43. Epilogo?
La campanella di fine lezione suona annunciando l'inizio delle vacanze estive. Ci precipitiamo tutti festosamente fuori dall'edificio iniziando a farci i gavettoni con delle bottigliette d'acqua. Kam si avvicina innocua con le mani dietro la schiena.
-Non mi inganni! – dico facendo per prendere la mia bottiglietta d'acqua dallo zaino ma vengo bloccata da una presa salda che mi cinge i polsi.
Alzo la testa e mi ritrovo davanti Louis con un sorriso sornione sul viso.
-Oh, no – ho il tempo di dire prima che Kam mi versi addosso due bottiglie d'acqua.
Quando finisce sputo addosso a Louis quella che mi era finita in bocca e corro dietro a Kam che cerca di fuggire.
-Questa me la paghi – gli urlo contro continuando a correre.
Louis riesce a fermarmi prima che io la prenda e mi sussurra in un orecchio:
-Fidati di me –
Fa finta di bloccarmi e Kam ci raggiunge ridendo.
È questione di attimi prima che le mani di Louis si spostino dalle mie braccia a quelle di Kam per tenerla ferma.
Mi avvicino con sguardo malefico e inizio a farle il solletico.
Lei cerca di divincolarsi ridendo ma con scarsi risultati.
-Siete degli stronzi! – urla.
Louis si allontana da Kam ridendo ma scivola improvvisamente in una pozza d'acqua cadendo goffamente.
Io e Kam scoppiamo a ridere senza riuscire a smettere.
-Non è divertente! – si imbroncia lui prima di rendersi conto della situazione ed unirsi a noi ridendo.
Sento alle mie spalle il suono di un clacson e mi volto trovandomi davanti Andreas sulla moto che mi fa un cenno.
-Beh, adesso devo andare – dico a quei due che stanno continuando a ridere.
-Non sparire! Teniamoci in contatto questa estate – mi raccomanda Kam.
-Certo! – do un abbraccio veloce ad entrambi e raggiungo Andreas.
Io, Kam e Louis siamo diventati amici sin da subito nella nuova scuola a Londra perché eravamo tutti e tre i nuovi arrivati. Siamo arrivati con tre storie diverse ma tra di noi è nato subito un legame bellissimo.
Louis viene da Brighton e si è trasferito qui a casa della nonna dato che i suoi genitori sono entrambi morti in un incidente. Proprio come i miei.
Kam invece ha i genitori separati ed è qui a Londra dalla madre. Ha origini italiane ma anche lei si è trasferita da Brighton. Nella loro vecchia città però lei e Louis non si erano mai incontrati.
Adesso lui è innamorato di lei come Kam lo è di lui ma nessuno dei due ha il coraggio di farsi avanti con l'altro.
Prima o poi li farò mettere insieme con la forza.
Sembro Nicole.
Ridacchio pensando ai suoi scleri su me e Andreas.
-Di buon umore? – mi chiede Andreas stampandomi un bacio sulle labbra per poi passarmi il casco.
-È estate! – esulto sedendomi dietro di lui.
-Ti va di venire in un posto? – mi chiede accendendo il motore.
-Dove vuoi tu – rispondo.
Fa partire la moto e viaggiamo per una mezz'oretta tra le strade deserte fuori Londra. Intorno a noi ci sono solo le campagne ed il cielo sereno.
Penso a come la mia vita sia cambiata radicalmente nell'ultimo anno. Insomma, ero destinata a dodici anni di prigione per scontare delle colpe che non ho commesso ma sono riuscita ad innamorarmi della guardia della mia sezione. Se non fosse stato per Andreas molto probabilmente sarei ancora lì dentro.
Dopo essere usciti dall'istituto, Andreas ha accettato il lavoro a Londra e ci siamo trasferiti in una casetta in centro. La scorsa estate siamo stati per un po' in Italia e a settembre ho ripreso gli studi in un liceo artistico, nonostante sia di un anno indietro rispetto ai miei coetanei. Sono tutti rimasti subito affascinati dalla mia storia, persino i prof!
Ho partecipato ad un paio di concorsi di pittura con la scuola e mi sono classificata prima in entrambi. Per la prima volta sento che la mia arte viene apprezzata.
A scuola ho conosciuto Kam e Louis che sono diventati i miei migliori amici, ma non mi sono dimenticata di Nicole, Mia e Leo, anzi, ogni scusa è buona per andare a trovarli e rompere le palle un po' a tutti: Matt non mi sopporta più ed Anne ha detto che la prossima volta che io e Andreas mettiamo piede lì dentro chiama la polizia.
Ovviamente scherza.
Almeno spero.
Vabbè comunque adesso sono qui.
Con un'estate davanti ed una vita piena di soddisfazioni ad aspettarmi dopo la fine del liceo.
Con Andreas che mi ama da morire e non mi fa mancare nulla.
E con la spensieratezza di quando ero bambina, e l'unica cosa di cui dovevo preoccuparmi era essere felice
Adesso sono felice. Davvero tanto.
