ϕ Prefazione ϕ

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È da quando sono piccolo che ho trovato nella scrittura una fonte di espressione.

Fra quelle che conoscevo, è da sempre stata la più complicata, ma, allo stesso tempo, quella che mi dava grandi soddisfazioni al termine.

Ho cominciato scrivendo il mio nome e poi, come un piccolo amanuense, ho iniziato a ricopiare le mie favole preferite e, dopo tanta fatica, sono giunto all'età di tre anni a saper scrivere l'intero alfabeto.

La musica, i video, il teatro, il canto e la danza sono da sempre state le mie forme di espressione e, fra queste, credo che la scrittura sia sempre rimasta la più misteriosa e affascinante.

La creazione di mondi nuovi e la possibilità di trasmettere specifici messaggi al lettore nella maniera più libera possibile e con unico limite la propria complessa mente era in fondo qualcosa di veramente irresistibile per la mia creatività.

Così, ho iniziato, dopo gli spunti dei temi scolastici e di concorsi letterari locali, a scrivere poesie e piccoli testi all'età di nove anni e fu lì che compresi che il mondo che mi circondava mi sfidava a mettermi in gioco e continua a farlo tuttora.

Le mie riflessioni sulla vita mi hanno portato nel 2014 a progettare quello che poi sarebbe diventato KEGIVOS: il terremoto del 2012 aveva scosso tutti e molti di noi, per far scorrere quel tempo delle giornate che sembrava non passasse mai, si trovavano a leggere libri.

Dopo aver steso una semplice trama, nel 2014 iniziai a scrivere, all'oscuro di Wattpad, i primi capitoli del mio romanzo fantascientifico.

Era un completo disastro, così come lo è ora questa storia agli occhi miei e così come lo saranno quelle a venire.


Senza rinnegare il mio passato, che mi ha sempre aiutato a crescere, ho deciso di impegnarmi nello scrivere una storia nuova e, ispirato dai videogiochi di ruolo giapponesi che ho sempre amato, ho steso una nuova trama di genere fantastico.

Quella storia che sembrava dovesse rimanere nei meandri più oscuri del mio hard disk, un bel giorno dell'estate 2016, dopo aver scoperto l'esistenza di Wattpad, è stata modificata e, dopo svariate revisioni e altre a venire, è ora qui per voi.

Lo stile che incontrerete in queste pagine è quello di un Luca quindici/sedicenne che è poi stato risistemato da un Luca diciottenne che però ha deciso di non stravolgerlo completamente: in fondo, Luca è cambiato molto rimanendo però la stessa persona di sempre e quindi ricorda bene cosa il "Luca del passato" avrebbe voluto trasmettere con la propria scrittura.

Lo sforzo dietro a queste pagine scritte è stato davvero inimmaginabile e l'espressione di un acerbo scrittore è difficile da trasmettere con i pochi mezzi che ancora ho.

In questi anni di lavoro ho imparato tanto e tanto avrò da imparare in futuro.

Nonostante lo abbia abbandonato per molto, non ho mai avuto l'intenzione di accantonare il mio primo romanzo completo, ed è così che ora lo avete qua fra le vostre mani.

Ho preso tanti spunti da grandi della letteratura e li ho uniti molto profanamente in quest'opera che mi sembra sia stata apprezzata anche da chi non è follemente amante del genere fantastico (forse per gli spunti provenienti da altri generi letterari).

Molti elementi si mischiano fra loro creando qualcosa che, mi è stato detto, nonostante prenda spunto dai classici, risulta originale.

KEGIVOS nasce come un nuovo esperimento di un ragazzo molto creativo, da sempre alla ricerca di nuovi stimoli che si era detto "anche se lo scrivessi perfettamente, sarebbe uno fra tanti capolavori: dovrò quindi evadere dagli schemi e dai canoni per distaccarmi e creare qualcosa di imperfetto ma al tempo stesso interessante".

Se da un lato questo ragionamento può sembrare geniale, dall'altro, all'epoca, non possedevo gli strumenti letterari che ora, con studio, lettura e scrittura, ho acquisito e quindi ho deciso di rinnovare quest'opera ma mantenendo l'idea che il Luca quattordicenne voleva trasmettere tramite il suo elaborato.

Sono diversi gli spunti creativi racchiusi in quest'opera: Luca voleva eliminare le sequenze descrittive sostituendole con enormi elenchi consultabili dal lettore, se interessato, semplicemente perché non voleva costringerlo a interrompere il ritmo della narrazione.

Altro ancora è la completa assenza di pause narrative che avrebbero dovuto rendere anche i capitoli di transizione avvincenti per via di un evento significativo, tutto questo per tentare di fare assomigliare il libro a una esperienza cinematografica a puntate.

Per questo, il "Luca del passato" ha voluto dare importanza alle immagini e alle azioni che si susseguono senza un attimo di tregua permettendo al lettore, se calatosi nella trama, di divorarsi il romanzo in pochi istanti.

Voleva insinuare completi dubbi nel suo pubblico e spingerlo a leggere tutto il romanzo per venirne a capo, anche se, al tempo stesso, alcune questioni non vengono sciolte e sono infatti progettate volutamente per creare confusione nella mente del lettore in analogia con le confuse menti dei ragazzi che animano il romanzo. Alcuni misteri vengono svelati pochi capitoli dopo o nello stesso, altri verso la conclusione del libro.

Sono numerosi i riferimenti interni, anche se spesso non comprensibili, inseriti in una azione frettolosa: le scene fanno spesso riferimento al campo visivo poiché nel progetto dovevano ricordare la trasposizione di un filmato.

