stesso? Mm... in ogni caso direi che il suo Destino della Moneta non sia stato così clemente." ridacchiò della sfortuna di quell'uomo provocando in Keira un pungente fastidio che le fece perdere ogni tipo di contegno dettato dalle buone maniere.
"Ma allora cos'hai nella testa, Rony?!
Smettila di scherzarci sopra! Non ti è bastata la dimostrazione della tragedia che è capitata sta mattina su quella via e a mia sorella pochi anni fa?! Non ti basta vedere come si comporta la gente, come questa grande tensione avvolga tutti?!
Quando la smetterai di ridere? Di fingere che stia andando tutto bene, fingere che non ti succederà mai niente di pericoloso. Quando la smetterai di essere come loro? Un branco di codardi senza più un briciolo di umanità! Ah, giusto... A te non importa se qualcuno muore, sei troppo occupato a rubare nelle case di chi ha meno di te!"
"È solo una superstizione, Keira... Gli imprevisti capitano nella vita, non c'è veramente un Destino che ti pone di fronte alla tua paura più grande." riuscì a dire senza azzardarsi a guardarla in faccia.
Silenzio.
"Quindi per te quello che mi hanno fatto è solo la conseguenza di un -imprevisto-?" La rabbia nei suoi occhi fece spazio alle lacrime, ma Rony la degnò solo di un nuovo e gelido silenzio di assenso.
Dopo aver bussato, una fessura rettangolare si aprì nella porta all'altezza del viso di Keira e gli occhi scuri di Dosen comparvero curiosi
"Ah Keira, sei tu, ti stavamo aspettando" la fessura si richiuse di scatto.
Il luogo dove si incontravano frequentemente era una casa modesta e facilmente confondibile con le altre di quella strada, ma solo i membri della gilda sapevano che al suo interno era ineguagliabile e sorprendentemente unica. Una fortezza sicura e protetta dalla bramosia dei popolani.
Una volta entrata superò la prima stanza arredata con mobili molto comuni in legno di quercia, quel legno che ogni inizio estate si ricavava dal folto verde della Foresta Smeraldo. Attraversò il corridoio e sulla sinistra entrò in una seconda stanza più piccola e completamente vuota se non per l'enorme quadro che occupava quasi metà della parete meno esposta alla luce della finestra. Il dipinto raffigurava suo nonno assieme ai primi sei -Compagni della gilda- mentre poggiavano la mano sulla pergamena del giuramento alla lealtà.
Keira riconobbe per la prima volta il pugnale magico che aveva ereditato poco prima a casa della nonna. L'arma era stata riprodotta sul tavolo dove erano seduti e d'un tratto si sentì addosso lo sguardo del nonno; uno sguardo che sembrava credere in lei, ma che allo stesso tempo la fece rendere conto di tutte le responsabilità che quell'eredità avrebbe inevitabilmente portato nella sua vita. Cominciò a capire il significato della frase incisa sulla lama dell'arma perché sapeva che la sua paura più grande era proprio la morte.
"Ecco perché la nonna lo ha affidato a me! Ecco perché ha pensato che il pugnale potesse aiutarmi a compiere il mio -Destino della Moneta-! -Il male intrappola, la morte libera-... ma perché la morte dovrebbe liberare?"
Subito dopo ricacciò indietro l'insistente presentimento che minacciava di non farla sentire abbastanza per quel dono, poi infilò le dita dietro alla cornice del quadro e tirò verso di sé per svelare il passaggio segreto e un umido corridoio.
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