34. Mamma
Giro silenziosamente la maniglia della porta d'ingresso entrando in casa. Mi tolgo le scarpe e attraverso in calze il corridoio che è immerso nell'oscurità notando però che la luce della cucina è accesa e dalla stanza proviene l'odore della tisana ai frutti rossi di mamma.
Sospiro. Sono stata via per due giorni, mi aspetto sicuramente una punizione. Le altre volte non ho mai lasciato casa per più di otto ore, ma questa volta non avevo proprio voglia di tornare. E sinceramente avrei preferito restare via, ma dormire in stazione è scomodo e ho finito le dieci sterline che avevo trovato nel salvadanaio così, a meno che non voglia morire di fame, è stato meglio tornare.
Decido di provare a salire in camera mia senza farmi sentire ma dubito che mia madre non mi abbia sentito entrare e infatti...
-Si può sapere dove sei stata? – mi incalza con la tazza fumante della tisana in mano.
-In giro – rispondo vaga.
Voglio solo andare a dormire e svegliarmi in un'altra vita.
-Cosa vuol dire? Cate sai i casini in cui sarebbe potuta finire tua sorella in questi giorni? Cosa sarebbe successo se avesse combinato qualcosa e tu non ci fossi stata a nasconderla? Non puoi prendere e andartene. Pensi forse che sia un gioco Cate? O non tieni a sufficienza a tua sorella e... -
-Io tengo a mia sorella – dico tra i denti.
-E allora si può sapere che ti è preso? –
-Avevo solo bisogno di staccare – mi giustifico.
-Vuoi staccare? Esci con le amiche per qualche ora, ascolta musica, leggi un libro, guarda un film. Di certo scappare di casa non è il modo migliore per staccare –
Alzo gli occhi al cielo.
-Anzi, sai cosa? Dammi le chiavi – mi intima porgendomi una mano.
La guardo interrogativa.
-Così la prossima volta che avrai intenzione di "staccare", lo fai definitivamente e qua non ci rimetti piede –
-So che non fai sul serio. Non potresti, lo hai appena detto tu: Lauren finirebbe nei casini –
Mia madre mi fissa senza dire nulla, con la mano ancora alzata a mezz'aria.
So di essere fondamentale per la sopravvivenza di Lauren.
E so che Lauren è essenziale per loro.
Non possono cacciarmi di casa.
-Senti ma', non minacciarmi se sai di non poterlo fare e lasciami un po' respirare che ne ho bisogno. Dovresti provare anche tu, prendi la vita con più leggerezza che Lauren non dipenderà da me per sempre – dico dandole una pacca sulla spalla mentre faccio per andarmene.
-Cate – mi ferma lei. Non ha più il tono severo di qualche minuto fa, sembra essersi arresa – Scusami. È che sono preoccupata per tua sorella, le dedico sempre tutte le mie attenzioni e spesso dimentico che anche tu ne hai bisogno. E che non sei così grande da cavartela da sola –
-Io sono abbastanza grande da... - inizio prima che lei mi interrompa.
-Zitta va', che lo so che sei tornata perché hai finito i soldi – mi guarda con un sorriso divertito.
Io mi guardo le scarpe mordendomi un labbro a disagio.
-Vieni qui – mi sussurra aprendo le braccia.
Mi ci rifugio e respiro il profumo del suo maglione caldo.
È mia madre, nonostante tutto, ed ho bisogno di lei.
Non potrei mai lasciarla.
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