36. Un incontro inaspettato

La mattina seguente vengo svegliata dolcemente da Andreas che mi sussurra di alzarmi.
-Ma che ore sono? – chiedo sbadigliando
-Le cinque – risponde lui facendomi sgranare gli occhi – Lo so, è presto ma abbiamo aspettato anche troppo, piccola, ci staranno già cercando –
Mi alzo svogliatamente e seguo Andreas verso la sua moto.
Mi siedo sopra e mi stringo a lui mentre accende il motore.
Posa una mano sulla mia e dice convinto:
-Possiamo farcela – poi parte.
Nel tragitto verso Manchester prego che mia madre non abbia fatto sparire i certificati di Lauren o i documenti che dimostrano la mia sanità mentale. È davvero un'ultima chance, se non dovessi trovarli avrei perso tutto. La mia libertà e Andreas, a cui tengo più di me stessa.
Sono troppo nervosa e non posso evitare che una lacrima mi righi il volto, ma il vento la asciuga prima che Andreas se ne accorga.
Non voglio perderlo.
Sospiro mentre la moto si ferma davanti alla mia vecchia casa.
Scendo lentamente e mi sfilo il casco senza staccare gli occhi da quella porta.
-Cate stai tremando – mi dice Andreas stringendomi a sé. Sa che non è per il freddo.
Mi accorgo che il nastro che m delimitava l'ingresso l'ultima volta che sono stata qui è spezzato.
È stato strappato.
Mi avvicino lentamente alla porta che solo adesso noto essere leggermente aperta.
-Andreas, l'ultima volta l'hai chiusa tu la porta, vero? – chiedo spalancandola.
-Sì, avevo anche rimesso a posto le chiavi – mi conferma lui.
Che sia passata di qui la polizia?
Attraverso lentamente il corridoio, affacciandomi in ogni stanza del pian terreno per controllare se c'è qualcuno.
Ma di qui non sembra esserci passato nessuno.
Questa situazione mi rende sempre più nervosa, soprattutto quando al piano di sopra, nello studio di mio padre, trovo tutto nel caos più totale.
I tiretti sono aperti e ci sono fogli svolazzanti per tutta la stanza, molte delle cose che erano sullo scrittoio adesso sono a terra in frantumi e la finestra è spalancata.
Corro ad affacciarmi e do un'occhiata al giardino ma in un primo momento non vedo nessuno.
Poi, all'improvviso, in mezzo alla strada scorgo una chioma di capelli rossi.
Non è possibile.
-LAUREN – urlo mentre Andreas si affaccia con me.
La ragazza si gira spaventata.
È lei. È mia sorella.
Porca puttana.

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