Il primo capitolo avrebbe dovuto risultare piatto e noioso per poi sorprendere il lettore dopo il blocco letterario a partire dal secondo; l'elemento fantasy avrebbe dovuto creare un contorno per alcune storie d'amore rendendolo anche un romanzo psicologico, di formazione con elementi thriller.

Il dialogo risulta volutamente teatrale, come se fosse una vera e propria sceneggiatura di uno spettacolo.

Questo stile "velocissimo" non mi appartiene più e questo esperimento che è più volte stato ritoccato (e chissà, magari qualche giorno riscritto in uno stile che possa reggere tutte le mie folli idee del passato) non poteva crescere su uno scrittore completamente inesperto.

Le tante idee creative necessitavano di una struttura e una tecnica solida per poter sembrare effettivamente volute e non inserite stocasticamente.

Luca, cresciuto anche con la poesia, tentava di inserire, sporadicamente, metafore, metonimie, sinestesie personificate, chiasmi e parallelismi allegorici in una struttura prosastica decisamente scarna.

Intendeva eliminare le perifrasi e, come fa tuttora, si perdeva nelle sue stesse ripetizioni che provenivano dalla trasposizione del parlato: ascoltava per tutto il tempo quella vocina della coscienza che trascriveva le sue immagini in pensieri su un foglio bianco.

Desiderava utilizzare i suoi personaggi come marionette esecutrici, senza ricercare una introspezione: voleva che queste fossero mere esecutrici di azioni trascinate dal flusso narrativo.

Alcune scene potranno sembrarvi comiche, ma in realtà l'idea era quella di trasmettere una vena "sciocca" per criticare la società contemporanea che tuttora vive di amori frivoli e sentimenti superficiali dettati dall'"egoismo del gruppo".

Infatti, vi accorgerete che i personaggi non hanno un vero fine: nessuna principessa da salvare e nessun ostacolo fisso da superare: i protagonisti della storia vengono semplicemente travolti dalle passioni e dalle avverse situazioni dettate dal fato.

Questo nasce come ulteriore parallelismo con le vite degli uomini contemporanei che continuano a vivere e a sforzarsi nella loro vita per "sopravvivere" senza ricercare un fine che possa renderli effettivamente migliori.

Il mio lato critico, soprattutto nella prima versione dell'opera, era anche espresso esplicitamente tramite commenti diretti dell'"Io lirico" che, ispirato al grande Omero, tentava di lasciare un messaggio univoco al pubblico tramite il suo "cantuccio".

È decisamente contrastante tentare di far passare messaggi sicuri a un pubblico che si ha confuso con una miriade di domande per tutto il corso della narrazione.

Spesso Luca tentava di usare espressioni senza comprenderne a pieno il significato, invertiva alcune parole e, spinto dai professori, è passato dall'ipotassi alla paratassi perché all'epoca non era in grado di seguire alla perfezione la consecutio verbale e sintattica coniugando alla perfezione tutti gli elementi della frase (per non parlare della punteggiatura...)

Ha tentato di creare sfondi al "palco" teatrale e non scenari nei quali immergersi sostituendo le lunghe descrizioni narrative con immagini digitali del paesaggio che nella sua testa immaginava.

La lettura avrebbe dovuto rimanere piatta, come lo è la vita dell'uomo contemporaneo: monotona nelle sue sofferenze.

Sulla vena verghiana i dialoghi dei personaggi, mere marionette attrici, risultavano infantili e sciocchi, come quelli degli adolescenti del giorno d'oggi.

Luca voleva trasmettere ciò che vedeva tramite la sua emittente televisiva, ma non ne era in grado e le sue forti emozioni venivano bloccate dalle parole sul foglio.

Tutto questo, purtroppo o per fortuna è KEGIVOS e ora ve lo ritrovate fra le mani riletto e riscritto a molta distanza dalla prima edizione non ufficiale, edita ormai tre anni fa.

Spero che il Luca diciottenne possa aver alleggerito la lettura e spero che con questa nuova prefazione possiate comprendere qualcosa in più su questo romanzo e sulla sua trama.

Ho sempre tenuto tutto questo nascosto ma pensavo fosse il giusto spazio in cui inserire queste informazioni che ormai rivelo a tutti prima di invitarli alla lettura di quest'opera.

Nonostante in passato sia piaciuto anche nella sua prima versione a tantissimi coetanei wattpaddiani, spero che questa veste rinnovata possa colpire un pubblico più vasto.

Ora posso finalmente "non vergognarmi" di questo elaborato, e, forse, anzi quasi sicuramente, in futuro me ne vergognerò ancora.

Ma questo è un passaggio assolutamente fondamentale per la mia crescita letteraria.

Gli esperimenti del giovane Luca, ritoccati da quello attuale, magari, ora possono essere compresi meglio e potranno, come mi dissero in passato, rendere sul serio KEGIVOS una bella storia al di fuori di tutti i cliché.

Grazie per aver scelto di leggere quest'opera, nonostante non sia il mio capolavoro, che rappresenta il mio primo romanzo completo e spero vivamente che possa essere di tuo gradimento.

Buona lettura e, ovviamente, sarei grato di ricevere il tuo parere,soprattutto dopo questa ultima, davvero, revisione: le critiche e i commenti mihanno da sempre aiutato a crescere e a motivarmi in questa passione che,chissà, potrebbe anche diventare un "lavoro". 

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