A mia sorella ci penso spesso, anche se non mi è permesso farle visita dato che si trova nella sezione estrema.
Voglio essere ottimista. Voglio credere che guarirà, che cambierà, che un giorno avremo la possibilità di recuperare il tempo perduto. Che uscirà da quel posto, la andrò a prendere e potremo riabbracciarci cancellando tonnellate di momenti sbagliati.
Mi ha chiesto di perdonarla.
E l'ho fatto.
Non potrei portare rancore alla persona con cui sono cresciuta: è una parte troppo importante della mia vita e non vorrei perderla.
Spero che lei riesca a perdonarsi, perché so come ci si sente a vivere con i sensi di colpa e significa essere divorati poco alla volta da se stessi.
E so che la sua malattia la sta già divorando abbastanza.
Penso spesso anche ai miei genitori: a Simon e Alexandra, e a Sophia e David. Non potrei mai rifiutare questi ultimi come miei genitori perché nonostante tutto mi hanno cresciuta, e non posso fare a meno di riconoscere i primi come le persone che mi hanno dato la vita. Avrei voluto poter passare più tempo con tutti loro. Ma se c'è una cosa che la vita mi ha insegnato è che niente è mai così scontato come sembra, e quello che abbiamo oggi non possiamo mai essere certi ci sia anche domani. Così una volta uscita da quella prigione ho iniziato a vivere davvero, a dare il giusto peso ad ogni istante e a non perdere mai tempo perché so che non è mai sufficiente e ogni giorno che passa ne abbiamo a disposizione di meno. Ma è proprio quel poco tempo che abbiamo il regalo più bello che la vita possa farci, e dobbiamo colmarlo di felicità e di amore.
Tiro fuori un urlo di gioia abbracciando Andreas sulla moto.
Sento il suo petto vibrare e capisco che sta ridendo.
Il paesaggio inizia a cambiare e ai lati della strada si alzano possenti alberi. Andreas inizia a rallentare fino a fermarsi in uno spiazzale fuori dal bosco. Sembra quasi il bosco vicino all'istituto in cui mi ha portata un paio di volte.
Si sfila il casco mentre io faccio lo stesso.
Mi prende per mano e, senza spiccicare parola, ci inoltriamo nel verde. La luce del sole filtra tra i rami degli alberi carichi di foglie creando un'atmosfera quasi da fantasy.
Sentire ad un certo punto il rumore dell'acqua mi fa tornare in mente tante cose e inevitabilmente sul mio volto si dipinge un sorriso.
Ad un certo punto gli alberi terminano per lasciare spazio ad uno strapiombo dove l'acqua di una cascata ha creato un lago bellissimo.
-Sei magico – sussurro ad Andreas che mi sorride.
-Potrà essere il nostro piccolo posto speciale, adesso che il bosco vicino all'istituto è troppo lontano – mi lascia un bacio sulle labbra – Nessuno sa di questo posto. Ci siamo solo io e te – sussurra.
Poi si allontana un po' e inizia a slacciarsi le scarpe.
Lo guardo interrogativa quando si sfila anche la maglietta.
-Spero che tu abbia portato il costume – mi dice con uno sguardo di sfida – perché io non l'ho fatto – urla prendendo la rincorsa prima di buttarsi giù dallo strapiombo.
-ANDREAS! – urlo correndo ad affacciarmi.
Vedo l'acqua del lago incresparsi nel punto in cui Andreas è caduto ma presto torna ad essere calma.
Di Andreas neanche l'ombra.
Il mio battito cardiaco aumenta mentre mi sforzo di cercarlo senza riuscire a trovarlo. All'improvviso però vedo la sua testa uscire dall'acqua e alzarsi nella mia direzione.
Mi sorride prima di scuotere la testa schizzando tutto intorno per i capelli bagnati.
Tiro un sospiro di sollievo.
-SEI UN COGLIONE – gli urlo contro.
-Dai, vieni – mi incoraggia.
-Sei matto?! – urlo di rimando.
-Cateline Russel non fare la sofisticata e buttati – ridacchia.
Scuoto la testa alzando gli occhi al cielo in segno di resa.
Arretro di qualche passo sfilandomi le scarpe, poi prendo la rincorsa e salto.
Tiro fuori un urlo di esaltazione mentre cado nel vuoto e all'improvviso l'acqua fredda mi avvolge.
Nuoto tornando in superficie dove Andreas mi aspetta ridendo.
Gli schizzo un po' d'acqua ammutolendolo.
-Vuoi la guerra? – mi sfida schizzandomi a sua volta.
Continuiamo così per un po', fino a quando mi avvicina a sé trattenendomi per i fianchi e prende a baciarmi.
Infilo le mani tra i suoi capelli bagnati mentre desidero che questo momento non finisca mai.
-Cate, io ti... - inizia ma lo zittisco poggiando un dito sulle sue labbra morbide.
-Stai zitto – ridacchio riprendendo a baciarlo.
Buona vita a noi Andreas, buona vita.
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