Il Borgo dell'Inganno
Cavalli sellati, una manciata di monete d'oro, armi affilate e intrugli curativi. I sei insieme ai due lupi partirono da Netterdale per raggiungere il Borgo di Oiter, la Capitale.
Uscendo dalla città passarono il Fiume delle Aquilegie dove Keira si fermò a cogliere rapidamente qualche fiore per gli antidoti di Tabatha. Entrarono poi nel bosco.
Seguivano la strada al passo: sotto agli zoccoli dei cavalli scricchiolavano le foglie secche cadute dagli alberi e sui volti degli ammazzavampiri brillava uno degli ultimi fasci di luce della giornata. Parlavano poco tra di loro, ciascuno perso nei propri pensieri. Keira ogni tanto si soffermava a guardare Arina che la seguiva a fianco del cavallo, e ripensava a quel giorno mentre sfiorava la perla nera che aveva fatto montare sul suo orecchino d'argento. Era come se quel gesto la aiutasse a ricordare.
"Chissà se risentirò ancora la sua voce... O se percepirò mai i suoi pensieri in quel corpo di lupo." Rimuginava tra sé e sé.
Il freddo della sera cominciava ad infiltrarsi tra i tessuti scuri e le protezioni in cuoio e argento dei sei viaggiatori quando vennero smossi dalla voce profonda di Grim.
"Ecco il Borgo! Superata la strada ghiaiosa saremo arrivati." Indicò un gruppo di pochi edifici più avanti, situati prospettivamente dietro le imponenti mura di Oiter.
Gli ammazzavampiri lasciarono i loro cavalli nella stalla pagata dalla Capitale e debita ad ospitare i destrieri degli stranieri più importanti, poi entrarono nella locanda a due passi da lì. Le sei figure nere e i due lupi alla porta d'ingresso fecero subito intuire al proprietario che si trattava della Gilda di Netterdale.
Era semplice distinguerli dai membri della Gilda di Dorildin: un'organizzazione di ammazzavampiri e spezza-maledizioni composta da soli uomini provenienti dalla città al confine Sud, dove le montagne vulcaniche si alternano alle Foreste di Fuliggine che dividono il Regno di Oiter dal Regno di Beirid; loro infatti vestivano di rosso e spesso si mostravano in pubblico avvolti da pesanti mantelli grigi. Al contrario i compagni della Gilda di Netterdale preferivano toni più neutri e poco vistosi come il nero: mal sopportavano l'idea di risultare appariscenti agli occhi della gente rischiando di rendersi maggiormente visibili a quelli dei vampiri.
"Ben arrivati! Cosa vi porta qui, ammazzavampiri?"
Un brusio si diffuse tra i contadini che stavano cenando seduti ai tavoli e pian piano le loro voci crearono un'aria più pesante e ricca di agitazione e curiosità.
"Siamo stati avvertiti di recarci qui. Ci serve un posto dove stare. Non sappiamo quanti giorni richiederà questa missione." Grim rispose quasi come se si fosse preparato il discorso precedentemente e in modo da non lasciare intuire alcun dettaglio di troppo. Era nota la velocità con cui una novità riusciva a passare da una bocca all'altra tra i cittadini del Regno di Oiter, in particolare di quelli più vicini alla Capitale.
"Siete gli unici stranieri arrivati nel Borgo, ho molto spazio. Posso offrirvi due camere." Il proprietario era un giovane ragazzo che probabilmente aveva ereditato da poco il locale.
Dosen rimase al bancone per discutere del prezzo mentre gli altri salirono le scale per sistemarsi.
Jena passò davanti al giovane che la guardò rapito dalla sua carnagione scura e dai suoi occhi profondi. Lei arrossì nascondendo un sorriso e poi salì in fretta con gli altri mantenendo il capo chino.
Dopo le scale si apriva un corridoio: due porte a destra e una in fondo.
Keira, Jena, Arina e l'altra lupa dormivano nella prima stanza a destra delle scale e gli uomini in quella alla fine del corridoio. Decisero di far visita al padre di Flein prima di cena e così, utilizzando una mappa del Borgo che il locandiere aveva lasciato a Dosen, si incamminarono subito dopo.
Fuori era buio e l'aria molto umida, l'autunno era arrivato spazzando via l'estate con i suoi venti gelidi. La strada, un po' scivolosa, era costeggiata da umili case tutte diverse l'una dall'altra: alcune strette e alte, altre basse e larghe, ma ognuna costruita con le pietre grigie tipiche del Regno e che alla luce della luna brillavano di sottili riflessi rosa.
"Solo a me questo Borgo dà l'impressione di essere una trappola mortale travestita da gentile dama in rosa?" Chiese Jena rompendo il silenzio.
"Tutti i Borghi del Regno sono inquietanti a dire il vero." Spiegò Keira alla novellina ridendo un po'.
"Viviamo nella zona più infestata da vampiri, fantasmi e altri strani mostri usciti da chissà quale maledizione... Come questa qui!" Disse Oldrin dando una gomitata alla spalla di Keira che alzò gli occhi conscia delle solite battute del suo compagno.
"Per non parlare della maggior parte della gente che ci abita in questa zona! Uno peggio dell'altro, ragazzi! Accecati dalle misere condizioni in cui vivono staccherebbero una gamba anche al loro amico più fraterno pur di mangiare qualcosa! Perciò è giusto che questi villaggi facciano paura, mia cara. " Concluse utilizzando un tono più profondo come per voler incutere timore e allo stesso tempo fingersi un racconta-storie.
Dopo la piccola piazza del Borgo, c'era un pozzo sul quale erano inchiodati i legni con incisi i nomi delle vie. Una indicava a destra, una dritta e una a sinistra. Lok consultò la mappa e poi si diressero tutti a sinistra. Giunsero davanti alla casa di Pic il fioraio, il padre di Flein, e Keira sottovoce disse:
"Si comincia."
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